martedì 30 settembre 2025

30 settembre: san Girolamo


Jacopo Tintoretto, I santi Girolamo e Andrea, particolare, olio su tela, Gallerie dell'Accademia, Venezia

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in cœlis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat cœlum et terra, iota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno cœlórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno cœlórum.

Vangelo di Matteo 5, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


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lunedì 29 settembre 2025

29 settembre: Dedicazione di San Michele Arcangelo


(photo by Alessandro Franzoni)


VANGELO

In illo témpore: Accessérunt discípuli ad Iesum, dicéntes: Quis, putas, maior est in regno cœlórum? Et ádvocans Iesus parvulum, statuit eum in médio eórum et dixit: Amen, dico vobis, nisi convérsi fuéritis et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum cælorum. Quicúmque ergo humiliáverit se sicut párvulus iste, hic est maior in regno cœlórum. Et qui suscéperit unum párvulum talem in nómine meo, me súscipit. Qui autem scandalizáverit unum de pusíllis istis, qui in me credunt, expédit ei, ut suspendátur mola asinária in collo eius, et demergátur in profúndum maris. Væ mundo a scándalis! Necésse est enim, ut véniant scándala: verúmtamen væ hómini illi, per quem scándalum venit! Si autem manus tua vel pes tuus scandalízat te, abscíde eum et próiice abs te: bonum tibi est ad vitam íngredi débilem vel cláudum, quam duas manus vel duos pedes habéntem mitti in ignem ætérnum. Et si óculus tuus scandalízat te, érue eum et próiice abs te: bonum tibi est cum uno óculo in vitam intráre, quam duos óculos habéntem mitti in gehénnam ignis. Vidéte, ne contemnátis unum ex his pusíllis: dico enim vobis, quia Angeli eórum in cœlis semper vident fáciem Patris mei, qui in cœlis est.

Vangelo di Matteo 18, 1 - 10

Traduzione:

In quel tempo: Si presentarono a Gesú i discepoli e gli dissero: Chi ritieni tu il piú grande nel regno dei cieli? E Gesú, chiamato a sé un fanciullo, lo pose in mezzo ad essi e rispose: In verità vi dico che, se non vi convertirete e non diverrete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Quindi, chiunque si farà piccolo come questo fanciullo, questi sarà il piú grande nel regno dei cieli. E chiunque accoglierà nel nome mio un fanciullo come questo, accoglie me stesso. Chi poi scandalizzerà uno di questi piccoli, che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una màcina d’àsino e fosse immerso nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali. Poiché è inevitabile che vi siano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale viene lo scandalo. Che se la tua mano e il tuo piede ti è di scandalo, troncali e gettali via da te: è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che essere gettato nel fuoco eterno con tutte e due le mani o i piedi. E se il tuo occhio ti è di scandalo, lévatelo e géttalo via da te: è meglio per te entrare nella vita con un solo occhio, che essere gettato nel fuoco della geenna con due occhi. Guardatevi dal disprezzare qualcuno di questi piccoli: vi dico che i loro Ángeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli.


Oggetto della festa

La dedicazione di S. Michele è la festa più solenne che la Chiesa celebra nel corso dell'anno in onore di questo Arcangelo, e tuttavia lo riguarda meno personalmente perché vi si onorano tutti i cori della gerarchia angelica. Nell'inno dei primi Vespri la Chiesa propone alla nostra preghiera l'oggetto della festa di oggi con le parole Rabano Mauro, abate di Fulda:

Celebriamo con le nostre lodi
Tutti i guerrieri del cielo,
Ma soprattutto il capo supremo
Della milizia celeste:
Michele che, pieno di valore,
Ha abbattuto il demonio.

Origine della festa

La festa dell'otto maggio richiama il ricordo dell'apparizione al monte Gargano e nel medioevo si celebrava soltanto nell'Italia del Sud. La festa del 29 settembre è propria di Roma e segna l'anniversario della Dedicazione di una basilica oggi scomparsa, che sorgeva sulla via Salaria, a Nord-Est della città.
Il fatto della dedicazione spiega il titolo conservato alla festa nel Messale Romano: Dedicatio sancti Michaelis. Le Chiese di Francia e Germania, che nel Medioevo seguivano la liturgia romana, hanno attenuato spesso nei loro libri liturgici il titolo originario della festa, che venne presentata come festa In Natale o In Veneratione sancti Michaelis, così che dell'antico titolo non restava altro che il nome dell'Arcangelo.

L'ufficio di san Michele

Anche l'Ufficio non poteva conservare il ricordo della dedicazione. Infatti gli antichi Uffici relativi alle dedicazioni celebravano il santo in onore del quale la chiesa era consacrata e non l'edificio materiale in cui egli era onorato; non avevano perciò niente di impersonale e rivestivano anzi un carattere molto circostanziato.
L'Ufficio di san Michele può essere considerato una delle più belle composizioni della nostra liturgia e ci fa contemplare ora il principe delle milizie celesti e capo degli angeli buoni, ora il ministro di Dio, che assiste al giudizio dell'anima di ogni defunto, ora ancora l'intermediario, che porta sull'altare della liturgia celeste le preghiere dell'umanità fedele.

L'Angelo turiferario.

I primi Vespri cominciano con l'Antifona Stetit Angelus, che deriva il testo dall'Offertorio della Messa del giorno: "Un angelo stava presso l'altare del tempio e aveva un incensiere in mano: gli diedero molto incenso e il fumo profumato si elevò fino a Dio". L'Orazione della benedizione dell'incenso alla Messa solenne designa il nome di questo angelo turiferario: "Il beato Arcangelo Michele". Il libro dell'Apocalisse dal quale son presi i testi liturgici ci spiega che i profumi, che salgono alla presenza di Dio, sono le preghiere dei giusti: "Il fumo degli aromi formato dalle preghiere dei santi salgono dalla mano dell'angelo davanti a Dio" (Ap 8,4).

Il Mediatore della Preghiera eucaristica

È ancora Michele che presenta al Padre l'offerta del Giusto per eccellenza ed Egli infatti è designato nella misteriosa preghiera del Canone della Messa in cui la santa Chiesa chiede a Dio di portare sull'altare sublime, per mano dell'Angelo Santo, l'oblazione sacra in presenza della divina Maestà. È cosa molto sorprendente notare negli antichi testi liturgici romani che san Michele è sovente chiamato l'Angelo Santo, l'Angelo per eccellenza.
Probabilmente sotto il pontificato di Papa Gelasio fu compiuta la revisione del testo del Canone nel quale l'espressione al singolare Angeli tui fu sostituita con quella al plurale Angelorum tuorum. Proprio a quell'epoca, sul finire del V secolo, l'Angelo era apparso al vescovo di Siponto, presso il Monte Gargano.

Vocazione contemplativa degli Angeli

Come si vede la Chiesa considera san Michele mediatore della sua preghiera liturgica; egli è posto tra l'umanità e la divinità. Dio, che dispose con ordine ammirabile le gerarchie invisibili (Colletta della Messa), impiega, per opulenza, a lodare la sua gloria il ministero degli spiriti celesti, che contemplano continuamente l'adorabile faccia del Padre (Finale del Vangelo della Messa) e, meglio che gli uomini, sanno adorare e contemplare la bellezza delle sue infinite perfezioni. Mi-Ka-El: Chi è come Dio? Il nome esprime da solo, nella sua brevità, la lode più completa, la più perfetta adorazione, la riconoscenza totale per la trascendenza divina e la più umile confessione della nullità delle creature.
Anche la Chiesa della terra invita gli spiriti a benedire il Signore, a cantarlo, a lodarlo e esaltarlo senza soste (Introito, Graduale, Communio della Messa; Antifona dei Vespri). La vocazione contemplativa degli Angeli è modello della nostra e ce lo ricorda un bellissimo prefazio del Sacramentario leoniano: "È cosa veramente degna... rendere grazie a Te, che ci insegni, che, per mezzo del tuo Apostolo, che la nostra vita è trasferita in cielo, che, con benevolenza comandi, di trasportarci in spirito là dove quelli che noi veneriamo servono e di tendere verso le altezze, che nella festa del beato Arcangelo Michele contempliamo nell'amore, per il Cristo nostro Signore".

Aiuto dell'umanità

La Chiesa sa pure che a questi spiriti consacrati al servizio di Dio è stato affidato un ministero al fianco di coloro, che devono raccogliere l'eredità della salvezza (Ebr 1,14). Senza attendere la festa del 2 ottobre, dedicata in modo speciale agli Angeli custodi, la Chiesa già oggi chiede a san Michele e ai suoi Angeli di difenderci nei combattimenti che dobbiamo sostenere (Alleluia della Messa; Preghiera ai piedi dell'altare dopo l'ultimo Vangelo). Chiede ancora a san Michele di ricordarsi di noi e di pregare per noi il Figlio di Dio, perché nel giorno terribile del giudizio non abbiamo a perire. Nel giorno terribile del giudizio il grande Arcangelo, vessillifero della milizia celeste, difenderà la nostra causa davanti all'Altissimo (Antifona del Magnificat ai secondi Vespri) e ci farà entrare nella luce santa (Offertorio della Messa dei defunti).

Preghiera

Da questa terra, nella lotta contro le potenze del male, possiamo rivolgere all'Arcangelo la preghiera di esorcismo che Leone XIII inserì nel rituale della Chiesa Romana:
"Principe gloriosissimo della celeste milizia, san Michele Arcangelo, difendici nel combattimento contro le forze, le potenze, i capi del mondo delle tenebre e contro lo spirito di malizia. Vieni in soccorso degli uomini, che Dio ha fatti a sua immagine e somiglianza e riscattati a duro prezzo dalla tirannia del diavolo.
La santa Chiesa ti venera come custode e patrono; Dio ti ha confidato le anime redente per portarle alla felicità celeste. Prega il Dio della pace, perché schiacci Satana sotto i nostri piedi, per strappargli il potere di tenere gli uomini in schiavitù e di nuocere alla Chiesa. Offri le nostre preghiere all'Altissimo perché sollecitamente scendano su di noi le misericordie del Signore e il dragone, l'antico serpente, chiamato Diavolo e Satana, sia precipitato, stretto in catene, nell'abisso, perché non possa più sedurre i popoli".


da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1114-1117


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domenica 28 settembre 2025

Santa Teresa del Bambin Gesù a Grenoble (Francia)


Santa Messa cantata alle ore 10:30 presso la Collegiata di Sant’Andrea, in centro città.
 
(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Accessérunt discípuli ad Iesum, dicéntes: Quis, putas, maior est in regno cœlórum? Et advocans Iesus párvulum, státuit eum in médio eórum, et dixit; Amen, dico vobis, nisi convérsi fuéritis, et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum cœlorum. Quicúmque ergo humiliáverit se sicut párvulus iste, hic est maior in regno cœlórum.

Vangelo di Matteo 18, 1 -4

Traduzione:

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli chiesero: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?» E Gesù, chiamato a sé un fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli. Chi dunque si farà piccolo come questo fanciullo, costui è il più grande nel regno dei cieli».


Alle Elevazioni:

Cantique de Jean Racine (Gabriel Fauré, 1845-1924)





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sabato 27 settembre 2025

Sabato delle Quattro Tempora di Settembre


(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dicébat Iesus turbis hanc similitúdinem: Arbórem fici habébat quidam plantátam in vínea sua, et venit quærens fructum in illa, et non invénit. Dixit autem ad cultórem víneæ: Ecce, anni tres sunt, ex quo vénio quærens fructum in ficúlnea hac, et non invénio: succíde ergo illam: ut quid étiam terram óccupat? At ille respóndens, dicit illi: Dómine, dimítte illam et hoc anno, usque dum fódiam circa illam et mittam stércora: et si quidem fécerit fructum: sin autem, in futúrum succídes eam. Erat autem docens in synagóga eórum sábbatis. Et ecce múlier, quæ habébat spíritum infirmitátis annis decem et octo: et erat inclináta, nec omníno póterat sursum respícere. Quam cum vidéret Iesus, vocávit eam ad se, et ait illi: Múlier, dimíssa es ab infirmitáte tua. Et impósuit illi manus, et conféstim erécta est, et glorificábat Deum. Respóndens autem archisynagógus, indígnans quia sábbato curásset Iesus, dicébat turbæ: Sex dies sunt, in quibus opórtet operári: in his ergo veníte, et curámini, et non in die sábbati. Respóndens autem ad illum Dóminus, dixit: Hypócritæ, unusquísque vestrum sábbato non solvit bovem suum aut ásinum a præsépio, et ducit adaquáre? Hanc autem fíliam Abrahæ, quam alligávit sátanas, ecce decem et octo annis, non opórtuit solvi a vínculo isto die sábbati? Et cum hæc díceret, erubescébant omnes adversárii eius: et omnis pópulus gaudébat in univérsis, quæ glorióse fiébant ab eo.

Vangelo di Luca 13, 6 - 17

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse questa parabola: «Un uomo aveva un albero di fico piantato nella sua vigna, e andò per cercarvi frutto e non ne trovò. Allora disse al vignaiuolo: “Ecco, da tre anni vengo a cercar frutto da questo fico e non ne trovo: taglialo: a che occupa inutilmente terreno?". Ma quegli gli rispose: "Signore, lascialo ancora quest'anno, finché abbia scalzata la terra e vi abbia messo del concime: e se darà frutto, bene: se no, allora lo farai tagliare”». Era di sabato mentre stava ammaestrando in una sinagoga, ed ecco una donna, che da diciotto anni era inferma e così rattrappita da non poter punto guardar in su. Gesù, vistala, la chiamò a sé, e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». E pose le mani su lei e in quell'atto si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato che Gesù l'avesse guarita di sabato prese a dire al popolo: «Ci sono sei giorni per lavorare, in quelli dunque e non di sabato venite a farvi guarire». Ma il Signore riprese dicendo: «Ipocriti, ognuno di voi non scioglie di sabato il suo bue o asino dalla mangiatoia, e lo conduce a bere? E questa figliuola d'Abramo, tenuta già legata da satana per diciotto anni, non doveva esser sciolta da questo legame in giorno di sabato?». E mentre diceva queste cose arrossivano tutti i suoi avversari: e tutto il popolo godeva di tutte le opere gloriose che si facevano da lui.


Cosa sono le Quattro Tempora?

Quattro serie di tre giorni di digiuno e di astinenza, istituite dalla Chiesa al principio delle quattro stagioni dell'anno. Secondo S. Leone Magno questo digiuno è di origine ebraica; altri autori vi scorgono la continuazione delle ferie romane di carattere agricolo (feriae messis, vindemiae, sementiciae). Il Liber Pontificalis ne attribuisce l'istituzione al papa Callisto I (222). Da principio si avevano solamente tre tempora (ieiunium mensis IV, VII, X); nel sec. VI S. Gregorio Magno le fissò definitivamente al mercoledì, venerdì e sabato che precedono le domeniche 2ª di quaresima, 1ª dopo la pentecoste, 3ª di settembre e 3ª dell'avvento. Nel sabato delle tempora fu stabilito il tempo normale delle sacre ordinazioni.

Bibl.: L. Fischer Die kirchlichen Quatember. Ihre Entstehung, Entwicklung, ecc., Monaco 1914.

(da Enciclopedia Treccani online)


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venerdì 26 settembre 2025

Venerdì delle Quattro Tempora di Settembre


Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Cena di Gesù in casa di Simone il fariseo, dalla chiesa di Santa Maria della Pietà a Venezia, particolare.

(photo by Francesco Bianco)




VANGELO

In illo témpore: Rogábat Iesum quidam de pharisǽis, ut manducáret cum illo. Et ingréssus domum pharisǽi, discúbuit. Et ecce, múlier, quæ erit in civitáte peccátrix, ut cognóvit, quod accubuísset in domo pharisǽi, áttulit alabástrum unguénti: et stans retro secus pedes eius, lácrimis cœpit rigáre pedes eius, et capíllis cápitis sui tergébat, et osculabátur pedes eius et unguénto ungébat. Videns autem pharisǽus, qui vocáverat eum, ait intra se, dicens: Hic si esset Prophéta, sciret utique, quæ et qualis est múlier, quæ tangit eum: quia peccátrix est. Et respóndens Iesus, dixit ad illum: Simon, habeo tibi áliquid dícere. At ille ait: Magíster, dic. Duo debitóres erant cuidam fæneratóri: unus debébat denários quingéntos, et álius quinquagínta. Non habéntibus illis, unde rédderent, donávit utrisque. Quis ergo eum plus díligit? Respóndens Simon, dixit: Æstimo quia is, cui plus donávit. At ille dixit ei: Recte iudicásti. Et convérsus ad mulíerem, dixit Simóni: Vides hanc mulíerem? Intrávi in domum tuam, aquam pédibus meis non dedísti: hæc autem lácrimis rigávit pedes meos et capíllis suis tersit. Oscuum mihi non dedísti: hæc autem, ex quo intrávit, non cessávit osculári pedes meos. Oleo caput meum non unxísti: hæc autem unguénto unxit pedes meos. Propter quod dico tibi: Remittúntur ei peccáta multa, quóniam diléxit multum. Cui autem minus dimíttitur, minus díligit. Dixit autem ad illam: Remittúntur tibi peccáta. Et cœpérunt, qui simul accumbébant, dícere intra se: Quis est hic, qui étiam peccáta dimíttit? Dixit autem ad mulíerem: Fides tua te salvam fecit: vade in pace.

Vangelo di Luca 7, 36 - 50

Traduzione:

In quel tempo uno dei Farisei lo pregò di andare a desinare da lui. Ed entrato in casa del Fariseo, si mise a tavola. Ed ecco una donna che era peccatrice in quella città, appena seppe che egli era a mangiare in casa del Fariseo portò un alabastro pieno di profumo; e stando ai piedi di lui, con le lacrime incominciò a bagnarne i piedi, e coi capelli del suo capo li asciugava, li baciava e li ungeva d'unguento. Vedendo ciò il Fariseo che l'aveva invitato, prese a dire dentro di sé: «Costui, se fosse un profeta, certo saprebbe che donna è costei che lo tocca, e com'è peccatrice». E Gesù, rivolgendosi a lui, disse: «Simone, ho da dirti una cosa». Ed egli: «Maestro, di' pure!». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento danari, e l'altro cinquanta. Or non avendo quelli da poter restituire, condonò il debito a tutti e due: chi dunque di loro amerà di più?». Simone rispose: «Secondo me, colui al quale ha condonato di più». Gesù replicò: «Hai giudicato rettamente». Poi, rivolto alla donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua, tu non mi hai dato acqua ai piedi, ma essa li ha bagnati colle lacrime e rasciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato il bacio; ma lei da che è venuta non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non hai unto di olio il mio capo, ma essa con l'unguento ha unto i miei piedi. Per questo ti dico: “le sono perdonati molti peccati, perché molto ha amato". Invece quello a cui poco si perdona, poco ama». E disse a lei: «Ti son perdonati i peccati». E i convitati cominciarono a dire dentro di sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?», Ma Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va in pace».


Cosa sono le Quattro Tempora?

Quattro serie di tre giorni di digiuno e di astinenza, istituite dalla Chiesa al principio delle quattro stagioni dell'anno. Secondo S. Leone Magno questo digiuno è di origine ebraica; altri autori vi scorgono la continuazione delle ferie romane di carattere agricolo (feriae messis, vindemiae, sementiciae). Il Liber Pontificalis ne attribuisce l'istituzione al papa Callisto I (222). Da principio si avevano solamente tre tempora (ieiunium mensis IV, VII, X); nel sec. VI S. Gregorio Magno le fissò definitivamente al mercoledì, venerdì e sabato che precedono le domeniche 2ª di quaresima, 1ª dopo la pentecoste, 3ª di settembre e 3ª dell'avvento. Nel sabato delle tempora fu stabilito il tempo normale delle sacre ordinazioni.

Bibl.: L. Fischer Die kirchlichen Quatember. Ihre Entstehung, Entwicklung, ecc., Monaco 1914.

(da Enciclopedia Treccani online)


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mercoledì 24 settembre 2025

Mercoledì delle Quattro Tempora di Settembre


Particolare della Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, ai Musei Vaticani.

(photo by Wikipedia)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens unus de turba, dixit ad Iesum: Magíster, áttuli fílium meum ad te, habéntem spíritum mutum: qui, ubicúmque eum apprehénderit, allídit illum, et spumat et stridet déntibus et aréscit: et dixi discípulis tuis, ut eiícerent illum, et non potúerunt. Qui respóndens eis, dixit: O generátio incrédula, quámdiu apud vos ero? quámdiu vos pátiar? Afférte illum ad me. Et attúlerunt eum. Et cum vidísset eum, statim spíritus conturbávit illum: et elísus in terram, volutabátur spumans. Et interrogávit patrem eius: Quantum témporis est, ex quo ei hoc áccidit? At ille ait: Ab infántia: et frequénter eum in ignem et in aquas misit, ut eum pérderet. Sed si quid potes, ádiuva nos, misértus nostri. Iesus autem ait illi: Si potes credere, ómnia possibília sunt credénti. Et contínuo exclámans pater pueri, cum lácrimis aiébat: Credo, Dómine: ádiuva incredulitátem meam. Et cum vidéret Iesus concurréntem turbam, comminátus est spirítui immundo, dicens illi: Surde et mute spíritus, ego præcípio tibi, exi ab eo: et ámplius ne intróëas in eum. Et exclámans et multum discérpens eum, éxiit ab eo, et factus est sicut mórtuus, ita ut multi dícerent: Quia mórtuus est. Iesus autem tenens manum eius, elevávit eum, et surréxit. Et cum introísset in domum, discípuli eius secréto interrogábant eum: Quare nos non potúimus eiícere eum? Et dixit illis: Hoc genus in nullo potest exíre nisi in oratióne et ieiúnio.

Vangelo di Marco 9, 16 - 28

Traduzione:

In quel tempo, uno della turba disse a Gesù : «Maestro, ti ho portato il mio figliuolo che un demonio ha reso muto. E dove lo invade, lo butta per terra; ed egli spuma e digrigna i denti e resta come morto; ho detto ai tuoi discepoli di cacciarlo, ma non han potuto». E Gesù: «O generazione incredula, fino a quando dovrò stare con voi? Fino a quando vi sopporterò? Conducetelo da me». E glielo condussero. E come vide Gesù, subito lo spirito lo fece dare in convulsioni; e, caduto a terra si rotolava spumando. Domandò al padre di lui: «Da quanto tempo ciò gli avviene?». E quello rispose: «Fin da bambino; e spesso l'ha gettato nel fuoco e nell'acqua per finirlo; ma tu, se puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e aiutaci». E Gesù gli rispose: «Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede». E subito esclamando, il padre del fanciullo disse tra le lacrime: «Io credo, o Signore: soccorri la mia poca fede». E Gesù vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo e gli disse: «Spirito che rendi sordo e muto, io te lo comando, esci da lui per non più entrarvi». E lo spirito, gridando e contorcendolo crudelmente uscì, e il fanciullo rimase qual morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si rizzò. Rientrato Gesù in casa, i discepoli in disparte lo interrogarono: «Perché non abbiamo potuto cacciarlo noi?» E rispose loro: «Questa razza di demoni non può essere cacciata che per mezzo della preghiera e del digiuno».


Cosa sono le Quattro Tempora?

Quattro serie di tre giorni di digiuno e di astinenza, istituite dalla Chiesa al principio delle quattro stagioni dell'anno. Secondo S. Leone Magno questo digiuno è di origine ebraica; altri autori vi scorgono la continuazione delle ferie romane di carattere agricolo (feriae messis, vindemiae, sementiciae). Il Liber Pontificalis ne attribuisce l'istituzione al papa Callisto I (222). Da principio si avevano solamente tre tempora (ieiunium mensis IV, VII, X); nel sec. VI S. Gregorio Magno le fissò definitivamente al mercoledì, venerdì e sabato che precedono le domeniche 2ª di quaresima, 1ª dopo la pentecoste, 3ª di settembre e 3ª dell'avvento. Nel sabato delle tempora fu stabilito il tempo normale delle sacre ordinazioni.

Bibl.: L. Fischer Die kirchlichen Quatember. Ihre Entstehung, Entwicklung, ecc., Monaco 1914.

(da Enciclopedia Treccani online)


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martedì 23 settembre 2025

23 settembre: san Lino


Chiesa di San Lino a Volterra.

(foto dal Web)




VANGELO

In illo témpore: Venit Iesus in partes Cæsaréæ Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Ioánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Ieremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Iesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Iesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Iona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in cœlis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni cœlórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in cœlis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in cœlis.

Vangelo di Matteo 16, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: «Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo?». Ed essi risposero: «Alcuni Giovanni il. Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti». Disse loro Gesù: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù, in risposta, gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli».




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lunedì 22 settembre 2025

22 settembre: san Tommaso di Villanova


Melchiorre Caffa, San Tommaso di Villanova e la Carità, 1667, dalla chiesa di Sant'Agostino in Campo marzio a Roma.

(photo by Francesco Bianco)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talénta, álii autem duo, álii vero unum, unicuíque secúndum própriam virtútem, et proféctus est statim. Abiit autem, qui quinque talénta accéperat, et operátus est in eis, et lucrátus est ália quinque. Simíliter et, qui duo accéperat, lucrátus est ália duo. Qui autem unum accéperat, ábiens fodit in terram, et abscóndit pecúniam dómini sui. Post multum vero témporis venit dóminus servórum illórum, et pósuit ratiónem cum eis. Et accédens qui quinque talénta accéperat, óbtulit ália quinque talénta,dicens: Dómine, quinque talénta tradidísti mihi, ecce, ália quinque superlucrátus sum. Ait illi dóminus eius: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui. Accéssit autem et qui duo talénta accéperat, et ait: Dómine, duo talénta tradidísti mihi, ecce, ália duo lucrátus sum. Ait illi dóminus eius: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui.

Vangelo di Matteo 25, 14 - 23

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, in procinto di partire, chiamati i servi consegnò loro i suoi beni: a chi diede cinque talenti, a chi due, a chi uno: a ciascuno secondo la sua capacità, e subito partì. Tosto colui, che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque. Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca nella terra e vi nascose il danaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi, e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: “Signore, me ne desti cinque, ecco ne ho guadagnati altri cinque”. E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo Signore". E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: “Signore, me ne hai affidati due; eccone guadagnati altri due". E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele, nel poco, ti darò potere su molto: entra nella gioia del tuo Signore"».


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domenica 21 settembre 2025

San Matteo a Ferrara


Santa Messa cantata alle ore 18:00 presso la chiesa di Santa Chiara in Corso Giovecca 179, Ferrara.
Celebrante don Davide Benini. 

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Vidit Iesus hóminem sedéntem in telónio, Matthǽum nómine. Et ait illi: Séquere me. Et surgens, secútus est eum. Et factum est, discumbénte eo in domo, ecce, multi publicáni et peccatóres veniéntes discumbébant cum Iesu et discípulis eius. Et vidéntes pharisæi, dicébant discípulis eius: Quare cum publicánis et peccatóribus mánducat Magíster vester? At Iesus áudiens,ait: Non est opus valéntibus médicus, sed male habéntibus. Eúntes autem díscite, quid est: Misericórdiam volo, et non sacrifícium. Non enim veni vocáre iustos, sed peccatóres.

Vangelo di Matteo 9, 9 - 13

Traduzione:

In quel tempo, Gesù vide un uomo chiamato Matteo, seduto al banco dei gabellieri, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì. E avvenne che mentre egli era in casa di lui a mensa, vennero molti pubblicani e peccatori a mettersi a tavola con Gesù e coi suoi discepoli. E vedendo ciò i Farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia coi pubblicani e coi peccatori il vostro Maestro?». E Gesù, avendo udito, disse: «Non i sani han bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che significhi: “Misericordia voglio e non sacrificio". Perché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».


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venerdì 19 settembre 2025

19 settembre: san Gennaro


Mattia Preti, 1685, Decollazione di San Gennaro, presso il Museo Thyssen Bornemisza a Madrid.

(photo by Francesco Bianco)




VANGELO

In illo tempore: Sedente Iesu super montem Oliveti, accesserunt ad eum discipuli secreto, dicentes: Dic nobis, quando hæc erunt, et quod signum adventus tui, et consummationis sǽculi? Et respondens Iesus, dicit eis: Videte, ne quis vos seducat. Multi enim venient in nomine meo, dicentes: Ego sum Christus: et multos seducent. Audituri enim estis prælia, et opiniones præliorum. Videte, ne turbemini. Oportet enim hæc fieri, sed nondum est finis. Consurget enim gens in gentum et regnum in regnum, et erunt pestilentiæ, et fames, et terræmotus per loca. Hæc autem omnia, initia sunt dolorum. Tunc tradent vos in tribulationem, et occident vos: et eritis odio omnibus gentibus propter nomen meum. Et tunc scandalizabuntur multi, et invicem tradent, et odio habebunt invicem. Et multi pseudoprophetæ sugent, et seducent multos. Et quoniam abundavit iniquitas, refrigescet caritas multorum. Qui autem perseveraverit usque in finem, hic salvus erit.

Vangelo di Matteo 24, 3 - 13

Traduzione:

In quel tempo: Stando Gesù sul monte degli Ulivi, i discepoli vennero a Lui in disparte e gli dissero: « Spiegaci, quando avverranno queste cose? e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo? ». E Gesù rispose loro: « Badate che nessuno vi seduca perché molti verranno in nome mio a dire: " Io sono il Cristo "; e sedurranno molti. Udrete poi parlar di guerre e di rumori di guerre; badate, non vi turbate! poiché bisogna che ciò avvenga, ma non è ancora la fine. Ché si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno, e vi saranno pestilenze, carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non è che il principio dei dolori. Allora vi consegneranno per i supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le genti a cagione del mio nome. E allora molti si scandalizzeranno e si denunzieranno a vicenda e si odieranno l'un l'altro. E sorgeranno tanti falsi profeti che sedurranno molti. E per il moltiplicarsi dell'iniquità si raffredderà la carità dei più. chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvo ».


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mercoledì 17 settembre 2025

17 settembre: Stimmate di San Francesco d'Assisi


Guglielmo Caccia il Moncalvo, 1568 - 1625, San Francesco riceve le Stimmate, Galleria Sabauda, Torino.

(photo by Francesco Bianco)




Orazione Colletta

Dómine Iesu Christe, qui, frigescénte mundo, ad inflammándum corda nostra tui amóris igne, in carne beatíssimi Francísci passiónis tuæ sacra Stígmata renovásti: concéde propítius; ut eius méritis et précibus crucem iúgiter ferámus, et dignos fructus pæniténtiæ faciámus.

Traduzione:

Signore Gesù Cristo, che nel mondo freddo di amore, ad infiammare i nostri cuori del fuoco della tua carità, hai impresso nel corpo del beatissimo Francesco le sacre impronte della tua Passione, fa’, benigno, che, per i suoi meriti e la sua intercessione, possiamo sempre portare la Croce e produrre degni frutti di penitenza:
Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


Inno Crucis Christi:





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martedì 16 settembre 2025

Papa Pio VII: appunti per la Canonizzazione



(di Giacomo Dalla Pietà)

Proclamato Servo di Dio nel 2007, Papa Pio VII Chiaramonti é ora sulla via della beatificazione. Il cardinale Zuppi, assieme al Vescovo di Cesena, ha annunciato nel 2024 in una cerimonia a Cesena, la prossima beatificazione del secondo Papa cesenate.

Nato nel 1742 da nobile famiglia, studiò teologia a Roma e a Padova. Entrò nell’ordine Benedettino. Papa Pio VI, suo concittadino salito al soglio pontificio nel 1775,  lo nominò abate dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura. Nel 1782 fu nominato vescovo di Tivoli, nel 1785 Cardinale e Vescovo di Imola.
Eletto Papa nel conclave tenutosi a Venezia sotto la protezione del Sacro Romano Imperatore Francesco II nel 1800, quando, secondo lo storico Alvise Zorzi, "il prestigio del papato era al Nadir" si adoperò subito per trovare un modus vivendi con la Francia rivoluzionaria.
Nel 1801 coadiuvato dal suo Segretario di Stato il cardinale Consalvi firmò il Concordato con la Francia che sostanzialmente rimase in vigore fino al 1905.
Chiamato da Napoleone a Parigi nel 1804, benedisse l’incoronazione di Bonaparte a Notre Dame, non prima di aver personalmente unito in matrimonio religioso, con cerimonia privata, il futuro imperatore con Giuseppina Beauharnais. I due si erano sposati solo civilmente nel 1796.
Entró spesso in urto con Napoleone e scomunicò gli occupanti francesi nel 1809, dopo l’occupazione di Roma da parte di questi e in seguito alle ripetute violazioni del Concordato.
Dal 1809 al 1813 fu tenuto prigioniero da Napoleone in varie località, tra le quali Savona.
Nel 1814, in seguito alle decisioni del Congresso di Vienna, riprese possesso degli Stati Pontifici, dei quali negli anni successivi riformò in parte l’amministrazione.
Invito’ a vivere a Roma Maria Letizia Ramolino, madre dell’ormai deposto Napoleone Bonaparte, dando prova di cristiana misericordia.
Nel 1814 ricostituì la Compagnia di Gesù (sciolta nel 1773). Fra i Santi da lui canonizzati ricordiamo nel 1807 la terziaria francescana Giacinta Marescotti (1585-1640). 
Il 15 settembre 1815 istituì nello stesso giorno la festa della Madonna dei Sette Dolori, comunemente detta Addolorata.
Protesse insigni artisti tra i quali Antonio Canova; allo scultore veneto affidò il riordinamento delle opere d’arte dello Stato Pontificio. Il mausoleo di Pio VII, che si ammira nella basilica di San Pietro e’ opera dello scultore danese protestante Bertel Thorvaldsen.
Istituì la Guardia Nobile nel 1801, sciolta da Paolo VI nel 1970.
Se in una celebre omelia tenuta nel 1797 il futuro Pio VII sottolineava la concordia tra le idee repubblicane rivoluzionarie e il Vangelo, nel 1821 due anni prima della morte, Papa Chiaramonti condannò solennemente la Carboneria e le sette segrete.
Nel 2024, al termine dell’anno Chiaramontiano per i duecento anni dalla morte, ne è stata annunciata la beatificazione.

Dotato di profonda pietà, Papa Chiaramonti governo’ con fermezza e lungimiranza la Chiesa in un periodo di grandi incertezze politiche e sociali tra la rivoluzione francese, il periodo napoleonico e l’incipiente Restaurazione.


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