In illo témpore: Accessérunt discípuli ad Iesum dicéntes: Quis, putas, maior est in regno cælórum? Et ad vocans Iesus párvulum, státuit eum in médio eórum, et dixit: Amen dico vobis, nisi convérsi fueritis, et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum coelórum. Quicúmque ergo humiliáverit se sicut párvulus iste, hic est maior in regno coelórum. Et qui suscéperit unum párvulum talem in nómine meo, me súscipit.
Vangelo di Matteo 18, 1 - 5
Traduzione:
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli chiesero: «Chi- è dunque il più grande nel regno dei cieli?». E Gesù, chiamato a sé un fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Chi dunque si farà piccolo come questo fanciullo, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie nel mio nome un fanciullo come questo, accoglie me».
Santa Messa letta con cantici ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza) alle ore 17:00, presso la chiesa di San Pancrazio, preceduta dalla recita del Santo Rosario alle ore 16:30. Celebrante don Joseph Kramer FSSP. All'organo il maestro MC.
In illo témpore: Cum descendísset Iesus de monte, secútæ sunt eum turbæ multæ: et ecce, leprósus véniens adorábat eum, dicens: Dómine, si vis, potes me mundáre. Et exténdens Iesus manum, tétigit eum, dicens: Volo. Mundáre. Et conféstim mundáta est lepra eius. Et ait illi Iesus: Vide, némini díxeris: sed vade, osténde te sacerdóti, et offer munus, quod præcépit Móyses, in testimónium illis. Cum autem introísset Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum et dicens: Dómine, puer meus iacet in domo paralýticus, et male torquetur. Et ait illi Iesus: Ego véniam, et curábo eum. Et respóndens centúrio, ait: Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nam et ego homo sum sub potestáte constitútus, habens sub me mílites, et dico huic: Vade, et vadit; et alii: Veni, et venit; et servo meo: Fac hoc, et facit. Audiens autem Iesus, mirátus est, et sequéntibus se dixit: Amen, dico vobis, non inveni tantam fidem in Israël. Dico autem vobis, quod multi ab Oriénte et Occidénte vénient, et recúmbent cum Abraham et Isaac et Iacob in regno cœlórum: fílii autem regni eiiciéntur in ténebras exterióres: ibi erit fletus et stridor déntium. Et dixit Iesus centurióni: Vade et, sicut credidísti, fiat tibi. Et sanátus est puer in illa hora.
(Vangelo secondo Matteo 8, 1 - 13) Traduzione: In quel tempo: Essendo Gesù disceso dal monte, lo seguirono molte turbe: ed ecco un lebbroso che, accostatosi, lo adorava, dicendo: Signore, se vuoi, puoi mondarmi. Gesù, stesa la mano, lo toccò, dicendo: Lo voglio. Sii Mondato. E tosto la sua lebbra fu guarita. E Gesù gli disse: Guarda di non dirlo ad alcuno: ma va, mòstrati ai sacerdoti, e offri quanto prescritto da Mosè, onde serva a loro di testimonianza. Entrato poi in Cafàrnao, andò a trovarlo un centurione, raccomandandosi e dicendo: Signore, il mio servo giace in casa, paralitico, ed è malamente tormentato. E Gesù gli rispose: Verrò, e lo guarirò. E il centurione disse: Signore, non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ solo una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, sebbene soggetto ad altri, ho sotto di me dei soldati, e dico a uno: Va, ed egli va; e all’altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fai questo, ed egli lo fa. Gesù, udite queste parole, ne restò ammirato, e a coloro che lo seguivano, disse: Non ho trovato fede così grande in Israele. Vi dico perciò che molti verranno da Oriente e da Occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori: ove sarà pianto e stridore di denti. Allora Gesù disse al centurione: Va, e ti sia fatto come hai creduto. E in quel momento il servo fu guarito.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Cum audieritis proelia et seditiónes, nolíte terréri: opórtet primum hæc fíeri, sed nondum statim finis. Tunc dicébat illis: Surget gens contra gentem, et regnum advérsus regnum. Et terræmótus magni erunt per loca, et pestiléntiæ, et fames, terrorésque de coelo, et signa magna erunt. Sed ante hæc ómnia iniícient vobis manus suas, et persequéntur tradéntes in synagógas et custódias, trahéntes ad reges et praesides propter nomen meum: contínget autem vobis in testimónium. Pónite ergo in córdibus vestris non præmeditári, quemádmodum respondeátis. Ego enim dabo vobis os et sapiéntiam, cui non potérunt resístere et contradícere omnes adversárii vestri. Tradémini autem a paréntibus, et frátribus, et cognátis, et amícis, et morte affícient ex vobis: et éritis ódio ómnibus propter nomen meum: et capíllus de cápite vestro non períbit. In patiéntia vestra possidébitis ánimas vestras.
(Vangelo secondo Luca 21, 9 - 19)
Traduzione:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando poi sentirete parlare di guerre e di sommosse, non vi spaventate: così deve prima accadere, ma non verrà subito la fine». Allora disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno; vi saranno gran terremoti, e in diversi luoghi pestilenze e carestie, fenomeni spaventevoli e gran segni dal cielo. Ma prima di tutto ciò vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni e vi trascineranno davanti a re e governatori per causa del mio nome; così vi riuscirà di rendermi testimonianza. Mettetevi dunque in cuore di non premeditare la vostra difesa; perché io vi darò parole e sapienza, a cui non potranno resistere né contraddire tutti i vostri avversari. Sarete traditi persino dai genitori e dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte parecchi di voi; e sarete in odio a tutti pel nome mio; ma neppure un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra costanza guadagnerete le anime vostre».
In illo témpore: Núptiæ factæ sunt in Cana Galilǽæ: et erat Mater Iesu ibi. Vocátus est autem et Iesus, et discípuli eius ad núptias. Et deficiénte vino, dicit Mater Iesu ad eum: Vinum non habent. Et dicit ei Iesus: Quid mihi et tibi est, mulier? nondum venit hora mea. Dicit Mater eius minístris: Quodcúmque díxerit vobis, fácite. Erant autem ibi lapídeæ hýdriæ sex pósitæ secúndum purificatiónem Iudæórum, capiéntes síngulæ metrétas binas vel ternas. Dicit eis Iesus: Implete hýdrias aqua. Et implevérunt eas usque ad summum. Et dicit eis Iesus: Hauríte nunc, et ferte architriclíno. Et tulérunt. Ut autem gustávit architriclínus aquam vinum fáctam, et non sciébat unde esset, minístri autem sciébant, qui háuserant aquam: vocat sponsum architriclínus, et dicit ei: Omnis homo primum bonum vinum ponit: et cum inebriáti fúerint, tunc id, quod detérius est. Tu autem servásti bonum vinum usque adhuc. Hoc fecit inítium signórum Iesus in Cana Galilǽæ: et manifestávit glóriam suam, et credidérunt in eum discípuli eius.
(Vangelo secondo Giovanni 2, 1 - 11) Traduzione: In quel tempo: Vi furono delle nozze in Cana di Galilea, e li vi era la Madre di Gesù. E alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la Madre di Gesù disse a Lui: Non hanno più vino. E Gesù rispose: Che ho a che fare con te, o donna? La mia ora non è ancora venuta. Disse sua Madre ai domestici: Fate tutto quello che vi dirà. Orbene, vi erano lì sei pile di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, ciascuna contenente due o tre metrete. Gesù disse loro: Empite d’acqua le pile. E le empirono fino all’orlo. Gesù disse: Adesso attingete e portate al maestro di tavola. E portarono. E il maestro di tavola, non appena ebbe assaggiato l’acqua mutata in vino, non sapeva donde l’avessero attinta, ma i domestici lo sapevano; chiamato lo sposo gli disse: Tutti servono da principio il vino migliore, e danno il meno buono quando sono brilli, ma tu hai conservato il vino migliore fino ad ora. Così Gesù, in Cana di Galilea dette inizio ai miracoli, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.
Pietro Orseolo nacque a Venezia nel 928, da nobile famiglia veneziana. Fu comandante della flotta veneta contro i corsari saraceni, che ormai da secoli costituivano una vera e propria piaga per il mar Mediterraneo. Non accontentandosi di attaccare le navi commerciali, spesso costoro compivano anche spaventose scorrerie sulle coste, saccheggiando e massacrando, portandosi via il bottino e soprattutto degli schiavi. Partendo dai loro covi africani, colpivano le loro vittime e fuggivano prima di aver dato loro tempo di poter organizzare la difesa. Talvolta si spingevano anche nell’entroterra continentale, attaccando castelli, monasteri e villaggi, che proprio non si aspettavano di veder spuntare i saraceni.
Inutile ribadire come il commercio marittimo fosse fortemente penalizzato da tutto ciò, a maggior danno delle Repubbliche Marinare, che furono così costrette ad organizzare flotte militari permanenti al solo scopo di contrastare i saraceni.
Nel 976 a Venezia una congiura di palazzo sfociò in una rivolta in cui rimase ucciso il doge Pietro Candiano. Stava dunque per iniziare una nuova aspra lotta tra le fazioni della Serenissima, quando saggiamente prevalse l’opzione di eleggere alla massima carica cittadina un personaggio neutrale. La scelta non poté che cadere su Pietro Orseolo, uomo di profonda fede cristiana, da tutti stimato per la sua capacità e il rigore morale.
Il novello doge non deluse le aspettative ed in breve tempo riuscì nell’intento di riappacificare la città, convogliando le risorse del suo governo in numerose opere benefiche e di pubblica utilità. Fece ricostruire la patriarcale basilica di San Marco ed il Palazzo Ducale, distrutti dai cospiratori che avevano ucciso il suo predecessore. Fu munifico anche nella costruzione di nuove chiese e finanziò perfino di tasca propria l’erezione di un ospizio.
Furono questi due anni “serenissimi”, nei quali Venezia poté così ben meritare il suo celebre appellativo, sotto la guida del santo doge. Due soli anni, perché nel frattempo Pietro I Orseolo maturò una scelta di vita diversa: al regno terreno preferì quello dello spirito. D’accordo con moglie e figli e sotto l’influenza dell’abate Guarino intraprese la vita religiosa nel monastero benedettino di Cuxa, ai piedi dei Pirenei. Seguendo l’esempio ed il magistero di San Romualdo, fondatore dei Camaldolesi, si rinchiuse in una cella così angusta da non potervi stare né ritto né steso. Profondamente umile ed austero, fu dotato da Dio di spirito profetico. Terminò dunque santamente la sua vita in preghiera e penitenza pressò Cuxa il 10 gennaio del 987.
Il Martyrologium Romanum lo ricorda nell’anniversario della morte.
Giovanni da Brescia, Il doge Pietro Orseolo davanti a San Romualdo, dalla chiesa di San Michele a Murano, ora al Museo Correr di Venezia.
Cum factus esset Iesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Ierosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Iesus in Ierúsalem, et non cognovérunt paréntes eius. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Ierúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis eius. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater eius ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quærebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quærebátis? Nesciebátis, quia in his, quæ Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater eius conservábat ómnia verba hæc in corde suo. Et Iesus proficiébat sapiéntia et ætáte et grátia apud Deum et hómines.
(Vangelo secondo Luca 2, 42 - 52) Traduzione: Quando Gesú raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l’usanza di quella solennità, e, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesú rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, pensando che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a cercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua madre gli disse: Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazareth, e stava soggetto ad essi. Però sua madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesú cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.
Come precedentemente annunciato dall'Associazione "Mons Rodolfi. Pro Missa Antiqua a Vicenza", è stata celebrata una Santa Messa in forma dialogata con cantici presso la Cripta della Cattedrale di Vicenza.
E' stata celebrata una Messa votiva della Beata Vergine Maria.
In illo témpore: Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis. Et venérunt festinántes, et invenérunt Maríam, et Ioseph, et Infántem pósitum in præsépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum erat illis de Púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de his, quæ dicta erant a pastóribus ad ipsos. María autem conservábat ómnia verba hæc, cónferens in corde suo. Et revérsi sunt pastores, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus, quæ audíerant et víderant, sicut dictum est ad illos.
(Vangelo secondo Luca 2, 15 - 20)
Traduzione:
In quel tempo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo fino a Betlemme a vedere l'evento che si è compiuto e che il Signore ci ha manifestato». In fretta si avviarono e trovarono Maria, Giuseppe, e il bambino adagiato nella mangiatoia. E, vedutolo, fecero conoscere ciò che loro era stato detto del bambino. Quanti poi li udirono, si stupirono di ciò che dicevano loro i pastori. E Maria conservava tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto ciò che avevano udito e veduto, conforme a ciò che era stato detto loro.
Traguardo visivo sul Cristo Redentore benedicente eseguito in mosaico (sotto il pontificato di Onorio III tra il 1216 e il 1227), nell'abside della Basilica di San Paolo Fuori le Mura, a Roma, "incorniciato" dall'altare e dal ciborio di Arnolfo di Cambio (1285).
Cum natus esset Iesus in Béthlehem Iuda in diébus Heródis regis, ecce, Magi ab Oriénte venerunt Ierosólymam, dicéntes: Ubi est, qui natus est rex Iudæórum? Vidimus enim stellam eius in Oriénte, et vénimus adoráre eum. Audiens autem Heródes rex, turbatus est, et omnis Ierosólyma cum illo. Et cóngregans omnes principes sacerdotum et scribas pópuli, sciscitabátur ab eis, ubi Christus nasceretur. At illi dixérunt ei: In Béthlehem Iudae: sic enim scriptum est per Prophétam: Et tu, Béthlehem terra Iuda, nequaquam mínima es in princípibus Iuda; ex te enim éxiet dux, qui regat pópulum meum Israel. Tunc Heródes, clam vocátis Magis, diligénter dídicit ab eis tempus stellæ, quæ appáruit eis: et mittens illos in Béthlehem, dixit: Ite, et interrogáte diligénter de púero: et cum invenéritis, renuntiáte mihi, ut et ego véniens adórem eum. Qui cum audíssent regem, abiérunt. Et ecce, stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens staret supra, ubi erat Puer. Vidéntes autem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt Púerum cum María Matre eius, ei procidéntes adoravérunt eum. Et, apértis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Et re sponso accépto in somnis, ne redírent ad Heródem, per aliam viam revérsi sunt in regiónem suam.
(Vangelo secondo Matteo 2, 1 - 12)
Traduzione:
Nato Gesú, in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco arrivare dei Magi dall’Oriente, dicendo: Dov’è nato il Re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva sapere da loro dove doveva nascere Cristo. E questi gli risposero: A Betlemme di Giuda, perché cosí è stato scritto dal Profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i príncipi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, si informò minutamente circa il tempo dell’apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse loro: Andate e cercate diligentemente il bambino, e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Quelli, udito il re, partirono: ed ecco che la stella che avevano già vista ad Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dov’era il bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre e prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, tornarono al loro paese per un altra strada.
Omelia:
"Oggi i Magi considerano con grande stupore ciò che vedono nel presepio: il cielo calato sulla terra, la terra elevata fino al cielo, l'uomo in Dio, Dio nell'uomo, e colui che il mondo intero non può contenere, racchiuso in un minuscolo corpo."
In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen eius Iesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.
(Vangelo secondo Luca 2, 21)
Traduzione:
In quel tempo: Passati gli otto giorni, il bambino doveva essere circonciso, e gli fu posto il nome Gesú: come era stato indicato dall’Angelo prima di essere concepito.