domenica 30 giugno 2013

Sesta domenica dopo Pentecoste a Venezia


Particolare del Cristo ligneo nella chiesa di San Simon Piccolo.

(photo by @venethianheritage)


Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione), seguita da un'Ora Santa di Adorazione Eucaristica.
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP.


VANGELO

In illo témpore: Cum turba multa esset cum Iesu, nec habérent, quod manducárent, convocátis discípulis, ait illis: Miséreor super turbam: quia ecce iam tríduo sústinent me, nec habent quod mandúcent: et si dimísero eos ieiúnos in domum suam, defícient in via: quidam enim ex eis de longe venérunt. Et respondérunt ei discípuli sui: Unde illos quis póterit hic saturáre pánibus in solitúdine? Et interrogávit eos: Quot panes habétis? Qui dixérunt: Septem. Et præcépit turbæ discúmbere super terram. Et accípiens septem panes, grátias agens fregit, et dabat discípulis suis, ut appónerent, et apposuérunt turbæ. Et habébant piscículos paucos: et ipsos benedíxit, et iussit appóni. Et manducavérunt, et saturáti sunt, et sustulérunt quod superáverat de fragméntis, septem sportas. Erant autem qui manducáverant, quasi quátuor mília: et dimísit eos.

(Vangelo secondo Marco 8, 1 - 9)

Traduzione:

In quel tempo: Radunatasi molta folla attorno a Gesú, e non avendo da mangiare, egli, chiamati i discepoli, disse loro: Ho compassione di costoro, perché già da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare; e se li rimanderò alle loro case digiuni, cadranno lungo la via, perché alcuni di essi sono venuti da lontano. E gli risposero i suoi discepoli: Come potremo saziarli di pane in questo deserto? E chiese loro: Quanti pani avete? E risposero: Sette. E comandò alla folla di sedersi a terra. E presi i sette pani, rese grazie e li spezzò e li diede ai suoi discepoli per distribuirli, ed essi li distribuirono alla folla. Ed avevano alcuni pesciolini, e benedisse anche quelli e comandò di distribuirli. E mangiarono, e si saziarono, e con i resti riempirono sette ceste. Ora, quelli che avevano mangiato erano circa quattro mila: e li congedò.


Omelia:

Questa settimana abbiamo celebrato la Festa di san Pietro e di san Paolo; in questa Festa viene raccontata la "Confessione" di san Pietro al Signore: "Tu sei il Cristo + il Figlio del Dio vivente", a cui il Signore rispose: "Beato te, Simone, figlio di Giona, perchè ne la carne ne il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".
Queste parole, ora, ci danno l'occasione per esaminare i motivi della fede, ossia, la sua credibilità.
Cominciamo con la definizione del Primo Concilio Vaticano: "La fede è una virtù sovrannaturale, per mezzo della quale, tramite l'ispirazione e l'aiuto della grazia di Dio, crediamo che ciò che Dio ci ha rivelato è vero, non perchè nella luce della ragione percepiamo la sua Verità intrinseca ma per l’autorità del Dio rivelante, che non può ingannare, nè essere ingannato".
Vediamo qui che il fondamento della fede non è la ragione ma l'Autorità di Dio, in questo ci distinguiamo dai così detti "razionalisti", che pretendono che la sola ragione sia affidabile, che la sola ragione sia la facoltà per raggiungere la Verità assoluta, che non ci sia un'altra specie di evidenza, che non ci sia una Luce superiore, e che non ci sia altra Verità superiore a quella che raggiunga la ragione; mentre noi professiamo che c'è un'altra specie di evidenza, cioè l'Autorità di Dio, che c'è una Luce superiore, cioè la Luce della Fede, e che c'è una Verità superiore, cioè la Verità della Fede.
Come danno i razionalisti una tale importanza alla ragione? forse perchè ritengono che la ragione ci possa dare una certezza assoluta delle cose e vogliono avere una certezza di questo grado su la Verità assoluta, ma quando riflettiamo un attimo, vediamo che la ragione purtroppo non può darci la certezza assoluta di molte cose, non sappiamo con certezza assoluta quasi nulla nella nostra vita, non sappiamo con certezza assoluta che i nostri genitori siano davvero i nostri genitori, che i nostri amici non siano in verità i nostri nemici, se la ragione non può darci la certezza assoluta di tante cose nella nostra vita, come dovrebbe darci una tale conoscenza della Verità assoluta?
Possiamo concludere che la ragione non è un fondamento molto sicuro quando si tratta della Verità assoluta, abbiamo bisogno di un'altra forma di certezza che i razionalisti non apprezzano, forse perchè non è scientifica neppure intrinseca alla mente come la certezza della ragione.
Questa è la certezza della credibilità, la specie di certezza normale nella nostra vita, una certezza che si basa sulla parola di un altro, sull'autorità di un altro, la certezza, per esempio, che i nostri genitori sono davvero i nostri genitori, e che i nostri amici sono i nostri amici, la Fede è un esempio di questa specie di certezza, la certezza di credibilità e si basa sulla Parola di un Altro, sull'Autorità di un Altro che, in questo caso, è nessun'altro che Dio stesso, e non c'è un'autorità più grande, nè un fondamento del credere più solido, ne più sicuro.
Qualcuno potrebbe obiettare, chiedendo: come sappiamo che il contenuto della Fede provenga davvero da Dio e che la Bibbia e l'insegnamento della Chiesa non siano soltanto delle fabbricazioni dell'uomo? l'evidenza sta nei miracoli e profezie e la Chiesa stessa.
Nostro Signore Gesù Cristo + confermava le Sue parole con segni e miracoli e i Suoi Santi hanno fatto lo stesso, la conversione di quasi tutto quanto il mondo dal paganesimo a Cristo e la santificazione di tante anime, malgrado la natura caduta, malgrado tutte le persecuzioni e gli ostacoli, e per mezzo di Predicatori umili e semplici è un miracolo che attesta la Verità di questa predicazione, come anche la propagazione della Chiesa, la sua santità, la sua inesauribile fecondità per ogni bene, la sua unità e stabilità, invincibili.
Si può aggiungere che l'altra evidenza della Verità della nostra fede sta nella sua profondità, la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, predica "Dio Amore" che si da fino alla morte di Croce per noi, la Chiesa Cattolica ci da la spiegazione più profonda della vita umana e di ciò che c'è di più profondo in essa, cioè, la sofferenza e l'amore.
Nessun altra cosiddetta "fede" o religione è paragonabile
con il Cattolicesimo in questi riguardi, e nessun altra proclama nessuna verità che non sia già contenuta nel Cattolicesimo.
Possiamo dunque concludere che la Fede è una forma di certezza, la certezza della credibilità ed in questo senso è inoltre ragionevole, anche se non dipende dalla sola ragione, ma proprio per questo motivo la Fede esige l'umiltà, il sacrificio, il sacrificio del desiderio di conoscere tutto con le proprie forze, con la certezza scientifica ed intrinseca della ragione, come i razionalisti.
Siamo dunque umili e accettiamo la Fede e tutto ciò che contiene, come siamo anche "obbligati" perchè, come dice il Signore: "beati quelli che pur non avendo visto crederanno".