mercoledì 30 aprile 2025

30 aprile: Santa Caterina da Siena


(photo by Alessandro Franzoni)




Da un'omelia di don Roberto Spataro SDB

Il XIV secolo fu un’epoca tormentata nella storia della Chiesa. Un po’ tutto era in decadenza: la teologia, la vita consacrata, l’istruzione religiosa della gente, la vita morale. L’Europa era insanguinata da guerre a non finire, calamità naturali ed epidemie decimavano la popolazione, e l’Islam avanzava pronto a conquistare i paesi di antica tradizione cristiana. Il Papato si era ridotto ad un ruolo subalterno rispetto ai potenti del tempo, al punto che il Pontefice non risiedeva neppure a Roma, ma ad Avignone, sottoposto all’influenza del re di Francia.
Nei momenti di maggiore difficoltà, però, il Signore benedice la sua Chiesa, suscitando dei santi che la scuotano e ne provochino la conversione ed il rinnovamento, come Caterina Benincasa, vissuta, come il Signore sulla terra, per la durata di trentatré anni. Era nata nel 1347. Quando aveva 16 anni entrò nel Terz’Ordine Domenicano di cui vestì l’abito bianco e il mantello nero. E con quest’abito la vediamo inginocchiata, insieme a san Domenico, dinanzi alla Madonna del Rosario, nelle popolarissime immagini che tutti conosciamo. Rimanendo in famiglia, Caterina confermò il voto di verginità fatto privatamente quando era ancora un’adolescente, si dedicò alla preghiera, alla penitenza, alle opere di carità, soprattutto con gli ammalati più ripugnanti. Quando la fama della sua santità si diffuse, fu protagonista di un’intensa attività di direzione spirituale nei confronti di ogni categoria di persone: monasteri maschili e femminili, nobili ed uomini politici, ecclesiastici, persino il Papa che leggeva con devozione le sue lettere. Viaggiò molto per predicare la riforma interiore della Chiesa e per favorire la pace tra gli Stati. Morì nel 1380, Fu canonizzata nel 1461, il Papa Pio XII la volle “Patrona d’Italia” e Giovanni Paolo II “Compatrona d’Europa”.
Il Papa Paolo VI la dichiarò persino Dottore della Chiesa, insieme a Teresa d’Avila, nel 1970. Infatti, l’insegnamento di Caterina, che pure apprese a leggere con fatica e a scrivere imparò quando era già molto grande, è di una straordinaria ricchezza. Il suo Dialogo della Divina Provvidenza è un capolavoro della letteratura spirituale di tutti i tempi.
Un tratto fondamentale della sua spiritualità è rappresentato dal suo sposalizio mistico con Gesù, un episodio spesso raffigurato nell’iconografia che la riguarda. In una visione che mai più si cancellò dal suo cuore e dalla sua mente, la Madonna la presentò al Figlio che si unì a lei misticamente, inanellandola. Quell’anello rimase visibile solo a lei. Da quel momento, Caterina associò sempre il Figlio e la Madre. Quando scriveva le sue lettere recapitate ai suoi figli e alle sue figlie spirituali, uomini e donne che la chiamavano “mamma”, anche se erano più anziani di lei, si presentava con queste parole: “Nel nome di Gesù Crocifisso e di Maria dolce”.
Caterina era dotata di carismi soprannaturali, spesso cadeva in estasi e a volte veniva comunicata al Corpo e Sangue di Cristo direttamente dal Signore. Come tutti i mistici, adopera un linguaggio figurato per illustrare i misteri della fede, soprattutto quello dell’Incarnazione del Verbo. E così, in occasione della festa dell’Annunciazione, per parlare di “Maria dolce”, ha adoperato delle immagini tanto piacevoli quanto efficaci. Paragona la Madonna ad un libro in cui le Persone trinitarie hanno scritto l’opera più bella della storia della salvezza: la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini. “Tu oggi, o Maria, sei fatta libro nel quale è scritta la regola nostra”. In altre parole, leggendo il “libro di Maria”, ossia contemplando i suoi privilegi e le sue virtù, ogni cristiano può avanzare nella sua vita spirituale a passi da gigante!
Un altro simbolo squisito adoperato da Caterina è quello del pane e della farina: “Oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la Divinità è unita e impastata con l’umanità nostra sì fortemente che mai non si può separare, né per morte né per nostra ingratitudine, questa unione”. Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù ha parlato di Sé come del Pane di vita. I mistici sviluppano meravigliosamente ed armoniosamente le parole del Vangelo, scoprendo tante applicazioni ed implicazioni. Caterina, per esempio, ci dice che questo Pane divino è stato impastato con la “farina” più pura: Maria che ha dato un corpo a Gesù perché Egli potesse salvarci.
A questi accenni geniali, Caterina aggiunge altre considerazioni dottrinalmente rilevanti. Mette in evidenza che il consenso della volontà di Maria all’opera dell’Incarnazione è stato necessario perché essa si compisse. “Bussava, o Maria, alla porta tua la divinità eterna; ma se tu non avessi aperto l’uscio della volontà tua, non si sarebbe Dio incarnato in te”. Da questa osservazione, Caterina ne ricava una conseguenza fondamentale: ogni anima ha a disposizione un dono straordinariamente importante, la propria libertà. E solo liberamente si può corrispondere all’azione della grazia, come già aveva insegnato Agostino: “Colui che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”.
Collaborare liberamente e lietamente alle iniziative di Dio è possibile ed in un certo senso facile, nonostante miserie e debolezze di ogni anima: è sufficiente coltivare una grande devozione verso “Maria dolce”, nel Suo nome e nel Suo cuore.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

martedì 29 aprile 2025

29 aprile: san Pietro martire


(photo by Alessandro Franzoni)



VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Ego sum vitis vera: et Pater meus agrícola est. Omnem pálmitem in me non feréntem fructum, tollet eum: et omnem, qui fert fructum, purgábit eum, ut fructum plus áfferat. Iam vos mundi estis propter sermónem, quem locútus sum vobis. Mane te in me: et ego in vobis. Sicut palmes non potest ferre fructum a semetípso, nisi mánserit in vite: sic nec vos, nisi in me manséritis. Ego sum vitis, vos pálmites: qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum: quia sine me nihil potéstis fácere. Si quis in me non mánserit, mittétur foras sicut palmes, et aréscet, et cólligent eum, et in ignem mittent, et ardet. Si manséritis in me, et verba mea in vobis mánserint: quodcúmque voluéritis, petétis, et fiet vobis.

Vangelo di Giovanni 15, 1 - 7

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite, il Padre mio è il coltivatore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglierà via, e quello che porta frutto, lo poterà, affinché ne porti ancor di più. Voi siete già mondi a motivo della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me: ed io in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto, se non rimane unito alla vite, così nemmeno voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci; chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto; perché senza di me non potete far niente. Chi non rimane in me sarà gettato via come il tralcio e si dissecca, e lo raccolgono e lo buttano nel fuoco, ove brucia. Se rimanete in me e rimangono in voi le mie parole, domandate quel che volete e vi sarà fatto».


Dal Martirologio

Nato da genitori eretici manichei, l’innata rettitudine del cuore gli fece intuire subito da che parte si trovasse la verità. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino. Entrato nell’Ordine Domenicano, anelante le sante lotte per la fede, nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo. Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità. Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto, sulla strada da Como a Milano.


ORATIO

Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus : ut beáti Petri Martyris tui fidem cóngrua devotióne sectémur ; qui, pro eiúsdem fídei dilatatióne, martýrii palmam méruit obtinére. 

Concedici, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, di imitare con vera devozione la fede del beato Pietro martire, che per la propagazione della medesima, conseguì la palma del martirio.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

domenica 27 aprile 2025

Domenica in Albis o "Quasi modo" a Ferrara


Santa Messa cantata alle ore 18:00, seguita dal canto dei Secondi Vespri e dalla Benedizione Eucaristica.
Presso la chiesa di Santa Chiara in Corso Giovecca 179, Ferrara.
Celebrante don Davide Benini. 
All’organo il m. FR.

(photo by Alessandro Franzoni)








VANGELO

In illo témpore: Cum sero esset die illo, una sabbatórum, et fores essent clausæ, ubi erant discípuli congregáti propter metum Iudæórum: venit Iesus, et stetit in médio, et dixit eis: Pax vobis. Et cum hoc dixísset, osténdit eis manus et latus. Gavísi sunt ergo discípuli, viso Dómino. Dixit ergo eis íterum: Pax vobis. Sicut misit me Pater, et ego mitto vos. Hæc cum dixísset, insufflávit, et dixit eis: Accípite Spíritum Sanctum: quorum remiséritis peccáta, remittúntur eis; et quorum retinuéritis, reténta sunt. Thomas autem unus ex duódecim, qui dícitur Dídymus, non erat cum eis, quando venit Iesus. Dixérunt ergo ei álii discípuli: Vídimus Dóminum. Ille autem dixit eis: Nisi vídero in mánibus eius fixúram clavórum, et mittam dígitum meum in locum clavórum, et mittam manum meam in latus eius, non credam. Et post dies octo, íterum erant discípuli eius intus, et Thomas cum eis. Venit Iesus, iánuis clausis, et stetit in médio, et dixit: Pax vobis. Deínde dicit Thomæ: Infer dígitum tuum huc et vide manus meas, et affer manum tuam et mitte in latus meum: et noli esse incrédulus, sed fidélis. Respóndit Thomas et dixit ei: Dóminus meus et Deus meus. Dixit ei Iesus: Quia vidísti me, Thoma, credidísti: beáti, qui non vidérunt, et credidérunt. Multa quidem et ália signa fecit Iesus in conspéctu discipulórum suórum, quæ non sunt scripta in libro hoc. Hæc autem scripta sunt, ut credátis, quia Iesus est Christus, Fílius Dei: et ut credéntes vitam habeátis in nómine eius.

Vangelo di Giovanni 20, 19 - 31

Traduzione:

In quel tempo, la sera di quel giorno, il primo della settimana, essendo, per paura dei Giudei, chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, venne Gesù, si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! E detto ciò mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. E detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, essi saranno ritenuti. E uno dei dodici, Tommaso, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Ora gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo visto il Signore. Ma egli rispose loro: Non crederò se non dopo aver visto nelle sue mani la piaga fatta dai chiodi e aver messo il mio dito dove erano i chiodi e la mia mano nella ferita del costato. Otto giorni dopo i discepoli si trovavano di nuovo in casa e Tommaso era con loro. Venne Gesù a porte chiuse e stando in mezzo a loro disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani; accosta anche la tua mano e mettila nel mio costato; e non voler essere incredulo, ma fedele. Tommaso gli rispose: Signore mio e Dio mio! E Gesù: Tommaso, tu hai creduto perché mi hai visto con i tuoi occhi; beati coloro che non vedono eppure credono. Gesù fece ancora, in presenza dei suoi discepoli, molti altri miracoli, che non sono stati scritti in questo libro. Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel nome di lui.



Bernardo Strozzi, Incredulità di San Tommaso, olio su tela, Musei di Strada Nuova, Genova.

(photo by Francesco Bianco)


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

venerdì 25 aprile 2025

Rogazioni Maggiori a Ferrara


Santa Messa letta alle ore 18:00 presso la chiesa di Santa Chiara in Corso Giovecca 179, Ferrara.
Celebrante don Davide Benini. 

(photo by Alessandro Franzoni)



***


Link per le donazioni tramite PayPal:

lunedì 21 aprile 2025

Lunedì dell'Ottava di Pasqua


Giovanni Bellini, Cena in Emmaus, copia di opera perduta presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia.

(photo by Francesco Bianco)




VANGELO

In illo témpore: Duo ex discípulis Iesu ibant ipsa die in castéllum, quod erat in spátio stadiórum sexagínta ab Ierúsalem, nómine Emmaus. Et ipsi loquebántur ad ínvicem de his ómnibus, quæ accíderant. Et factum est, dum fabularéntur et secum quǽrerent: et ipse Iesus appropínquans ibat cum illis: óculi autem illórum tenebántur, ne eum agnóscerent. Et ait ad illos: Qui sunt hi sermónes, quos confértis ad ínvicem ambulántes, et estis tristes? Et respóndens unus, cui nomen Cléophas, dixit ei: Tu solus peregrínus es in Ierúsalem, et non cognovísti, quæ facta sunt in illa his diébus? Quibus ille dixit: Quæ? Et dixérunt: De Iesu Nazaréno, qui fuit vir Prophéta potens in ópere et sermóne, coram Deo et omni pópulo: et quómodo eum tradidérunt summi sacerdótes et príncipes nostri in damnatiónem mortis, et crucifixérunt eum. Nos autem sperabámus, quia ipse esset redemptúrus Israël: et nunc super hæc ómnia tértia dies est hódie, quod hæc facta sunt. Sed et mulíeres quædam ex nostris terruérunt nos, quæ ante lucem fuérunt ad monuméntum, et, non invénto córpore eius, venérunt, dicéntes se étiam visiónem Angelórum vidísse, qui dicunt eum vívere. Et abiérunt quidam ex nostris ad monuméntum: et ita invenérunt, sicut mulíeres dixérunt, ipsum vero non invenérunt. Et ipse dixit ad eos: O stulti et tardi corde ad credéndum in ómnibus, quæ locúti sunt Prophétæ! Nonne hæc opórtuit pati Christum, et ita intráre in glóriam suam? Et incípiens a Móyse et ómnibus Prophétis, interpretabátur illis in ómnibus Scriptúris, quæ de ipso erant. Et appropinquavérunt castéllo, quo ibant: et ipse se finxit lóngius ire. Et coëgérunt illum, dicéntes: Mane nobiscum, quóniam advesperáscit et inclináta est iam dies. Et intrávit cum illis. Et factum est, dum recúmberet cum eis, accépit panem, et benedíxit, ac fregit, et porrigébat illis. Et apérti sunt óculi eórum, et cognovérunt eum: et ipse evánuit ex óculis eórum. Et dixérunt ad ínvicem: Nonne cor nostrum ardens erat in nobis, dum loquerétur in via, et aperíret nobis Scriptúras? Et surgéntes eádem hora regréssi sunt in Ierúsalem: et invenérunt congregátas úndecim, et eos, qui cum illis erant, dicéntes: Quod surréxit Dóminus vere, et appáruit Simóni. Et ipsi narrábant, quæ gesta erant in via: et quómodo cognovérunt eum in fractióne panis.

Vangelo di Luca 24, 13 - 35

Traduzione:

In quel tempo: Due discepoli di Gesù andavano ad un villaggio lontano sessanta stadii da Gerusalemme, chiamato Emmaus, e discorrevano fra di loro di tutto quello che era accaduto. Mentre ragionavano e conferivano insieme, Gesù, accostatosi loro, camminava con essi: ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Disse loro: Che discorsi andate facendo per strada, e perché siete malinconici? Uno di essi, chiamato Cleofa, rispose: Tu solo sei forestiero in Gerusalemme e non sai quanto vi è accaduto in questi giorni? E Gesù: E che mai? Ed essi risposero: Quanto riguarda Gesù Nazareno, che fu un profeta, potente in opere e parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo; profeta che i sommi sacerdoti e i nostri capi fecero condannare a morte e crocifiggere. Ora, noi speravamo che fosse colui che avrebbe liberato Israele… Ed invece, con tutto ciò, eccoci al terzo giorno da che tali cose sono accadute. Veramente alcun donne fra noi ci hanno spaventati. Andate prima di giorno al sepolcro, non avendo trovato il corpo di Gesù, sono venute a raccontarci di avere anche veduto una apparizione di Angeli, i quali dicono che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro: ed hanno trovato come avevano detto le donne: ma lui non lo hanno visto. Gesù disse loro: O stolti e tardi di cuore a credere tutto ciò che hanno detto i profeti! Non era forse necessario che il Cristo patisse tali cose, e così entrasse nella sua gloria ? E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegava loro ciò che in tutte le scritture lo riguardava. Giunti presso il villaggio ove erano diretti, egli fece mostra di andare più avanti, ma essi lo trattennero, dicendo: Resta con noi perché si fa sera, e il giorno declina. Egli entrò in casa con loro. Ora, avvenne che, stando a tavola con essi, prese il pane, lo benedisse, lo spezzo e lo diede loro. Allora si aprirono gli occhi dei due e lo riconobbero: ma egli sparì dai loro sguardi. Ed essi dissero fra loro: Non ardeva forse il nostro cuore mentre per strada ci parlava e ci svelava il senso delle scritture? Alzatisi, tornarono subito a Gerusalemme, ove trovarono adunati insieme gli undici e gli altri che stavano con essi, i quali dissero: Il Signore veramente risuscitò ed apparve a Simone. Allora essi raccontarono quel che era accaduto per strada, e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

domenica 20 aprile 2025

Santa Pasqua di NSGC: Messa del Giorno a Ferrara


Santa Messa letta alle ore 8.30 presso la chiesa di Santa Chiara in Corso Giovecca 179, Ferrara.
Celebrante don Davide Benini. 

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: María Magdaléne et María Iacóbi et Salóme emérunt arómata, ut veniéntes úngerent Iesum. Et valde mane una sabbatórum, véniunt ad monuméntum, orto iam sole. Et dicébant ad ínvicem: Quis revólvet nobis lápidem ab óstio monuménti? Et respiciéntes vidérunt revolútum lápidem. Erat quippe magnus valde. Et introëúntes in monuméntum vidérunt iúvenem sedéntem in dextris, coopértum stola cándida, et obstupuérunt. Qui dicit illis: Nolíte expavéscere: Iesum quǽritis Nazarénum, crucifíxum: surréxit, non est hic, ecce locus, ubi posuérunt eum. Sed ite, dícite discípulis eius et Petro, quia præcédit vos in Galilǽam: ibi eum vidébitis, sicut dixit vobis.

Vangelo di Marco 16, 1 - 7

Traduzione:

In quel tempo: Maria Maddalena, Maria di Giacomo, e Salòme, comperàrono degli aromi per andare ad úngere Gesú. E di buon mattino, il primo giorno dopo il sàbato, arrivàrono al sepolcro, che il sole era già sorto. Ora, dicévano tra loro: Chi mai ci sposterà la pietra dall’ingresso del sepolcro? E guardando, vídero che la pietra era stata spostata: ed era molto grande. Entrate nel sepolcro, vídero un giòvane seduto sul lato destro, rivestito di càndida veste, e sbalordírono. Egli disse loro: Non vi spaventate, voi cercate Gesú Nazareno, il crocifisso: è risorto, non è qui: ecco il luogo dove lo avévano posto. Ma andate, e dite ai suoi discépoli, e a Pietro, che egli vi precede in Galilea: là lo vedrete, come vi disse.



Raffaellino de' Carli detto del Garbo, Cristo risorge dal sepolcro, 1505, presso la Galleria dell'Accademia di Firenze.

(photo by Francesco Bianco)


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

sabato 19 aprile 2025

Santa Pasqua di NSGC: Veglia Pasquale


(photo by Alessandro Franzoni)


VANGELO

Véspere autem sábbati, quæ lucéscit in prima sábbati, venit María Magdaléne, et áltera María vidére sepúlcrum. Et ecce terræmótus factus est magnus. Angelus enim Dómini descéndit de cælo: et accédens revólvit lápidem, et sedébat super eum: erat autem aspéctus eius sicut fulgur: et vestiméntum eius sicut nix. Præ timóre autem eius extérriti sunt custódes, et factu sunt velut mórtui. Respóndens autem Angelus, dixit muliéribus: «Nolíte timére vos: scio enim, quod Iesum, qui crucifíxus est, quǽritis: non est hic: surréxit enim, sicut dixit. Veníte, et vidéte locum, ubi pósitus erat Dóminus. Et cito eúntes dícite discípulis eius, quia surréxit et ecce præcédit vos in Galilǽam: ibi eum vidébitis. Ecce prædíxi vobis».

Traduzione:

Dopo il sabato, mentre già albeggiava il primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria tornarono a visitare il sepolcro. Quand'ecco venire un gran terremoto; perché un Angelo del Signore sceso dal cielo si appressò al sepolcro e, ribaltatane la pietra, vi si mise a sedere sopra. Il suo aspetto era come la folgore e la sua veste candida come la neve. E per lo spavento che ebbero di lui tremarono le guardie e rimasero come morte. Ma l'Angelo prese a dire alle donne: «Voi non temete; so che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui; perché è risorto, come aveva detto: venite a vedere il luogo dove giaceva il Signore. Quindi, andate presto a dire ai suoi discepoli: - è risuscitato dai morti: ed ecco vi precede in Galilea, ivi lo vedrete. - Ecco vi ho avvertito.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

venerdì 18 aprile 2025

Venerdì Santo


Tiziano Vecellio, Gesù deriso e coronato di spine (particolare), Altepinakothek a Monaco di Baviera, Germania.

(photo by Francesco Bianco)



 
Passione di Nostro Signore secondo il Vangelo di Giovanni

In quel tempo: Gesù uscì con i' suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove era un orto, e vi entrò in loro compagnia. Conosceva bene anche Giuda quella località, perché Gesù vi andava spesso con i suoi discepoli. Avendo presa una coorte e alcune guardie dai capi dei sacerdoti e dei farisei, Giuda arrivò là con lanterne, con torce e con armi. Gesù pertanto conoscendo tutto ciò che stava per succedergli, andò loro incontro e disse: J. «Chi cercate?». C. Gli risposero: S. Gesù Nazareno! C. E Gesù replicò: J. «Sono io». C. C'era con essi anche Giuda, quello che lo tradiva. Non appena ebbe detto loro: «Sono io» andarono indietro e stramazzarono a terra. Di nuovo perciò domandò loro; J. «Chi cercate?». C. E quelli replicarono: S. Gesù Nazareno! Riprese Gesù: J. «Ve l'ho detto già, che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». C. E ciò accadde perché si avverasse la parola già detta da lui: «Di quelli che tu mi affidasti, non ne perdetti neppure uno». Simon Pietro pertanto, avendo una spada, la sfoderò e, così, percosse un servo del pontefice e gli staccò l'orecchio destro. Questo servo si chiamava Malco. Disse perciò a Pietro Gesù: J. «Rimetti la spada nel fodero. Il calice che il Padre mi porge, non dovrò io berlo?». C. La coorte, intanto, e il tribuno e le guardie dei giudei afferrarono Gesù e lo legarono; e lo menarono prima ad Anna, suocero di Caifa, sommo sacerdote in quell'anno. Anzi, era stato proprio Caifa a dare ai Giudei il suggerimento: È opportuno che un uomo solo muoia invece di tutto il popolo. Andava dietro a Gesù Simon Pietro e un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal pontefice, e perciò entrò con Gesù nell'atrio di Caifa. Pietro invece se ne stava fuori alla porta. L'altro discepolo, conosciuto dal pontefice, riuscì fuori e parlò alla portinaia, la quale fece entrare anche Pietro. Gli disse però la portinaia: S. Che forse anche tu sei discepolo di quell'uomo? C. Rispose: S. No. C. Ora, siccome era freddo, così i servi e le guardie se ne stavano al fuoco e si scaldavano. Anche Pietro era con loro e si scaldava lui pure. Il pontefice pertanto interrogò Gesù intorno ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gli rispose Gesù: J. «Io ho parlato a tutti all'aperto. Ho insegnato sempre nella sinagoga e nel tempio, dove i giudei affluiscono senza numero. In segreto poi non ho insegnato mai nulla. Perché interroghi me? Interroga piuttosto quelli che mi hanno ascoltato. Sanno ben loro quello che ho detto». C. A tali parole di Gesù una guardia, lì presente, gli dette uno schiaffo, esclamando: S. Cosi tu rispondi al pontefice? C. Gli rispose Gesù: J. «Se ho parlato male, mostrami dove è il male; se poi ho parlato bene, perché mi percuoti?». C. Dopo averlo legato, Anna lo mandò al pontefice Caifa. Là era pure Simon Pietro che, in piedi, si stava scaldando. Gli dissero perciò alcuni: S. Forse, anche tu sei dei discepoli di lui? C. Rispose: S. No, no; non sono. C. Riprese uno dei servi del pontefice, parente di quello a cui Pietro aveva staccato l'orecchio: S. O non t'ho veduto io stesso nell'orto con lui? C. E Pietro di bel nuovo negò; e subito cantò il gallo. Condussero pertanto Gesù dalla casa di Caifa al pretorio. S'era fatto giorno oramai; ed essi non entrarono dentro per non contaminarsi, ed esser cosi in grado di mangiare la Pasqua. Uscì perciò Pilato e andò lui verso di loro, domandando: S. Qual è il capo d'accusa che mi presentate contro quest'uomo? C. Per risposta gli dissero: S. Se non fosse un malfattore, noi non te l'avremmo tradotto. C. E Pilato allora per tutta risposta: S. Pigliatevelo, e giudicatelo secondo la legge vostra. C. Ma i giudei gli soggiunsero: S. A noi non è permesso dare la morte a nessuno. C. E ciò, perché si verificasse la parola che aveva detto Gesù intorno al genere di morte che gli sarebbe toccato a subire. Pilato per tanto rientrò nel pretorio, e chiamò Gesù e gli disse: S. Sei tu il re dei giudei? C. Gesù rispose: J. «Dici questo di tuo, oppure te l'han detto altri di me?» C. Pilato gli replicò: S. Sono io forse un giudeo? La tua gente e i pontefici ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto? C. Gesù rispose: J. «Il mio regno non è di questo mondo. Se di questo mondo fosse il mio regno, le mie guardie avrebbero combattuto perché non fossi messo in potere dei giudei. Il mio regno ora non è di qui ». C.  Ma Pilato riprese: S. Dunque tu sei re? C. Gesù rispose: J. «Tu lo dici: io son re. Io sono nato per questo, e per questo son venuto nel mondo, per rendere, cioè, testimonianza alla verità. Chi proviene dalla verità, dà ascolto alla mia parola». C. E Pilato gli domandò: S. Che cos'è la verità? C. Detto ciò, uscì di nuovo verso i Giudei, dicendo loro: S. Io non trovo in lui colpa alcuna. Ma siccome c'è usanza che rilasci libero uno in occasione della Pasqua, così volete che sia messo in libertà il re dei giudei? C. Ma essi gridarono ad una voce, dicendo: S. Non lui, no, vogliamo, ma Barabba! C. E Barabba era un ladro. Pilato prese allora Gesù e lo flagellò. E i soldati intrecciarono una corona di spine e gliela misero sul capo, e lo ricoprirono con una veste rossa. Poi gli si avvicinarono e gli dissero: S. Salve, o re dei giudei, C. e gli davano schiaffi. Di nuovo Pilato uscì fuori e disse: S. Ve lo faccio nuovamente vedere qui, perché vi convinciate che non trovo in lui colpa alcuna. C. Venne fuori infatti Gesù che aveva la corona di spine e la veste di porpora. E disse loro Pilato: S. Eccovi l'uomo!. C. A tal vista, i pontefici e i ministri si dettero a gridare dicendo: S. Crocifiggilo! Crocifiggilo! C. Rispose loro Pilato: S. Pigliatelo e crocifiggetelo voi. Per parte mia, io non vi trovo nessuna colpa. C. Gli replicarono i giudei: S. Noi abbiamo la legge; e secondo la legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio. C. Sentendo queste parole, Pilato s'intimorì ancora di più. Rientrò quindi nel pretorio e interrogò Gesù: S. Di dove sei? C. Gesù per altro non gli dette alcuna risposta. Gli disse perciò Pilato: S. Non mi rispondi? Ma non sai che ho il potere di crocifiggerti, come ho il potere di rimetterti in libertà? C. Gli replicò Gesù: J. «Non avresti potere alcuno sopra di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani, è reo più gravemente di te». C. Da quel punto Pilato cercava, il modo di rimetterlo in libertà. I giudei invece incalzavano dicendo: Se lo rilasci, non sei amico di Cesare. Chiunque infatti pretende di essere re, va contro Cesare. C. Pilato allora, dopo tali discorsi, riportò fuori Gesù, e si assise in tribunale in un punto detto «Litostrato», in lingua ebraica, Gàbbata. Era la vigilia di Pasqua, ed era, quasi, l'ora sesta. Egli disse ai giudei: S. Ecco il vostro re! C. Ed essi per risposta vociarono: S. Toglilo, toglilo di mezzo, e crocifiggilo! C. Replicò loro Pilato: S. Dovrò io crocifiggere il vostro re? C. Gli soggiunsero i pontefici: S. Non abbiamo altro re fuori di Cesare. C. Fu allora che glielo con segnò nelle mani, perché lo mettessero in croce. Afferrarono quindi Gesù e lo menarono fuori. E portando la propria croce, egli si avviò a quel luogo che è chiamato Calvario, cioè, teschio, in ebraico, Golgota; dove lo crocifissero; e con lui crocifissero altri due, uno di qua e uno di là; e Gesù nel mezzo. Pilato, poi, compose il titolo della condanna e lo affisse alla croce. Era scritto: «Gesù Nazareno Re dei Giudei» Questo titolo infatti lo lessero molti, perché era vicino alla città il luogo, dove Gesù era stato crocifisso. Era scritto in ebraico, in greco e in latino. I pontefici ebrei per altro dissero a Pilato: S. Non ci scrivere: «Re dei Giudei» ; ma che costui aveva dichiarato: Io sono il Re dei Giudei. C. Pilato rispose: S. Quel che ho scritto, ho scritto. C. I soldati, pertanto, dopo averlo crocifisso, ne presero la veste e ne fecero quattro parti, una per ciascuno, e si impadronirono pure della tunica; la qual tunica era senza cuciture, perché fatta tutta a maglia dal capo in giù. Si dissero perciò: S. Non la dividiamo, ma tiriamola a sorte è sia di chi la vince. C. E ciò, perché si adempisse la Scrittura che dice: «Si son divisi i miei abiti, e misero a sorte la mia veste». E i soldati fecero appunto così. Stavano poi presso la croce di Gesù la sua Madre e la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Quando Gesù vide la Madre, e, lì vicino, il discepolo a cui voleva bene, disse alla Madre: J. «Donna, ecco il tuo figlio!» C. E poi disse al discepolo: J. «Ecco la tua madre!». E da quel punto il discepolo la ritenne come tale. Dopo ciò, conoscendo Gesù che tutto si era verificato, perché si compisse la Scrittura, disse: J. «Ho sete». C. Vi era lì un vaso pieno di aceto; ed essi, inzuppata una spugna nell'aceto ed avvolta ad ramo di issopo, gliela accostarono fino alla bocca. Dopo che ebbe sorbito l'aceto, Gesù disse: J. «Tutto è compiuto». Ed, abbassato il capo, spirò.
C. Siccome per altro era la Parasceve, così, perché non ne rimanessero in croce i cadaveri nel sabato — in realtà, era molto solenne quel sabato — i giudei pregarono Pilato che fossero ad essi spezzate le gambe e fossero levati via. Vennero infatti i soldati e ruppero le gambe al primo e al secondo che erano stati crocifissi con lui; ma quando furono a Gesù, poiché lo videro già morto non gli fracassarono le gambe; ma un milite gli aperse colla lancia il costato, dal quale uscì subito sangue ed acqua. E chi vide ciò, ne fa testimonianza, ben sapendo di dire la verità, appunto perché crediate anche voi. Tutte queste cose infine sono avvenute, perché si adempisse la Scrittura: «Non romperete a lui nessun osso», e un altro punto della Scrittura che dice: «Volgeranno lo sguardo verso di colui che hanno trafitto». Dopo questi avvenimenti, Giuseppe d'Arimatea — essendo discepolo di Gesù, sebbene di nascosto per paura dei giudei -- pregò Pilato per avere il corpo di Gesù; e Pilato gli permise di prenderlo. Arrivò dunque e prese il corpo di Gesù. Giunse pure Nicodemo — quell'individuo che era andato la prima volta da Gesù di notte -- e portò una mistura di mirra e di aloe, quasi un cento libbre. Presero dunque il corpo di Gesù e lo avvolsero in lenzuoli con gli aromi, come s'usa dai giudei nelle sepolture. In quella località poi, dove [Gesù] era stato crocifisso, si trovava un orto, e nell'orto un sepolcro nuovo, dove non era stato messo nessuno. Ivi appunto, giacché quella tomba era vicina, essendo la Parasceve dei giudei, deposero Gesù.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

giovedì 17 aprile 2025

Giovedì Santo


(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Vocávit Iesus duódecim, et coepit eos míttere binos, et dabat illis potestátem spirítuum immundórum. Et præcépit eis, ne quid tóllerent in via, nisi virgam tantum; non peram, non panem, neque in zona æs, sed calceátos sandáliis, et ne indueréntur duábus túnicis. Et dicébat eis: « Quocúmque introiéritis in domum, illic manéte, donec exeátis inde; et quicúmque non recéperint vos, nec audíerint vos, exeúntes inde, excútite púlverem de pédibus vestris, in testimónium illis ». Et exeúntes prædicábant ut pæniténtiam ágerent; et dæmónia multa eiiciébant, et ungébant óleo multos ægros, et sanábant.

Vangelo di Marco 6, 7 - 13

Traduzione:

In quel tempo, Gesù chiamò i dodici e cominciò a mandarli a due a due, dando loro potere sugli spiriti immondi. E comandò loro di non prendere nulla per il viaggio, tranne il bastone: non bisaccia, non pane, non danaro nella cintura; e disse: « Calzate sandali e non indossate due tuniche ».
E diceva loro: « In qualsiasi casa entrerete, rimanetevi finché non partiate da quel luogo; e se non vorranno ricevervi né ascoltarvi, uscendo di là, scuotete la polvere dai vostri piedi, in testimonianza contro di loro». Ed essi partirono e predicarono che si facesse penitenza; e scacciavano molti demoni e, ungendo con olio molti infermi, li guarivano.


***


Link per le donazioni tramite PayPal:

mercoledì 16 aprile 2025

Mercoledì Santo


Dittico con scene della Passione di Cristo, 1350-1375 ca., ambiente parigino, avorio con montature in metallo, The Metropolitan Museum of Art, New York, particolare dell'Orazione al Monte degli Ulivi.

(foto dal web)




Passione di Nostro Signore secondo il Vangelo di San Luca.

In quel tempo: Uscito Gesù di casa, se ne andò, secondo il suo solito, al Monte Oliveto, e lo seguirono pure i suoi discepoli. Giunto colà, disse loro: J. Pregate, perché non abbiate a entrare in tentazione. C. Egli poi si distaccò da loro quanto un tiro di sasso e, messosi in ginocchio, pregava, dicendo: J. Padre, se vuoi, allontana da me questo calice; non si faccia peraltro la mia volontà, ma la tua. C. Gli apparve allora un Angelo dal cielo che lo confortò. Ed, entrato in agonia, più lungamente pregava. E gli venne un sudore come di gocce di sangue che cadeva fino a terra. E quando si fu alzato dall'orazione e si fu avvicinato ai suoi discépoli, li trovò che dalla tristezza dormivano. Disse loro perciò: J. Ma perché dormite? Alzatevi e pregate, se non volete entrare in tentazione. C. Diceva così, quand'ecco arrivò là una turba di gente, e quello che aveva nome Giuda, uno dei dodici, precedeva tutti; e si accostò a Gesù per dargli un bacio. Gesù però gli disse: J. Giuda, con un bacio tu tradisci il Figliò dell'uomo? C. Vedendo, coloro che gli stavano vicini, dove sarebbe andata a finire la cosa, gli dissero: S. Signore, e se noi adoperassimo la spada? C. Infatti uno di essi percosse un servo del capo dei sacerdoti e gli recise l'orecchio destro. Ma Gesù, riallacciando il discorso, disse: J. Basta così! C. E toccatogli l'orecchio, glielo risanò. Rivolto quindi ai capi dei sacerdoti e ai magistrati del tempio, ed agli anziani del popolo che erano andati là, soggiunse: J. Siete venuti con spade e con bastoni quasi che io fossi stato un ladrone; mentre tutti i giorni ero nel tempio, e voi non moveste una mano contro di me. Ma questa è l'ora vostra ed è la potestà delle tenebre. C. Arrestato che l'ebbero, lo condussero a casa del sommo sacerdote; mentre Pietro lo seguiva alla lontana. Dopo avere acceso un fuoco in mezzo al cortile, quella gente ci si era messa attorno, e Pietro con loro. Avendolo veduto una serva, mentr'egli si scaldava, e avendolo sbirciato ben bene per assicurarsene, esclamò: S. Anche quest'uomo era con lui. C. Ma egli lo negò, dicendo: S. Donna, io non lo conosco. C. E dopo un po' un altro, vedendolo, disse: S. Anche tu sei di costoro. C. Ma Pietro rispose: S. Buon uomo, non sono io. C. E dopo un intervallo quasi di un'ora, un altro affermava con dire: S. Senza dubbio egli era con lui, dal momento che egli è Galileo. C. E Pietro: S. Uomo, io non so quello che dici. C. Ma mentr'egli parlava, ecco che un gallo cantò. E il Signore si voltò e guardò Pietro. Egli allora si rammentò di quel che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte». E levatosi di là, pianse amaramente. Coloro intanto che tenevano legato Gesù, Io schernivano e lo percuotevano, e lo bendavano e gli davano schiaffi, e poi lo interrogavano, dicendogli: S. Indovina chi t'ha percosso? E tant'altre cose, bestemmiando, dicevano contro di lui. C. E come si fu fatto giorno, si radunarono gli anziani del popolo e i capi dei sacerdoti e gli scribi, e portarono Gesù nel sinedrio, e gli domandarono: S. Dicci se sei il Cristo. C. Rispose: J. Se vi dico di sì, voi non mi credete; se poi interrogo voi, non mi risponderete, ne mi metterete in libertà. Ma d'ora in avanti il Figlio dell'uomo starà seduto alla destra della potenza di Dio. C. E allora gli dissero tutti: S. Tu dunque sei Figlio di Dio? C. Rispose: J. Voi stessi lo dite che sono. C. Ma quelli conclusero: S. Che c'è più bisogno di aver testimoni? Noi stessi l'abbiamo appreso dalle stesse sue labbra. C. Levatasi su tutta quella moltitudine, lo condussero a Pilato. E lì cominciarono ad accusarlo, dicendo: S. L'abbiamo sorpreso, mentre sobillava il nostro popolo e lo sconsigliava a pagare a Cesare il tributo, e mentre affermava di essere il Cristo re. C. Pilato però lo interrogò con dirgli: S. Tu sei il re dei giudei? C. Egli rispose: J. Tu lo dici! C. Disse perciò Pilato ai capi dei sacerdoti: S. Io non trovo nulla di colpevole in quest'uomo. C. Ma quelli insistevano e dicevano: S. Mette sottosopra il popolo, insegnando per tutta la Giudea dopo aver principiato dalla Galilea fin qua. C. Sentendo ricordare la Galilea, Pilato domandò se egli fosse Galileo. Saputo, quindi, che egli era della giurisdizione d'Erode, lo mandò a lui, trovandosi egli pure in Gerusalemme in quei giorni. Al veder pertanto Gesù, Erode provò gran piacere. Egli era bramoso da gran tempo di vederlo, perché aveva sentito dir molte cose di lui, e perché sperava di vedergli fare qualche miracolo. Gli rivolse quindi molte domande; ma lui non gli rispose. E i capi dei sacerdoti e gli scribi insistevano ed accusarlo con più accanimento; mentre Erode con i suoi soldati lo derideva. E, dopo averlo vestito, per scherno, d'una veste bianca, lo rimandò a Pilato. Così Erode e Pilato diventarono amici in quel medesimo giorno, mentre prima erano nemici tra loro. Pilato, allora, adunati i capi dei sacerdoti e i magistrati del popolo, disse loro: S. Mi presentaste quest'uomo come sollevatore del popolo; ed ecco che, interrogatolo alla vostra presenza, non ho trovato in lui colpa alcuna delle tante accuse portate contro di lui. Ma nemmeno Erode! Infatti vi mandai da lui, ed ecco qua che nulla gli è stato fatto che sia degno di morte. Gli darò pertanto un castigo, e poi lo rimetterò in libertà. C. Ora egli era obbligato, in occasione della festa, a liberare in grazia loro uno dal carcere. Ma tutto il popolo ad una voce gridò: S. Levaci di mezzo lui, e lasciaci libero. Barabba! C. Il quale Barabba era stato messo in prigione a causa d'una rivolta e d'un omicidio commesso. Perciò Pilato parlò loro di nuovo, con l’intendimento di liberare Gesù. Ma essi, rispondendogli, gridavano: S. Crocifiggilo! Crocifiggilo! C. E per la terza volta disse loro: S. Ma che male ha egli fatto? Io non trovo in lui nessuna ragione di morte. Gli darò dunque una punizione e poi lo libererò. C. Ma essi incalzavano con voci sempre più grosse e chiedevano che fosse crocifisso. E così con sempre maggiore insistenza! Pilato allora sentenziò che fosse soddisfatta la loro richiesta. Liberò, cioè, quello che per omicidio e per ribellione era stato messo in prigione, e rilasciò Gesù al loro arbitrio. E mentre lo portavano via, fermarono un certo Simone di Cirene che tornava dalla campagna, e lo costrinsero a portare la croce, andando dietro Gesù. Lo seguiva molta turba di popolo e di donne, le quali piangevano ed emettevano lamenti per lui. E Gesù, volto verso di loro, disse: J. Figliuole di Gerusalemme, non piangete su di me; piangete piuttosto sopra voi stesse e sopra i vostri figliuoli; perché verranno giorni, nei quali sarà detto: Beate le sterili, e beati quei seni che non hanno generato e le mammelle che non hanno dato mai latte! Cominceranno allora a dire ai monti: Cadete sopra di noi!, e alle colline: Ricopriteci! Perché, se queste cose avvengono a un legno verde, che ne sarà di quello secco? C. Ed erano condotti insieme a lui due altri malfattori, perché dovevano esser giustiziati. Giunti che furono in un luogo chiamato Calvario, vi crocifissero Gesù e i due ladroni: uno alla sua destra e uno alla sua .sinistra. E Gesù diceva: J. Padre, perdona loro, perché non san quello che fanno. C. E, per dividersene le vesti, le tirarono a sorte. Il popolo poi se ne stava lì a vedere, e i caporioni cogli altri lo deridevano, dicendo: S. Salvò gli altri; ora salvi se stesso, se davvero è il Cristo, l'eletto di Dio. C. Lo insultavano ancora i soldati, mentre gli si avvicinavano e gli porgevano l'aceto. Dicevano: S. Se tu sei il re dei giudei, salvati. C. Era poi stata posta un'iscrizione sopra il capo di lui, scritta in greco, in latino e in ebraico: - Questo è il Re dei Giudei-. Uno di quei due ladroni, ivi giustiziati, lo bestemmiava, dicendogli: S. Se sei il Cristo, salva te stesso e noi. C. Ma l'altro [ladrone] per risposta lo sgridava, dicendogli: S. Nemmeno tu temi Dio, dal momento che ti trovi nello stesso supplizio? E, purtroppo, giustamente noi ci troviamo qui subendo un trattamento degno delle nostre azioni; ma lui non ha fatto nulla di male. C. E disse a Gesù: S. Signore, ricordati di me, arrivato che sarai nel tuo regno. C. E Gesù gli rispose: J. In verità ti dico: Oggi sarai con me in paradiso. C. Era quasi l'ora sesta, e si fece un gran buio per tutta la terra fino all'ora nona. E il sole si oscurò, e il velo del tempio si squarciò per il mezzo. Ed esclamando [Gesù] con gran voce, disse: J. Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito. C. E così dicendo, spirò. Considerando pertanto il centurione quello che era avvenuto, glorificò Iddio dicendo: S. Veramente quest'uomo era un giusto! C. E tutta la folla di coloro che erano stati presenti a quello spettacolo ed erano testimoni di quello che avveniva, se ne tornarono indietro battendosi il petto. Tutti i conoscenti di lui poi, come pure le donne che l'avevano seguito dalla Galilea, se ne tenevano lontani, osservando tali cose. Ma ecco arrivare un tale, chiamato Giuseppe, che era decurione, uomo buono e giusto. Egli non aveva preso mai parte alle decisioni, né all'operato degli altri; cittadino d'Arimatea, città della Giudea, egli pure aspettava il Regno di Dio. Si presentò perciò a Pilato e gli domandò il corpo di Gesù. Dopo averlo deposto, Io avvolse in un lenzuolo e lo compose in un sepolcro scavato nel sasso, dove fino allora non era stato mai sepolto nessuno.


***


Link per le donazioni tramite PayPal: