domenica 31 gennaio 2021

Domenica di Settuagesima a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano (vulgo santa Rita) in centro a Padova, nelle vicinanze di Piazza delle Erbe.
Celebrante don Juan Tomas FSSP.
Cantore A.Franzoni.
All'harmonium il m. P.Merz.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Ingresso:





VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Simile est regnum coelórum hómini patrifamílias, qui éxiit primo mane condúcere operários in víneam suam. Conventióne autem facta cum operáriis ex denário diúrno, misit eos in víneam suam. Et egréssus circa horam tértiam, vidit álios stantes in foro otiósos, et dixit illis: Ite et vos in víneam meam, et quod iustum fúerit, dabo vobis. Illi autem abiérunt. Iterum autem éxiit circa sextam et nonam horam: et fecit simíliter. Circa undécimam vero éxiit, et invénit álios stantes, et dicit illis: Quid hic statis tota die otiósi? Dicunt ei: Quia nemo nos condúxit. Dicit illis: Ite et vos in víneam meam. Cum sero autem factum esset, dicit dóminus víneæ procuratóri suo: Voca operários, et redde illis mercédem, incípiens a novíssimis usque ad primos. Cum veníssent ergo qui circa undécimam horam vénerant, accepérunt síngulos denários. Veniéntes autem et primi, arbitráti sunt, quod plus essent acceptúri: accepérunt autem et ipsi síngulos denários. Et accipiéntes murmurábant advérsus patremfamílias, dicéntes: Hi novíssimi una hora fecérunt et pares illos nobis fecísti, qui portávimus pondus diéi et æstus. At ille respóndens uni eórum, dixit: Amíce, non facio tibi iniúriam: nonne ex denário convenísti mecum? Tolle quod tuum est, et vade: volo autem et huic novíssimo dare sicut et tibi. Aut non licet mihi, quod volo, fácere? an óculus tuus nequam est, quia ego bonus sum? Sic erunt novíssimi primi, et primi novíssimi. Multi enim sunt vocáti, pauci vero elécti.

(Vangelo secondo Matteo 20, 1 - 16)

Traduzione:

In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un padre di famiglia, il quale andò di gran mattino a fissare degli operai per la sua vigna. Avendo convenuto con gli operai un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. E uscito fuori circa all’ora terza, ne vide altri che se ne stavano in piazza oziosi, e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna, e vi darò quel che sarà giusto. E anche quelli andarono. Uscì di nuovo circa all’ora sesta e all’ora nona e fece lo stesso. Circa all’ora undicesima uscì ancora, e ne trovò altri, e disse loro: Perché state qui tutto il giorno in ozio? Quelli risposero: Perché nessuno ci ha presi. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Venuta la sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e paga ad essi la mercede, cominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti dunque quelli che erano andati circa all’undicesima ora, ricevettero un denaro per ciascuno. Venuti poi i primi, pensarono di ricevere di più: ma ebbero anch’essi un denaro per uno. E ricevutolo, mormoravano contro il padre di famiglia, dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora e li hai eguagliati a noi che abbiamo portato il peso della giornata e del caldo. Ma egli rispose ad uno di loro, e disse: Amico, non ti faccio ingiustizia, non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi quel che ti spetta e vattene: voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso dunque fare come voglio? o è cattivo il tuo occhio perché io son buono? Così saranno, ultimi i primi, e primi gli ultimi. Molti infatti saranno i chiamati, ma pochi gli eletti.


Omelia:



Improvvisazione dopo le Elevazioni (da C.Franck, Panis Angelicus):



martedì 26 gennaio 2021

26 gennaio: san Policarpo


(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nihil est opértum, quod non revelábitur; et occúltum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et quod in aure audítis, prædicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numerári sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in coelis est.

(Vangelo secondo Matteo 10, 26 - 32)

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nulla v'è di nascosto che non s'abbia da rivelare e niente di segreto che non s'abbia a sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, e quello che vi è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno. Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà in terra senza il volere del Padre vostro. Orbene, quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque, voi valete di più di molti passeri. Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli».

lunedì 25 gennaio 2021

25 gennaio: beato Antonio da Amandola OSA


(foto dal web)




In breve

Il beato Antonio da Amandola OSA (1355 - 1450), nato da un'umile famiglia contadina ad Amandola, nella provincia di Fermo, ancora molto giovane decise di diventare religioso agostiniano; consacrato sacerdote, venne inviato come sacrista nel convento agostiniano di Tolentino, dove vi rimase per più di dieci anni. Inviato come predicatore nelle Puglie, ritornò nella natia Amandola, nel cui convento agostiniano, che contribuì ad ampliare, rimase per tutta la vita; fu celebre per lo zelo apostolico, l'umiltà e i miracoli, e fu venerato in tutte le chiese agostiniane marchigiane.

domenica 24 gennaio 2021

Terza domenica dopo l'Epifania a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano (vulgo santa Rita) a Padova (nelle vicinanze di Piazza delle Erbe).
Celebrante mons S.Zorzi.
E' intervenuta la Schola "Santa Cecilia" della Rettoria.

(photo and video by Alessandro Franzoni)






Introito (Adorate Deo):



Graduale (Timebunt gentes):



VANGELO

In illo témpore: Cum descendísset Iesus de monte, secútæ sunt eum turbæ multæ: et ecce, leprósus véniens adorábat eum, dicens: Dómine, si vis, potes me mundáre. Et exténdens Iesus manum, tétigit eum, dicens: Volo. Mundáre. Et conféstim mundáta est lepra eius. Et ait illi Iesus: Vide, némini díxeris: sed vade, osténde te sacerdóti, et offer munus, quod præcépit Móyses, in testimónium illis. Cum autem introísset Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum et dicens: Dómine, puer meus iacet in domo paralýticus, et male torquetur. Et ait illi Iesus: Ego véniam, et curábo eum. Et respóndens centúrio, ait: Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nam et ego homo sum sub potestáte constitútus, habens sub me mílites, et dico huic: Vade, et vadit; et alii: Veni, et venit; et servo meo: Fac hoc, et facit. Audiens autem Iesus, mirátus est, et sequéntibus se dixit: Amen, dico vobis, non inveni tantam fidem in Israël. Dico autem vobis, quod multi ab Oriénte et Occidénte vénient, et recúmbent cum Abraham et Isaac et Iacob in regno cœlórum: fílii autem regni eiiciéntur in ténebras exterióres: ibi erit fletus et stridor déntium. Et dixit Iesus centurióni: Vade et, sicut credidísti, fiat tibi. Et sanátus est puer in illa hora.

(Vangelo secondo Matteo 8, 1 - 13)

Traduzione:

In quel tempo: Essendo Gesù disceso dal monte, lo seguirono molte turbe: ed ecco un lebbroso che, accostatosi, lo adorava, dicendo: Signore, se vuoi, puoi mondarmi. Gesù, stesa la mano, lo toccò, dicendo: Lo voglio. Sii Mondato. E tosto la sua lebbra fu guarita. E Gesù gli disse: Guarda di non dirlo ad alcuno: ma va, mòstrati ai sacerdoti, e offri quanto prescritto da Mosè, onde serva a loro di testimonianza. Entrato poi in Cafàrnao, andò a trovarlo un centurione, raccomandandosi e dicendo: Signore, il mio servo giace in casa, paralitico, ed è malamente tormentato. E Gesù gli rispose: Verrò, e lo guarirò. E il centurione disse: Signore, non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ solo una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, sebbene soggetto ad altri, ho sotto di me dei soldati, e dico a uno: Va, ed egli va; e all’altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fai questo, ed egli lo fa. Gesù, udite queste parole, ne restò ammirato, e a coloro che lo seguivano, disse: Non ho trovato fede così grande in Israele. Vi dico perciò che molti verranno da Oriente e da Occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori: ove sarà pianto e stridore di denti. Allora Gesù disse al centurione: Va, e ti sia fatto come hai creduto. E in quel momento il servo fu guarito.


Omelia:



Offertorio (Dextera Domini):



Dopo le Elevazioni (O Ostia Santa, M.Frisina):



Communio (Mirabantur omnes):





sabato 23 gennaio 2021

23 gennaio: san Raimondo di Peñafort


La tomba del Santo nella cattedrale di Barcellona (Spagna).

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Sint lumbi vestri præcíncti, et lucernæ ardéntes in mánibus vestris, et vos símiles homínibus exspectántibus dóminum suum, quando revertátur a núptiis: ut, cum vénerit et pulsáverit, conféstim apériant ei. Beáti servi illi, quos, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántes: amen, dico vobis, quod præcínget se, et fáciet illos discúmbere, et tránsiens ministrábit illis. Et si vénerit in secúnda vigília, et si in tértia vigília vénerit, et ita invénerit, beáti sunt servi illi. Hoc autem scitóte, quóniam, si sciret paterfamílias, qua hora fur veníret, vigiláret útique, et non síneret pérfodi domum suam. Et vos estóte paráti, quia, qua hora non putátis, Fílius hóminis véniet.

(Vangelo secondo Luca 12, 35 - 40)

Traduzione:

In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: «I vostri fianchi sian cinti ed accese nelle vostre mani le lucerne, come coloro che aspettano il loro padrone quando torni da nozze, per aprirgli appena giunge e picchia. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà desti. In verità vi dico, che, cintosi, li farà sedere a tavola e si metterà a servirli. E se giungerà alla seconda vigilia e se giungerà alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate pero che se il padrone conoscesse in qual ora viene il ladro, veglierebbe senza dubbio, e non si lascerebbe sfondare la casa. E anche voi tenetevi pronti, perché, nell'ora che non pensate, verrà il Figlio dell'uomo.

martedì 19 gennaio 2021

19 gennaio: beata Beatrice II d'Este



(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Simile erit regnum coelórum decem virgínibus: quæ, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsæ. Quinque autem ex eis erant fátuæ, et quinque prudéntes: sed quinque fátuæ, accéptis lampádibus, non sumpsérunt óleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Horam autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades suas. Fátuæ autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostræ exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quæ parátæ erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est iánua. Novíssime vero véniunt et réliquæ vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, áperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.

(Vangelo secondo Matteo 25, 1 - 13)

Traduzione:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: “Ecco viene lo sposo: uscitegli incontro”. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi”. Risposero le prudenti dicendo: “Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene”. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini e dicevano: O Signore, Signore, aprici!". Ma egli rispose: “In verità vi dico: non vi conosco”. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora».


Agiografia

Beatrice II d’Este, nata dai nobilissimi Azzo IX [VII], marchese di Ferrara, e Giovanna, sorella di Roberto re di Puglia, già fin dalla prima giovinezza cercò d’imitare la straordinaria pietà e integrità di vita di sua zia Beatrice. Poiché si distingueva per le singolari qualità dell’animo e del corpo, e molti prìncipi italiani aspiravano alla sua mano, il padre la promise in sposa a Galeazzo, figlio di Manfredi, giovane di pari nobiltà e insigne per esperienza militare e per valore guerresco. Ma mentre Beatrice, accondiscendendo al volere paterno, con un gran corteggio di gentiluomini e di dame lasciava Ferrara per raggiungere lo sposo a Milano, fu recata la notizia che Galeazzo, mortalmente ferito, era caduto in battaglia. Ella pertanto, vista la caducità delle cose terrene, senza esitazione si abbandonò a Dio, che la chiamava a ben più nobili nozze, stabilendo di avere in Lui, da quel momento, quello Sposo che nessun accidente le avrebbe potuto strappare. Così, tornò indietro e, non appena fu giunta, nei pressi di Ferrara, alla località che veniva chiamata San Lazzaro, non volle entrare in città, ma si fermò in quel luogo e, rinunciando a ogni principesco ornamento, vestita di grezzo e ispido panno si consacrò interamente a Dio, celebrando così uno splendido trionfo sulle pompe del mondo; e nessuno, nemmeno il padre con i suoi consigli, riuscì a distoglierla dal santo proposito.
Mosse dall’esempio di Beatrice, sette nobili fanciulle, sue compagne di viaggio, benché già destinate agli sposi, e quattro sue ancelle abbracciarono lo stesso genere di vita. Immediatamente si aggiunsero altre compagne, così Beatrice, grazie all’intervento dell’autorità Apostolica, ottenne un luogo più grande, chiamato all’epoca Santo Stefano della Rotta, ora Sant’Antonio, per erigere un monastero. Lì ella costruì un cenobio, al quale suo padre Azzo assegnò amplissime rendite, e propose, per sé e per le vergini che colà si erano date alla vita religiosa, l’osservanza della regola di san Benedetto; e, per legarsi più strettamente allo Sposo celeste, nel 1254 emise la professione solenne dei tre voti nelle mani del vescovo di Ferrara, Giovanni Quirini. Fu da allora che, disponendo il proprio cuore a salire verso Dio, con l’assiduo esercizio di tutte le virtù e con il continuo spirito di preghiera e raccoglimento si sforzò di raggiungere il vertice della perfezione religiosa. Di lei si dice che fosse anzitutto di un’umiltà straordinaria e di una singolare carità verso i poveri, al punto che non solo si rifiutava categoricamente di stare a capo delle compagne, pur essendo di tutte madre e maestra, ma in aggiunta si occupava delle consorelle malate, svolgendo alacremente ogni più umile compito e servizio.
Si tramanda che le fosse particolarmente caro dar da mangiare a tutti i poveri che accorrevano da lei, e donar loro, altresì, vesti con cui coprirsi, al punto che tutti la chiamavano madre dei bisognosi. Alla fine, cadde ammalata, e comprendendo da ciò come fosse ormai incombente la fine dei suoi giorni, ristorata dai Sacramenti della Chiesa, esortò le consorelle all’amore di Dio e all’osservanza della Regola dell’istituto, non senza aver chiesto, prima, il loro perdono. Erano trascorsi quindici anni dalla professione; l’8 gennaio 1262, nella cenere e nel cilicio, rivolti gli occhi al cielo, rese l’anima a Dio pronunciando le parole: “In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum” [“Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito”]. Che la sua morte fosse preziosa al cospetto del Signore lo mostrarono chiaramente i molti miracoli che si tramandano accaduti per i suoi meriti. Il culto religioso a lei tributato già fin dalla sua morte e continuamente prestatole fino a questi tempi fu approvato da Clemente XIV. Il Sommo Pontefice Pio VI concesse poi benevolmente che la sua festa venisse celebrata, con l’Ufficio e la Messa, il 19 gennaio.

(Dal Mattutino, trad. M.Rinaldi)

domenica 17 gennaio 2021

Seconda domenica dopo l'Epifania a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano (vulgo santa Rita) a Padova (nelle vicinanze di Piazza delle Erbe).
Celebrante don Juan Tomas FSSP.
Interviene la Schola Cantorum "Santa Cecilia" della Rettoria.
All'harmonium il m. Paul Merz.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Introito (Omnis terra adoret):





VANGELO

In illo témpore: Núptiæ factæ sunt in Cana Galilǽæ: et erat Mater Iesu ibi. Vocátus est autem et Iesus, et discípuli eius ad núptias. Et deficiénte vino, dicit Mater Iesu ad eum: Vinum non habent. Et dicit ei Iesus: Quid mihi et tibi est, mulier? nondum venit hora mea. Dicit Mater eius minístris: Quodcúmque díxerit vobis, fácite. Erant autem ibi lapídeæ hýdriæ sex pósitæ secúndum purificatiónem Iudæórum, capiéntes síngulæ metrétas binas vel ternas. Dicit eis Iesus: Implete hýdrias aqua. Et implevérunt eas usque ad summum. Et dicit eis Iesus: Hauríte nunc, et ferte architriclíno. Et tulérunt. Ut autem gustávit architriclínus aquam vinum fáctam, et non sciébat unde esset, minístri autem sciébant, qui háuserant aquam: vocat sponsum architriclínus, et dicit ei: Omnis homo primum bonum vinum ponit: et cum inebriáti fúerint, tunc id, quod detérius est. Tu autem servásti bonum vinum usque adhuc. Hoc fecit inítium signórum Iesus in Cana Galilǽæ: et manifestávit glóriam suam, et credidérunt in eum discípuli eius.

(Vangelo secondo Giovanni 2, 1 - 11)

Traduzione:

In quel tempo: Vi furono delle nozze in Cana di Galilea, e li vi era la Madre di Gesù. E alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la Madre di Gesù disse a Lui: Non hanno più vino. E Gesù rispose: Che ho a che fare con te, o donna? La mia ora non è ancora venuta. Disse sua Madre ai domestici: Fate tutto quello che vi dirà. Orbene, vi erano lì sei pile di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, ciascuna contenente due o tre metrete. Gesù disse loro: Empite d’acqua le pile. E le empirono fino all’orlo. Gesù disse: Adesso attingete e portate al maestro di tavola. E portarono. E il maestro di tavola, non appena ebbe assaggiato l’acqua mutata in vino, non sapeva donde l’avessero attinta, ma i domestici lo sapevano; chiamato lo sposo gli disse: Tutti servono da principio il vino migliore, e danno il meno buono quando sono brilli, ma tu hai conservato il vino migliore fino ad ora. Così Gesù, in Cana di Galilea dette inizio ai miracoli, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.


Omelia:



Offertorio:



Improvvisazione alla Comunione:



Al termine della Santa Messa, benedizione sul sagrato degli animali domestici, tradizionale nel giorno di Sant'Antonio abate.




Giotto, Nozze di Cana, Cappella degli Scrovegni a Padova.

(photo by Wikipedia)

venerdì 15 gennaio 2021

15 gennaio: san Paolo l'eremita


Lorenzo Veneziano, dalla predella del grandioso Polittico Lion presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia.

(photo by Francesco Bianco)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens Iesus, dixit: Confíteor tibi, Pater, Dómine coeli et terræ, quia abscondísti hæc a sapiéntibus ei prudéntibus, et revelásti ea párvulis. Ita, Pater: quóniam sic fuit plácitum ante te. Omnia mihi trádita sunt a Patre meo. Et nemo novit Fílium nisi Pater: neque Patrem quis novit nisi Fílius, et cui volúerit Fílius reveláre. Veníte ad me, omnes, qui laborátis et oneráti estis, et ego refíciam vos. Tóllite iugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis corde: et inveniétis réquiem animábus vestris. Iugum enim meum suáve est et onus meum leve.

(Vangelo secondo Matteo 11, 25 - 30)

Traduzione:

In quel tempo, Gesù prese a dire: «Ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e agli scaltri, e le hai rivelate ai piccoli. Si, Padre, perché questo è stato il beneplacito davanti a te. Ogni cosa mi è stata data dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, come nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me che sono mite ed umile di cuore; e troverete riposo per le vostre anime, perché il mio giogo è soave, e il mio peso è leggero».

domenica 10 gennaio 2021

Domenica della Santa Famiglia a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano (vulgo santa Rita) a Padova (nelle vicinanze di Piazza delle Erbe).
Celebrante don Juan Tomas FSSP.
Cantore A.Franzoni.

(photo and video by Alessandro Franzoni)






Asperges me:



Introito (Exultat gaudio):



VANGELO

Cum factus esset Iesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Ierosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Iesus in Ierúsalem, et non cognovérunt paréntes eius. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Ierúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis eius. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater eius ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quærebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quærebátis? Nesciebátis, quia in his, quæ Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater eius conservábat ómnia verba hæc in corde suo. Et Iesus proficiébat sapiéntia et ætáte et grátia apud Deum et hómines.

(Vangelo secondo Luca 2, 42 - 52)

Traduzione:

Quando Gesú raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l’usanza di quella solennità, e, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesú rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, pensando che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a cercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua madre gli disse: Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazareth, e stava soggetto ad essi. Però sua madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesú cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.


Omelia:



All'Offertorio:



Durante la Comunione (B.Hurd):





Antifona finale alla Beata Vergine Maria:



mercoledì 6 gennaio 2021

Epifania di NSGC a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano (vulgo santa Rita) a Padova (nelle vicinanze di Piazza delle Erbe).
Celebrante mons S.Zorzi.
Cantore A.Franzoni.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Introito (Ecce advenit):





VANGELO

Cum natus esset Iesus in Béthlehem Iuda in diébus Heródis regis, ecce, Magi ab Oriénte venerunt Ierosólymam, dicéntes: Ubi est, qui natus est rex Iudæórum? Vidimus enim stellam eius in Oriénte, et vénimus adoráre eum. Audiens autem Heródes rex, turbatus est, et omnis Ierosólyma cum illo. Et cóngregans omnes principes sacerdotum et scribas pópuli, sciscitabátur ab eis, ubi Christus nasceretur. At illi dixérunt ei: In Béthlehem Iudæ: sic enim scriptum est per Prophétam: Et tu, Béthlehem terra Iuda, nequaquam mínima es in princípibus Iuda; ex te enim éxiet dux, qui regat pópulum meum Israël. Tunc Heródes, clam vocátis Magis, diligénter dídicit ab eis tempus stellæ, quæ appáruit eis: et mittens illos in Béthlehem, dixit: Ite, et interrogáte diligénter de púero: et cum invenéritis, renuntiáte mihi, ut et ego véniens adórem eum. Qui cum audíssent regem, abiérunt. Et ecce, stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens staret supra, ubi erat Puer. Vidéntes autem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt Púerum cum María Matre eius, et procidéntes adoravérunt eum. Et, apértis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Et re sponso accépto in somnis, ne redírent ad Heródem, per aliam viam revérsi sunt in regiónem suam.

(Vangelo secondo Matteo 2, 1 - 12)

Traduzione:

Nato Gesú, in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco arrivare dei Magi dall’Oriente, dicendo: Dov’è nato il Re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva sapere da loro dove doveva nascere Cristo. E questi gli risposero: A Betlemme di Giuda, perché cosí è stato scritto dal Profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i príncipi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, si informò minutamente circa il tempo dell’apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse loro: Andate e cercate diligentemente il bambino, e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Quelli, udito il re, partirono: ed ecco che la stella che avevano già vista ad Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dov’era il bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre e prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, tornarono al loro paese per un altra strada.


Canto del Noveritis dopo il Vangelo:



Omelia:





Antifona finale alla Beata Vergine Maria:



domenica 3 gennaio 2021

Santissimo Nome di Gesù a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano a Padova (nelle vicinanze di piazza delle Erbe).
Celebrante mons S.Zorzi.
Cantore A.Franzoni.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen eius Iesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.

(Vangelo secondo Luca 2, 21)

Traduzione:

In quel tempo: Passati gli otto giorni, il bambino doveva essere circonciso, e gli fu posto il nome Gesù: come era stato indicato dall’Angelo prima di essere concepito.


Omelia:



All'Offertorio (Jesu decus angelicum - Jesu dulcis memoria):