lunedì 18 luglio 2011

18 luglio: san Camillo de Lellis


(photo by Alessandro Franzoni)




IN BREVE

Lo Spirito Santo, che si è manifestato in ogni modo nell'anima dei Santi dei Ciclo Santorale a partire dalla Festa della Pentecoste, ci fa ammira oggi la figura di san Camillo de Lellis, che manifestò la carità soprattutto nella cura del prossimo. Nato nel 1550, nel Regno di Napoli, da una famiglia nobile, entrò nei Cappuccini, ma un male, che ebbe in una gamba, l'obbligò per due volte a uscirne. Dio, infatti, lo destinava a fondare una Congregazione di chierici regolari, consacrati al servizio degli infermi e dei malati. Ottenne il riconoscimento dalla Santa Sede. Si ispirò all'esempio di Gesù cristo, che è morto per noi (Epistola) e che ha annunciato che non vi è maggiore prova d'amore che dare la propria vita per gli altri (Introito e Vangelo). I suoi religiosi si impegnano nell'assistenza dei malati, persino affetti dalla peste. San Camillo, ugualmente come il suo Istituto, ricevette da Dio la grazia speciale d'aiutare nel conforto le anime nella lotta ultima dell'agonia (Orazione e Secreta); per questo la Chiesa ha inserito il suo nome nelle Litanie degli Agonizzanti. San Camillo morì a Roma il 14 luglio 1614.

domenica 3 luglio 2011

Terza domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo, Venezia.
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP.

Foto dal defunto blog Sacris Solemniis




VANGELO

In illo témpore: Erant appropinquántes ad Iesum publicáni et peccatóres, ut audírent illum. Et murmurábant pharisǽi et scribæ, dicéntes: Quia hic peccatóres recipit et mandúcat cum illis. Et ait ad illos parábolam istam, dicens: Quis ex vobis homo, qui habet centum oves: et si perdíderit unam ex illis, nonne dimíttit nonagínta novem in desérto, et vadit ad illam, quæ períerat, donec invéniat eam? Et cum invénerit eam, impónit in húmeros suos gaudens: et véniens domum, cónvocat amícos et vicínos, dicens illis: Congratulámini mihi, quia invéni ovem meam, quæ períerat? Dico vobis, quod ita gáudium erit in cœlo super uno peccatóre pœniténtiam agénte, quam super nonagínta novem iustis, qui non índigent pœniténtia. Aut quæ múlier habens drachmas decem, si perdíderit drachmam unam, nonne accéndit lucérnam, et evérrit domum, et quærit diligénter, donec invéniat? Et cum invénerit, cónvocat amícas et vicínas, dicens: Congratulámini mihi, quia invéni drachmam, quam perdíderam? Ita dico vobis: gáudium erit coram Angelis Dei super uno peccatóre pœniténtiam agénte.

(Vangelo secondo Luca 15, 1 - 10)

Traduzione:

In quel tempo: Si erano accostati a Gesú pubblicani e peccatori per ascoltarlo. E scribi e farisei mormoravano, dicendo: Riceve i peccatori e mangia con essi. Allora egli disse questa parabola: Chi di voi, avendo cento pecore, perdutane una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella smarrita finché la ritrova? E ritrovatala, non la pone contento sulle spalle e, tornato a casa, raduna amici e vicini, dicendo loro: Congratulatevi con me, perché ho ritrovata la pecora che si era smarrita? Io vi dico che in cielo vi sarà piú gioia per un peccatore che fa penitenza, che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza. E qual è quella donna che, avendo dieci dracme, se ne avrà perduta una, non accende la lucerna e non spazza tutta la casa e non cerca diligentemente finché non la ritrova? E appena l’avrà ritrovata non chiama le amiche e le vicine, dicendo loro: Congratulatevi con me, perché ho ritrovata la dracma che avevo perduta? Io vi dico che vi sarà un grande gàudio tra gli Angeli di Dio per un peccatore che fa penitenza.