giovedì 17 novembre 2022

17 novembre: san Gregorio Taumaturgo


(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens Iesus discípulis suis, ait illis: Habéte fidem Dei. Amen, dico vobis, quia, quicúmque díxerit huic monti: Tóllere et míttere in mare, et non hæsitáverit in corde suo, sed credíderit, quia, quodcúmque díxerit, fiat, fiet ei. Proptérea dico vobis: Omnia quæcúmque orántes pétitis, crédite quia accipiétis, et evénient vobis.

(Vangelo secondo Marco 11, 22 - 24)

Traduzione:

In quel tempo, Gesù prese a dire ai suoi discepoli: «Abbiate fede in Dio. In verità vi dico, se uno dirà a questo monte: “Levati e gettati in mare", e non esiterà in cuor suo, ma crederà che quanto ha detto si compirà, gli verrà fatto. Per questo vi dico: Qualunque cosa domandate nell'orazione, abbiate fede di attenerla, e la otterrete».



Paolo de Matteis (1662-1728), San Gregorio Taumaturgo, presso la cappella del Seminario di Lecce, in Puglia.


Agiografia:

San Gregorio, soprannominato Taumaturgo, nacque al principio del secolo III in Neocesarea del Ponto. I suoi genitori, illustri per nobiltà e ricchezze, ma idolatri, lo allevarono, assieme al fratello Atenodoro, nelle pagane superstizioni. Ma la Provvidenza Divina che aveva prestabilito di farne due grandi luminari della Chiesa, dispose che ancora fanciulli trovassero la verità e la vera religione.
Dotato di grande penetrativa e di una sete inestinguibile di sapere, Gregorio fu messo a frequentare la scuola di filosofia del celebre Origene.
Alla luce di quelle lezioni tanto eloquenti, la sua mente logica fu rischiarata e ben presto volle essere battezzato. Approfonditosi in modo particolare nello studio della Sacra Scrittura, deliberò di consacrarsi interamente al divino servizio e di rinunziare a ogni vantaggio terreno. Infatti, mentre era ancora a Cesarea, la morte gli rapì i genitori, ed egli trovandosi padrone di molte ricchezze, ne fece parte alle vedove e agli orfani e si ritirò in una solitudine.
La penitenza, la preghiera e la studio della Sacra Bibbia furono i suoi grandi mezzi per salire alla contemplazione e alla perfezione. Non potè tuttavia rimanere ignoto, poichè la fama dei suoi consigli e delle sue virtù giunse agli orecchi del santo vescovo Fotino, che per speciale rivelazione dello Spirito Santo, lo volle far risplendere sul candelabro della Chiesa, creandolo vescovo di Neocesarea.
Invano tentò ripetutamente di sottrarsi al grave peso; ma conosciuta essere quella la volontà di Dio, dopo una conveniente preparazione, fece l’ingresso nella sua popolatissima città, che non contava però più di 17 cristiani.
Nondimeno la sua fama di uomo straordinario aveva incoscientemente preparato quel popolo idolatra al culto del vero Dio; e da parte sua il Santo non risparmiò sforzi, preghiere e specialmente miracoli per affrettarne la conversione.
Ne riportiamo qualcuno. Si trattava di costruire il primo tempio cristiano; ma il fiume da un lato e la montagna dall’altro rendevano angusto il luogo. Il Santo comanda al monte di scostarsi, e il monte docilmente si sposta quanto è necessario.
Il popolo si lagnava che una palude, già causa di discordie tra fratelli, rendeva insalubre il clima. Gregorio con il segno di croce la fa divenire fertile campagna.
In una piena, il torrente di Casalmacco ruppe gli argini e minacciava l’abitato: vi accorre il Santo, pianta in terra il suo bastone, le acque si ritirano nel loro alveo e il bastone diviene robustissima pianta.
I tanti prodigi del taumaturgo vescovo non valsero a salvarlo dalla persecuzione di Decio, nè dall’esilio. Di là vigilava e pregava per la perseveranza del suo gregge nella fede.
Conosciuta poi, per divina rivelazione, l’ora della sua morte, comandó di fare diligente ricerca di quanti pagani rimanessero ancora nella sua diocesi, e saputo ch’erano 17 esclamò: “Deo gratias, alla mia venuta trovai appunto 17 cristiani!”.
Dopo 25 anni di episcopato chiuse placidamente gli occhi nel Signore. Era l’anno 270.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.