domenica 30 settembre 2012

Diciottesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


(photo by Amberlea Williams)

Santa Messa cantata presso la chiesa di San Simeon Piccolo, seguita da un'Ora Santa di Adorazione Eucaristica.
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP.


VANGELO

In illo témpore: Ascéndens Iesus in navículam, transfretávit et venit in civitátem suam. Et ecce, offerébant ei paralýticum iacéntem in lecto. Et videns Iesus fidem illórum, dixit paralýtico: Confíde, fili, remittúntur tibi peccáta tua. Et ecce, quidam de scribis dixérunt intra se: Hic blasphémat. Et cum vidísset Iesus cogitatiónes eórum, dixit: Ut quid cogitátis mala in córdibus vestris? Quid est facílius dícere: Dimittúntur tibi peccáta tua; an dícere: Surge et ámbula? Ut autem sciátis, quia Fílius hóminis habet potestátem in terra dimitténdi peccáta, tunc ait paralýtico: Surge, tolle lectum tuum, et vade in domum tuam. Et surréxit et ábiit in domum suam. Vidéntes autem turbæ timuérunt, et glorificavérunt Deum, qui dedit potestátem talem homínibus.

(Vangelo secondo Matteo 9, 1 - 8)

Traduzione:

In quel tempo: Gesú, salito su una barca, ripassò il lago, e andò nella sua città. Quand’ecco gli presentarono un paralitico giacente nel letto. Veduta la loro fede, Gesú disse al paralitico: Figlio, confida: ti sono perdonati i tuoi peccati. Súbito alcuni scribi dissero in cuor loro: Costui bestemmia. E Gesú, avendo visto i loro pensieri, rispose: Perché pensate male in cuor vostro? Cos’è piú facile dire: Ti sono perdonati i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, onde sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sopra la terra di rimettere i peccati: Sorgi, disse al paralitico, piglia il tuo letto e vattene a casa tua. E quegli si alzò e se ne andò a casa sua. Vedendo ciò le turbe si intimorirono e glorificarono Iddio che diede agli uomini tanto potere.


Omelia:

Un sacerdote mio amico che celebra la Messa antica in Svizzera, mi ha raccontato che per un certo periodo, un pastore luterano anziano frequentava la sua chiesa. Un giorno chiese se potesse ricevere la santa Comunione: "i Padri domenicani me lo permettono", disse. Il Sacerdote in questione invece rispose che se voleva ricevere la santa Comunione doveva essere cattolico e seguire un corso di catechismo. Il pastore era d'accordo e dopo un corso assai lungo, ricevette il Sacramento del Battesimo, della Cresima, della Confessione, poi alla fine quello della santa Eucaristia.
Non molto tempo dopo ricevette dalle mani dello stesso Sacerdote anche il Sacramento dell'Estrema Unzione. Dopo di che, piangendo di gioia, morì santamente, perché era diventato membro della Chiesa Cattolica e che lo attendeva così il Paradiso.
Questa storia, che è un esempio del vero e sano ecumenismo, ci chiama in mente la frase del Salmo citato oggi due volte nella Santa Messa: "Laetatus sum in his, quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus / Mi sono rallegrato quando mi dissero: andremo nella casa del Signore" (Sal.121,1 e 7).
Oggigiorno, carissimi fedeli, alcuni cattolici e tra loro purtroppo anche alcuni membri della gerarchia, presi da un ecumenismo falso, pretendono che altre confessioni cristiane, o anche altre religioni non-cristiane, possono essere mezzi di salvezza. Questo però non è vero!
Il Catechismo Maggiore di san Pio X nei numeri 224 e 225 dice:
224. Chi sono quelli che non appartengono alla comunione dei santi?
Non appartengono alla comunione dei santi nell’altra vita i dannati ed in questa coloro che si trovano fuori della vera Chiesa.
225. Chi sono quelli che si trovano fuori della vera Chiesa?
Si trovano fuori della vera Chiesa gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
Nello stesso Catechismo Maggiore di San Pio X, riferendosi alla parola di San Paolo nell'epistola agli Efesini, leggiamo:
157. Non vi potrebbero essere più Chiese?
No, non vi possono essere più Chiese, perché siccome vi è un solo Dio, una sola Fede e un solo Battesimo, così non vi è, e non vi può essere che una sola vera Chiesa.
Oggi voglio tornare a questo tema, di cui ho parlato la settimana scorsa, per esporre un pò più a lungo la sua dottrina sull'unicità del Battesimo e della Chiesa.
C'è solo un Battesimo e questo è il Battesimo Cattolico. Consiste nel versare l'acqua su una persona vivente dicendo allo stesso tempo la formula trinitaria: Ego te baptízo in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Questo gesto e questa parola hanno un effetto sovrannaturale e incorporano la persona nell'una Chiesa Cattolica, il Corpo mistico di Cristo, e le conferisce la virtù teologale della Fede.
Se il gesto manca, o la parola manca, non avviene il Battesimo, è il caso di alcune confessioni cristiane non cattoliche come gli Unitariani, per esempio, che non utilizzano la formula trinitaria (1).
Se invece il gesto e la formula corretti ci sono, il Battesimo avverrà e la persona sarà incorporata nell'unica Chiesa Cattolica, il Corpo mistico di Cristo, e riceverà la vera fede cattolica. Il Battesimo avverrà anche se la persona in questione è figlio di genitori non cattolici che credono che il loro figlio sia stato battezzato come protestante, anglicano, o ortodosso, per esempio, ed anche se la persona stessa dopo, lungo la sua vita, pensa di essere protestante anglicano, o ortodosso. In verità, però, sarà cattolico.
Questa persona rimarrà cattolica fin quando non nega un articolo della Fede. Per questo può anche essere salvato, non da protestante, anglicano, o ortodosso, però, ma da cattolico, perché, come si può dire: il Paradiso è Cattolico e tutti nel Paradiso sono cattolici.
La situazione di questi cristiani, comunque, è anomala perché appartengono solo alla parte invisibile della Chiesa, alla sua Anima, e non alla sua parte visibile, il suo Corpo.
La loro situazione è anche pericolosa perché vivono in un ambiente ostile alla Chiesa Cattolica che può portarli facilmente alla negazione di un dogma o allo scisma, e perché, soprattutto nel caso dei Protestanti, sono per così dire cattolici "ignoranti" e "non praticanti": ignoranti di grandi parti della Fede come per esempio dei dogmi mariani ed eucaristici, e, per di più, non essendo praticanti, non hanno accesso ai Sacramenti della Confessione, della Cresima, della Santa Eucaristia, del Sacerdozio, né dell'Estrema Unzione.
Per questo, carissimi fedeli, bisogna pregare per la loro conversione e fare il possibile per promuoverla, affinché un giorno possano dire con noi: Mi sono rallegrato quando mi dissero: andremo nella casa del Signore" (Sal.121,1 e 7): la Sua Casa che è la Chiesa Cattolica sulla terra, e la Chiesa Cattolica nel Cielo, alla gloria del Santissimo Nome di Dio.

domenica 23 settembre 2012

Diciassettesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di san Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione).
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP

(photo by Alessandro Franzoni)


VANGELO

In illo témpore: Accessérunt ad Iesum pharisǽi: et interrogávit eum unus ex eis legis doctor, tentans eum: Magíster, quod est mandátum magnum in lege? Ait illi Iesus: Díliges Dóminum, Deum tuum, ex toto corde tuo et in tota ánima tua et in tota mente tua. Hoc est máximum et primum mandátum. Secúndum autem símile est huic: Díliges próximum tuum sicut teípsum. In his duóbus mandátis univérsa lex pendet et prophétæ. Congregátis autem pharisǽis, interrogávit eos Iesus, dicens: Quid vobis vidétur de Christo? cuius fílius est? Dicunt ei: David. Ait illis: Quómodo ergo David in spíritu vocat eum Dóminum, dicens: Dixit Dóminus Dómino meo, sede a dextris meis, donec ponam inimícos tuos scabéllum pedum tuórum? Si ergo David vocat eum Dóminum, quómodo fílius eius est? Et nemo poterat ei respóndere verbum: neque ausus fuit quisquam ex illa die eum ámplius interrogáre.

Vangelo di Matteo 22, 34 - 46

Traduzione:

In quel tempo: I Farisei si avvicinarono a Gesú, e uno di essi, dottore della legge, lo interrogò per tentarlo: Maestro, qual è il grande comandamento della legge? Gesú gli disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua ànima e con tutta la tua mente. Questo è il piú grande e il primo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti è racchiusa tutta la legge e i profeti. Ed essendo i Farisei radunati insieme, Gesú domandò loro: Che cosa vi pare del Cristo? di chi è figlio? Gli risposero: Di Davide. Egli disse loro: Com’è allora che Davide in spirito lo chiama Signore, dicendo: Dice il Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, sino a tanto che io metta i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, com’è egli suo figlio? E nessuno sapeva rispondergli: né da quel momento in poi vi fu chi ardisse interrogarlo.


Omelia:

Nell'Epistola odierna San Paolo richiama gli Efesini (1,4-6) all'unità tramite l'umiltà, la mitezza, la pazienza, e la Carità.
Occorre che siano uniti perché sono, con le parole di S. Paolo: "un solo corpo con un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre di tutti che è al di sopra di tutti, per mezzo di tutti, ed in tutti noi."
Il fondamento della loro unità può essere sintetizzato come la Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo, + e la Santissima Trinità.
La Chiesa unisce tutti i cristiani in quanto è un sol corpo e una sola anima di cui tutti i cristiani sono i membri. Il corpo è la parte fisica e visibile, come la gerarchia, e l'amministrazione dei Sacramenti; l'anima è la parte sovrannaturale ed invisibile che comprende la Fede, la Speranza, la Carità, le grazie, e la santità.
Nostro Signore Gesù Cristo + unisce tutti i Cristiani in quanto questo corpo è il Suo Corpo Mistico e l'anima di questo corpo, di questo Suo Corpo Mistico, è lo Spirito Santo.
Nostro Signore, e più generalmente la Santissima Trinità, ci unisce in quanto è l'oggetto della speranza e della fede; e in quanto il Battesimo ci incorpora in Lui, rendendoci figli del Padre, fratelli del Figlio, e templi dello Spirito Santo. San Paolo si riferisce al Padre quando parla di Dio come "al di sopra di tutti"; si riferisce al Figlio quando dice "per mezzo di tutti", essendo il Figlio il mediatore; e parla dello Spirito Santo quando dice "in tutti noi", essendo lo Spirito Santo l'anima della Chiesa.

Ma la Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità sono uno non solo perché uniscono i cristiani, ma anche perché sono unici. C'è una sola Chiesa e questa è la Chiesa Cattolica: c'è un solo Corpo Mistico di Cristo informato da una sola anima che è lo Spirito Santo. Ciò che si chiama la chiesa Ortodossa, la chiesa Protestante, la chiesa Anglicana, ecc... non sono vere "chiese" bensì comunità di persone che professano e praticano, fino a un certo grado maggiore o minore, la Fede Cattolica.
C'è un solo Battesimo e questo è il Battesimo Cattolico. Se il battesimo dei cristiani non-cattolici è valido - e non è il caso per tutte le confessioni cristiane - inserisce la persona nell'una Santa Chiesa Cattolica, più precisamente nella sua anima (la parte invisibile di questa). Qua rimane e qua si può salvare ma solo da cattolico, fin quando non nega la Fede Cattolica.
C''è una sola Fede e questa è la Fede Cattolica, essa e essa sola ci rivela la verità e la Verità intera; essa, ed essa sola è la strada che ci conduce al Paradiso.
C'è un solo Signore, e questo è nostro Signore Gesù Cristo + rivelato pienamente solo nell'una sola Chiesa Cattolica; e, come leggiamo negli Atti degli Apostoli: "in nessun altro c'è salvezza, né sotto il cielo altro nome è stato dato agli uomini, mediante il quale possiamo essere salvati " (4,12).
E' vero che coloro, che per nessuna colpa propria non conoscono il Signore, possono essere salvati, ma solo tramite un atto di fede e il Battesimo (o il desiderio per il Battesimo almeno implicito). Ciò a loro sarà concesso se conducono una buona vita, argomenta San Tommaso d'Aquino.
C'è un solo Dio e questo è la Santissima Trinità rivelato pienamente solo nell'una sola Chiesa Cattolica.
Oggigiorno c'è una tendenza di unire tutti coloro che credono in Dio, come i Cristiani, gli Ebrei e i Musulmani per esempio, non sulla base fornita da san Paolo, bensì sulla base del monoteismo, dicendo "hanno lo stesso Dio", ma questo è vero solo sul livello filosofico, non sul livello teologico.
E' vero sul livello filosofico perché con la sola ragione possiamo dimostrare che c'è un Dio. Ma non è vero che abbiamo "lo stesso Dio" sul livello teologico perché la Chiesa e la fede cattolica ci insegna infallibilmente che Dio è la Santissima Trinità, di cui la Seconda Persona è divenuta Uomo, e questo è negato dagli Ebrei, dai Musulmani, e da tutti gli altri monoteisti non cristiani.
Ciò che ci interessa comunque non è la filosofia bensì la teologia, perché la teologia tratta della Fede, mediante cui Dio ci ha voluto manifestarsi come è di per Se Stesso, e perché la Fede ci è necessaria per raggiungere il Paradiso.
La Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità, uniscono tutti i fedeli in "Uno". Per questo motivo bisogna cercare di essere uniti con i nostri fratelli cattolici come dice San Paolo: con umiltà, con mitezza, pazienza e amore, per mezzo del vincolo della pace.
La Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità sono anche "unici". Per questo motivo bisogna, nelle parole del Catechismo di san Pio X, avere 'un amore illimitato per la Chiesa', come anche per nostro Signore e la Santissima Trinità, e 'riputarci infinitamente grati, onorati e felici di appartenere ad Essa, e adoperarci alla gloria e all' incremento di Lei con tutti quei mezzi che sono in nostro potere'.
Amen.

domenica 16 settembre 2012

Sedicesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata presso la chiesa di san Simeon Piccolo (Venezia).
Celebrante don Konrad Zu Loewenstein FSSP

(photo by Alessandro Franzoni)


https://www.instagram.com/p/CKGdfoiDKDf/


VANGELO

In illo témpore: Cum intráret Iesus in domum cuiúsdam príncipis pharisæórum sábbato manducáre panem, et ipsi observábant eum. Et ecce, homo quidam hydrópicus erat ante illum. Et respóndens Iesus dixit ad legisperítos et pharisaeos, dicens: Si licet sábbato curáre? At illi tacuérunt. Ipse vero apprehénsum sanávit eum ac dimísit. Et respóndens ad illos, dixit: Cuius vestrum ásinus aut bos in púteum cadet, et non contínuo éxtrahet illum die sábbati? Et non póterant ad hæc respóndere illi. Dicebat autem et ad invitátos parábolam, inténdens, quómodo primos accúbitus elígerent, dicens ad illos: Cum invitátus fúeris ad núptias, non discúmbas in primo loco, ne forte honorátior te sit invitátus ab illo, et véniens is, qui te et illum vocávit, dicat tibi: Da huic locum: et tunc incípias cum rubóre novíssimum locum tenére. Sed cum vocátus fúeris, vade, recúmbe in novíssimo loco: ut, cum vénerit, qui te invitávit, dicat tibi: Amíce, ascénde supérius. Tunc erit tibi glória coram simul discumbéntibus: quia omnis, qui se exáltat, humiliábitur: et qui se humíliat, exaltábitur.
(Vangelo secondo Luca 14, 1 - 11)

Traduzione:

In quel tempo: Essendo Gesú entrato in giorno di sabato nella casa di uno dei principali Farisei per prendere cibo, questi gli tenevano gli occhi addosso. Ed ecco che un idropico gli stava davanti. E Gesú prese a dire ai dottori della legge e ai Farisei: È lécito o no, risanare in giorno di sàbato? Ma quelli tacquero. Ed egli, toccatolo, lo risanò e lo rimandò. E disse loro: Chi di voi, se gli è caduto un asino o un bue nel pozzo, non lo trae súbito fuori in giorno di sàbato? Né a tali cose potevano replicargli. Osservando come i convitati scegliessero i primi posti, prese a dir loro questa parabola: Quando sei invitato a nozze, non metterti al primo posto, perché potrebbe darsi che una persona piú ragguardevole di te sia stata pure invitata, e allora quegli che ha invitato te e lui può venire a dirti: Cedigli il posto. E allora occuperai con vergogna l’ultimo posto. Ma quando sarai invitato, va a metterti nell’ultimo posto, affinché, venendo chi ti ha invitato, ti dica: Amico, vieni piú avanti. Allora ne avrai onore presso tutti i convitati: perché chiunque si innalza, sarà umiliato, e chi si umilia, sarà innalzato.

Omelia:

Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della Fede che comincerà ad ottobre. Vogliamo guardare, allora, la natura della Fede cominciando con la definizione di San Paolo nella sua epistola agli Ebrei XI,1 "La fede è sostanza delle cose che si sperano e convinzione delle cose che non si vedono". Seguiamo l'interpretazione di San Tommaso d'Aquino.
Notiamo per primo che la fede si riferisce al futuro: alle "cose che si sperano", alle "cose che non si vedono".Queste cose le possederemo nel futuro, le vedremo nel futuro, cioè nel cielo. Queste cose sono le verità divine ed eterne che non sono altro che Iddio stesso. In questo mondo quaggiù abbiamo una conoscenza oscura di queste cose; nell'altro mondo ne avremo una conoscenza chiara. Qui crediamo con la luce della fede; la vedremo con la luce della gloria: "Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto". (1Cor.13).
Il secondo elemento di questa definizione che vogliamo meditare è l'espressione: "la fede è sostanza". Questo significa che la fede ci da (già in questo mondo) la comprensione dei suoi oggetti: cioè le verità divine ed eterne che sono Dio. Così afferriamo quaggiù in modo iniziale e preparativo ciò che possederemo in cielo in modo perfetto e definitivo.
Ebbene, in cosa consiste questa comprensione di Dio, questa conoscenza di Dio? Evidentemente è una specie di unione con Dio, un unione che la Sacra Scrittura paragona con il matrimonio: nel Libro di Osea (2,20) leggiamo: "Ti fidanzerò con me nella fede". Quando pensiamo in genere all'unione con Dio, pensiamo forse all'unione con Dio nel cielo,o all'unione mistica con Dio su questa terra, come quella di un santo rapito nell'amore dell'Onnipotente; dimentichiamo che la fede in se stessa è già una unione con Dio.
Ma questa comprensione, questa conoscenza di Dio, non è soltanto una unione con Dio, ma anche la vita eterna stessa, perché questa comprensione amorevole di Dio sulla terra (che è la fede) è già l'inizio della visione beatifica del cielo (che è la vita eterna). In questo riguardo ci dice il Signore: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv.17,3).
Il terzo elemento della definizione di San Paolo che vogliamo guardare adesso è la parola "convinzione". La fede coinvolge la convinzione, la certezza. Se ciò non è la certezza della ragione, è la certezza la più grande che si possa raggiungere qui sulla terra su Iddio e le cose di Dio. Per citare il sacro Concilio di Trento: "il verbo - credere - significa il sicurissimo assenso, in virtù del quale l'intelligenza aderisce con fermezza e tenacia a Dio che rivela i propri misteri. Perciò chi crede (nel senso qui inteso) possiede indubbia e nettissima convinzione di qualcosa".
In questo senso, di fatti, si dice che la Fede è una luce più forte di quella della ragione. Qualcuno potrebbe chiedere,però, a questo punto, perché si parla allo stesso modo dell'oscurità della fede. La risposta è che la fede è chiara quanto al modo, e oscura quanto all'oggetto, della sua conoscenza.
Il suo oggetto, come abbiamo già detto, è Iddio Stesso, che non può essere compreso che imperfettamente e oscuramente dalla conoscenza finita, limitata, dell'uomo; il modo di conoscere questo oggetto è invece una luce forte, una certezza assoluta, perché unisce la mente direttamente e immediatamente con Iddio, che è la Verità stessa.
Parliamo adesso sui benefici della Fede.
In questa piccola analisi della natura della fede abbiamo visto il suo beneficio principale, cioè che ci dà la vita eterna (legata evidentemente ad una vita buona, alle opere buone, alla Carità - nel senso dell'amore sovrannaturale -).
Il suo beneficio secondario è che ci insegna come arrivare a questa vita eterna mediante i nostri atti o, in altre parole, come condurre una vita buona, virtuosa. In breve: la Fede è la nostra guida. La Fede dà la buona direzione alla nostra vita terrestre; ci insegna le grandi verità tra le quali si trovano, per esempio, il fatto che ci sia una vita dopo questa vita terrena, e che Dio ricompensa il bene punendo il male; la Fede ci dà i comandamenti, la predicazione e l'esempio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Finalmente in questo modo la Fede ci dà i mezzi per superare le tentazioni. Nella Lettera agli Efesini S. Paolo ci parla del combattimento spirituale, scrivendo: "Tenete sempre in mano lo scudo della fede con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno" (6,16). San Pietro dice: " il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistete saldi nella fede" (1Pt.5,8).
Tutto ciò che abbiamo meditato sulla Fede può essere espresso con l'immagine della luce: La Fede è la luce nella quale vedo Iddio in questo mondo; questa luce è la luce d'aurora che precede la luce del giorno nel quale vedrò Iddio nel cielo; la Fede è la luce che mi condurrà attraverso la valle oscura di questo mondo per unirmi a Lui in una unione perfetta e stabile, per tutta l'eternità.