(foto dal web)
Agiografia:
Eufranio Desideri, terzo di otto figli,
nacque a Leonessa, allora diocesi di Spoleto, l’8 gennaio 1556. A
quindici anni maturò la sua vocazione tra i Cappuccini e trascorse
molti anni della sua formazione a Perugia, nel convento di
Montemalbe, dove, da novizio, scrisse una significativa professione
di fede e di fedeltà assoluta alla Chiesa. Ottenuta la patente di
predicatore, iniziò la sua itineranza nei piccoli paesi della
montagna umbro-marchigiana. Avendo chiesto di recarsi in missione, il
1° agosto 1587, in occasione del “perdono di Assisi”, ottenne
l’obbedienza per far parte del gruppo di missionari che Sisto V
inviò a Costantinopoli, i primi dopo i fatti di Lepanto; ed ivi
operò tra i cristiani condannati alle galere. Scampato alla peste,
volle tentare, come san Francesco, di avvicinare il sultano Murad III
per annunciargli Cristo. Catturato, fu appeso per una mano e un piede
al gancio, da cui fu liberato dopo atroci sofferenze per l’intervento
dell’ambasciatore di Venezia e probabilmente della stessa sultana.
Tornato in Italia nell’estate del 1589, fece relazione di tutto al
papa, che lo ebbe caro. In Umbria si dedicò per un ventennio ad una
attività di predicazione intensissima, fino a 7-8 sermoni al giorno,
nei piccoli paesi – mai volle predicare nelle grandi città –
operando anche sul piano sociale a difesa dei poveri, fondando monti
frumentari e ospedali, promovendo pacificazioni clamorose anche per
incarico dell’autorità, operando come taumaturgo a sollievo delle
popolazioni bisognose per le frequenti carestie e pestilenze. Fu
molto austero con se stesso per i digiuni, le penitenze, le veglie di
preghiera. In queste sue peregrinazioni visitò frequentemente tutte
le diocesi dell’Umbria. Quanto al territorio di Perugia: nel 1591
fu chiamato nel castello di Sant’Apollinare per convertire uno
schiavo turco; nel 1596 predicò il quaresimale a Cerqueto,
fondandovi un ospedale. Per la sua fama di santità il vescovo di
Perugia, Napoleone Comitoli, gli scrisse il 4 luglio 1602 per
esortarlo a predicare nella sua diocesi “in tutti quei luoghi che
le parerà”, concedendogli indulgenze. Tra il 1605 e il 1606 fu a
Città della Pieve come vicario; successivamente fu designato per un
triennio come segretario del ministro provinciale e in tale veste
tornò al convento di Montemalbe. Itinerari analoghi a quelli di
Perugia possono essere ricostruiti per ogni diocesi dell’Umbria, da
lui tutte ripetutamente visitate con corsi di predicazione. Morì il
4 febbraio 1612 nel convento di Amatrice. Ad appena otto giorni dalla
morte il vicario generale di Spoleto dava ordine di raccogliere
testimonianze sulla sua santa vita. Il suo corpo fu “trasferito”
a Leonessa nella notte del 18 settembre 1639 in occasione d’un
grave terremoto."
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