Chiesa di San Bernardo d'Aosta (detto Oratorio della Mora), Briona (Novara).
(foto dal web)
È situato a ovest del paese del pese
di Briona (Novara), poco prima dell'attraversamento della roggia
Mora. In origine il modesto edificio, a pianta rettangolare con volta
a botte, era privo di facciata: così fu visto ancora in occasione
della visita pastorale del 1671 (vescovo Giacomo Maraviglia), mentre
quella del 1761 (vescovo Marco Aurelio Balbis Bertone) registrava il
lieve prolungamento e la costruzione della facciata, intervento che
diede all'oratorio l'aspetto che vediamo ora.
Un'iscrizione, conservata in parte
sulla parete sud, ci dice che gli affreschi furono commissionati da
Angelo de Ferrari di Briona, canonico della chiesa e prepositura dei
Santi Nicola e Bernardo del Monte Giove, l'1 settembre 1463. Sopra
vediamo lo stemma dei Tornielli, famiglia che in quell'epoca stava
consolidando le sue prerogative nel territorio di Briona, e che forse
aveva affidato l'oratorio al Ferrari.
Il ciclo che qui vediamo è una delle
più importanti prove del pittore Giovanni de Campo, anello di
congiunzione tra tardogotico e rinascimento, e della sua bottega.
Sulla parete di fondo vediamo una Madonna del latte in trono,
circondata a destra da san Bernardo d'Aosta che tiene un diavolo alla
catena, e a sinistra dai santi Stefano e Sebastiano. In alto una
piccola Crocifissione con dolenti, tra riquadri ornati da motivi
floreali.
Sulla parete sud, alla nostra sinistra,
vediamo i santi Teodulo, Lucia, Nicola, Lorenzo diacono, Michele
Arcangelo e Agostino. Sopra, sulla volta a botte, vediamo
invece sei Profeti: Sofonia, Gioele, Malachia, Michea, Ezechiele e
Daniele. Spostiamo ora lo sguardo sulla parete
destra (nord). Ecco i santi Gottardo, Maria Maddalena, Alessandro,
Giovanni Battista e Gaudenzio. Sopra, un'altra serie di Profeti:
Geremia, Davide, Isaia, Zaccaria, Osea e Amos.
I santi Bernardo, Gottardo, Teodulo e
Nicola (protettore personale di San Bernardo d'Aosta) erano
particolarmente venerati dai canonici del Monte Giove, e in generale
nelle zone alpine. La raffigurazione dei Profeti si ritrova, molto
simile, in un'altra opera di De Campo: il ciclo nella chiesa di San
Michele a Massino Visconti, nel quale ogni profeta - come a Briona -
è sotto un'arcata trilobata e porta un cartiglio con un versetto del
libro del Vecchio Testamento che da lui prende il nome. I Profeti non
si trovano frequentemente negli affreschi delle campagne novaresi del
Quattrocento: il Ferrari, quindi, doveva essere un committente
particolarmente colto.
Nella produzione di De Campo e della
sua bottega l'ancoramento alla tradizione tardogotica si rintraccia
nei ricchi mantelli dai colori smaglianti, nei volti lievemente
affusolati e negli sguardi quasi straniti dei personaggi. Alcune
scelte rimandano alla cultura cortese: si veda l'armatura di San
Michele.
Per approfondire: "Briona, San Bernardo d'Aosta, detto oratorio della Mora", in "Affreschi novaresi del Trecento e del Quattrocento: arte, devozione e società", a cura di Fabio Bisogni e Chiara Calciolari, Novara 2006, pp. 175-177.
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