domenica 19 marzo 2023

Quarta domenica di Quaresima "in Laetare"


Mosaico raffigurante il miracolo dei pani e dei pesci, Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna.

(foto dal web)




Introito (Laetare Jerusalem):





VANGELO

In illo témpore: Abiit Iesus trans mare Galilǽæ, quod est Tiberíadis: et sequebátur eum multitúdo magna, quia vidébant signa, quæ faciébat super his, qui infirmabántur. Súbiit ergo in montem Iesus: et ibi sedébat cum discípulis suis. Erat autem próximum Pascha, dies festus Iudæórum. Cum sublevásset ergo óculos Iesus et vidísset, quia multitúdo máxima venit ad eum, dixit ad Philíppum: Unde emémus panes, ut mandúcent hi? Hoc autem dicebat tentans eum: ipse enim sciébat, quid esset factúrus. Respóndit ei Philíppus: Ducentórum denariórum panes non suffíciunt eis, ut unusquísque módicum quid accípiat. Dicit ei unus ex discípulis eius, Andréas, frater Simónis Petri: Est puer unus hic, qui habet quinque panes hordeáceos et duos pisces: sed hæc quid sunt inter tantos? Dixit ergo Iesus: Fácite hómines discúmbere. Erat autem fænum multum in loco. Discubuérunt ergo viri, número quasi quinque mília. Accépit ergo Iesus panes, et cum grátias egísset, distríbuit discumbéntibus: simíliter et ex píscibus, quantum volébant. Ut autem impléti sunt, dixit discípulis suis: Collígite quæ superavérunt fragménta, ne péreant. Collegérunt ergo, et implevérunt duódecim cóphinos fragmentórum ex quinque pánibus hordeáceis, quæ superfuérunt his, qui manducáverant. Illi ergo hómines cum vidíssent, quod Iesus fécerat signum, dicébant: Quia hic est vere Prophéta, qui ventúrus est in mundum. Iesus ergo cum cognovísset, quia ventúri essent, ut ráperent eum et fácerent eum regem, fugit íterum in montem ipse solus.

Vangelo secondo Giovanni 6, 1 - 15

Traduzione:

In quel tempo: Gesú se ne andò di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una gran folla, perché vedeva i miràcoli da lui fatti a favore dei malati. Gesú salí quindi sopra un monte: ove si pose a sedere con i suoi discépoli. Ed era vicina la Pasqua, festa dei Giudei. Alzando gli occhi, Gesú vide che una gran folla veniva da lui, e disse a Filippo: Dove compreremo pane per cibare questa gente? E lo diceva per métterlo alla prova, perché egli sapeva cosa stava per fare. Filippo gli rispose: Duecento danari di pane non bàstano per costoro, anche a darne un píccolo pezzo a ciascuno. Gli disse uno dei suoi discépoli, Andrea fratello di Simone Pietro: C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci: ma che è questo per tanta gente? Ma Gesú disse: Fate che costoro si méttano a sedere. Vi era molta erba sul posto. E quegli uòmini si mísero a sedere, ed erano quasi cinquemila. Gesú prese dunque i pani, rese grazie, e li distribuí a coloro che sedevano: e cosí fece per i pesci, finché ne vòllero. Saziati che fúrono, disse ai suoi discépoli: Raccogliete gli avanzi, onde non vàdano a male. Li raccòlsero ed empírono dòdici canestri di frammenti dei cinque pani di orzo, che érano avanzati a coloro che avévano mangiato. E questi, quindi, veduto il miràcolo fatto da Gesú, díssero: Questi è veramente quel profeta che doveva venire al mondo. Ma Gesú, sapendo che sarébbero venuti a prénderlo per forza, per farlo re, fuggí di nuovo da solo sul monte.

venerdì 17 marzo 2023

17 marzo: san Patrizio


(photo by Alessandro Franzoni)




Agiografia

San Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell'Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l'amarezza dell'abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia.
Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all'esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l'evangelizzazione dell'Irlanda, fu consacrato vescovo.
Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell'isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l'Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente.
L'opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.
Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli.
Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita.
  

domenica 12 marzo 2023

Terza domenica di Quaresima


(foto dal web)






VANGELO

In illo témpore: Erat Iesus eiíciens dæmónium, et illud erat mutum. Et cum eiecísset dæmónium, locútus est mutus, et admirátæ sunt turbæ. Quidam autem ex eis dixérunt: In Beélzebub, príncipe dæmoniórum, éiicit dæmónia. Et alii tentántes, signum de cœlo quærébant ab eo. Ipse autem ut vidit cogitatiónes eórum, dixit eis: Omne regnum in seípsum divísum desolábitur, et domus supra domum cadet. Si autem et sátanas in seípsum divísus est, quómodo stabit regnum eius? quia dícitis, in Beélzebub me eiícere dæmónia. Si autem ego in Beélzebub eiício dæmónia: fílii vestri in quo eiíciunt? Ideo ipsi iúdices vestri erunt. Porro si in dígito Dei eiício dæmónia: profécto pervénit in vos regnum Dei. Cum fortis armátus custódit átrium suum, in pace sunt ea, quæ póssidet. Si autem fórtior eo supervéniens vícerit eum, univérsa arma eius áuferet, in quibus confidébat, et spólia eius distríbuet. Qui non est mecum, contra me est: et qui non cólligit mecum, dispérgit. Cum immúndus spíritus exíerit de hómine, ámbulat per loca inaquósa, quærens réquiem: et non invéniens, dicit: Revértar in domum meam, unde exivi. Et cum vénerit, invénit eam scopis mundátam, et ornátam. Tunc vadit, et assúmit septem alios spíritus secum nequióres se, et ingréssi hábitant ibi. Et fiunt novíssima hóminis illíus peióra prióribus. Factum est autem, cum hæc díceret: extóllens vocem quædam múlier de turba, dixit illi: Beátus venter, qui te portávit, et úbera, quæ suxísti. At ille dixit: Quinímmo beáti, qui áudiunt verbum Dei, et custódiunt illud.

Vangelo secondo Luca 11, 14 - 28

Traduzione:

In quel tempo: Gesù stava liberando un indemoniato che era muto. E non appena cacciò il demonio, il muto parlò e le turbe ne rimàsero meravigliate. Ma alcuni díssero: Egli caccia i démoni in virtù di Belzebù, il príncipe dei démoni. Altri poi, per tentarlo, gli chiedévano un segno dal cielo. Ma egli, avendo scorto i loro pensieri, disse loro: Qualunque regno diviso in partiti contràrii va in perdizione, e una casa rovina sull’altra. Se anche sátana è in discordia con sé stesso, come sussisterà il suo regno? Giacché dite che io scaccio i démoni in virtú di Belzebù. Se io scaccio i demoni in virtú di Belzebù, in virtú di chi li scacciano i vostri figli? Per questo saranno essi i vostri giúdici. Se io col dito di Dio scaccio i démoni, certo è venuto a voi il regno di Dio. Quando il forte armato custodisce il suo àtrio, è al sicuro tutto quello che egli possiede. Ma se un altro più forte di lui lo sovrasta e lo vince, porta via tutte le armi in cui egli poneva la sua fiducia e ne spartisce le spoglie. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spírito immondo è uscito da un uomo, cammina per luoghi deserti, cercando réquie, e, non trovandola, dice: Ritornerò nella mia casa, donde sono uscito. E, venendo, la trova spazzata e adorna. Allora va, e prende con sé altri sette spíriti peggiori di lui, ed éntrano ad abitarvi, e la fine di quell’uomo è peggiore del principio. Ora avvenne che, mentre diceva queste cose, una donna alzò la voce di tra le turbe e gli disse: Beato il ventre che ti ha portato e il seno che hai succhiato. Ma egli disse: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la ossérvano.

venerdì 10 marzo 2023

10 marzo: SS Quaranta Martiri


Chiesa dei SS Quaranta martiri e San Pasquale Baylon a Roma.

(photo by Anatole Upart)




Dal Martirologio:

“Presso Sebaste, in Armenia, il natale di quaranta santi soldati di Cappadocia, i quali, al tempo dell’imperatore Licinio, sotto il Preside Agricolao, dopo ceppi ed orride carceri, dopo avere avuto la faccia percossa con sassi, nel rigidissimo inverno furono obbligati a passare nudi la notte a cielo scoperto in uno stagno gelato, dove i loro corpi gelati scoppiavano, e finalmente collo spezzamento delle gambe compirono il martirio. Fra essi i più illustri furono Cirione e Candido. Di tutti san Basilio ed altri Padri cogli scritti celebrarono le splendide glorie. La loro festa però si celebra nel giorno seguente”.

giovedì 9 marzo 2023

9 marzo: santa Francesca Romana


(foto dal web)




In breve:

Nacque a Roma nel 1384. Cresciuta negli agi di una nobile e ricca famiglia, coltivò nel suo animo l'ideale della vita monastica, ma non poté sottrarsi alla scelta che per lei avevano fatto i suoi genitori. La giovanissima sposa, appena tredicenne, prese dimora con lo sposo Lorenzo de' Ponziani altrettanto ricco e nobile, nella sua casa nobiliare a Trastevere. Con semplicità accettò i grandi doni della vita, l'amore dello sposo, i suoi titoli nobiliari, le sue ricchezze, i tre figli nati dalla loro unione, due dei quali le morirono. Da sempre generosa con tutti, specie i bisognosi, per poter allargare il raggio della sua azione caritativa, nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Olivetane di Santa Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor de' Specchi. Tre anni dopo la morte del marito, emise ella stessa i voti nella congregazione da lei fondata, assumendo il secondo nome di Romana. Morì il 9 marzo 1440.

mercoledì 8 marzo 2023

8 marzo: san Giovanni di Dio


Murillo, San Giovanni di Dio sorretto da un angelo, olio su tela, presso l'Hospital de la Caridad a Siviglia.

(foto dal web)




In breve:

Nato a Montemoro Novo, nella diocesi portoghese di Evora nel 1495, Giovanni, nei primi quarant’anni della sua vita, fece varie esperienze: fu pastore, contadino, soldato sotto gli stendardi dell’imperatore Carlo V, venditore ambulante, sovrintendente agli schiavi in Marocco, venditore di libri religiosi a Gibilterra. Si convertì seriamente al vangelo a seguito di un sermone del beato Giovanni di Avila.
Nel 1540 si stabilì a Granada, dopo aver distribuito per la strada ai poveri tutti i suoi beni al grido di: “Fate il bene, fratelli!”. Preso per pazzo, fu rinchiuso in un ospedale, dove si rese conto della pessima assistenza ai ricoverati. Liberato, fondò e organizzò un suo ospedale, dove si prestava servizio per amore, si osservavano le più rigorose norme igieniche e si seguivano sicure nozioni sanitarie. In pochi anni il suo ospedale di Granada divenne il primo esempio di un’istituzione moderna, organizzata secondo criteri di efficienza e di previdenza.
Fondò l’Ordine dei Fratelli Ospedalieri, detto anche dei Fatebenefratelli. Morì nel 1550, e venne canonizzato nel 1690. Fu dichiarato patrono dei malati e degli ospedali nel 1886.

domenica 5 marzo 2023

Seconda domenica di Quaresima


Tintoretto, Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, olio su tela, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Venezia.

(photo by Francesco Bianco)






Introito (Reminiscere miserationum):



VANGELO

In illo témpore: Assúmpsit Iesus Petrum, et Iacóbum, et Ioánnem fratrem eius, et duxit illos in montem excélsum seórsum: et transfigurátus est ante eos. Et resplénduit fácies eius sicut sol: vestiménta autem eius facta sunt alba sicut nix. Et ecce, apparuérunt illis Móyses et Elías cum eo loquéntes. Respóndens autem Petrus, dixit ad Iesum: Dómine, bonum est nos hic esse: si vis, faciámus hic tria tabernácula, tibi unum, Móysi unum et Elíæ unum. Adhuc eo loquénte, ecce, nubes lúcida obumbrávit eos. Et ecce vox de nube, dicens: Hic est Fílius meus diléctus, in quo mihi bene complácui: ipsum audíte. Et audiéntes discípuli, cecidérunt in fáciem suam, et timuérunt valde. Et accéssit Iesus, et tétigit eos, dixítque eis: Súrgite, et nolíte timére. Levántes autem óculos suos, néminem vidérunt nisi solum Iesum. Et descendéntibus illis de monte, præcépit eis Iesus, dicens: Némini dixéritis visiónem, donec Fílius hóminis a mórtuis resúrgat.

Vangelo di Matteo 17, 1 - 9

Traduzione:

In quel tempo: Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato in loro presenza: il suo volto brillò come il sole, e le sue vesti divennero càndide come la neve. Ed ecco apparire loro Mosè ed Elia, i quali conversavano con lui. Pietro disse a Gesù: Signore, è bene che noi stiamo qui, se vuoi faremo qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Mentre egli parlava ancora, una núvola luminosa li circondò, ed una voce dalla núvola disse: Questo è il mio Figlio prediletto, in cui mi sono compiaciuto, ascoltàtelo. E i discépoli, udito ciò, càddero col viso a terra, e fúrono presi da gran timore. Ma Gesù, accostatosi, li toccò e disse: Levàtevi e non temete. Ed essi, alzati gli occhi, vídero Gesù tutto solo. Poi, mentre scendévano dal monte, Gesù diede loro quest’ordine: Non parlate ad alcuno di questa visione finché il Figlio dell’uomo sia resuscitato dai morti.

sabato 4 marzo 2023

Sabato delle Quattro Tempora di Quaresima


Tiziano Vecellio, Trasfigurazione, dalla chiesa di San Salvador a Venezia.

(photo by Nicola de Grandi)




VANGELO

In illo témpore: Assúmpsit Iesus Petrum, et Iacóbum, et Ioánnem fratrem eius, et duxit illos in montem excélsum seórsum: et transfigurátus est ante eos. Et resplénduit fácies eius sicut sol: vestiménta autem eius facta sunt alba sicut nix. Et ecce, apparuérunt illis Moyses et Elías cum eo loquéntes. Respóndens autem Petrus, dixit ad Iesum: Dómine, bonum est nos hic esse: si vis, faciámus hic tria tabernácula, tibi unum, Móysi unum et Elíæ unum. Adhuc eo loquénte, ecce, nubes lúcida obumbrávit eos. Et ecce vox de nube, dicens: Hic est Fílius meus diléctus, in quo mihi bene complácui: ipsum audíte. Et audiéntes discípuli, cecidérunt in fáciem suam, et timuérunt valde. Et accéssit Iesus, et tétigit eos, dixítque eis: Súrgite, et nolíte timére. Levántes autem óculos suos, néminem vidérunt nisi solum Iesum. Et descendéntibus illis de monte, præcépit eis Iesus, dicens: Némini dixéritis visiónem, donec Fílius hóminis a mórtuis resúrgat.

Vangelo secondo Matteo 17, 1- 9

Traduzione:

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse in disparte, su un alto monte; e, davanti a loro, si trasfigurò. Il suo volto si fece splendente come il sole, le sue vesti divennero candide come la neve. Ed ecco, apparvero Mosè ed Elia, in colloquio con lui. Pietro allora, prendendo la parola, disse a Gesù: «Signore, è bene per noi stare qui. Se vuoi, facciamo qui tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Mentr'egli ancora parlava, ecco una nube luminosa li avvolse, e una voce dalla nube disse: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale ho riposto la mia compiacenza: ascoltatelo». A questa voce, i discepoli caddero faccia a terra, e furon presi da grande spavento. Ma Gesù si accostò a loro, li toccò e disse: «Alzatevi e non abbiate timore». Ed essi, alzati gli occhi, non videro più alcuno, all'infuori di Gesù. Mentre scendevano dal monte, Gesù diede loro quest'ordine: «Non fate parola ad alcuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo sia risorto dai morti».

venerdì 3 marzo 2023

Venerdì delle Quattro Tempora di Quaresima


Sebastiano Conca, Episodio della Piscina Probatica, 
1731-1732, Siena, Chiesa della Santissima Annunziata, affresco.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Erat dies festus Iudæórum, et ascéndit Iesus Ierosólymam. Est autem Ierosólymis Probática piscína, quæ cognominátur hebráice Bethsáida, quinque pórticus habens. In his iacébat multitúdo magna languéntium, cæcórum, claudórum, aridórum exspectántium aquæ motum. Angelus autem Dómini descendébat secúndum tempus in piscínam, et movebátur aqua. Et, qui prior descendísset in piscínam post motiónem aquæ, sanus fiébat, a quacúmque detinebátur infirmitáte. Erat autem quidam homo ibi, trigínta et octo annos habens in infirmitáte sua. Hunc cum vidísset Iesus iacéntem, et cognovisset, quia iam multum tempus habéret, dicit ei: Vis sanus fíeri? Respóndit ei lánguidus: Dómine, hóminem non hábeo, ut, cum turbáta fúerit aqua, mittat me in piscínam: dum vénio enim ego, álius ante me descéndit. Dicit ei Iesus: Surge, tolle grabátum tuum, et ámbula. Et statim sanus factus est homo ille: et sústulit grabátum suum, et ambulábat. Erat autem sábbatum in die illo. Dicébant ergo Iudaei illi, qui sanátus fúerat: Sábbatum est, non licet tibi tóllere grabátum tuum. Respóndit eis: Qui me sanum fecit, ille mihi dixit: Tolle grabátum tuum, et ámbula. Interrogavérunt ergo eum: Quis est ille homo, qui dixit tibi: Tolle grabátum tuum et ámbula? Is autem, qui sanus fúerat efféctus, nesciébat, quis esset. Iesus enim declinávit a turba constitúta in loco. Póstea invénit eum Iesus in templo, et dixit illi: Ecce, sanus factus es: iam noli peccáre, ne detérius tibi áliquid contíngat. Abiit ille homo, et nuntiávit Iudaeis, quia Iesus esset, qui fecit eum sanum.

Vangelo secondo Giovanni 5, 1 - 15

Traduzione:

In quel tempo, essendo una festa dei Giudei, Gesù andò a Gerusalemme. Or in Gerusalemme presso la Porta del Gregge vi è una piscina, detta in ebraico: Betesda, con cinque portici. Sotto di essi giaceva gran quantità d'infermi, ciechi, zoppi o paralitici ad aspettare il moto dell'acqua. Un Angelo del Signore, infarti, scendeva ogni tanto nella piscina, e l'acqua n'era agitata. E chi per primo vi si tuffava dopo il moto dell'acqua, guariva da qualunque malattia fosse afflitto. E vi stava un uomo che era infermo da trentotto anni. Gesù, vistolo giacere, e sapendo che da molto tempo si trovava in quella condizione, gli disse: «Vuoi esser guarito?». Rispose l'infermo: «Signore, non ho nessuno che mi metta nella vasca quando l'acqua è agitata; e quando mi accosto io, un altro vi è già disceso prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E nell'istante l'uomo guarì e, preso il lettuccio, cominciò a camminare. Or quel giorno era un sabato. E quindi i Giudei dicevano al risanato: «È sabato, non ti è lecito portare il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Quello stesso che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi il tuo lettuccio e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è quell'uomo che t'ha detto: “Prendi il tuo lettuccio e cammina"». Ma il guarito non sapeva chi fosse, perché Gesù s'era allontanato dalla folla che era colà. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco, sei guarito, non peccar più, che non ti avvenga di peggio». E quegli andò a riferire ai Giudei che era Gesù quello che lo aveva guarito.

mercoledì 1 marzo 2023

Mercoledì delle Quattro Tempora di Quaresima


Pietà, scultura lignea presso la chiesa di San Giacomo a Schio (Vicenza)

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Respondérunt Iesu quidam de scribis et pharisaeis, dicéntes: Magíster, vólumus a te signum vidére. Qui respóndens, ait illis: Generátio mala et adúltera signum quærit: et signum non dábitur ei, nisi signum Ionæ Prophétæ. Sicut enim fuit Ionas in ventre ceti tribus diébus et tribus nóctibus: sic erit Fílius hóminis in corde terræ tribus diébus et tribus nóctibus. Viri Ninivítæ surgent in iudício cum generatióne ista, et condemnábunt eam: quia pæniténtiam egérunt in prædicatióne Ionæ. Et ecce plus quam Ionas hic. Regína Austri surget in iudício cum generatióne ista, et condemnábit eam: quia venit a fínibus terræ audire sapiéntiam Salomónis. Et ecce plus quam Sálomon hic. Cum autem immúndus spíritus exíerit ab hómine, ámbulat per loca árida, quærens réquiem, et non invénit. Tunc dicit: Revértar in domum meam, unde exívi. Et véniens invénit eam vacántem, scopis mundátam, et ornátam. Tunc vadit, et assúmit septem álios spíritus secum nequióres se, et intrántes hábitant ibi: et fiunt novíssima hóminis illíus pe-ióra prióribus. Sic erit et generatióni huic péssimæ. Adhuc eo loquénte ad turbas, ecce, Mater eius et fratres stabant foris, quæréntes loqui ei. Dixit autem ei quidam: Ecce, mater tua et fratres tui foris stant, quæréntes te. At ipse respóndens dicénti sibi, ait: Quæ est mater mea, et qui sunt fratres mei? Et exténdens manum in discípulos suos, dixit: Ecce mater mea et fratres mei. Quicúmque enim fécerit voluntátem Patris mei, qui in coelis est: ipse meus frater et soror et mater est.

(Vangelo secondo Matteo 12, 38 - 50)

Traduzione:

Gli replicarono alcuni Scribi e Farisei: «Maestro, desideriamo vederti fare un prodigio». Ma egli rispose: «Questa generazione malvagia e adultera cerca un segno, e non le sarà dato altro che quello del profeta Giona. Infatti come Giona stette tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. I Niniviti sorgeranno, nel giudizio, contro questa generazione e la condanneranno, perché essi fecero penitenza alla predicazione di Giona: ed ecco vi è qui uno che è da più di Giona. La Regina del Mezzodì sorgerà nel giudizio contro questa generazione e la condannerà, perché essa venne dagli ultimi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco qui uno che è più di Salomone. Quando lo spirito immondo è stato fatto uscire da un uomo, vagola per luoghi aridi in cerca di riposo, e non lo trova. Allora dice: "Tornerò a casa mia da cui sono uscito". E quando vi arriva, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va a prendere seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrando in essa, vi si stabiliscono, e l'ultimo stato di quell'uomo divien peggiore del primo. Così accadrà anche a questa generazione malvagia». Mentre Gesù parlava alle turbe, ecco sua madre e i suoi parenti star fuori e chiedergli di parlargli. E uno gli disse: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli son là fuori e cercan di te». Ma egli, rispose: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?». E stesa la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco la mia madre e i miei fratelli, poiché chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, esso mi è fratello, sorella e madre».

domenica 26 febbraio 2023

Prima domenica di Quaresima a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Ductus est Iesus in desértum a Spíritu, ut tentarétur a diábolo. Et cum ieiunásset quadragínta diébus et quadragínta nóctibus, postea esúriit. Et accédens tentátor, dixit ei: Si Fílius Dei es, dic, ut lápides isti panes fiant. Qui respóndens, dixit: Scriptum est: Non in solo pane vivit homo, sed in omni verbo, quod procédit de ore Dei. Tunc assúmpsit eum diábolus in sanctam civitátem, et státuit eum super pinnáculum templi, et dixit ei: Si Fílius Dei es, mitte te deórsum. Scriptum est enim: Quia Angelis suis mandávit de te, et in mánibus tollent te, ne forte offéndas ad lápidem pedem tuum. Ait illi Iesus: Rursum scriptum est: Non tentábis Dóminum, Deum tuum. Iterum assúmpsit eum diábolus in montem excélsum valde: et ostendit ei ómnia regna mundi et glóriam eórum, et dixit ei: Hæc ómnia tibi dabo, si cadens adoráveris me. Tunc dicit ei Iesus: Vade, Sátana; scriptum est enim: Dóminum, Deum tuum, adorábis, et illi soli sérvies. Tunc relíquit eum diábolus: et ecce, Angeli accessérunt et ministrábant ei.

Vangelo secondo Matteo 4, 1 - 11

Traduzione:

In quel tempo: Gesù fu condotto dallo Spírito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Ed avendo digiunato quaranta giorni e quaranta notti, finalmente gli venne fame. E accostàtosi il tentatore, gli disse: Se sei il Figlio di Dio, di’ che queste pietre divéntino pani. Ma egli rispose: Sta scritto: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio. Allora il diavolo lo trasportò nella città santa, e lo pose sul pinnàcolo del tempio, e gli disse: Se sei il Figlio di Dio, géttati giù, poiché sta scritto: Ha mandato gli Ángeli presso di te, essi ti porteranno in palmo di mano, ché il tuo piede non inciampi nella pietra. Gesù rispose: sta anche scritto: Non tenterai il Signore Dio tuo. Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra un monte altíssimo e gli fece vedere tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, e gli disse: Ti darò tutto questo se, prostrato, mi adorerai. Ma Gesù gli rispose: Vàttene Sàtana, perché sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai Lui solo. Allora il diàvolo lo lasciò, ed ecco che gli si accostàrono gli Ángeli e lo servívano.

sabato 25 febbraio 2023

Sabato dopo le Ceneri a Ferrara


Santa Messa letta alle ore 8:30 presso la chiesa di Santa Chiara a Ferrara, in corso Giovecca.
Celebrante don Davide Benini.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Cum sero esset, erat navis in médio mari, et Iesus solus in terra. Et videns discípulos suos laborántes in remigándo - erat enim ventus contrárius eis, - et circa quartam vigíliam noctis venit ad eos ámbulans supra mare: et volébat præteríre eos. At illi, ut vidérunt eum ambulántem supra mare, putavérunt phantásma esse, et exclamavérunt. Omnes enim vidérunt eum, et conturbáti sunt. Et statim locútus est cum eis, et dixit eis: Confídite, ego sum, nolíte timére. Et ascéndit ad illos in navim, et cessávit ventus. Et plus magis intra se stupébant: non enim intellexérunt de pánibus: erat enim cor eórum obcæcátum. Et cum transfretássent, venérunt in terram Genésareth, et applicuérunt. Cumque egréssi essent de navi, contínuo cognovérunt eum: et percurréntes univérsam regiónem illam, cœpérunt in grabátis eos, qui se male habébant, circumférre ubi audiébant eum esse. Et quocúmque introíbat, in vicos vel in villas aut civitátes, in platéis ponébant infírmos, et deprecabántur eum, ut vel fímbriam vestiménti eius tángerent: et quotquot tangébant eum, salvi fiébant.

Vangelo secondo Marco 6, 47 - 56)

Traduzione:

In quel tempo: fattasi sera, la barca era in mezzo al mare, e Gesù tutto solo a terra. E vedendo i discepoli affannati a remare, per il vento contrario, verso la quarta vigilia della notte andò verso di loro, camminando sulle acque; e voleva oltrepassarli. Ma quelli, vedutolo camminare sul mare, immaginarono fosse un fantasma e gridarono, ché tutti l'avevano visto e ne erano spaventati. Ma subito rivolse loro la parola, dicendo: «Coraggio, son io, non temete». E montò nella barca, da loro, e il vento cessò. E più che mai dentro di sé stupivano; perché non avevan capito il miracolo della moltiplicazione dei pani, tanto il loro cuore era accecato. Attraversato poi il lago, vennero nella terra di Genezaret e vi sbarcarono. E come furono a terra, subito la gente lo riconobbe. E, percorrendo tutti i dintorni, cominciarono a portare gli infermi sui loro lettucci, dovunque udivano che egli fosse. E dappertutto ove giungeva, campagne, villaggi, o città che fossero, posavano gli infermi per le piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno il lembo della veste; e quanti lo toccarono furono guariti.



Tintoretto, Cristo placa la tempesta sul Mare di Galilea, ora alla  National Gallery of Art di Washington.

venerdì 24 febbraio 2023

24 febbraio: san Mattia


Gioacchino Fortini, Martirio di san Mattia, 1696, Chiesa dei SS Michele e Gaetano, Firenze.

(photo by Wikipedia)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens Iesus, dixit: Confíteor tibi, Pater, Dómine coeli et terræ, quia abscondísti hæc a sapiéntibus et prudentibus, et revelásti ea parvulis. Ita, Pater: quóniam sic fuit plácitum ante te. Omnia mihi trádita sunt a Patre meo. Et nemo novit Fílium nisi Pater: neque Patrem quis novit nisi Fílius, et cui volúerit Fílius reveláre. Veníte ad me, omnes, qui laborátis et oneráti estis, et ego refíciam vos. Tóllite iugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis corde: et inveniétis réquiem animábus vestris. Iugum enim meum suáve est et onus meum leve.

(Vangelo secondo Matteo 11, 25 - 30)

Traduzione:

In quel tempo, Gesù prese a dire: «Ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e agli scaltri, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché questo è stato il beneplacito davanti a te. Ogni cosa mi è stata data dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, come nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi darà riposo. Prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me che sono mite ed umile di cuore; e troverete riposo per le vostre anime, perché il mio giogo è soave, e il mio peso è leggero».

mercoledì 22 febbraio 2023

Mercoledì delle Ceneri


(photo by Alessandro Franzoni)




In breve

Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall’inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.

Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio. Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni, il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell’Antico Testamento, come un “simbolo austero” del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all’evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.

Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l’umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l’esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all’azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell’eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.

Martirologio Romano: Giorno delle Ceneri e principio della Santissima Quaresima: ecco i giorni della penitenza per la remissione dei peccati e la salvezza delle anime. Ecco il tempo adatto per la salita al monte santo della Pasqua.

L'origine del Mercoledì delle Ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale. Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato secondo le modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa, concessa una sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa come aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva all'assoluzione".

La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle Ceneri.

1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: "Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l'antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo".
Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.
Le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del mercoledì ma sarà opportuno indicare una celebrazione comunitaria "privilegiata" nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.

domenica 19 febbraio 2023

Domenica di Quinquagesima a Ferrara


Santa Messa cantata alle ore 18:00 seguita dal canto dei Secondi Vespri.
Presso la chiesa di Santa Chiara in Corso Giovecca 179, Ferrara.
Celebrante don Davide Benini.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Assúmpsit Iesus duódecim, et ait illis: Ecce, ascéndimus Ierosólymam, et consummabúntur ómnia, quæ scripta sunt per Prophétas de Fílio hominis. Tradátur enim Géntibus, et illudétur, et flagellábitur, et conspuétur: et postquam flagelláverint, occídent eum, et tértia die resúrget. Et ipsi nihil horum intellexérunt, et erat verbum istud abscónditum ab eis, et non intellegébant quæ dicebántur. Factum est autem, cum appropinquáret Iéricho, cæcus quidam sedébat secus viam, mendícans. Et cum audíret turbam prætereúntem, interrogábat, quid hoc esset. Dixérunt autem ei, quod Iesus Nazarénus transíret. Et clamávit, dicens: Iesu, fili David, miserére mei. Et qui præíbant, increpábant eum, ut tacéret. Ipse vero multo magis clamábat: Fili David, miserére mei. Stans autem Iesus, iussit illum addúci ad se. Et cum appropinquásset, interrogávit illum, dicens: Quid tibi vis fáciam? At ille dixit: Dómine, ut vídeam. Et Iesus dixit illi: Réspice, fides tua te salvum fecit. Et conféstim vidit, et sequebátur illum, magníficans Deum. Et omnis plebs ut vidit, dedit laudem Deo.

Vangelo secondo Luca 18, 31 - 43

Traduzione:

In quel tempo: Gesù prese a parte i dodici e disse loro: Ecco, andiamo a Gerusalemme, e si adempirà tutto quello che è stato scritto dai profeti sul Figlio dell’uomo. Poiché sarà dato nelle mani della gente e sarà scernito, flagellato e sputato: e dopo che l’avranno flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà. Ed essi non compresero nulla di tutto questo, un tal parlare era oscuro per essi e non comprendevano quel che diceva. E avvenne che, avvicinandosi a Gerico, un cieco se ne stava sulla strada mendicando. E udendo la folla che passava, domandava cosa accadesse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. E quegli gridò e disse: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me. E quelli che andavano avanti lo sgridavano perché tacesse. Ma egli gridava sempre più: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me. E Gesù, fermatosi, ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, lo interrogò dicendo: Cosa vuoi che ti faccia? E quegli disse: Signore, che io vegga. E Gesù gli disse: Vedi, la tua fede ti ha salvato. E subito vide, e lo seguiva: magnificando Dio. E tutto il popolo, vedendo ciò, rese lode a Dio.

venerdì 17 febbraio 2023

Lessons from Ukraine. An Interview with Archbishop Sviatoslav Shevchuk, by John Burger

Invito alla lettura:



Lessons from Ukraine. An Interview with Archbishop Sviatoslav Shevchuk, by John Burger.

Through times of trial, division, repression, and new growth, the Ukrainian Greek Catholic Church has remained faithfully at the foot of the Cross. His Beatitude offers deep insights about the direction in which the world is going, including the struggle the Church once again faces, thirty years after the fall of the Soviet Union, in light of the Russian invasion of Ukraine.


LINK OSV Bookstore: QUI
Prossimamente disponibile online sui principali marketplace.

giovedì 16 febbraio 2023

16 febbraio: santa Giuliana di Nicomedia


(foto dal web)




In breve:

Nacque a Nicomedia in Asia Minore; la famiglia era pagana (il padre era un funzionario imperiale) ma lei si convertì ben presto al Cristianesimo, anche grazie all'esempio della sua amica e concittadina Santa Barbara. Promessa in sposa al prefetto della città, acconsentì, ma alla condizione che il futuro sposo abbandonasse il paganesimo e si convertisse, ma per tutta risposta lui la denunciò.
Portata in tribunale e imprigionata, anche torturata si rifiutò sia di abiurare sia di sposare il promesso sposo, e venne infine decapitata nell'anno 305.

mercoledì 15 febbraio 2023

15 febbraio: SS Faustino e Giovita


Vincenzo Foppa, Madonna in trono tra i SS Faustino e Giovita (Pala dei mercanti), 1501 - 1509, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia.

(photo by Nicola De Grandi)


domenica 12 febbraio 2023

Domenica di Sessagesima


P.Bruegel il Vecchio, Paesaggio con la Parabola del Seminatore, 1557, presso il Timken Museum of Art di San Diego, Stati Uniti.

(foto dal web)




Introito:



VANGELO

In illo témpore: Cum turba plúrima convenírent, et de civitátibus properárent ad Iesum, dixit per similitúdinem: Exiit, qui séminat, semináre semen suum: et dum séminat, áliud cécidit secus viam, et conculcátum est, et vólucres cæli comedérunt illud. Et áliud cécidit supra petram: et natum áruit, quia non habébat humórem. Et áliud cécidit inter spinas, et simul exórtæ spinæ suffocavérunt illud. Et áliud cécidit in terram bonam: et ortum fecit fructum céntuplum. Hæc dicens, clamábat: Qui habet aures audiéndi, áudiat. Interrogábant autem eum discípuli eius, quæ esset hæc parábola. Quibus ipse dixit: Vobis datum est nosse mystérium regni Dei, céteris autem in parábolis: ut vidéntes non vídeant, et audiéntes non intéllegant. Est autem hæc parábola: Semen est verbum Dei. Qui autem secus viam, hi sunt qui áudiunt: déinde venit diábolus, et tollit verbum de corde eórum, ne credéntes salvi fiant. Nam qui supra petram: qui cum audíerint, cum gáudio suscípiunt verbum: et hi radíces non habent: qui ad tempus credunt, et in témpore tentatiónis recédunt. Quod autem in spinas cécidit: hi sunt, qui audiérunt, et a sollicitudínibus et divítiis et voluptátibus vitæ eúntes, suffocántur, et non réferunt fructum. Quod autem in bonam terram: hi sunt, qui in corde bono et óptimo audiéntes verbum rétinent, et fructum áfferunt in patiéntia.

Vangelo di Luca 8, 4 - 15

Traduzione:

In quel tempo: radunandosi grandissima turba di popolo, e accorrendo gente a Gesù da tutte le città. Egli disse questa parabola: Andò il seminatore a seminare la sua semenza: e nel seminarla parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli dell’aria la divorarono; parte cadde sopra le pietre, e, nata che fu, seccò, perché non aveva umore; parte cadde fra le spine, e le spine che nacquero insieme la soffocarono; parte cadde in terra buona, e, nata, fruttò cento per uno. Detto questo esclamò: Chi ha orecchie per intendere, intenda. E i suoi discepoli gli domandavano che significasse questa parabola. Egli disse: A voi è concesso di intendere il mistero del regno di Dio, ma a tutti gli altri solo per via di parabola: onde, pur vedendo non vedano, e udendo non intendano. La parabola dunque significa questo: La semenza è la parola di Dio. Ora, quelli che sono lungo la strada, sono coloro che ascoltano: e poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, perché non si salvino col credere. Quelli caduti sopra la pietra, sono quelli che udita la parola l’accolgono con allegrezza, ma questi non hanno radice: essi credono per un tempo, ma nell’ora della tentazione si tirano indietro. Semenza caduta tra le spine sono coloro che hanno ascoltato, ma a lungo andare restano soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non portano il frutto a maturità. La semenza caduta in buona terra indica coloro che in un cuore buono e perfetto ritengono la parola ascoltata, e portano frutto mediante la pazienza.