mercoledì 18 settembre 2024

Mercoledì delle Quattro Tempora di Settembre


Particolare della Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, ai Musei Vaticani.

(photo by Wikipedia)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens unus de turba, dixit ad Iesum: Magíster, áttuli fílium meum ad te, habéntem spíritum mutum: qui, ubicúmque eum apprehénderit, allídit illum, et spumat et stridet déntibus et aréscit: et dixi discípulis tuis, ut eiícerent illum, et non potúerunt. Qui respóndens eis, dixit: O generátio incrédula, quámdiu apud vos ero? quámdiu vos pátiar? Afférte illum ad me. Et attúlerunt eum. Et cum vidísset eum, statim spíritus conturbávit illum: et elísus in terram, volutabátur spumans. Et interrogávit patrem eius: Quantum témporis est, ex quo ei hoc áccidit? At ille ait: Ab infántia: et frequénter eum in ignem et in aquas misit, ut eum pérderet. Sed si quid potes, ádiuva nos, misértus nostri. Iesus autem ait illi: Si potes credere, ómnia possibília sunt credénti. Et contínuo exclámans pater pueri, cum lácrimis aiébat: Credo, Dómine: ádiuva incredulitátem meam. Et cum vidéret Iesus concurréntem turbam, comminátus est spirítui immundo, dicens illi: Surde et mute spíritus, ego præcípio tibi, exi ab eo: et ámplius ne intróëas in eum. Et exclámans et multum discérpens eum, éxiit ab eo, et factus est sicut mórtuus, ita ut multi dícerent: Quia mórtuus est. Iesus autem tenens manum eius, elevávit eum, et surréxit. Et cum introísset in domum, discípuli eius secréto interrogábant eum: Quare nos non potúimus eiícere eum? Et dixit illis: Hoc genus in nullo potest exíre nisi in oratióne et ieiúnio.

Vangelo di Marco 9, 16 - 28

Traduzione:

In quel tempo, uno della turba disse a Gesù : «Maestro, ti ho portato il mio figliuolo che un demonio ha reso muto. E dove lo invade, lo butta per terra; ed egli spuma e digrigna i denti e resta come morto; ho detto ai tuoi discepoli di cacciarlo, ma non han potuto». E Gesù: «O generazione incredula, fino a quando dovrò stare con voi? Fino a quando vi sopporterò? Conducetelo da me». E glielo condussero. E come vide Gesù, subito lo spirito lo fece dare in convulsioni; e, caduto a terra si rotolava spumando. Domandò al padre di lui: «Da quanto tempo ciò gli avviene?». E quello rispose: «Fin da bambino; e spesso l'ha gettato nel fuoco e nell'acqua per finirlo; ma tu, se puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e aiutaci». E Gesù gli rispose: «Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede». E subito esclamando, il padre del fanciullo disse tra le lacrime: «Io credo, o Signore: soccorri la mia poca fede». E Gesù vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo e gli disse: «Spirito che rendi sordo e muto, io te lo comando, esci da lui per non più entrarvi». E lo spirito, gridando e contorcendolo crudelmente uscì, e il fanciullo rimase qual morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si rizzò. Rientrato Gesù in casa, i discepoli in disparte lo interrogarono: «Perché non abbiamo potuto cacciarlo noi?» E rispose loro: «Questa razza di demoni non può essere cacciata che per mezzo della preghiera e del digiuno».


Cosa sono le Quattro Tempora?

Quattro serie di tre giorni di digiuno e di astinenza, istituite dalla Chiesa al principio delle quattro stagioni dell'anno. Secondo S. Leone Magno questo digiuno è di origine ebraica; altri autori vi scorgono la continuazione delle ferie romane di carattere agricolo (feriae messis, vindemiae, sementiciae). Il Liber Pontificalis ne attribuisce l'istituzione al papa Callisto I (222). Da principio si avevano solamente tre tempora (ieiunium mensis IV, VII, X); nel sec. VI S. Gregorio Magno le fissò definitivamente al mercoledì, venerdì e sabato che precedono le domeniche 2ª di quaresima, 1ª dopo la pentecoste, 3ª di settembre e 3ª dell'avvento. Nel sabato delle tempora fu stabilito il tempo normale delle sacre ordinazioni.

Bibl.: L. Fischer Die kirchlichen Quatember. Ihre Entstehung, Entwicklung, ecc., Monaco 1914.

(da Enciclopedia Treccani online)


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martedì 17 settembre 2024

17 settembre: Stimmate di San Francesco d'Assisi


Guglielmo Caccia il Moncalvo, 1568 - 1625, San Francesco riceve le Stimmate, Galleria Sabauda, Torino.

(photo by Francesco Bianco)




Orazione Colletta

Dómine Iesu Christe, qui, frigescénte mundo, ad inflammándum corda nostra tui amóris igne, in carne beatíssimi Francísci passiónis tuæ sacra Stígmata renovásti: concéde propítius; ut eius méritis et précibus crucem iúgiter ferámus, et dignos fructus pæniténtiæ faciámus.

Traduzione:

Signore Gesù Cristo, che nel mondo freddo di amore, ad infiammare i nostri cuori del fuoco della tua carità, hai impresso nel corpo del beatissimo Francesco le sacre impronte della tua Passione, fa’, benigno, che, per i suoi meriti e la sua intercessione, possiamo sempre portare la Croce e produrre degni frutti di penitenza:
Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


Inno Crucis Christi:





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lunedì 16 settembre 2024

XIIImo Pellegrinaggio “Populum Summorum Pontificum ad Petri Sedem”: il programma



  • Venerdì 25 ottobre, Basilica di S. Maria ad Martyres (Pantheon), Vespriofficiati da S.E.  Mons. Marian Eleganti (Vescovo Ausiliare di Coira), ore 17,30.
  • Sabato 26 ottobreBasilica dei SS. Celso e Giuliano ore 9,00 S. Rosario, ore 9,30 S. Messa, ore 10,30 Processione verso la Basilica di S. Pietro in Vaticano, alla quale parteciperà S.E. il Card. Gerhard Ludwig Müller, ore 12,00 canto del Credo Venerazione della tomba dell'Apostolo Pietro, ore 12,30 Benedizione del Santissimo Sacramento all'Altare della Cattedra.
  • Domenica 27 ottobre, Festa di Cristo Re, Basilica dei SS. Celso e Giulianoore 10,00, S. Messa di ringraziamento. Chiesa della Ss.ma Trinità dei Pellegrini ore 11,00, S. Messa Pontificale celebrata da S.E. Mons. Marian ElegantiChiesa di S. Anna al Laterano ore 16,00, S. Messa di ringraziamento, Saluto al SS. Sacramento, Litanie e Consacrazione al Sacro Cuore, Benedizione Eucaristica.


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domenica 15 settembre 2024

Sette Dolori della BVM a Ferrara



Santa Messa letta alle ore 18:00 presso la chiesa di Santa Chiara in centro a Ferrara (in corso Giovecca 179).

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Stabant iuxta Crucem Iesu Mater eius, et soror Matris eius, María Cléophæ, et María Magdaléne. Cum vidísset ergo Iesus Matrem, et discípulum stantem, quem diligébat, dicit Matri suæ: Múlier, ecce fílius tuus. Deinde dicit discípulo: Ecce Mater tua. Et ex illa hora accépit eam discípulus in sua.

Vangelo secondo Giovanni 19, 25 - 27

Traduzione:

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa, e Maria Maddalena. Gesù, dunque, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quell'ora il discepolo la prese con sé.

sabato 14 settembre 2024

14 settembre: Esaltazione della Santa Croce


Direttamente dalla Terra Santa presso il Santuario del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

(photo by Custodia Terrae Sanctae)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus turbis Iudæórum: Nunc iudícium est mundi: nunc princeps huius mundi eiiciétur foras. Et ego si exaltátum fuero a terra, ómnia traham ad meipsum. (Hoc autem dicébat, signíficans qua morte esset moritúrus.) Respóndit ei turba. Nos audívimus ex lege, quia Christus manet in ætérnum: et quómodo tu dicis: Opórtet exaltári Fílium hóminis? Quis est iste Fílius hóminis? Dixit ergo eis Iesus: Adhuc módicum lumen in vobis est. Ambuláte, dum lucem habétis, ut non vos ténebræ comprehéndant: et qui ámbulat in ténebris, nescit, quo vadat. Dum lucem habétis, crédite in lucem, ut fílii lucis sitis.

Vangelo di Giovanni 12, 31 - 36

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse alle turbe dei Giudei: Ora si compie la condanna di questo mondo: ora il principe di questo mondo sarà per essere cacciato via. E io, quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me. Gli rispose la turba: Abbiamo appreso dalla legge che il Cristo vive in eterno: come dici allora che il Figlio dell’uomo sarà innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo? Disse allora Gesù ad essi: Ancora un poco è con voi la luce. Camminate mentre avete lume, affinché non vi sorprendano le ténebre: e chi cammina nelle tenebre non sa dove vada. Finché avete la luce, credete nella luce, per essere figli della luce.


Inno Crux fidelis:



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venerdì 13 settembre 2024

Un'altra finestra sul (buio?) Medioevo.. (n.43)

 


Affreschi medievali dalla chiesa della Commanderia nel borgo di Sant-Antoine Pont d'Arratz, in Francia (dipartimento del Gers), raffiguranti la vita del Santo Vescovo Biagio ed episodi di gesta epiche (un cavaliere salva una fanciulla dal drago).

(photo by Alessandro Franzoni)







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mercoledì 11 settembre 2024

11 settembre: Traslazione di Sant'Ubaldo (Gubbio)


(photo by Simone Minelli)




In breve

L’11 settembre 1194 il corpo di S. Ubaldo fu trasferito sul monte Ingino, in una chiesetta edificata poco al di sotto della rocca, nei pressi della pieve di San Gervasio. Fu il vescovo Bentivoglio ad assumere questa decisione. La leggenda racconta che in sogno fu lo stesso S.Ubaldo a chiedere al suo successore di indire un digiuno cittadino di tre giorni e, subito dopo, di porre il suo corpo su di un carro trainato da giovenchi indomiti, lasciandoli liberi di andare: il luogo dove si sarebbe fermato il carro era quello prescelto dalla Provvidenza. Così fu fatto. I giovenchi imboccarono la via che portava al monte e si fermarono presso la piccola chiesa di San Gervasio. I due rami utilizzati per stimolare i giovenchi, piantati in terra, germogliarono originando due splendidi olmi. Da allora l’Ingino diventò il “Colle eletto dal Beato Ubaldo”, come lo chiamerà Dante nell’XI canto del suo Paradiso: il monte scelto da S. Ubaldo perché gli eugubini di tutte le generazioni potessero rivolgere verso lassù lo sguardo, fiduciosi.


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martedì 10 settembre 2024

10 settembre: san Nicola da Tolentino


Cappella del Santo nella Basilica omonima a Tolentino (Macerata).

(photo by S.Paparoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nolíte timére, pusíllus grex, quia complácuit Patri vestro dare vobis regnum. Véndite quæ possidétis, et date eleemósynam. Fácite vobis sácculos, qui non veteráscunt, thesáurum non deficiéntem in cœlis: quo fur non apprópiat, neque tínea corrúmpit. Ubi enim thesáurus vester est, ibi et cor vestrum erit.

Vangelo di Luca 12, 32 - 34

Traduzione:

Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.



Stendardo del Santo dalla chiesa detta dei Tolentini a Venezia.


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lunedì 9 settembre 2024

Un'altra finestra sul (buio?) Medioevo.. (n.42)


(photo by Alessandro Franzoni)




Affreschi dalla Cattedrale romanica di Le Puy en Velay (Francia).




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venerdì 6 settembre 2024

Santa Messa in Rito Antico a Pozzuoli (Napoli)



Coetus Fidelium S.Anna
Diocesi di Pozzuoli

Santa Messa in rito romano antico
Domenica e festivi alle ore 10:30.

Chiesetta di Sant'Antonio Abate
Arco Felice - Pozzuoli
Via Licola Patria 77
(di fronte caserma Guardia di Finanza).


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giovedì 5 settembre 2024

5 settembre: san Lorenzo Giustiniani


Girolamo Pellegrini, Gloria di San lorenzo Giustiniani, catino absidale della Cattedrale di San Pietro di Castello a Venezia.

(photo by Nicola de Grandi)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talénta, álii autem duo, álii vero unum, unicuíque secúndum própriam virtútem, et proféctus est statim. Abiit autem, qui quinque talénta accéperat, et operátus est in eis, et lucrátus est ália quinque. Simíliter et, qui duo accéperat, lucrátus est ália duo. Qui autem unum accéperat, ábiens fodit in terram, et abscóndit pecúniam dómini sui. Post multum vero témporis venit dóminus servórum illórum, et pósuit ratiónem cum eis. Et accédens qui quinque talénta accéperat, óbtulit ália quinque talénta,dicens: Dómine, quinque talénta tradidísti mihi, ecce, ália quinque superlucrátus sum. Ait illi dóminus eius: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui. Accéssit autem et qui duo talénta accéperat, et ait: Dómine, duo talénta tradidísti mihi, ecce, ália duo lucrátus sum. Ait illi dóminus eius: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui.

Vangelo di Matteo 25, 14 - 23

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, in procinto di partire, chiamati i servi consegnò loro i suoi beni: a chi diede cinque talenti, a chi due, a chi uno: a ciascuno secondo la sua capacità, e subito partì. Tosto colui, che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque. Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca nella terra e vi nascose il danaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi, e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: “Signore, me ne desti cinque, ecco ne ho guadagnati altri cinque”. E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo Signore". E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: “Signore, me ne hai affidati due; eccone guadagnati altri due". E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele, nel poco, ti darò potere su molto: entra nella gioia del tuo Signore"».


AGIOGRAFIA

Nato il 1 luglio 1381 dalla nobile famiglia veneziana dei Giustiniani, dopo aver trascorso la fanciullezza in singolare gravità di costumi, a undici anni fu invitato da una bellissima fanciulla, che gli si presentò come la Sapienza di Dio, ai casti sponsali dell'anima a Cristo, cui egli ben volentieri acconsentì, dovendo qualche anno dopo fuggir di casa per evitare il matrimonio carnale che volevagli propinare la madre. Intanto, scelse attentamente in quale congregazione religiosa entrare, trascorrendo un periodo di massima mortificazione, durante il quale, per esempio, dormiva su nude tavole. Finalmente, entrò nella società dei Canonici regolari dell'isola di S. Giorgio in Alga, entro alla quale fu ordinato diacono nel 1404, sacerdote tre anni dopo e priore nel 1409, applicando le più rigide forme di mortificazione personale, combattendo se stesso e i propri nobili natali, disprezzando la casa paterna nella quale più metterà piede se non per adempiere ai doverosi uffici in occasione della morte della madre, umiliandosi abbiettamente nell'andare a mendicare per i canti delle strade, sopportando ingiurie e calunnie, dedicandosi frequentemente all'orazione mentale, dalla quale spesso entrava in estasi e in perfetta unione con Dio, pel quale il cuore suo ardeva sì tanto da infiammare anche i cuori dei confratelli più vacillanti. Notevolissima battaglia, quella di San Lorenzo Giustiniani, che lo portò alfine alla vittoria sopra di se stesso, la quale sarebbe valsa da fulgido esempio per tutta la riforma cattolica dei secoli successivi. Non un grande oratore, ma un predicatore eccellente, che sapeva far valere il contenuto dei suoi sermoni mettendoli in pratica lui per primo, la qual cosa gli valse la nomina pontificia (da parte di Gregorio XIII) di priore di due diverse congreghe vicentine.

Nel 1433 ricevette da Papa Eugenio IV, ch'era stato suo confratello a S. Giorgio in Alga, la nomina a Vescovo di Castello, la cui consacrazione avvenne il 5 settembre dell'anno stesso, giorno in cui se ne fa memoria liturgica. Pur elevato alla pienezza del sacerdozio, non mancò di osservare la stessa morigeratezza che sempre l'aveva contraddistinto. Si legge nella sua agiografia contenuta nel Breviario Romano: Non cambiando per nulla il suo abituale tenore di vita, conservò continuamente a tavola, nella suppellettile e nel letto, la stessa povertà che aveva sempre praticata. Non aveva che pochi domestici, dicendo ch'egli possedeva un'altra grande famiglia, cioè i poveri di Cristo. A qualsiasi ora si andava da lui, era sempre pronto per tutti, a tutti prodigando la sua carità paterna, e non esitando anche a caricarsi di debiti per soccorrere alla loro indigenza. Richiesto con quale speranza lo facesse: Del mio Signore, rispondeva, il quale potrà facilmente prendersi i miei debiti. E che la sua speranza non fosse delusa dalla divina provvidenza, lo mostravano i soccorsi insperati che gli giungevano continuamente. Costruì più monasteri di vergini, ch'egli formò colla sua vigilanza alla pratica della vita perfetta. Si applicò sommamente a ritrarre le donne dalle pompe del secolo e dalle vanità degli abbigliamenti, e a riformare la disciplina e i costumi nel clero.
Colpito da un morbo mortale, rifiutò il morbido giaciglio che gli era stato approntato, non ritenendolo conforme ai dolori e ai patimenti con cui era morto Nostro Signore, e preferì un letto di scomodità e sofferenza, attorno al quale per due giorni interi si radunò l'intera città lagunare, a piangere il suo santo vescovo. La morte gli sopravvenne l'8 gennaio 1456, attestata da canti angelici uditi da certi monaci Certosini. Il suo santo corpo, che si mantenne integro e incorrotto spirante un odore soave, colla faccia colorita, per più di due mesi che restò insepolto, e fu insignito di nuovi miracoli operatisi dopo morte; dopodiché fu sepolto nell'allora Cattedrale di S. Pietro in Castello. In considerazione di che, il sommo Pontefice Alessandro VIII l'iscrisse nel numero dei Santi. Innocenzo XII poi assegnò la celebrazione della sua festa al 5 settembre, giorno in cui il sant'uomo era stato innalzato la prima volta sulla cattedra episcopale.

Veramente degno si mostrò dunque del dono che gli fu fatto l'8 ottobre 1451, quando Papa Niccolò IV soppresse l'antico e degradato Patriarca di Grado, trasferendo il sì nobile titolo di Patriarca a San Lorenzo Giustiani, non già più Vescovo di Castello, ma Patriarca delle Venezie.
Circa i suoi doni profetici e mistici molto fu scritto. Particolare devozione aveva per l'ostia consacrata, alla quale si accostava con grandissima devozione durante la celebrazione della Messa, tanto che una volta, durante la Liturgia del Natale, anziché la particola vide anzi a sé Gesù infante. Un agiografo scrive di lui, riferendosi alle gravi crisi politiche internazionali che coinvolsero anche la Repubblica nella seconda metà del XV secolo: Era sì grande l'efficacia delle sue preghiere per il gregge affidatogli, che, secondo una testimonianza venuta una volta dal cielo, la repubblica dové la sua salvezza all'intercessione e ai meriti del suo vescovo. Spesso poi fuggì malattie e demoni con le sue preci, e lasciò molti e celestiali poemi di dottrina, pur ignorante quanto alle leggi della letteratura.


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martedì 3 settembre 2024

3 settembre: san Pio X


(Foto dal Web)




VANGELO

In illo tempore, dicit Iesus Simoni Petro: Simon Ioannis, diligis me plus his? Dicit ei: Etiam Domine, tu scis quia amo te. Dicit ei: Pasce agnos meos. Dicit ei iterum: Simon Ioannis, diligis me? Ait illi: Etiam Domine, tu scis quia amo te. Dicit ei: Pasce agnos meos. Dicit ei tertio: Simon Ioannis, amas me? Contristatus est Petrus, quia dixit ei tertio: Amas me? et dixit ei: Domine, tu omnia nosti, tu scis quia amo te. Dixit ei: Pasce oves meas.

Vangelo di Giovanni 21, 15 - 17

Traduzione:

In quel tempo, disse Gesù a Simone Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli risponde: «Signore, sì, tu sai che io ti amo». Gli dice Gesù: «Pasci i miei agnelli». Poi, per la seconda volta, gli chiede: «Simone di Giovanni, mi ami tu?». E Pietro: «Signore, sì, tu sai che io ti amo». Gli dice Gesù: «Pasci i miei agnelli». Per la terza volta gli chiede: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Si rattristò Pietro che per la terza volta gli avesse detto: mi vuoi bene? e gli rispose: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene!». Gesù soggiunse: «Pasci le mie pecore».


Preghiera

O Santo Pio X, mite ed umile di cuore,
a somiglianza di Gesù che tanto bene rappresentaste in mezzo a noi,
accogliete pietoso la nostra preghiera,
come paternamente ascoltaste in terra chiunque ricorreva a Voi.
Vedete quanto sono tristi i nostri giorni
e come i nemici di Dio combattono contro di Lui ed i Suoi figli!
Sorgete nella indomita fortezza del Vostro spirito
e proteggete la Chiesa;
difendete il Vostro Successore;
salvate tutti noi che,
uniti con Voi in un cuor solo,
Vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio le nostre preghiere,
perché fra tanti pericoli la Chiesa e la società cristiana
cantino ancora una volta l'inno della liberazione, della vittoria e della pace.

Così sia.


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lunedì 2 settembre 2024

Santo Stefano Re d'Ungheria a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Homo quidam nóbilis ábiit in regionem longínquam accípere sibi regnum, et reverti. Vocátis autem decem servis suis, dedit eis decem mnas, et ait ad illos: Negotiámini, dum vénio. Cives autem eius óderant eum: et misérunt legatiónem post illum, dicéntes: Nolumus hunc regnáre super nos. Et factum est, ut redíret accépto regno: et iussit vocári servos, quibus dedit pecúniam, ut sciret, quantum quisque negotiátus esset. Venit autem primus, dicens: Dómine, mna tua decem mnas acquisívit. Et ait illi: Euge, bone serve, quia in módico fuísti fidélis, eris potestátem habens super decem civitátes. Et alter venit, dicens: Dómine, mna tua fecit quinque mnas. Et huic ait: Et tu esto super quinque civitátes. Et alter venit, dicens: Dómine, ecce mna tua, quam hábui repósitam in sudário: tímui enim te, quia homo austérus es: tollis, quod non posuísti, et metis, quod non seminasti. Dicit ei: De ore tuo te iúdico, serve nequam. Sciébas, quod ego homo austérus sum, tollens, quod non pósui, et metens, quod non seminávi: et quare non dedísti pecúniam meam ad mensam, ut ego véniens cum usúris útique exegíssem illam? Et astántibus dixit: Auferte ab illo mnam et date illi, qui decem mnas habet. Et dixérunt ei: Dómine, habet decem mnas. Dico autem vobis: Quia omni habénti dabitur, et abundábit: ab eo autem, qui non habet, et, quod habet, auferetur ab eo.

Vangelo di Luca 19, 12 - 26

Traduzione:

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli questa parabola: «Un nobil uomo partì per un lontano paese a ricevere l'investitura d'un regno, e ritornare. Perciò chiamati a sé i suoi dieci servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Negoziatele sino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini gli volevano male: e gli spedirono dietro un'ambasciata, dicendo: “Non vogliamo che costui regni su di noi". E avvenne che, tornato dopo preso il regno, fece chiamare a sé i suoi servi ai quali aveva dato il danaro, per sapere che traffico ne avessero fatto. E il primo venne a dire: “Signore, la tua mina ne ha fruttate dieci”. Ed egli disse: “Bravo, servo fedele, perché sei stato fedele nel poco abbi potere su dieci città”. Poi venne il secondo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate cinque". E rispose. anche a questo; “Anche tu comanda a cinque città”. Poi venne un altro a dirgli: “Signore, eccoti la tua mina che ho tenuta involta in una pezzuola, perché ho avuto paura di te che sei uomo duro: prendi quello che non hai messo e mieti quello che non hai seminato". Ed il padrone a lui: “Dalla tua bocca ti giudico, servo iniquo! Sapevi che sono uomo severo, che prendo quel che non ho messo, e mieto quello che non ho seminato; e perché allora non hai messo il mio danaro alla banca: ed io, al ritorno, l'avrei riscosso coi frutti?". E disse agli astanti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci". Ma gli fecero osservare: “Signore, ne ha dieci". E io vi dico: “A chi ha, sarà dato, e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”».


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domenica 1 settembre 2024

Quindicesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Ibat Iesus in civitátem, quæ vocátur Naim: et ibant cum eo discípuli eius et turba copiósa. Cum autem appropinquáret portæ civitátis, ecce, defúnctus efferebátur fílius únicus matris suæ: et hæc vidua erat: et turba civitátis multa cum illa. Quam cum vidísset Dóminus, misericórdia motus super eam, dixit illi: Noli flere. Et accéssit et tétigit lóculum. - Hi autem, qui portábant, stetérunt. - Et ait: Adoléscens, tibi dico, surge. Et resédit, qui erat mórtuus, et cœpit loqui. Et dedit illum matri suæ. Accépit autem omnes timor: et magnificábant Deum, dicéntes: Quia Prophéta magnus surréxit in nobis: et quia Deus visitávit plebem suam.

Vangelo di Luca 7, 11 - 16

Traduzione:

In quel tempo: Gesú andava verso una città chiamata Naim, seguito dai suoi discepoli e da gran folla. E giunse vicino alla porta della città mentre si portava a seppellire il figlio unico di una vedova, la quale era accompagnata da un gran numero di persone. Vedutala, il Signore, mosso a compassione di lei, le disse: Non piangere. Si avvicinò alla bara e la toccò. Egli disse: Giovinetto, a te dico, alzati. Il morto si alzò a sedere, e cominciò a parlare, e Gesú lo rese a sua madre. Tutti furono presi da gran timore e glorificavano Dio, dicendo: Un profeta grande è apparso tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.


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