venerdì 6 settembre 2019

6 settembre: san Liberato da Loro Piceno


(photo by Alessandro Franzoni)




IN BREVE

Il primo tra gli storici francescani che esplicitamente ha tramandato notizie sulla vita di Liberato da Loro è stato fr. Mariano da Firenze, autore dello scomparso Fasciculus Chronicarum Ordinis Fratrum Minorum, manoscritto compilato sul finire del XV sec. Dalla penna dell’autore fiorentino sappiamo unicamente che ... Liberato un tempo fu signore di Loro, ma rinunziando al titolo, alle ricchezze ed alla nobiltà terrena, divenne frate minore e fu tanto chiaro per virtù e miracoli, che il detto luogo (di Brunforte), cambiando il nome proprio, cominciò a chiamarsi San Liberato ... .
Diversi documenti d’archivio consentono oggi di poter sostenere che fr. Mariano facesse riferimento alla famiglia di Rinaldo e di Gualtiero da Loro (Loro Piceno in prov. di Mc, diocesi di Fermo), sebbene dopo il 1227 potessero fregiarsi del titolo di signori di Loro anche Fildesmido da Mogliano, Baligano, Giberto e Corrado da Falerone.
L’entrata nell’ordine avvenne probabilmente durante il quarto viaggio di Francesco nelle Marche. Dal Celano e dal Wadding è noto infatti che il poverello, dopo aver predicato agli uccelli nei pressi di Bevagna, attraversò l’Appennino, passò per la città di Macerata e raggiunse Ascoli dove, predicando in piazza, convertì e ricevette nell’ordine 30 persone tra laici e chierici. Sulla via del ritorno, diretto a Camerino, Francesco giunse nei pressi di Sarnano, dove predicò a Roccabruna e ricevette nell’ordine un ricco e gentile cavaliere (Fioretti: cap. 37) ed il pensiero dei devoti non può che soffermarsi su Liberato da Loro; purtroppo il silenzio di fr. Ugolino da Montegiorgio, autore degli Actus b. Francisci et sociorum eius, unitamente a quello dei documenti, non ci consente di poterlo sostenere con ragionevole certezza. Alla scarsissime notizie sulla vita di Liberato da Loro si contrappone un’eccezionale fama di santità: ritenuto modello di perfetta osservanza della regola e del testamento di s. Francesco, i seguaci del poverello, appartenenti alla corrente degli Zelanti e degli Spirituali, che a seguito delle persecuzioni del ministro generale fr. Crescenzio da Iesi furono costretti a rifugiarsi negli eremi delle Marche, conservarono le sue spoglie mortali in una cappellina di proprietà dei signori di Brunforte, promulgandone il culto e la memoria. Liberato da Loro, identificato con il santo Anonimo di cui parlano i Fioretti di s. Francesco (cap. 47), morì nell’eremo di Soffiano dopo aver ricevuto il conforto della Madonna e di tre sante Vergini che gli apparvero insieme ad una moltitudine di angeli. Questo accadde circa un secolo prima che fr. Ugolino iniziasse la compilazione degli Actus, per cui deve ritenersi credibile la data indicata dal Wadding, il 1234.

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