martedì 28 luglio 2020

Un'altra finestra sul (buio?) Medioevo.. (n.20)


Affresco del XV secolo che illustra il celebre "Miracolo dell'impiccato" operato da San Giacomo a Santo Domingo de la Calzada.
Presso la chiesa di San Giacomo al Bosco a Cellio (Pavia) detta anche "San Jacopo Pitto".

(photo by D.Ruoppolo)




PER SAPERNE DI PIU'

Localmente denominato San Jacu Pittu. Oggi in posizione isolata, un tempo era posto lungo una strada pubblica.
Scarse sono le notizie sull’edificio, di antica costruzione, che originariamente aveva una lunghezza della navata di circa m 5 (Inventario Taverna del 1618). L’oratorio ebbe una fase di abbandono o limitato uso dal XVI secolo. Entro il 1684, anno della riconsacrazione dell’oratorio, fu ristrutturato con l’allungamento della navata (dalle attuali lesene all’entrata) e probabilmente il suo innalzamento. Attualmente misura m 8,70 x 4. I lavori proseguirono nel secolo successivo con la realizzazione del tetto, che solo gradualmente fu coperto da beole in sostituzione della paglia ancora presente nel 1760.  

L’oratorio era affrescato; purtroppo sono rimasti solo frammenti di una Maiestas Domini nel catino absidale; ben conservata è invece l’Annunciazione sull’arco trionfale; dei due Santi sottostanti rimangono solo frammenti delle aureole.
La parete sud è in buone condizioni e presenta due riquadri: nel primo il “miracolo dell’Impiccato” o di San Domingo de la Calzada riferito a san Giacomo Maggiore; nel secondo le figure di santa Caterina d’Alessandria e sant’Antonio Abate. All’esterno un san Cristoforo è in pessime condizioni.
All’autore di questi affreschi è stato assegnato il nome convenzionale di “Maestro di S. Jacu Pittu”, pittore itinerante che lasciò altre opere in Valsesia, nel novarese, in Val Vigezzo e in Canton Ticino. Il suo stile, piuttosto ripetitivo nelle iconografie e nelle tipologie delle figure, invece è curato e minuzioso nei tessuti e nelle cornici impreziosite da motivi geometrici tipici di un repertorio largamente impiegato in diverse botteghe operanti tra l’ultimo quarto del XIV secolo e il primo quarto del XV secolo.

lunedì 27 luglio 2020

27 luglio: san Pantaleone


Il maestoso soffitto della chiesa di san Pantalon a Venezia, opera di Gian Antonio Fumani, raffigurante il martirio e la Gloria del Santo, un eccezionale olio su tela dipinto tra il 1680 e il 1704, di 443 metri quadrati circa.

(photo by Alessandro Franzoni)




In sintesi

Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia in Turchia. Diventerà successivamente medico e sarà perseguitato dall'imperatore di Costantinopoli Galerio per la sua adesione alla fede cristiana. Fu condannato a morte nel 305: gli furono inchiodate le braccia sulla testa, che poi il boia gli mozzò. È il patrono di medici.


Dal Martirologio Romano

A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Pantaleone, martire, venerato in Oriente per avere esercitato la sua professione di medico senza chiedere in cambio alcun compenso.

Martirologio tradizionale (27 luglio): A Nicomedia la passione di san Pantaleone medico, il quale, per la fede di Cristo, dall'Imperatore Massimiano fu preso e straziato colla pena dell'eculeo e con fiaccole accese, ma in mezzo a queste pene fu confortato da un'apparizione del Signore, e finalmente, percosso colla spada, compì il martirio.

domenica 26 luglio 2020

Terzo giorno del Triduo a sant'Anna a Brescia


Santa Messa solenne "in terzo" alle ore 18:00 presso la benemerita chiesa di San Zeno al Foro a Brescia nella piazza omonima in occasione del Triduo Sacro in onore di sant'Anna.
Celebrazione preceduta alle ore 17:30 da Adorazione Eucaristica e recita del Santo Rosario.
A seguire la tradizionale benedizione dell'uva.

(photo by Alessandro Franzoni)











Noi vogliam Dio!

sabato 25 luglio 2020

Secondo giorno del Triduo a sant'Anna a Brescia


Santa Messa solenne "in terzo" alle ore 18:00 presso la benemerita chiesa di San Zeno al Foro a Brescia nella piazza omonima in occasione del Triduo Sacro in onore di sant'Anna.
Celebrazione preceduta alle ore 17:30 da Adorazione Eucaristica e recita del Santo Rosario.
A seguire la tradizionale benedizione dell'uva.

(photo by Alessandro Franzoni)











Inno a sant'Anna:






Jacopo Bassano, Sant'Anna in trono tra i SS Girolamo e Francesco, olio su tela, Gallerie dell'Accademia a Venezia.

(photo by Luigi Baldin)

Capizzi "Nova Santiago"





Capizzi "Nova Santiago"

Pochi sanno che Capizzi, antica borgo di origini remote, sia stato il primo paese in Sicilia ad aver posseduto una reliquia dell’Apostolo Giacomo il Maggiore. Nel 1426 d.C. infatti, il cavaliere gerosolomitano Sancho de Heredia trasferisce dalla terra santa alcune reliquie nel territorio capitino, tra queste la giuntura di un dito di San Giacomo Apostolo Maggiore, il braccio di San Nicolò di Bari, il capello della Vergine Maria e il legno della vera Croce.

Il Santuario, già esistente dal XII secolo, diviene così centro principale del culto nei confronti del santo spagnolo, dando vita ad innumerevoli pellegrinaggi da qualsiasi parte dell’isola; questo, grazie ai vari privilegi papali e vescovili che concedevano l’indulgenza plenaria a tutti quei fedeli che varcavano il portale della Chiesa in occasione di alcune date stabilite. Ciò, però, suscitò l’invidia dell’Arcidiocesi di Messina, che anche in virtu’ del consenso del re Alfonso riuscì ad ottenere il trasferimento della reliquia da Capizzi a Messina. I capitini tuttavia si ribellarono energicamente a questa decisione e cosi la reliquia venne divisa in due parti. Questo non fece cessare il flusso dei pellegrinaggi e ne è testimonianza il fatto che nel XVI secolo la chiesa verrà ampliata da una a tre navate proprio per accogliere un maggior numero di pellegrini. A distanza di circa sei secoli, San Giacomo rimane un gran punto di riferimento per i fedeli capitini che lo venerano ed a lui si confidano per avvicinarsi a Dio, una fede che si accresce sempre più, di generazione in generazione.

Oggi, grazie all’interesse dell’Arciprete Don Antonio Cipriano, si vuole far rientrare il Santuario Diocesano in quel circuito regionale e perché no nazionale dei pellegrinaggi religiosi. Tutto questo dando vita a delle iniziative nuove che mirano alla conoscenza della tradizione e della storia legata al culto di questo grande Santo. Infatti, i fedeli avranno la possibilità di venerare la sacra reliquia visitando la chiesa, dove ogni 25 del mese si terrà una messa dedicata a San Giacomo Apostolo Maggiore. In occasione di questa celebrazione si pregherà inoltre, per le intenzioni dei singoli fedeli che avranno lasciato un bigliettino all’interno del cesto predisposto nella chiesa. Altra importante iniziativa è la nascita del notiziario del Santuario Diocesano che porta il nome di “Boanerghes – la voce del figlio del tuono” con cadenza trimestrale, in cui verranno pubblicate tutte le attività proposte, le preghiere, gli inni e i pensieri dei fedeli. Inoltre, i pellegrini che visiteranno il tempio avranno l’opportunità di ricevere “L’Aurea Jacopea” un documento che ne attesta la visita o l’avvenuto pellegrinaggio, simile alla “Compostela” in Spagna: tutti gli interessati dovranno presentare la richiesta tramite la parrocchia di appartenenza al Rettore del Santuario Diocesano di San Giacomo di Capizzi.

Iniziative molto importanti che permetteranno ai fedeli di entrare in contatto con la figura di questo grande santo, che è lì, sul suo trono, ad aspettare tutti quei devoti che vorranno approcciarsi a lui.

(credits: Seby Giaimi)


venerdì 24 luglio 2020

24 luglio: santa Cristina


Jacopo Palma il Giovane, Santa Cristina trafitta dai dardi, Pinacoteca degli Eremitani, Padova.

(photo by Francesco Bianco)




Preghiera a santa Cristina:

O Dio, Padre buono e misericordioso,
che scegli le creature miti e deboli
per confondere la potenza del mondo,
nella santa vergine e martire Cristina
ci hai dato un mirabile esempio
di semplice e puro candore di cuore,
di intrepida fortezza
per affermare e difendere la fede
e di eroica costanza
nel sostenere le sofferenze del martirio,
concedi a noi suoi devoti,
di resistere alle debolezze
della condizione umana,
di vivere alla luce del Vangelo,
di sentirci tutti fratelli in Cristo
e membra vive della Chiesa.
Amen.

domenica 19 luglio 2020

Settima domenica dopo Pentecoste ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza)


Santa Messa letta con cantici alle ore 17:00 presso la chiesa di San Pancrazio ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza). 
Preceduta dalla recita del Santo Rosario alle ore 16:30.
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.
All'organo il m. M.Canale.

(photo and video by Alessandro Franzoni)



All'Ingresso:



VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Atténdite a falsis prophétis, qui véniunt ad vos in vestiméntis óvium, intrínsecus autem sunt lupi rapáces: a frúctibus eórum cognoscétis eos. Numquid cólligunt de spinis uvas, aut de tríbulis ficus? Sic omnis arbor bona fructus bonos facit: mala autem arbor malos fructus facit. Non potest arbor bona malos fructus fácere: neque arbor mala bonos fructus fácere. Omnis arbor, quæ non facit fructum bonum, excidétur et in ignem mittétur. Igitur ex frúctibus eórum cognoscétis eos. Non omnis, qui dicit mihi, Dómine, Dómine, intrábit in regnum cœlórum: sed qui facit voluntátem Patris mei, qui in cœlis est, ipse intrábit in regnum cœlórum.

(Vangelo secondo Matteo 7, 15 - 21)

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi sotto l’aspetto di pecore, ma che nell’intimo sono lupi rapaci: li riconoscerete dai loro frutti. Forse che alcuno raccoglie l’uva dalle spine o il fico dai rovi? Cosí ogni albero buono dà buoni frutti; mentre l’albero cattivo dà frutti cattivi. Non può l’albero buono produrre frutti cattivi, né l’albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che dà frutti cattivi sarà tagliato e gettato nel fuoco. Dunque, dai loro frutti li riconoscerete. Non chiunque mi dirà: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, questi entrerà nel regno dei cieli.


Omelia:



All'Offertorio:





Salve Regina ed Improvvisazione finale:

martedì 14 luglio 2020

14 luglio: san Francesco Solano OFM


G.A.Brunoni, olio su tela, XVIII secolo




IN BREVE

Nato in una nobile famiglia spagnola, entrò molto giovane tra i Francescani, in cui venne consacrato sacerdote e, successivamente, a causa della sua fama di uomo santo e asceta, inviato come missionario nel Nuovo Mondo; per più di vent'anni percorse i Paesi del Sud America predicando e compiendo miracoli (come la ripetizione del miracolo della Pentecoste per cui tutti gli indigeni, delle più diverse tribù e nazioni, lo potevano ascoltare come se parlasse in una lingua sola), motivo per cui è conosciuto come Taumaturgo del Nuovo Mondo.

Patrono di tutti i Paesi dell'America Latina in cui predicò, è anche Patrono minore delle missioni e dei missionari e delle missioni e dei missionari francescani, e la sua festa era un tempo celebrata nelle chiese perugine rette dai Padri Francescani.

domenica 12 luglio 2020

Sesta domenica dopo Pentecoste ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza)


Santa Messa letta con cantici alle ore 17:00 presso la chiesa di San Pancrazio ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza).
Preceduta dalla recita del Santo Rosario alle ore 16:30.
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.
All'organo il m. MC.

(photo and video by Alessandro Franzoni)






Introduzione musicale:





VANGELO

In illo témpore: Cum turba multa esset cum Iesu, nec habérent, quod manducárent, convocátis discípulis, ait illis: Miséreor super turbam: quia ecce iam tríduo sústinent me, nec habent quod mandúcent: et si dimísero eos ieiúnos in domum suam, defícient in via: quidam enim ex eis de longe venérunt. Et respondérunt ei discípuli sui: Unde illos quis póterit hic saturáre pánibus in solitúdine? Et interrogávit eos: Quot panes habétis? Qui dixérunt: Septem. Et præcépit turbæ discúmbere super terram. Et accípiens septem panes, grátias agens fregit, et dabat discípulis suis, ut appónerent, et apposuérunt turbæ. Et habébant piscículos paucos: et ipsos benedíxit, et iussit appóni. Et manducavérunt, et saturáti sunt, et sustulérunt quod superáverat de fragméntis, septem sportas. Erant autem qui manducáverant, quasi quátuor mília: et dimísit eos.

(Vangelo secondo Marco 8, 1 - 9)

Traduzione:

In quel tempo: Radunatasi molta folla attorno a Gesú, e non avendo da mangiare, egli, chiamati i discepoli, disse loro: Ho compassione di costoro, perché già da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare; e se li rimanderò alle loro case digiuni, cadranno lungo la via, perché alcuni di essi sono venuti da lontano. E gli risposero i suoi discepoli: Come potremo saziarli di pane in questo deserto? E chiese loro: Quanti pani avete? E risposero: Sette. E comandò alla folla di sedersi a terra. E presi i sette pani, rese grazie e li spezzò e li diede ai suoi discepoli per distribuirli, ed essi li distribuirono alla folla. Ed avevano alcuni pesciolini, e benedisse anche quelli e comandò di distribuirli. E mangiarono, e si saziarono, e con i resti riempirono sette ceste. Ora, quelli che avevano mangiato erano circa quattro mila: e li congedò.

Predica:





All'Exitus:



Per la lista completa dei video della Santa Messa,



G.Lanfranco, Miracolo dei pani e dei pesci, olio su tela, 1620, National Gallery d'Irlanda a Dublino.

(photo by https://wikioo.org/)


sabato 11 luglio 2020

11 luglio: Traslazione di san Benedetto


(photo by Nicolò Calore)




Chiesa di Santa Giustina a Padova. Altare del Santo Padre Benedetto presso la propria cappella, rivestita di damaschi rossi. La pala d'altare raffigura san Benedetto che accoglie san Placido e san Mauro, di Jacopo Palma il Giovane. Altare invece del Corbarelli. I due teleri ai lati del 1616 raffigurano a destra san Benedetto ricevente a Montecassino il re Totila, di Giovanni Battista Maganza, a sinistra invece san Benedetto che consegna la Regola agli Ordini monastici e cavallereschi, di Claudio Ridolfi.

domenica 5 luglio 2020

Quinta domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso al chiesa di San Simon Piccolo a Venezia 
(fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by @valerio.cal)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nisi abundáverit iustítia vestra plus quam scribárum et pharisæórum, non intrábitis in regnum cœlórum. Audístis, quia dictum est antíquis: Non occídes: qui autem occíderit, reus erit iudício. Ego autem dico vobis: quia omnis, qui iráscitur fratri suo, reus erit iudício. Qui autem díxerit fratri suo, raca: reus erit concílio. Qui autem díxerit, fátue: reus erit gehénnæ ignis. Si ergo offers munus tuum ad altáre, et ibi recordátus fúeris, quia frater tuus habet áliquid advérsum te: relínque ibi munus tuum ante altáre et vade prius reconciliári fratri tuo: et tunc véniens ófferes munus tuum.

(Vangelo di Matteo 5, 20 - 24)

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Se la vostra giustizia non sarà stata più grande di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli. Avete sentito che è stato detto agli antichi: Non uccidere; chi infatti avrà ucciso sarà condannato in giudizio. Ma io vi dico che chiunque si adira col fratello sarà condannato in giudizio. Chi avrà detto a suo fratello: raca, imbecille, sarà condannato nel Sinedrio. E chi gli avrà detto: pazzo; sarà condannato al fuoco della geenna. Se dunque porti la tua offerta all’altare e allora ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta all’altare e va prima a riconciliarti con tuo fratello, e poi, ritornato, fa la tua offerta.


venerdì 3 luglio 2020

3 luglio: sant'Ireneo


(photo by Alessandro Franzoni)




In breve

Ireneo, discepolo di san Policarpo e, attraverso di lui, dell'apostolo san Giovanni, è una figura di primaria importanza nella storia della Chiesa. Originario dell'Asia, nato con molta probabilità a Smirne, approdò in Gallia e nel 177 succedette nella sede episcopale di Lione al novantenne vescovo san Potino, morto in seguito alle percosse ricevute durante la persecuzione contro i cristiani. Pochi giorni prima delle sommosse anticristiane, Ireneo era stato inviato a Roma dal suo vescovo per chiarire alcune questioni dottrinali. Tornato a Lione, appena sedata la bufera, fu chiamato a succedere al vescovo martire, in una Chiesa decimata dei suoi preti e di gran parte dei suoi fedeli. Si trovò a governare come unico vescovo la Chiesa dell'intera Gallia. Lui, greco, imparò le lingue dei barbari per evangelizzare le popolazioni celtiche e germaniche. E dove non arrivò la sua voce giunse la parola scritta. Nei suoi cinque libri Adversus Haereses traspare non solo il grande apologista, ma anche il buon pastore preoccupato di qualche pecorella allo sbando che cerca di condurre all'ovile. 
In data 21 gennaio 2022 Papa Francesco lo ha dichiarato Dottore della Chiesa, con il titolo di Doctor unitatis". Ireneo è così il primo martire nella storia della Chiesa a ricevere il titolo di Dottore.