domenica 30 ottobre 2011

Domenica di Cristo Re a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione). 
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP.


VANGELO:

In illo témpore: Dixit Pilátus ad Iesum: Tu es Rex Iudæórum? Respóndit Iesus: A temetípso hoc dicis, an álii dixérunt tibi de me? Respóndit Pilátus: Numquid ego Iudǽus sum? Gens tua et pontífices tradidérunt te mihi: quid fecísti? Respóndit Iesus: Regnum meum non est de hoc mundo. Si ex hoc mundo esset regnum meum, minístri mei útique decertárent, ut non tráderer Iudǽis: nunc autem regnum meum non est hinc. Dixit ítaque ei Pilátus: Ergo Rex es tu? Respóndit Iesus: Tu dicis, quia Rex sum ego. Ego in hoc natus sum et ad hoc veni in mundum, ut testimónium perhíbeam veritáti: omnis, qui est ex veritáte, audit vocem meam. 

(Vangelo secondo Giovanni 18, 33 - 37)

Traduzione:

In quel tempo: Pilato disse a Gesú: Sei tu il Re dei Giudei? Gesú gli rispose: Lo dici da te, o altri te l’hanno detto di me? Rispose Pilato: Sono forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Che cosa hai fatto? Rispose Gesú: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi dato in potere ai Giudei: dunque il mio regno non è di quaggiú. Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei Re? Rispose Gesú: È come dici, io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce. 


Omelia:

Talvolta qualcuno chiamerà la Chiesa "trionfalista" come se fosse una società mediocre, puramente umana, centrata sul mero uomo, una società che non abbia niente su cui gloriarsi, come se dovesse prendere un posto modesto vicino alle altre religioni e, modestamente, tacere.
La realtà carissimi fedeli, però, è ben diversa: la Chiesa è una società perfetta animata dallo stesso Spirito Santo, santificante, infallibile, tutta pura, l'immacolata Sposa di Cristo. Le altre religioni sono tutte false, i loro seguaci devono convertirsi, devono essere evangelizzati, catechizzati, battezzati e santificati, sottomessi al dominio di Cristo Re, Re di tutti gli uomini, non c'è un altra via di salvezza perché Cristo è Dio, l'unico Dio, "uno simile a Figlio d'uomo - dice san Giovanni - con occhi fiammeggianti come fuoco, la voce simile al fragore di grandi acque, che nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio, il Suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza e mi disse: - Io sono l'Alfa e l'Omega, il Vivente, Io ero morto ma ora vivo per sempre ed ho potere sopra la morte e sopra gli inferi".
Dunque, il Nostro Signore Gesù Cristo + che è già Re dell'Universo, Pantocrator, sia da Dio sia da Uomo in virtù dell'unione ipostatica fra la Sua divinità e la Sua umanità, è anche Re di tutti gli uomini in virtù della Sua Passione e Morte in Croce.
La Santa Chiesa Cattolica non si vergogna di Lui, dunque, che altrimenti si vergognerà di Lei davanti al Suo Padre e ai Suoi Angeli, bensì esulta soprattutto oggi nella Festa di Cristo Re, quando ricorda il Suo trionfo su Satana, sul peccato e sulla morte, esulta per Lui ed anche per se stessa, perché sa con certezza assoluta che seguendo il suo Re sul campo di battaglia di questo mondo, trionferà anche Lei.
Quaggiù facciamo parte della Chiesa Militante, militante contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti, e ci gloriamo di combattere sotto i vessilli di Cristo Re (nelle parole dell'ultima preghiera di questa Santa Messa), per poter regnare con Lui dopo come Chiesa Trionfante in Cielo, per sempre.
La parola "trionfalista" come la parola "tradizionalista" sono parole moderne invitate da persone moderne per presentare come falso e male ciò che è vero e bene.
La Chiesa ha sempre visto la nostra vita terrena come una lotta dura contro i nemici della nostra salvezza, cioè, il mondo, la carne, il diavolo.
Il mondo, tutto ciò che ci circonda che sia male, le cattive compagnie, le pubblicità (persino su questa chiesa), i fiori del male sparsi attraverso i tratti interminabili del computer, la carne, tutti i desideri, gli istinti, le emozioni che lottano contro la ragione, e il diavolo, lui che aumenta i nostri disagi in tutto, obnubilando la nostra fede e la nostra fiducia in Dio insinuando pensieri cattivi, negativi, meschini nella mente, ingannandoci e seducendoci. Contro questi nemici noi lottiamo in collaborazione con Nostro Signore Gesù Cristo + una collaborazione che culminerà nella Sua gloriosa vittoria sul mondo.
Questa è la visione della Chiesa, la visione tradizionale che, come tutto ciò che è tradizionale nella Chiesa è da accettare da noi come pienamente cattolica.
Gloriamoci, dunque, di combattere sotto i vessilli di questo Re vestito di una Corona e di una Porpora più gloriose di quelle di tutti i re che abbiano mai vissuto su questa terra, essendo gli strumenti dell'opera del Suo Divin Amore; gloriamoci nel Nostro Re, per cui saremo onorati di versare la nostra vita, come Lui ha versato la Sua per noi fino all'ultima goccia del Suo preziosissimo Sangue; gloriamoci di seguirLo in questa vita non con l'arroganza e la superbia, però, bensì nella profondissima umiltà portando la nostra croce dietro a Lui, consapevoli solo della Sua infinita maestà e della nostra iniquità e della nostra nullità, la nostra iniquità che l'ha messo in Croce, e seguendoLo così nell'umiltà, rinnegandoci, e portando la nostra croce vinceremo nella battaglia contro i nostri nemici, e trionferemo e regneremo con Lui per sempre nella gloria della Patria Celeste. Amen.

sabato 22 ottobre 2011

Santa Messa solenne a Bologna (San Luca)


Santa Messa solenne in occasione del III Pellegrinaggio Regionale "Summorum Pontificum" presso il Santuario della Madonna di San Luca a Bologna.
Santa Messa votiva della Beata Vergine Maria.

(foto dal Web)






VANGELO

In illo témpore: Loquénte Iesu ad turbas, extóllens vocem quædam múlier de turba, dixit illi: Beátus venter, qui te portávit, et úbera, quæ suxísti. At ille dixit: Quinímmo beáti, qui áudiunt verbum Dei, et custódiunt illud.


(Vangelo secondo Luca 11, 27 - 28)

Traduzione:

In quel tempo, mentre Gesù parlava alla folla, avvenne che una donna, tra la folla, alzò la voce e disse: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito». Ma egli disse: «Beati, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio, e la custodiscono».

lunedì 10 ottobre 2011

10 ottobre: san Francesco Borgia


(photo by Alessandro Franzoni)


VANGELO

In illo témpore: Dixit Petrus ad Iesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Iesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede maiestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, iudicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidébit.

(Vangelo secondo Matteo 19, 27 - 29)

Traduzione:

In quel tempo Pietro disse a Gesù: «Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, fratelli o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna».

domenica 9 ottobre 2011

Diciassettesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simeon Piccolo, Venezia.
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP



VANGELO

In illo témpore: Accessérunt ad Iesum pharisǽi: et interrogávit eum unus ex eis legis doctor, tentans eum: Magíster, quod est mandátum magnum in lege? Ait illi Iesus: Díliges Dóminum, Deum tuum, ex toto corde tuo et in tota ánima tua et in tota mente tua. Hoc est máximum et primum mandátum. Secúndum autem símile est huic: Díliges próximum tuum sicut teípsum. In his duóbus mandátis univérsa lex pendet et prophétæ. Congregátis autem pharisǽis, interrogávit eos Iesus, dicens: Quid vobis vidétur de Christo? cuius fílius est? Dicunt ei: David. Ait illis: Quómodo ergo David in spíritu vocat eum Dóminum, dicens: Dixit Dóminus Dómino meo, sede a dextris meis, donec ponam inimícos tuos scabéllum pedum tuórum? Si ergo David vocat eum Dóminum, quómodo fílius eius est? Et nemo poterat ei respóndere verbum: neque ausus fuit quisquam ex illa die eum ámplius interrogáre.

(Vangelo secondo Matteo 22, 34 - 46)

Traduzione:

In quel tempo: I Farisei si avvicinarono a Gesú, e uno di essi, dottore della legge, lo interrogò per tentarlo: Maestro, qual è il grande comandamento della legge? Gesú gli disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua ànima e con tutta la tua mente. Questo è il piú grande e il primo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti è racchiusa tutta la legge e i profeti. Ed essendo i Farisei radunati insieme, Gesú domandò loro: Che cosa vi pare del Cristo? di chi è figlio? Gli risposero: Di Davide. Egli disse loro: Com’è allora che Davide in spirito lo chiama Signore, dicendo: Dice il Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, sino a tanto che io metta i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, com’è egli suo figlio? E nessuno sapeva rispondergli: né da quel momento in poi vi fu chi ardisse interrogarlo.


Omelia:

In una frase profetica, il grande filosofo, oratore romano, Cicerone dichiarò "due cose rivelano l'amante: che fa del bene all'amato e che sopporta la sofferenza di croce, e quest'ultima cosa è il segno più grande dell'amore".
Similmente san Pietro Crisologo, Vescovo e Dottore della Chiesa, dice che l'Amore di Dio per l'uomo non sarebbe stato soddisfatto se non avesse sofferto fino alla morte per lui. Riteneva che fosse troppo poco se non avesse mostrato il Suo amore verso di noi tramite la sofferenza, e san Gregorio Nazianzieno scrive: in nessun altro modo l'amore di Dio per noi poteva essere dichiarato.
Seguendo san Bernardo, san Bonaventura asserisce, nel suo trattato "la vita mistica", le parole seguenti: "Nella passione e nel rosso della Passione si rivela l'ardore della Carità grandissima ed impareggiabile - e continua - come rosa chiusa dal notturno gelo, quando il Sole Levante la riscalda, si apre tutta e dai petali aperti mostra, nella sua porpora, un ardore giocondo, così il delizioso Fiore del Cielo, l'ottimo Gesù, che nelle lunghe età da dopo il Peccato di Adamo era chiuso dal freddo notturno, e non somministrava ancora pienezza di grazia ai peccatori finalmente, avvicinandosi la pienezza dei tempi, acceso dai raggi dall'Amore ardententissimo, si aprì tutto in ogni parte del Suo Corpo e la Fiamma della Rosa d'Amore rifulse nel rosso vivo del Sangue".
Quando Nostro Signore Gesù Cristo + il cui Nome sia sempre Benedetto, ci chiede oggi di amarLo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, ci chiede di amarLo fino alla sofferenza, il segno più grande dell'amore, di tenere i Suoi comandamenti fino al punto che ci fa soffrire lottando contro la nostra natura caduta, nei nostri desideri bassi e meschini, la nostra riluttanza di fare grandi sforzi compiendo i doveri nel nostro stato di vita, anche quando si sembrano insopportabili, facendo quel lavoro che è, nelle parole di santa Teresina ispirate dalla Sacra Scrittura, fra tutti il più penoso e che consiste in quello che si intraprende sopra se stessi per arrivare a vincersi, e infine, accettando ed offrendo a Dio, per l'intercessione della Madonna, senza lamentarsi, tutti gli sconforti, tutti i dolori e tutte le sofferenze che Dio, nei Suoi disegni e nel Suo amore insondabili per noi, si degna di mandarci per Amore di Lui, per glorificare il Suo Santo Nome e per la nostra eterna beatitudine. Amen.



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domenica 2 ottobre 2011

Sedicesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia. 
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP.


VANGELO

In illo témpore: Cum intráret Iesus in domum cuiúsdam príncipis pharisæórum sábbato manducáre panem, et ipsi observábant eum. Et ecce, homo quidam hydrópicus erat ante illum. Et respóndens Iesus dixit ad legisperítos et pharisaeos, dicens: Si licet sábbato curáre? At illi tacuérunt. Ipse vero apprehénsum sanávit eum ac dimísit. Et respóndens ad illos, dixit: Cuius vestrum ásinus aut bos in púteum cadet, et non contínuo éxtrahet illum die sábbati? Et non póterant ad hæc respóndere illi. Dicebat autem et ad invitátos parábolam, inténdens, quómodo primos accúbitus elígerent, dicens ad illos: Cum invitátus fúeris ad núptias, non discúmbas in primo loco, ne forte honorátior te sit invitátus ab illo, et véniens is, qui te et illum vocávit, dicat tibi: Da huic locum: et tunc incípias cum rubóre novíssimum locum tenére. Sed cum vocátus fúeris, vade, recúmbe in novíssimo loco: ut, cum vénerit, qui te invitávit, dicat tibi: Amíce, ascénde supérius. Tunc erit tibi glória coram simul discumbéntibus: quia omnis, qui se exáltat, humiliábitur: et qui se humíliat, exaltábitur.

Vangelo di Luca 14, 1 - 11

Traduzione:

In quel tempo: Essendo Gesú entrato in giorno di sabato nella casa di uno dei principali Farisei per prendere cibo, questi gli tenevano gli occhi addosso. Ed ecco che un idropico gli stava davanti. E Gesú prese a dire ai dottori della legge e ai Farisei: È lécito o no, risanare in giorno di sàbato? Ma quelli tacquero. Ed egli, toccatolo, lo risanò e lo rimandò. E disse loro: Chi di voi, se gli è caduto un asino o un bue nel pozzo, non lo trae súbito fuori in giorno di sàbato? Né a tali cose potevano replicargli. Osservando come i convitati scegliessero i primi posti, prese a dir loro questa parabola: Quando sei invitato a nozze, non metterti al primo posto, perché potrebbe darsi che una persona piú ragguardevole di te sia stata pure invitata, e allora quegli che ha invitato te e lui può venire a dirti: Cedigli il posto. E allora occuperai con vergogna l’ultimo posto. Ma quando sarai invitato, va a metterti nell’ultimo posto, affinché, venendo chi ti ha invitato, ti dica: Amico, vieni piú avanti. Allora ne avrai onore presso tutti i convitati: perché chiunque si innalza, sarà umiliato, e chi si umilia, sarà innalzato.


Omelia:

Nell'Enciclica Octobri Mense il Papa Leone XIII afferma che è stata la stessa Regina del Cielo ad annettere una grande efficacia alla Preghiera del Santo Rosario poichè è per ispirazione di Lei che il Rosario è stato istituito e propagato da san Domenico in tempi molto dolorosi per la Chiesa, non tanto dissimili da quelli attuali, quasi strumento di guerra, scrive il Papa, molto adatto a vincere i nemici della fede, nella forma degli eretici Albigesi, e così, continua il Papa, col favore della Vergine Gloriosa debellatrice di tutte le eresie hanno annullato e distrutto le forze degli empi e salvato la fede di tanti.
Un'altra vittoria del Santo Rosario che festeggiamo in questa prima Domenica di ottobre è quella di Lepanto che è successa in risposta alla recita del Santo Rosario da parte dei fedeli di tutta l'Europa e soprattutto di Roma, si racconta come prova dell'intercessione della Madonna, la Sua immagine miracolosamente formata nel fumo dei fucili proprio all'inizio della battaglia, determinante contro l'Islam.
Il Santo Rosario è dunque una preghiera molto potente che, possiamo dire inoltre, conserva la fede, mette il fedele sotto la protezione della Madonna e lo inizia alla meditazione del Volto adorabile di Cristo +.
Per capire meglio la preghiera centrale del Santo Rosario, l'Ave Maria, ci serve di riflettere sul suo significato teologico a cui voglio adesso brevemente accennare:
Ave Maria gratia plena: la Madonna è piena di grazia di per se stessa e in rapporto agli uomini, è piena di grazia di per se stessa affinchè, come dice san Basilio, Ella potesse essere la degna Mediatrice tra Dio e gli uomini, altrimenti come avrebbe  potuto essere la scala del Paradiso, l'Avvocata del mondo e la vera Mediatrice degli uomini con Dio; è piena di grazia in rapporto agli uomini nel senso che ha ricevuto tutte le grazie necessarie per salvare tutti gli uomini dall'inizio dei tempi fino alla fine.
Dominus tecum: questa frase non significa il Signore "sia" con te come il "Dominus vobiscum" della santa Messa, bensì il Signore "è" con te, ossia in virtù della Sua eminente santità, Lei che sola era immune al Peccato sia Originale, sia personale e il modello di ogni virtù.
Benedicta tu in mulieribus: benedetta in ogni senso e in particolare quanto alla benedizione caratteristica delle donne, soprattutto nella mente del popolo Ebreo, che è la maternità; a causa del Frutto benedetto del Suo Seno che è il Santo stesso, nelle parole dell'Arcangelo Gabriele, o nelle parole di san Paolo: Dio sopra ogni cosa, benedetto.
Per questo ci rivolgiamo a Lei, di nuovo, col titolo"Sancta" Sancta Maria, e aggiungiamo il titolo che esprime la causa e il fondamento della Sua santità Madre di Dio, Mater Dei. Lei è Madre di Dio perchè è Madre di Gesù Cristo che è una Persona Divina, una Persona Divina con una natura Divina e una natura umana, Lei è la Sua Madre nel senso che ha dato a Lui tutto ciò che ogni madre da a suo figlio, ma ancora di più perchè tutta la natura umana del Signore viene dalla Sua Beatissima Madre e niente da un padre umano.
ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae: prega per noi peccatori adesso, è quando questo adesso sarà l'ora della nostra morte, quando forse non saremo più coscienti e non potremo più rivolgere a Lei la nostra Preghiera, quando forse saremo soli, dimenticati, abbandonati, avremo solo Lei da pregare nella nostra misera anima come abbiamo chiesto con tanto desiderio per tutta la nostra vita, e quando forse questa Sua preghiera materna sarà l'elemento determinante che ci assicurerà il Cielo piuttosto dell'inferno.
Prega per noi peccatori, o Madre di Dio, così vicina a Lui che venite descritta come la Donna vestita di Sole, brillando sul mondo come una Stella, o come un cristallo soffuso e interamente illuminato dalla luce del Sole, e se fosse possibile aumentando anche la Sua ineffabile bellezza.
Radiante nel firmamento del Cielo, anzi "creando" un Cielo a parte e al di sopra di tutte le altre cose che siano create. Rifulge al di sopra di questo mondo caduto e dolorante dove gli uomini peccano e si rattristano nei loro peccati e sospirano nelle tenebre verso la Vostra luce che è la Luce di Dio.
Al di sopra di questo mondo, ma conoscendolo intimamente  e conoscendo intimamente ogni uomo, e amandolo con un Cuore Materno.
Prega per noi, o Madre di Dio! Siete la nostra tenerissima Madre dunque, affinchè noi che abbiamo contemplato con Voi il Volto adorabile del Vostro Figlio, nella Preghiera, possiamo alla fine dei nostri giorni elevarci tramite Voi al Cielo, per adorarLo con Voi e tutti gli Angeli e i Santi in gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


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