martedì 25 aprile 2017

Secondi Vespri ed Adorazione alla Basilica di San Marco (Venezia)


Nella festa liturgica del Santo Evangelista.

(photo by Alessandro Franzoni)





San Marco a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo, Venezia.
Celebrante don Cyrille Sow FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Designávit Dóminus et alios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et dicébat illis: Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam. Ite: ecce, ego mitto vos sicut agnos inter lupos. Nolíte portare sacculum neque peram neque calceaménta; et néminem per viam salutavéritis. In quamcúmque domum intravéritis, primum dícite: Pax huic dómui: et si ibi fúerit fílius pacis, requiéscet super illum pax vestra: sin autem, ad vos revertátur. In eádem autem domo manéte, edéntes et bibéntes quæ apud illos sunt: dignus est enim operárius mercéde sua. Nolíte transíre de domo in domum. Et in quamcúmque civitátem intravéritis, et suscéperint vos, manducáte quæ apponúntur vobis: et curáte infírmos, qui in illa sunt, et dícite illis: Appropinquávit in vos regnum Dei.

(Vangelo secondo Luca 10, 1 - 9)

Traduzione:

In quel tempo: Il Signore scelse anche altri settantadue discepoli e li mandò a due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove egli era per andare. E diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai per la sua mietitura. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate né borsa, né sacca, né sandali; e per la strada non salutate nessuno. In qualunque casa entrerete, dite prima di tutto: “Pace a questa casa”. E se ci sarà un figlio di pace riposerà su di lui la pace vostra, altrimenti ritornerà a voi. E nella stessa casa restate, mangiando e bevendo di quel che vi dànno; perché l'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa. E in qualunque città entrerete, se vi accolgono, mangiate di quel che vi sarà messo davanti e guarite gli infermi che ci sono, e dite loro: "Sta per venire a voi il Regno di Dio"».


domenica 23 aprile 2017

Domenica in Albis a Venezia


Santa Messa solenne nella chiesa di san Simon Piccolo (Venezia).
Celebrante don Cyrille Sow FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Cum sero esset die illo, una sabbatórum, et fores essent clausæ, ubi erant discípuli congregáti propter metum Iudæórum: venit Iesus, et stetit in médio, et dixit eis: Pax vobis. Et cum hoc dixísset, osténdit eis manus et latus. Gavísi sunt ergo discípuli, viso Dómino. Dixit ergo eis íterum: Pax vobis. Sicut misit me Pater, et ego mitto vos. Hæc cum dixísset, insufflávit, et dixit eis: Accípite Spíritum Sanctum: quorum remiseritis peccáta, remittúntur eis; et quorum retinuéritis, reténta sunt. Thomas autem unus ex duódecim, qui dícitur Dídymus, non erat cum eis, quando venit Iesus. Dixérunt ergo ei alii discípuli: Vídimus Dóminum. Ille autem dixit eis: Nisi vídero in mánibus eius fixúram clavórum, et mittam dígitum meum in locum clavórum, et mittam manum meam in latus eius, non credam. Et post dies octo, íterum erant discípuli eius intus, et Thomas cum eis. Venit Iesus, iánuis clausis, et stetit in médio, et dixit: Pax vobis. Deinde dicit Thomæ: Infer dígitum tuum huc et vide manus meas, et affer manum tuam et mitte in latus meum: et noli esse incrédulus, sed fidélis. Respóndit Thomas et dixit ei: Dóminus meus et Deus meus. Dixit ei Iesus: Quia vidísti me, Thoma, credidísti: beáti, qui non vidérunt, et credidérunt. Multa quidem et alia signa fecit Iesus in conspéctu discipulórum suórum, quæ non sunt scripta in libro hoc. Hæc autem scripta sunt, ut credátis, quia Iesus est Christus, Fílius Dei: et ut credéntes vitam habeátis in nómine eius. 

Vangelo secondo Giovanni 20, 19 - 31

Traduzione:

In quel tempo, la sera di quel giorno, il primo della settimana, essendo, per paura dei Giudei, chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, venne Gesù, si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! E detto ciò mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. E detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, essi saranno ritenuti. E uno dei dodici, Tommaso, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Ora gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo visto il Signore. Ma egli rispose loro: Non crederò se non dopo aver visto nelle sue mani la piaga fatta dai chiodi e aver messo il mio dito dove erano i chiodi e la mia mano nella ferita del costato. Otto giorni dopo i discepoli si trovavano di nuovo in casa e Tommaso era con loro. Venne Gesù a porte chiuse e stando in mezzo a loro disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani; accosta anche la tua mano e mettila nel mio costato; e non voler essere incredulo, ma fedele. Tommaso gli rispose: Signore mio e Dio mio! E Gesù: Tommaso, tu hai creduto perché mi hai visto con i tuoi occhi; beati coloro che non vedono eppure credono. Gesù fece ancora, in presenza dei suoi discepoli, molti altri miracoli, che non sono stati scritti in questo libro. Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel nome di lui




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venerdì 21 aprile 2017

Santa Messa a Venezia


Santa Messa letta presso la chiesa di san Simon Piccolo, Venezia.
Sesto giorno dell'Ottava di Pasqua.
Celebrante don Cyrille Sow FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Undecim discípuli abiérunt in Galilǽam, in montem, ubi constitúerat illis Iesus. Et vidéntes eum adoravérunt: quidam autem dubitavérunt. Et accédens Iesus locútus est eis, dicens: Data est mihi omnis potéstas in cœlo et in terra. Eúntes ergo, docéte omnes gentes, baptizántes eos in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti: docentes eos serváre ómnia, quæcúmque mandávi vobis. Et ecce, ego vobíscum sum ómnibus diébus usque ad consummatiónem sǽculi.

(Vangelo secondo Matteo 28, 16 - 20)

Traduzione:

In quel tempo gli undici discepoli andarono in Galilea al monte designato loro da Gesù. E, vedutolo, lo adorarono, mentre alcuni avevano prima dubitato. E Gesù, accostatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere, in cielo e in terra. Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo».

mercoledì 19 aprile 2017

Riguardo al sollevare la pianeta (o la casula) al momento delle Elevazioni...



Nella celebrazione della Santa Messa nella Forma Straordinaria del Rito Romano il ministro (diacono o chierichetto) deve alzare leggermente il lembo del paramento del celebrante con la sua mano sinistra quando egli sta elevando l'Ostia magna o il calice del Prezioso sangue. Questa rubrica è indicata nel Ritus Servandus VIII, 8; nel Caerimoniale Episcoporum 2, VIII e infine nella risosta della Congregazione dei Sacri Riti n° 3535.

Qual è l'origine di questa pratica? Tale uso inizia nel periodo in cui le casule erano larghe ed avvolgenti e costringevano il celebrante al momento di alzare le braccia sopra il capo. Ecco che alzare il lembo destro permette allora al celebrante un ampio movimento delle braccia. Quindi, l'origine di tale azione cerimoniale è puramente pratica. Molto è stato scritto sulla mistica e sul simbolismo di tale gesto, ma sostanzialmente su basi non comprovate.

I libri di cerimonie illustrano sempre che il gesto del sollevamento sia molto leggero: mai è stato inteso che il paramento venga alzato quasi a metà del dorso del celebrante o, nel caso peggiore, sollevato da entrambe le mani dal serviente, facendo sembrare la pianeta (o la casula) come una fantasmagorica navigazione ecclesiastica ad ali spiegate. Infatti delle pose assurde ed esagerate potrebbero distrarre sia il celebrante che i fedeli.

Se poi il paramento non è per nulla ampio, come una pianeta ad esempio, c'è una minore necessità del sollevamento durante le Elevazioni; che avvenga con la modestia di pochi centimetri al massimo. Inoltre tale gesto accompagna solo le attuali Elevazioni e non le genuflessioni del celebrante, come alcune volte si vede fare erroneamente.

La foto qui sotto in bianco e nero  scattata durante una Messa letta nell'Abbazia di Prinknash (Inghilterra) nel 1940 riproduce perfettamente come dovrebbe essere eseguito il gesto.


(QUI l'articolo originale in lingua inglese del blog Saint Bede Studio, dal quale abbiamo avuto espressa autorizzazione a fornirne pubblicazione in traduzione italiana)

domenica 16 aprile 2017

Santa Pasqua a Roma


Christus
Resurrexit
Vere!

Santa Messa solenne nel giorno di Pasqua.
Chiesa della chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, a Roma.

(photo by Alessandro Franzoni)

sabato 15 aprile 2017

domenica 9 aprile 2017

Domenica delle Palme a Roma


Santa Messa pontificale di mons F.Baqué per la Domenica delle Palme alla chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma, preceduta dalla solenne processione delle Palme.

(photo by Alessandro Franzoni)







Passione di NSGC secondo san Matteo.

Arrivò alfine ad un luogo, nominato Getsemani, e Gesù disse ai suoi discepoli: J. Fermatevi qui, mentre io vado più in là a fare orazione. C. E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a farsi triste e ad essere mesto. E disse loro: J. È afflitta l'anima mia fino a morirne. Rimanete qui e vegliate con me. C. E fattosi un poco più in avanti, si prostrò a terra colla faccia e disse: J. Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. In ogni modo non come voglio io [si faccia], ma come vuoi tu. C. E tornò dai suoi discepoli e li trovò che dormivano. Disse quindi a Pietro: J. E cosi, non poteste vegliare un'ora con me? Vegliate e pregate, perché non siate sospinti in tentazione. Lo spirito, in realtà, è pronto, ma è fiacca la carne. C. Di nuovo se ne andò per la seconda volta, e pregò, dicendo: J. Padre mio, se non può passar questo calice senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà. C. E ritornò di nuovo a loro, e li ritrovò addormentati. I loro occhi erano proprio oppressi dal sonno. E, lasciatili stare, andò nuovamente a pregare per la terza volta, dicendo le stesse parole. Fu allora che si riavvicinò ai suoi discepoli e disse loro: J. Dormite pure e riposatevi. Oramai l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi e andiamo; ecco che è vicino colui che mi tradirà. C. Diceva appunto così, quando arrivò Giuda, uno dei dodici e con lui una gran turba di gente con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore, aveva dato loro questo segnale, dicendo: S. Quello che io bacerò, è proprio lui; pigliatelo. C. E, senza indugiare, accostatosi a Gesù, disse: S. Salve, o Maestro! C. E gli dette un bacio. Gesù gli disse: J. Amico, a che fine sei tu venuto? C. E allora si fecero avanti gli misero le mani addosso e lo catturarono. Ma ecco che uno di quelli che erano con Gesù, stesa la mano, sfoderò una spada e, ferito un servo del principe dei sacerdoti, gli staccò un orecchio. Allora gli disse Gesù: J. Rimetti al suo posto la spada, perché chi darà di mano alla spada, di spada perirà. Credi tu forse che io non possa pregare il Padre mio, e che egli non possa fornirmi all'istante più di dodici legioni di Angeli? Come dunque potranno verificarsi le Scritture, dal momento che deve succedere così? C. In quel punto medesimo disse Gesù alle turbe: J. Come un assassino siete venuti a prendermi, con spade e bastoni. Ogni giorno io me ne stavo nel tempio a insegnare, e allora non mi prendeste mai. C. E tutto questo avvenne, perché si compissero le scritture dei Profeti. Dopo ciò, tutti i discepoli lo abbandonarono, dandosi alla fuga. Ma quelli, afferrato Gesù, lo condussero a Caifa; principe dei sacerdoti, presso il quale si erano radunati gli scribi e gli anziani. Pietro però lo aveva seguito alla lontana fino all'atrio del principe dei sacerdoti; ed, entrato là, si era messo a sedere coi servi allo scopo di vedere la fine. I capi dei sacerdoti intanto e tutto il consiglio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù per aver modo di metterlo a morte; ma non trovandola, si fecero avanti molti falsi testimoni. Per ultimo se ne presentarono altri due, e dissero: S. Costui disse: Io posso distruggere il tempio di Dio, e in tre giorni posso rifabbricarlo. C. Levatosi su allora il principe dei sacerdoti, disse [a Gesù]: S. Io ti scongiuro per il Dio vivo, che tu ci dica, se sei il Cristo, figlio di Dio. C. Gesù rispose: J. Tu l'hai detto. Anzi vi dico che vedrete altresì il Figlio dell'uomo, assiso alla destra della Potenza di Dio, venir giù sulle nubi del cielo. C. Il principe dei sacerdoti allora si strappò le vesti, dicendo: S. Egli ha bestemmiato! Che abbiamo più bisogno di testimoni? Voi stessi ora ne avete sentito la bestemmia! Che ve ne pare? C. Egli ha bestemmiato! Che abbiamo più bisogno di testimoni? Voi stessi ora ne avete sentito la bestemmia! Che ve ne pare? C. È reo di morte! C. Allora gli sputarono in faccia e lo ammaccarono coi pugni. Altri poi lo schiaffeggiarono e gli dicevano: S. Indovina, o Cristo, chi è che ti ha percosso. C. Pietro intanto se ne stava seduto fuori nell'atrio. Or gli si accostò una serva e gli disse: S. Anche tu eri con Gesù di Galilea. C. Ma egli, alla presenza di tutti, negò, dicendo: S. Non capisco quello che dici. C. Mentre poi stava per uscire dalla porta, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: S. Anche lui era con Gesù Nazareno! C. E di nuovo egli negò giurando: S. Io non conosco quest'uomo! C. Di lì a poco gli si avvicinarono coloro che si trovavano là, e dissero a Pietro: S. Tu sei davvero uno di quelli, perché anche il tuo accento ti da a conoscere per tale. C. Cominciò allora a imprecare e a scongiurare che non aveva mai conosciuto quell'uomo. E a un tratto il gallo cantò; allora Pietro si rammentò del discorso di Gesù: «Prima che il gallo canti, tu mi avrai rinnegato tre volte»; ed uscito di là, pianse amaramente. Fattosi poi giorno, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo congiurarono insieme contro Gesù per metterlo a morte; e, legatolo, lo portarono via e lo presentarono al governatore Ponzio Pilato. Il traditore Giuda, allora, visto che Gesù era stato condannato, sospinto dal rimorso, riportò ai capi dei sacerdoti e agli anziani i trenta denari, e disse: S. Ho fatto male, tradendo il sangue d'un innocente! C. Ma essi risposero: S. Che ci importa? Pensaci tu! C. Gettate perciò nel tempio le trenta monete d'argento, egli si ritirò di là, andando a impiccarsi con un laccio. I capi dei sacerdoti per altro, raccattate le monete, dissero: S. Non conviene metterle colle altre nel tesoro, essendo prezzo di sangue. C. Dopo essersi consultati tra di loro, acquistarono con esse un campo d'un vasaio per seppellirvi i forestieri. Per questo, quel campo fu chiamato Aceldama, vale a dire, campo del sangue; e ciò fino ad oggi. Così si verificò quello che era stato predetto per mezzo di Geremia profeta: «Ed hanno ricevuto i trenta denari d'argento, prezzo di colui che fu venduto dai figliuoli d'Israele, e li hanno impiegati nell'acquisto del campo d'un vasaio, come mi aveva imposto il Signore». Gesù pertanto si trovò davanti al governatore, che lo interrogò, dicendogli: S. Sei tu il re dei giudei? C. Gesù gli rispose: J. Tu lo dici. C. Ed essendo stato accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Gli disse allora Pilato: S. Non senti di quanti capi d'accusa ti fanno carico? C. Ma egli non replicò parola, cosicché il governatore ne rimase fortemente meravigliato. Nella ricorrenza della festività [pasquale] il governatore era solito di rilasciare al popolo un detenuto a loro piacimento. Ne aveva allora in prigione uno famoso, chiamato Barabba. A tutti coloro perciò che si erano ivi radunati, Pilato disse: S. Chi volete che io vi lasci libero? Barabba, oppure Gesù, chiamato il Cristo? C. Sapeva bene che per invidia gliel'avevano condotto lì. Mentre intanto egli se ne stava seduto in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: S. Non aver nulla da fare con quel giusto, perché oggi in sogno ho dovuto soffrire tante ansie per via di lui! C. Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani sobillarono il popolo, perché fosse chiesto Barabba e fosse ucciso Gesù. In risposta allora il governatore disse loro: S. Chi volete che vi sia rilasciato? C. E quei risposero: S. Barabba. C. Replicò loro Pilato: S. Che ne farò dunque di Gesù, chiamato il Cristo? C. E ad una voce, tutti risposero: S. Crocifiggilo! C. Disse loro il governatore: S. Ma che male ha fatto? C. Ed essi gridarono più forte, dicendo: S. Sia crocifisso! C. Vedendo Pilato che non si concludeva nulla, ma anzi che si accresceva il tumulto, presa dell'acqua, si lavò le mani alla presenza del popolo, dicendo: S. Io sono innocente del sangue di questo giusto; è affar vostro! C. E per risposta tutto quel popolo disse: S. Il sangue di lui ricada sopra di noi e sopra i nostri figli! C. Allora rilasciò libero Barabba; e, dopo averlo fatto flagellare, consegnò loro Gesù, perché fosse crocifisso. I soldati del governatore poi trascinarono Gesù nel pretorio e gli schierarono attorno tutta la coorte; e lo spogliarono, rivestendolo d'una clamide di color rosso. Intrecciata poi una corona di spine, gliela posero in testa, e nella mano destra [gli misero] una canna. E piegando il ginocchio davanti a lui, lo deridevano col dire: S. Salve, o re dei Giudei. C. E dopo avergli sputato addosso, presagli la canna, con essa lo battevano nel capo. E dopo che l'ebbero schernito, gli levarono di dosso la clamide, gli rimisero le sue vesti, e lo condussero via per crocifiggerlo. Nell'uscire [di città], trovarono un tale di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a pigliare la croce. E arrivarono a un luogo, detto Golgota, cioè, del cranio. E dettero da bere [a Gesù] del vino mescolato con fiele; ma avendolo egli gustato, non lo volle bere. E dopo che l'ebbero crocifisso, se ne divisero le vesti, tirandole a sorte. E ciò perché si adempisse quello che era stato detto dal Profeta, quando disse: «Si sono divisi i miei abiti ed hanno messo a sorte la mia veste». E, postisi a sedere, gli facevano la guardia. E al di sopra del capo di lui, appesero, scritta, la causa della sua condanna: - Questi è Gesù, re dei Giudei -. Furono allora crocifissi insieme con lui due ladroni: uno a destra ed uno a sinistra. E quelli che passavano di li, lo schernivano, crollando il capo, e dicevano: S. Tu che distruggi il tempio di Dio e che lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso; se sei il Figlio di Dio, scendi giù dalla croce. C. Parimenti anche i capi dei sacerdoti lo deridevano, beffandosi di lui cogli scribi e cogli anziani del popolo, e dicendo: S. Salvò gli altri, e non può salvare se stesso. Se è il re d'Israele, discenda ora dalla croce, e noi gli crederemo. Confidò in Dio. Se vuole, Iddio lo liberi ora! O non disse che era Figliuolo di Dio? C. E questo pure gli rinfacciavano i ladroni che erano stati crocifissi con lui. Si fece poi un gran buio dall'ora sesta fino all'ora nona. E verso l'ora nona Gesù gridò con gran voce: J. Eli, Eli, lamma sabacthani; C. cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ed alcuni che erano li vicini, sentitolo, dissero: S. Costui chiama Elia! C. E subito uno di loro, correndo, presa una spugna, l'inzuppò nell'aceto, e fermatala in vetta a una canna, gli dette da bere. Gli altri invece dicevano: S. Lasciami vedere, se viene Elia a liberarlo. C. Ma Gesù, gridando di nuovo a gran voce, rese lo spirito.

Ed ecco che il velo del tempio si divise in due parti dall'alto in basso; e la terra tremò; e le pietre si spaccarono, le tombe si aprirono, e molti corpi di Santi che vi erano sepolti, resuscitarono. Usciti anzi dai monumenti dopo la resurrezione di Lui, entrarono nella città santa e comparvero a molti. Il centurione poi e gli altri che con lui facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e le cose che succedevano, ne ebbero gran paura e dissero: S. Costui era davvero il Figliuolo di Dio. C. C'erano pure lì, in disparte, molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo, tra le quali era Maria Maddalena, e Maria di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Essendosi poi fatta sera, arrivò un uomo, ricco signore di Arimatea, chiamato Giuseppe, discepolo anche lui di Gesù. Egli si era presentato a Pilato per chiedergli il corpo di Gesù; e Pilato aveva dato ordine che ne fosse restituito il corpo. E, prèsolo, Giuseppe lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo pose in un sepolcro nuovo, che si era già fatto scavare in un masso; e, dopo aver ribaltata alla bocca della tomba una gran lapide, se ne andò.

Vangelo secondo Matteo 26:36-75; 27:1-60

sabato 8 aprile 2017

Santa Messa privata a Roma


Santa Messa privata, sabato "infra Hebdomana Passionis".
Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, Roma.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Cogitavérunt príncipes sacerdótum, ut et Lázarum interfícerent: quia multi propter illum abíbant ex Iudaeis, et credébant in Iesum. In crastínum autem turba multa, quæ vénerat ad diem festum, cum audíssent, quia venit Iesus Ierosólymam, accepérunt ramos palmárum, et processérunt óbviam ei, et clamábant: Hosánna, benedíctus, qui venit in nómine Dómini, Rex Israël. Et invénit Iesus aséllum, et sedit super eum, sicut scriptum est: Noli timére, fília Sion: ecce, Rex tuus venit sedens super pullum ásinæ. Hæc non cognovérunt discípuli eius primum: sed quando glorificátus est Iesus, tunc recordáti sunt, quia hæc erant scripta de eo: et hæc fecérunt ei. Testimónium ergo perhibébat turba, quæ erat cum eo, quando Lázarum vocávit de monuménto, et suscitávit eum a mórtuis. Proptérea et óbviam venit ei turba: quia audiérunt eum fecísse hoc signum. Pharisaei ergo dixérunt ad semetípsos: Vidétis, quia nihil profícimus? Ecce, mundus totus post eum ábiit. Erant autem quidam gentíles ex his, qui ascénderant, ut adorárent in die festo. Hi ergo accessérunt ad Philíppum, qui erat a Bethsáida Galilaeæ: et rogábant eum, dicéntes: Dómine, vólumus Iesum vidére. Venit Philíppus, et dicit Andréæ: Andréas rursum et Philíppus dixérunt Iesu. Iesus autem respóndit eis, dicens: Venit hora, ut clarificétur Fílius hóminis. Amen, amen, dico vobis, nisi granum fruménti caSabbato post Dominicam de Passione 169 dens in terram mórtuum fúerit, ipsum solum manet: si autem mórtuum fúerit, multum fructum affert. Qui amat ánimam suam, perdet eam: et qui odit ánimam suam in hoc mundo, in vitam ætérnam custódit eam. Si quis mihi minístrat, me sequátur: et ubi sum ego, illic et miníster meus erit. Si quis mihi ministráverit, honorificábit eum Pater meus. Nunc anima mea turbáta est. Et quid dicam? Pater, salvífica me ex hac hora. Sed proptérea veni in horam hanc. Pater, clarífica nomen tuum. Venit ergo vox de coelo: Et clarificávi, et íterum clarificábo. Turba ergo, quæ stabat et audíerat, dicebat tonítruum esse factum. Alii dicébant: Angelus ei locútus est. Respóndit Iesus et dixit: Non propter me hæc vox venit, sed propter vos. Nunc iudícium est mundi, nunc princeps huius mundi eiiciétur foras. Et ego si exaltátus fúero a terra, ómnia traham ad meípsum. - Hoc autem dicebat, signíficans, qua morte esset moritúrus. - Respóndit ei turba: Nos audívimus ex lege, quia Christus manet in ætérnum, et quómodo tu dicis: Oportet exaltári Fílium hominis? Quis est iste Fílius hominis? Dixit ergo eis Iesus: Adhuc módicum lumen in vobis est. Ambuláte, dum lucem habétis, ut non vos ténebræ comprehéndant: et qui ámbulat in ténebris, nescit, quo vadat. Dum lucem habétis, crédite in lucem: ut fílii lucis sitis. Hæc locútus est Iesus: et ábiit, et abscóndit se ab eis.

(Vangelo secondo Giovanni 12, 10 - 36)


Traduzione:

In quel tempo i capi dei sacerdoti deliberarono di far perire anche Lazzaro; perché molti, per causa di lui abbandonavano i Giudei e credevano in Gesù. Il giorno dopo, una gran folla, accorsa alla festa, avendo sentito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palma, e andò ad incontrarlo, gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore: il re d'Israele». E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion: ecco viene il tuo re, seduto sopra un puledro d'asina». Queste cose i suoi discepoli dapprima non le compresero; ma, glorificato che fu Gesù, si ricordarono che erano state scritte di lui, e che essi stessi a lui le avevano fatte. E la folla che era con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, ne rendeva testimonianza. Anche per questo gli andò incontro la folla, perché aveva sentito che egli aveva fatto un miracolo. I Farisei allora dissero fra di loro: «Vedete che non si riesce a nulla. Ecco, tutto il mondo gli va dietro». Or fra quelli accorsi per adorare il Signore nella festa, v'erano dei gentili. Questi accostatisi a Filippo, che era di Betsaida in Galilea, lo pregarono. dicendo: «Signore, desideriamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. E Gesù rispose loro: «È venuta l'ora nella quale dev'essere glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico; se il chicco di frumento caduto in terra non muore, rimane infecondo; se invece muore produce abbondante frutto. Chi ama la sua vita, la perderà; chi odia la sua vita in questo mondo, la salverà per la vita eterna. Se uno mi vuole seguire, mi segua; ed ove sono io, ci sarà pure il mio servo. Se uno mi serve, lo onorerà il Padre mio. Ma ora l'anima mia è conturbata. E che dirò? “Padre, salvami da quest'ora?”. Ma sono venuto appunto per quest'ora. Padre, glorifica il tuo nome». E dal cielo venne questa voce: «E l'ho glorificato, e di nuovo lo glorificherò». Or la folla che era presente e udì, disse che era stato il tuono. Altri dicevano: «Un Angelo gli ha parlato». Soggiunse Gesù: «Non per me, ma per voi è venuta questa voce. Ora si giudica questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà cacciato fuori. Ed io quando sarò innalzato da terra, allora attirerò tutti a me». E ciò diceva per significare di qual morte doveva morire. Gli rispose la gente: «oi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo vive in eterno. Or come dici tu che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?». Rispose Gesù ad essi: «Ancora un poco la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; e chi cammina nel buio, non sa dove vada. Finché avete luce, credete nella luce, per essere figli della luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò sottraendosi ad essi.


domenica 2 aprile 2017

Domenica della Passione di NSGC a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo, Venezia.
Celebrante don Cyrille Sow FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Dicébat Iesus turbis Iudæórum: Quis ex vobis árguet me de peccáto? Si veritátem dico vobis, quare non créditis mihi? Qui ex Deo est, verba Dei audit. Proptérea vos non audítis, quia ex Deo non estis. Respondérunt ergo Iudaei et dixérunt ei: Nonne bene dícimus nos, quia Samaritánus es tu, et dæmónium habes? Respóndit Iesus: Ego dæmónium non hábeo, sed honorífico Patrem meum, et vos inhonorástis me. Ego autem non quæro glóriam meam: est, qui quærat et iúdicet. Amen, amen, dico vobis: si quis sermónem meum serváverit, mortem non vidébit in ætérnum. Dixérunt ergo Iudaei: Nunc cognóvimus, quia dæmónium habes. Abraham mórtuus est et Prophétæ; et tu dicis: Si quis sermónem meum serváverit, non gustábit mortem in ætérnum. Numquid tu maior es patre nostro Abraham, qui mórtuus est? et Prophétæ mórtui sunt. Quem teípsum facis? Respóndit Iesus: Si ego glorífico meípsum, glória mea nihil est: est Pater meus, qui gloríficat me, quem vos dícitis, quia Deus vester est, et non cognovístis eum: ego autem novi eum: et si díxero, quia non scio eum, ero símilis vobis, mendax. Sed scio eum et sermónem eius servo. Abraham pater vester exsultávit, ut vidéret diem meum: vidit, et gavísus est. Dixérunt ergo Iudaei ad eum: Quinquagínta annos nondum habes, et Abraham vidísti? Dixit eis Iesus: Amen, amen, dico vobis, antequam Abraham fíeret, ego sum. Tulérunt ergo lápides, ut iácerent in eum: Iesus autem abscóndit se, et exívit de templo. 

(Vangelo secondo Giovanni 8, 46 - 59)

Traduzione:


In quel tempo: Gesù disse alla folla dei Giudei: Chi di voi può accusarmi di peccato? Se vi dico la verità perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta la parola di Dio. Per questo voi non l’ascoltate: perché non siete da Dio. Ma i Giudei gli rispòsero: Non abbiamo forse ragione di dire che sei un Samaritano e un posseduto dal demònio? Gesù rispose: Non sono posseduto dal demònio, bensí onoro il Padre mio e voi mi insultate. Io non cerco la gloria per me, c’è chi la cerca e giúdica. In verità, in verità vi dico: chi osserverà la mia parola non vedrà la morte in eterno. I Giudei gli díssero: Ora sappiamo per certo che sei posseduto dal demònio. Abramo è morto e pure i profeti, e tu dici: Chi osserverà la mia parola non vedrà la morte in eterno. Sei forse più grande del nostro padre Abramo, che è morto, o dei profeti, che sono pure morti? Chi pretendi di essere? Gesù rispose: Se mi glorífico da me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorífica è il Padre mio che voi dite essere vostro Dio. Voi non lo conoscete, ma io lo conosco, e se dicessi di non conòscerlo sarei un bugiardo, come voi. Ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, agognò di vedere il mio giorno: lo vide e ne gioí. I Giudei gli díssero: Non hai ancora cinquantanni e hai visto Abramo? Gesù rispose: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, io sono. Allora raccòlsero delle pietre per scagliarle contro di lui, ma Gesù si nascose ed uscí dal tempio.