giovedì 30 novembre 2023

30 novembre: sant'Andrea


El Greco, Sant'Andrea, Museo del Greco, a Toledo (Spagna).

(foto dal Web)




VANGELO

In illo témpore: Ambulans Iesus iuxta mare Galilææ, vidit duos fratres, Simónem, qui vocátur Petrus, et Andréam fratrem eius, mitténtes rete in mare - erant enim piscatóres - et ait illis: Veníte post me, et fáciam vos fíeri piscatóres hóminum. At illi contínuo, relíctis rétibus, secúti sunt eum. Et procédens inde, vidit álios duos fratres, Iacóbum Zebedæi et Ioánnem, fratrem eius, in navi cum Zebedæo patre eórum reficiéntes rétia sua: et vocávit eos. Illi autem statim, relíctis rétibus et patre, secúti sunt eum.

Vangelo di Matteo 4, 18 - 22

Traduzione:

In quel tempo camminando lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli: Simone detto Pietro e Andrea, suo fratello, che gettavano le reti in mare, essendo essi pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. E di lì andando innanzi, vide due altri fratelli: Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che in una barca, con Zebedeo loro padre, erano intenti a rassettar le reti, e li chiamò. Ed essi, lasciata subito la barca ed il padre, lo seguirono.


In breve

Andrea Apostolo, nato a Betsaida, borgo della Galilea, era fratello di Pietro e discepolo di san Giovanni. Avendo sentito quest'ultimo dire di Cristo: "Ecco l'Agnello di Dio!", seguì Gesù, e gli condusse il fratello. Più tardi, mentre egli pescava insieme con il fratello nel mare della Galilea, furono entrambi chiamati, prima di tutti gli altri Apostoli, dal Signore che, passando vicino, disse loro: "Seguitemi: vi farò pescatori di uomini". Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d'Europa; quindi percorse l'Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell'Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini.
Egeo adirato gli dice: Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s'era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: Per me, c'è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia immolato sull'altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l'Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest'ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio.
Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. I Sacerdoti e i Diaconi dell'Acaia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose così come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate dapprima a Costantinopoli, sotto l'imperatore Costanzo, e quindi ad Amalfi. Il suo capo, recato a Roma sotto il papa Pio II, fu posto nella basilica di S. Pietro.

(da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 252-255 )


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domenica 26 novembre 2023

Ventiquattresima (ed ultima) domenica dopo Pentecoste ad Altivole (Treviso)


(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Cum vidéritis abominatiónem desolatiónis, quæ dicta est a Daniéle Prophéta, stantem in loco sancto: qui legit, intélligat: tunc qui in Iudǽa sunt, fúgiant ad montes: et qui in tecto, non descéndat tóllere áliquid de domo sua: et qui in agro, non revertátur tóllere túnicam suam. Væ autem prægnántibus et nutriéntibus in illis diébus. Oráte autem, ut non fiat fuga vestra in híeme vel sábbato. Erit enim tunc tribulátio magna, qualis non fuit ab inítio mundi usque modo, neque fiet. Et nisi breviáti fuíssent dies illi, non fíeret salva omnis caro: sed propter eléctos breviabúntur dies illi. Tunc si quis vobis díxerit: Ecce, hic est Christus, aut illic: nolíte crédere. Surgent enim pseudochrísti et pseudoprophétæ, et dabunt signa magna et prodígia, ita ut in errórem inducántur - si fíeri potest - étiam elécti. Ecce, prædíxi vobis. Si ergo díxerint vobis: Ecce, in desérto est, nolíte exíre: ecce, in penetrálibus, nolíte crédere. Sicut enim fulgur exit ab Oriénte et paret usque in Occidéntem: ita erit et advéntus Fílii hóminis. Ubicúmque fúerit corpus, illic congregabúntur et áquilæ. Statim autem post tribulatiónem diérum illórum sol obscurábitur, et luna non dabit lumen suum, et stellæ cadent de cælo, et virtútes cœlórum commovebúntur: et tunc parébit signum Fílii hóminis in cœlo: et tunc plangent omnes tribus terræ: et vidébunt Fílium hóminis veniéntem in núbibus cæli cum virtúte multa et maiestáte. Et mittet Angelos suos cum tuba et voce magna: et congregábunt eléctos eius a quátuor ventis, a summis cœlórum usque ad términos eórum. Ab árbore autem fici díscite parábolam: Cum iam ramus eius tener fúerit et fólia nata, scitis, quia prope est æstas: ita et vos cum vidéritis hæc ómnia, scitóte, quia prope est in iánuis. Amen, dico vobis, quia non præteríbit generátio hæc, donec ómnia hæc fiant. Cœlum et terra transíbunt, verba autem mea non præteríbunt.

Vangelo di Matteo 24, 15 - 35

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Quando vedrete l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo: chi legge comprenda, allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, e chi si trova sulla terrazza non scenda per prendere qualcosa in casa sua, e chi sta al campo non torni a pigliare la sua veste. Guai poi alle donne gravide e a quelle che in quei giorni allattano. Pregate che non abbiate a fuggire d’inverno, o in giorno di sabato, poiché allora sarà grande la tribolazione, quale non fu dal principio del mondo sino ad oggi, né sarà mai. E se quei giorni non fossero accorciati, nessun uomo si salverebbe, ma quei giorni saranno accorciati in grazia degli eletti. Allora, se alcuno vi dirà: Ecco qui o ecco là il Cristo: non credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti: e faranno grandi miracoli e prodigi, da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se quindi vi diranno: Ecco è nel deserto, non uscite; ecco è nella parte piú riposta della casa, non credete. Infatti, come il lampo parte da Oriente e brilla fino ad Occidente: cosí sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il corpo, lí si aduneranno gli avvoltoi. Ma subito dopo quei giorni di tribolazione si oscurerà il sole, e la luna non darà piú la sua luce, e le stelle cadranno dal cielo, e le potestà dei cieli saranno sconvolte. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo: piangeranno tutte le tribú della terra e vedranno il Figlio dell’uomo scendere sulle nubi del cielo con grande potestà e maestà. Egli manderà i suoi Ángeli con la tromba e con voce magna a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli. Imparate questa similitudine dall’albero del fico: quando il suo ramo intenerisce e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina: cosí, quando vedrete tutte queste cose sappiate che Egli è alle porte. In verità vi dico, non passerà questa generazione che non siano adempiute tutte queste cose. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole no.


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sabato 25 novembre 2023

25 novembre: santa Caterina d'Alessandria


Bernardino Luini, Santa Caterina d'Alessandria tra due angioletti, Museo dell'Hermitage a San Pietroburgo, Moscovia.

(photo by Francesco Bianco)




In breve

I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d'Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l'occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305.  


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venerdì 24 novembre 2023

24 novembre: san Giovanni della Croce


Pietro Papaleo, Gruppo scultoreo di san Giovanni della Croce ai piedi del Crocifisso con putti (1726), presso la chiesa di Santa Maria della Scala, Roma.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in cœlis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat cœlum et terra, iota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno cœlórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno cœlórum.

Vangelo di Matteo 5, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


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giovedì 23 novembre 2023

23 novembre: san Clemente papa e martire


Brunori Federico, fine sec. XVI, San Clemente Papa con i SS Filippo e Giacomo, olio su tela.
Da Gubbio (Umbria).

(foto dal web)




In breve

Risuonava ancora al suo orecchio la predicazione degli Apostoli. Così nel II secolo sant’Ireneo parla di Clemente, terzo successore di Pietro dopo Lino e Anacleto, e forse in gioventù collaboratore di Paolo. Ma di lui una sola cosa è certa: la profonda conoscenza (rivelata negli scritti) della Scrittura e anche dei testi ebraici e non canonici. Si ritiene perciò che sia venuto al cristianesimo dall’ebraismo. Sappiamo che il suo pontificato dura nove anni, sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano. Ma il suo posto è grande nella vita della Chiesa, che lo venera come uno dei “Padri apostolici”, per la lettera alla comunità di Corinto, dove i pastori sono stati destituiti da giovani cristiani turbolenti.
Clemente non interviene finché dura la persecuzione ordinata da Domiziano nell’Impero. Tornata la pace, al tempo di Nerva, eccolo inviare a Corinto una lettera scritta da lui ma presentata come voce della Chiesa di Roma, cosciente della sua autorità e responsabilità. Essa ricorda l’origine divina dell’autorità ecclesiastica e le norme per la successione apostolica; condanna l’espulsione dei presbiteri di Corinto e disegna un’immagine dell’intera comunità cristiana come modello di fraternità. Infine, sebbene Clemente scriva dopo la persecuzione, rammenta con serenità il dovere dell’obbedienza ai prìncipi nelle cose terrene.
La lettera, detta poi Prima Clementis, afferma dopo i testi degli Apostoli l’autorità dei vescovi sui fedeli e il primato della Chiesa di Roma sulle altre. Sarà infatti definita “Epifania (cioè manifestazione) del primato romano”. Un documento che si diffonde in tutta la cristianità antica, e che resta valido in ogni tempo. La voce di Clemente parla "con una gravità saggia, paterna, cosciente delle proprie responsabilità, ferma nelle esigenze e al tempo stesso indulgente nei suoi rimproveri" (G. Lebreton). Ancora 70 anni dopo, a Corinto, il documento viene letto pubblicamente nelle riunioni eucaristiche domenicali, insieme alle Scritture.
Poco si sa degli ultimi anni di Clemente. Secondo una tradizione del IV secolo, sarebbe stato affogato con un’ancora al collo in Crimea, suo luogo d’esilio, per ordine di Nerva. Ma gli Atti relativi sono giudicati leggendari. D’altra parte lo storico Eusebio di Cesarea e san Girolamo concordemente dicono che Clemente muore nel 101, e non parlano affatto di esilio e di martirio.
Nel IV secolo gli viene dedicata sul colle Celio a Roma una basilica, che sarà poi devastata da un incendio nel 1084. E sui suoi resti, dopo il 1100, sorgerà la basilica nuova a tre navate, ampiamente restaurata poi nel secolo XVIII. Sotto la sua abside gli scavi ottocenteschi hanno fatto scoprire parti della basilica originale, con dipinti murali anteriori al 1084.


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mercoledì 8 novembre 2023

8 novembre: SS Quattro Coronati


Jacopo Ligozzi, Martirio dei Santi Quattro Coronati, 1596, olio su tavola, Museo d'Arte della città di Ravenna.

(foto dal web)




Dal Martirologio Romano:

Commemorazione dei Santi Simproniano, Claudio, Nicostrato, Castorio e Simplicio, martiri, che, come si tramanda, erano scalpellini a Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia; essendosi rifiutati, in nome di Gesù Cristo, di scolpire una statua del dio Esculapio, furono precipitati nel fiume per ordine dell’imperatore Diocleziano e coronati da Dio con la grazia del martirio. Il loro culto fiorì a Roma fin dall’antichità nella basilica sul monte Celio chiamata con il titolo dei Quattro Coronati.


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martedì 7 novembre 2023

7 novembre: san Prosdocimo


Giusto de' Menabuoi, San Prosdocimo, ultimo quarto del XIV secolo, da un polittico.





Dal Martirologio:

Greco, cresciuto alla greca sapienza, come sentì l' apostolo Pietro predicare il Vangelo in Antiochia, si diede subito a seguirlo. E Pietro, venuto a Roma con lui, l'ordinò Vescovo quando aveva appena, vent'anni e lo spedì a Padova a portarvi la fede di Gesù Cristo. E là le sue fatiche furono coronate di splendidi miracoli e di abbondantissima messe.

Appresso anche Vicenza, Feltre, Este, Altino, Asolo furono il fortunato campo dove egli gettò la divina semente. Anzi Treviso decise che abbia avuto il coraggio d'innalzare perfino una chiesa ad onore del suo maestro.

Tra molti che convertì, levò rumore Vitaliano il prefetto della provincia. Il quale, essendo vicino a soccombere di una mortale infermità, chiamato a sè Prosdocimo, si fece da lui battezzare, e fu subito guarito. Anche sua moglie gli venne dietro nella conversione, perchè ormai disperando di aver prole, per orazione del Santo venne fatta madre di una figlia di nome Giustina, che in seguito cresciuta ad alta perfezione, si cinse della doppia corona della, verginità e del martirio.

Dopo queste missioni, il beato Prosdocimo tornava a Padova quando appunto scoppiava la crudele persecuzione di Nerone. A mitigarla, e forse anche a finirla, il generoso voleva darsi ai' pagani. Ma Iddio, che lo aveva serbato a predicare sino all'ultimo la verità, disponeva invece che, superati sempre tutti i pericoli, vivesse della vita la più lunga. Di anni 113 si addormentava in Cristo.



Sacello di San Prosdocimo presso l'Abbazia di Santa Giustina a Padova.

(photo by Wikipedia)


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domenica 5 novembre 2023

Ventitreesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Introito (Dicit Dominus: Ego cogito):



VANGELO

In illo témpore: Loquénte Iesu ad turbas, ecce, princeps unus accéssit et adorábat eum, dicens: Dómine, fília mea modo defúncta est: sed veni, impóne manum tuam super eam, et vivet. Et surgens Iesus sequebátur eum et discípuli eius. Et ecce múlier, quæ sánguinis fluxum patiebátur duódecim annis, accéssit retro et tétigit fímbriam vestiménti eius. Dicébat enim intra se: Si tetígero tantum vestiméntum eius, salva ero. At Iesus convérsus et videns eam, dixit: Confíde, fília, fides tua te salvam fecit. Et salva facta est múlier ex illa hora. Et cum venísset Iesus in domum príncipis, et vidísset tibícines et turbam tumultuántem, dicebat: Recédite: non est enim mórtua puélla, sed dormit. Et deridébant eum. Et cum eiécta esset turba, intrávit et ténuit manum eius. Et surréxit puélla. Et éxiit fama hæc in univérsam terram illam.

Vangelo di Matteo 9, 18 - 26

Traduzione:

In quel tempo: Mentre Gesú parlava alle turbe, ecco che uno dei capi gli si accostò e lo adorò, dicendo: Signore, or ora mia figlia è morta: ma vieni, imponi la tua mano su di essa, e vivrà. Gesú, alzatosi, gli andò dietro con i suoi discepoli. Quand’ecco una donna, che da dodici anni pativa una perdita di sangue, gli si accostò da dietro, e toccò il lembo della sua veste. Diceva infatti tra sé: Solo che io tocchi la sua veste e sarò guarita. E Gesú, rivoltosi e miràtala, le disse: Abbi fiducia, o figlia, la tua fede ti ha salvata. E da quel momento la donna fu salva. Giunto che fu alla casa del capo, vedendo dei suonatori e una turba di gente rumoreggiante, disse: Ritiratevi, poiché la fanciulla non è morta, ma dorme. E lo deridevano. Ma dopo che la gente venne fatta sgombrare, Egli entrò, prese la giovane per mano ed ella si alzò. E la fama di ciò si diffuse per tutto quel paese.


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giovedì 2 novembre 2023

Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus turbis Iudæórum: Amen, amen, dico vobis, quia venit hora, et nunc est, quando mórtui áudient vocem Fílii Dei: et qui audíerint, vivent. Sicut enim Pater habet vitam in semetípso, sic dedit et Fílio habére vitam in semetípso: et potestátem dedit ei iudícium fácere, quia Fílius hóminis est. Nolíte mirári hoc, quia venit hora, in qua omnes, qui in monuméntis sunt, áudient vocem Fílii Dei: et procédent, qui bona fecérunt, in resurrectiónem vitæ: qui vero mala egérunt, in resurrectiónem iudícii.

Vangelo di Giovanni 5, 25 - 29

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse alle turbe dei Guidei: In verità, in verità vi dico, viene l’ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio: e chi l’avrà udita, vivrà. Perché come il Padre ha la vita in sè stesso, cosí diede al Figlio di avere la vita in sè stesso: e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi stupite di questo, perché viene l’ora in cui quanti sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio: e ne usciranno, quelli che fecero il bene per una resurrezione di vita: quelli che fecero il male per una resurrezione di condanna.


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mercoledì 1 novembre 2023

Ognissanti a Venezia


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo and video by Alessandro Franzoni)



Introito (Gaudeamus omnes in Domino):



VANGELO

In illo témpore: Videns Iesus turbas, ascéndit in montem, et cum sedísset, accessérunt ad eum discípuli eius, et apériens os suum, docébat eos, dicens: Beáti páuperes spíritu: quóniam ipsórum est regnum cœlórum. Beáti mites: quóniam ipsi possidébunt terram. Beáti, qui lugent: quóniam ipsi consolabúntur. Beáti, qui esúriunt et sítiunt iustítiam: quóniam ipsi saturabúntur. Beáti misericórdes: quóniam ipsi misericórdiam consequéntur. Beáti mundo corde: quóniam ipsi Deum vidébunt. Beáti pacífici: quóniam fílii Dei vocabúntur. Beáti, qui persecutiónem patiúntur propter iustítiam: quóniam ipsórum est regnum cælórum. Beáti estis, cum maledíxerint vobis, et persecúti vos fúerint, et díxerint omne malum advérsum vos, mentiéntes, propter me: gaudéte et exsultáte, quóniam merces vestra copiósa est in cœlis.

Vangelo di Matteo 5, 1 - 12

Traduzione:

In quel tempo: Gesú, vedendo le turbe, salí sulla montagna. Sedutosi, ed avvicinatisi a Lui i suoi discepoli, cosí prese ad ammaestrarli: beati i poveri di spirito, perché di questi è il regno dei cieli. Beati i mansueti, perché possederanno la terra. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per amore della giustizia, perché di questi è il regno dei cieli. Beati siete voi, quando vi malediranno, vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.





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