martedì 30 aprile 2024

30 aprile: Santa Caterina da Siena


(photo by Alessandro Franzoni)




Da un'omelia di don Roberto Spataro SDB

Il XIV secolo fu un’epoca tormentata nella storia della Chiesa. Un po’ tutto era in decadenza: la teologia, la vita consacrata, l’istruzione religiosa della gente, la vita morale. L’Europa era insanguinata da guerre a non finire, calamità naturali ed epidemie decimavano la popolazione, e l’Islam avanzava pronto a conquistare i paesi di antica tradizione cristiana. Il Papato si era ridotto ad un ruolo subalterno rispetto ai potenti del tempo, al punto che il Pontefice non risiedeva neppure a Roma, ma ad Avignone, sottoposto all’influenza del re di Francia.
Nei momenti di maggiore difficoltà, però, il Signore benedice la sua Chiesa, suscitando dei santi che la scuotano e ne provochino la conversione ed il rinnovamento, come Caterina Benincasa, vissuta, come il Signore sulla terra, per la durata di trentatré anni. Era nata nel 1347. Quando aveva 16 anni entrò nel Terz’Ordine Domenicano di cui vestì l’abito bianco e il mantello nero. E con quest’abito la vediamo inginocchiata, insieme a san Domenico, dinanzi alla Madonna del Rosario, nelle popolarissime immagini che tutti conosciamo. Rimanendo in famiglia, Caterina confermò il voto di verginità fatto privatamente quando era ancora un’adolescente, si dedicò alla preghiera, alla penitenza, alle opere di carità, soprattutto con gli ammalati più ripugnanti. Quando la fama della sua santità si diffuse, fu protagonista di un’intensa attività di direzione spirituale nei confronti di ogni categoria di persone: monasteri maschili e femminili, nobili ed uomini politici, ecclesiastici, persino il Papa che leggeva con devozione le sue lettere. Viaggiò molto per predicare la riforma interiore della Chiesa e per favorire la pace tra gli Stati. Morì nel 1380, Fu canonizzata nel 1461, il Papa Pio XII la volle “Patrona d’Italia” e Giovanni Paolo II “Compatrona d’Europa”.
Il Papa Paolo VI la dichiarò persino Dottore della Chiesa, insieme a Teresa d’Avila, nel 1970. Infatti, l’insegnamento di Caterina, che pure apprese a leggere con fatica e a scrivere imparò quando era già molto grande, è di una straordinaria ricchezza. Il suo Dialogo della Divina Provvidenza è un capolavoro della letteratura spirituale di tutti i tempi.
Un tratto fondamentale della sua spiritualità è rappresentato dal suo sposalizio mistico con Gesù, un episodio spesso raffigurato nell’iconografia che la riguarda. In una visione che mai più si cancellò dal suo cuore e dalla sua mente, la Madonna la presentò al Figlio che si unì a lei misticamente, inanellandola. Quell’anello rimase visibile solo a lei. Da quel momento, Caterina associò sempre il Figlio e la Madre. Quando scriveva le sue lettere recapitate ai suoi figli e alle sue figlie spirituali, uomini e donne che la chiamavano “mamma”, anche se erano più anziani di lei, si presentava con queste parole: “Nel nome di Gesù Crocifisso e di Maria dolce”.
Caterina era dotata di carismi soprannaturali, spesso cadeva in estasi e a volte veniva comunicata al Corpo e Sangue di Cristo direttamente dal Signore. Come tutti i mistici, adopera un linguaggio figurato per illustrare i misteri della fede, soprattutto quello dell’Incarnazione del Verbo. E così, in occasione della festa dell’Annunciazione, per parlare di “Maria dolce”, ha adoperato delle immagini tanto piacevoli quanto efficaci. Paragona la Madonna ad un libro in cui le Persone trinitarie hanno scritto l’opera più bella della storia della salvezza: la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini. “Tu oggi, o Maria, sei fatta libro nel quale è scritta la regola nostra”. In altre parole, leggendo il “libro di Maria”, ossia contemplando i suoi privilegi e le sue virtù, ogni cristiano può avanzare nella sua vita spirituale a passi da gigante!
Un altro simbolo squisito adoperato da Caterina è quello del pane e della farina: “Oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la Divinità è unita e impastata con l’umanità nostra sì fortemente che mai non si può separare, né per morte né per nostra ingratitudine, questa unione”. Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù ha parlato di Sé come del Pane di vita. I mistici sviluppano meravigliosamente ed armoniosamente le parole del Vangelo, scoprendo tante applicazioni ed implicazioni. Caterina, per esempio, ci dice che questo Pane divino è stato impastato con la “farina” più pura: Maria che ha dato un corpo a Gesù perché Egli potesse salvarci.
A questi accenni geniali, Caterina aggiunge altre considerazioni dottrinalmente rilevanti. Mette in evidenza che il consenso della volontà di Maria all’opera dell’Incarnazione è stato necessario perché essa si compisse. “Bussava, o Maria, alla porta tua la divinità eterna; ma se tu non avessi aperto l’uscio della volontà tua, non si sarebbe Dio incarnato in te”. Da questa osservazione, Caterina ne ricava una conseguenza fondamentale: ogni anima ha a disposizione un dono straordinariamente importante, la propria libertà. E solo liberamente si può corrispondere all’azione della grazia, come già aveva insegnato Agostino: “Colui che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”.
Collaborare liberamente e lietamente alle iniziative di Dio è possibile ed in un certo senso facile, nonostante miserie e debolezze di ogni anima: è sufficiente coltivare una grande devozione verso “Maria dolce”, nel Suo nome e nel Suo cuore.


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lunedì 29 aprile 2024

29 aprile: san Pietro martire


(photo by Alessandro Franzoni)



VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Ego sum vitis vera: et Pater meus agrícola est. Omnem pálmitem in me non feréntem fructum, tollet eum: et omnem, qui fert fructum, purgábit eum, ut fructum plus áfferat. Iam vos mundi estis propter sermónem, quem locútus sum vobis. Mane te in me: et ego in vobis. Sicut palmes non potest ferre fructum a semetípso, nisi mánserit in vite: sic nec vos, nisi in me manséritis. Ego sum vitis, vos pálmites: qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum: quia sine me nihil potéstis fácere. Si quis in me non mánserit, mittétur foras sicut palmes, et aréscet, et cólligent eum, et in ignem mittent, et ardet. Si manséritis in me, et verba mea in vobis mánserint: quodcúmque voluéritis, petétis, et fiet vobis.

Vangelo di Giovanni 15, 1 - 7

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite, il Padre mio è il coltivatore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglierà via, e quello che porta frutto, lo poterà, affinché ne porti ancor di più. Voi siete già mondi a motivo della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me: ed io in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto, se non rimane unito alla vite, così nemmeno voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci; chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto; perché senza di me non potete far niente. Chi non rimane in me sarà gettato via come il tralcio e si dissecca, e lo raccolgono e lo buttano nel fuoco, ove brucia. Se rimanete in me e rimangono in voi le mie parole, domandate quel che volete e vi sarà fatto».


Dal Martirologio

Nato da genitori eretici manichei, l’innata rettitudine del cuore gli fece intuire subito da che parte si trovasse la verità. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino. Entrato nell’Ordine Domenicano, anelante le sante lotte per la fede, nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo. Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità. Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto, sulla strada da Como a Milano.


ORATIO

Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus : ut beáti Petri Martyris tui fidem cóngrua devotióne sectémur ; qui, pro eiúsdem fídei dilatatióne, martýrii palmam méruit obtinére. 

Concedici, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, di imitare con vera devozione la fede del beato Pietro martire, che per la propagazione della medesima, conseguì la palma del martirio.


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domenica 28 aprile 2024

Quarta domenica dopo Pasqua a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo (fronte stazione ferroviaria) a Venezia.
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vado ad eum, qui misit me: et nemo ex vobis intérrogat me: Quo vadis? Sed quia hæc locútus sum vobis, tristítia implévit cor vestrum. Sed ego veritátem dico vobis: expédit vobis, ut ego vadam: si enim non abíero, Paráclitus non véniet ad vos: si autem abíero, mittam eum ad vos. Et cum vénerit ille, árguet mundum de peccáto et de iustítia et de iudício. De peccáto quidem, quia non credidérunt in me: de iustítia vero, quia ad Patrem vado, et iam non vidébitis me: de iudício autem, quia princeps huius mundi iam iudicátus est. Adhuc multa hábeo vobis dícere: sed non potéstis portáre modo. Cum autem vénerit ille Spíritus veritátis, docébit vos omnem veritátem. Non enim loquétur a semetípso: sed quæcúmque áudiet, loquétur, et quæ ventúra sunt, annuntiábit vobis. Ille me clarificábit: quia de meo accípiet et annuntiábit vobis.

Vangelo di Giovanni 16, 5 - 14

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Vado a Colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Ma perché vi ho dette queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico il vero: è necessario per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito, ma quando me ne sarò andato ve lo manderò. E venendo, Egli convincerà il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia e riguardo al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il príncipe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi: ma adesso non ne siete capaci. Venuto però lo Spirito di verità, vi insegnerà tutte le verità. Egli infatti non vi parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito: vi annunzierà quello che ha da venire, e mi glorificherà, perché vi annunzierà ciò che riceverà da me.





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sabato 27 aprile 2024

Dedicazione della chiesa di San Simeon Piccolo a Venezia


(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».  

Vangelo di Matteo 13, 44 - 52


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venerdì 26 aprile 2024

26 aprile: SS Cleto e Marcellino, Sommi Pontefici e Martiri


(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Venit Iesus in partes Cæsaréæ Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Ioánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Ieremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Iesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Iesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Iona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in cœlis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni cœlórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in cœlis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in cœlis.

Vangelo di Matteo 16, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: «Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo?». Ed essi risposero: «Alcuni Giovanni il. Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti». Disse loro Gesù: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù, in risposta, gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli».


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giovedì 25 aprile 2024

San Marco a Venezia


Santa Messa letta alle 11:00 presso la chiesa di San Simeon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Designávit Dóminus et alios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et dicébat illis: Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam. Ite: ecce, ego mitto vos sicut agnos inter lupos. Nolíte portare sacculum neque peram neque calceaménta; et néminem per viam salutavéritis. In quamcúmque domum intravéritis, primum dícite: Pax huic dómui: et si ibi fúerit fílius pacis, requiéscet super illum pax vestra: sin autem, ad vos revertátur. In eádem autem domo manéte, edéntes et bibéntes quæ apud illos sunt: dignus est enim operárius mercéde sua. Nolíte transíre de domo in domum. Et in quamcúmque civitátem intravéritis, et suscéperint vos, manducáte quæ apponúntur vobis: et curáte infírmos, qui in illa sunt, et dícite illis: Appropinquávit in vos regnum Dei.

Vangelo di Luca 10, 1 - 9

Traduzione:

In quel tempo: Il Signore scelse anche altri settantadue discepoli e li mandò a due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove egli era per andare. E diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai per la sua mietitura. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate né borsa, né sacca, né sandali; e per la strada non salutate nessuno. In qualunque casa entrerete, dite prima di tutto: “Pace a questa casa”. E se ci sarà un figlio di pace riposerà su di lui la pace vostra, altrimenti ritornerà a voi. E nella stessa casa restate, mangiando e bevendo di quel che vi dànno; perché l'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa. E in qualunque città entrerete, se vi accolgono, mangiate di quel che vi sarà messo davanti e guarite gli infermi che ci sono, e dite loro: "Sta per venire a voi il Regno di Dio"».




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mercoledì 24 aprile 2024

24 aprile: san Fedele da Sigmaringa


Boccanera Giacinto, Martirio di San Fedele, olio su tela, 1730 - 1746, Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia.

(foto dal web)




In breve:

Fedele, nato a Sigmaringa, paese della Svevia, dalla onesta famiglia dei Rey, si acquistò un nome celebre nella professione di avvocato; ma avendo sperimentato i pericoli di questa professione, si dimise e, illuminato da chiamata dall'alto, chiese di essere ammesso tra i frati Minori Cappuccini. Esaudito nel prender i voti, divenne la ammirazione e il modello di tutti nella regolare osservanza.
Sommamente devoto della Vergine Madre di Dio e del suo rosario, domandò a Dio di di morire martire per la fede cattolica, come anche avvenne. Eletto infatti direttore delle missioni, che la Congregazione di Propaganda Fide aveva allora istituito nei Grigioni, non risparmiandosi alcun travaglio avendo convertito molti eretici alla fede cattolica, subì l'invidia dei malvagi. Pertanto il 24 Aprile dell'anno 1622, alla chiesa del luogo nominato Sévis, bastonato e ferito dagli eretici, che simulando la conversione lo avevano invitato dolosamente, consacrò col proprio sangue le primizie dei Martiri della sunnominata Congregazione.


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martedì 23 aprile 2024

23 aprile: san Giorgio


Giuseppe Scolari, San Giorgio e il drago, 1550 - 1600, xilografia su carta, Art Institute di Chicago, Stati Uniti.

(photo by Anatole Upart)




Preghiera a San Giorgio:

O glorioso San Giorgio, a te ci rivolgiamo per chiedere la tua protezione in questo tempo di sofferenza e di paura.
Ricordati di noi, tu che hai sempre aiutato e consolato chiunque ti ha invocato nelle proprie necessità.
Animati da grande fiducia e dalla certezza di non pregare invano, ricorriamo a te che sei così ricco di meriti davanti al Signore: fa che la nostra supplica giunga, per tua intercessione, al Padre della misericordia. Benedici la nostra città, le nostre comunità e le nostre famiglie, sostieni i nostri giovani, proteggi i nostri anziani, guida i nostri ragazzi, tieni lontani i pericoli dell'anima e del corpo.
E fa che, nell'ora del dolore e della prova, possiamo rimanere forti nella fede e nell'amore di Dio.
Amen.


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lunedì 22 aprile 2024

21 aprile: Dedicazione (traslata) della Cattedrale Compostellana


(foto dal web)




"Cada 21 de abril, la Catedral celebra el aniversario de su dedicación. Tal día como hoy, en 1211, el arzobispo Pedro Muñiz consagraba solemnemente la catedral románica, con la presencia del rey Alfonso IX. Como recuerdo de aquella gran celebración permanecen las doce cruces de consagración, que en esta fecha se adornan con velas encendidas."


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domenica 21 aprile 2024

Terza domenica dopo Pasqua a Venezia


Santa Messa alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo (fronte stazione ferroviaria) a Venezia.
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Kyrie I:



VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Módicum, et iam non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Dixérunt ergo ex discípulis eius ad ínvicem: Quid est hoc, quod dicit nobis: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me, et quia vado ad Patrem? Dicébant ergo: Quid est hoc, quod dicit: Módicum? nescímus, quid lóquitur. Cognóvit autem Iesus, quia volébant eum interrogáre, et dixit eis: De hoc quǽritis inter vos, quia dixi: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me. Amen, amen, dico vobis: quia plorábitis et flébitis vos, mundus autem gaudébit: vos autem contristabímini, sed tristítia vestra vertétur in gáudium. Múlier cum parit, tristítiam habet, quia venit hora eius: cum autem pepérerit púerum, iam non méminit pressúræ propter gáudium, quia natus est homo in mundum. Et vos igitur nunc quidem tristítiam habétis, íterum autem vidébo vos, et gaudébit cor vestrum: et gáudium vestrum nemo tollet a vobis.

Vangelo di Giovanni 16, 16 - 22

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: Che significa ciò che dice: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre? Cos’è questo poco di cui parla? Non comprendiamo quel che dice. E conobbe Gesú che volevano interrogarlo, e disse loro: Vi chiedete tra voi perché abbia detto: Ancora un poco e non mi vedrete più: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete, laddove il mondo godrà, sarete oppressi dalla tristezza, ma questa si muterà in gioia. La donna, allorché partorisce, è triste perché è giunto il suo tempo: quando poi ha dato alla luce il bambino non si ricorda più dell’affanno, a motivo della gioia perché è nato al mondo un uomo. Anche voi siete adesso nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà, e nessuno vi toglierà il vostro gàudio.




Sanctus I:



Exitus (Improvvisazione da Pachelbel):



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domenica 14 aprile 2024

Seconda domenica dopo Pasqua a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo (fronte stazione ferroviaria) a Venezia.
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus pharisǽis: Ego sum pastor bonus. Bonus pastor ánimam suam dat pro óvibus suis. Mercenárius autem et qui non est pastor, cuius non sunt oves própriæ, videt lupum veniéntem, et dimíttit oves et fugit: et lupus rapit et dispérgit oves: mercenárius autem fugit, quia mercenárius est et non pértinet ad eum de óvibus. Ego sum pastor bonus: et cognósco meas et cognóscunt me meæ. Sicut novit me Pater, et ego agnósco Patrem, et ánimam meam pono pro óvibus meis. Et álias oves hábeo, quæ non sunt ex hoc ovíli: et illas opórtet me addúcere, et vocem meam áudient, et fiet unum ovíle et unus pastor.

Vangelo di Giovanni 10, 11 - 16

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai Farisei: Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecore. Il mercenario invece, e chi non è pastore, cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, e lascia le pecore, e fugge; e il lupo rapisce e disperde le pecore: il mercenario fugge perché è mercenario, e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e queste conoscono me, come il Padre conosce me, ed io il Padre. Io dò la vita per le mie pecore. E ho delle altre pecore, le quali non sono di quest’ovile: anche quelle occorre che io raduni, e ascolteranno la mia voce, e sarà un solo ovile e un solo pastore.


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domenica 7 aprile 2024

Domenica in Albis a Vicenza


Santa Messa cantata alle ore 10:00 presso la chiesa di San Rocco a Vicenza (Contrà Mure San Rocco).
Celebrante don Juan Tomas FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Cum sero esset die illo, una sabbatórum, et fores essent clausæ, ubi erant discípuli congregáti propter metum Iudæórum: venit Iesus, et stetit in médio, et dixit eis: Pax vobis. Et cum hoc dixísset, osténdit eis manus et latus. Gavísi sunt ergo discípuli, viso Dómino. Dixit ergo eis íterum: Pax vobis. Sicut misit me Pater, et ego mitto vos. Hæc cum dixísset, insufflávit, et dixit eis: Accípite Spíritum Sanctum: quorum remiséritis peccáta, remittúntur eis; et quorum retinuéritis, reténta sunt. Thomas autem unus ex duódecim, qui dícitur Dídymus, non erat cum eis, quando venit Iesus. Dixérunt ergo ei álii discípuli: Vídimus Dóminum. Ille autem dixit eis: Nisi vídero in mánibus eius fixúram clavórum, et mittam dígitum meum in locum clavórum, et mittam manum meam in latus eius, non credam. Et post dies octo, íterum erant discípuli eius intus, et Thomas cum eis. Venit Iesus, iánuis clausis, et stetit in médio, et dixit: Pax vobis. Deínde dicit Thomæ: Infer dígitum tuum huc et vide manus meas, et affer manum tuam et mitte in latus meum: et noli esse incrédulus, sed fidélis. Respóndit Thomas et dixit ei: Dóminus meus et Deus meus. Dixit ei Iesus: Quia vidísti me, Thoma, credidísti: beáti, qui non vidérunt, et credidérunt. Multa quidem et ália signa fecit Iesus in conspéctu discipulórum suórum, quæ non sunt scripta in libro hoc. Hæc autem scripta sunt, ut credátis, quia Iesus est Christus, Fílius Dei: et ut credéntes vitam habeátis in nómine eius.

Vangelo di Giovanni 20, 19 - 31

Traduzione:

In quel tempo, la sera di quel giorno, il primo della settimana, essendo, per paura dei Giudei, chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, venne Gesù, si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! E detto ciò mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. E detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, essi saranno ritenuti. E uno dei dodici, Tommaso, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Ora gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo visto il Signore. Ma egli rispose loro: Non crederò se non dopo aver visto nelle sue mani la piaga fatta dai chiodi e aver messo il mio dito dove erano i chiodi e la mia mano nella ferita del costato. Otto giorni dopo i discepoli si trovavano di nuovo in casa e Tommaso era con loro. Venne Gesù a porte chiuse e stando in mezzo a loro disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani; accosta anche la tua mano e mettila nel mio costato; e non voler essere incredulo, ma fedele. Tommaso gli rispose: Signore mio e Dio mio! E Gesù: Tommaso, tu hai creduto perché mi hai visto con i tuoi occhi; beati coloro che non vedono eppure credono. Gesù fece ancora, in presenza dei suoi discepoli, molti altri miracoli, che non sono stati scritti in questo libro. Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel nome di lui.



Bernardo Strozzi, Incredulità di San Tommaso, olio su tela, Musei di Strada Nuova, Genova.


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sabato 6 aprile 2024

Sabato in Albis ad Altivole (Treviso)


(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Una sábbati, María Magdaléne venit mane, cum adhuc ténebræ essent, ad monuméntum: et vidit lápidem sublátum a monuménto. Cucúrrit ergo, et venit ad Simónem Petrum, et ad álium discípulum, quem amábat Iesus, et dicit illis: Tulérunt Dóminum de monuménto, et nescímus, ubi posuérunt eum. Exiit ergo Petrus et ille álius discípulus, et venérunt ad monuméntum. Currébant autem duo simul, et ille álius discípulus præcucúrrit cítius Petro, et venit primus ad monuméntum. Et cum se inclinásset, vidit pósita linteámina, non tamen introívit. Venit ergo Simon Petrus sequens eum, et introívit in monuméntum, et vidit linteámina pósita, et sudárium, quod fúerat super caput eius, non cum linteamínibus pósitum, sed separátim involútum in unum locum. Tunc ergo introívit et ille discípulus, qui vénerat primus ad monuméntum: et vidit et crédidit: nondum enim sciébant Scriptúram, quia oportébat eum a mórtuis resúrgere.

Vangelo di Giovanni 20, 1 -9

Traduzione:

In quel tempo: Il primo giorno dopo il sabato, la mattina, ch'era ancor buio, Maria Maddalena se ne va al sepolcro; e vede che era stata tolta la pietra dal Sepolcro. Corre perciò e va da Simon Pietro e da quell'altro discepolo che Gesù prediligeva, e dice loro: «Han portato via dalla tomba il Signore, e non sappiamo dove l'abbiano posto». Allora Pietro uscì con quell'altro discepolo e andarono al sepolcro. E correvano tutt'e due insieme: ma l'altro discepolo fece più presto di Pietro; e arrivò primo al sepolcro. E chinatosi, vide posati i lenzuoli, ma non v'entrò. Dietro a lui arrivò Simon Pietro che entrò nel sepolcro e vide i lenzuoli posati e il fazzoletto ch'era stato sul capo di lui, non posato insieme con le fasce, ma ben rivoltato in luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto prima al sepolcro; e vide e credette: poiché non avevano ancora capita la Scrittura, com'egli dovesse risuscitare da morte.




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giovedì 4 aprile 2024

4 aprile: sant'Isidoro di Siviglia


Isidoro di Siviglia consegna la sua opera alla sorella Fiorentina – frontespizio delle Etimologiae, VII sec. – Parigi, Bibl.Nat. de France.

(photo by Giovanni Festa)




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