Dal battistero della Basilica di San Marco, Venezia.
(foto dal web)
VANGELO
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Cum persequéntur vos in civitáte ista, fúgite in áliam. Amen dico vobis, non consummábitis civitátes Israël, donec véniat Fílius hóminis. Non est discípulus super magistrum, nec servus super dóminum suum. Súfficit discípulo, ut sit sicut magister eius: et servo, sicut dóminus eius. Si patremfamílias Beélzebub vocavérunt: quanto magis domésticos eius? Ne ergo timuéritis eos. Nihil enim est opértum, quod non revelábitur: et occúltum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et, quod in aure audítis, prædicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere: sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam.
(Vangelo secondo Matteo 10, 23 - 28)
Traduzione:
In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando vi perseguiteranno in questa città, fuggite in un'altra. In verità vi dico: non avrete finito di percorrere tutte le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del padrone. Basta al discepolo essere come il maestro, e al servo come il padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, tanto più i suoi servi. Non li temete dunque. Nulla v'è di nascosto che non s'abbia da rivelare e niente di segreto che non s'abbia a sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, e quello che vi è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno».