sabato 20 ottobre 2018

Ventiduesima domenica dopo Pentecoste a Perugia


Santa Messa cantata preceduta dalla recita del Santo Rosario.
Presso la chiesa del Gesù, piazza Matteotti, a Perugia.
In orario prefestivo il sabato.
Celebrante padre Camillo Corbetta.

(photo by Alessandro Franzoni)


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VANGELO

In illo témpore: Abeúntes pharisaei consílium iniérunt, ut cáperent Iesum in sermóne. Et mittunt ei discípulos suos cum Herodiánis, dicéntes: Magíster, scimus, quia verax es et viam Dei in veritáte doces, et non est tibi cura de áliquo: non enim réspicis persónam hóminum: dic ergo nobis, quid tibi vidétur, licet censum dare Caesari, an non? Cógnita autem Iesus nequítia eórum, ait: Quid me tentátis, hypócritæ? Osténdite mihi numísma census. At illi obtulérunt ei denárium. Et ait illis Iesus: Cuius est imágo hæc et superscríptio? Dicunt ei: Caesaris. Tunc ait illis: Réddite ergo, quæ sunt Caesaris, Caesari; et, quæ sunt Dei, Deo.

(Vangelo secondo Matteo 22, 15 - 21)

Traduzione:

In quel tempo: Adunatisi, i Farisei tennero consiglio per sorprendere Gesú nel suo parlare. Gli mandarono i loro discepoli con gli Erodiani a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità, e non hai riguardo per alcuno, poiché non guardi alla persona degli uomini: dicci il tuo parere: è lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesú, conoscendo la loro malizia, rispose: Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. E Gesú disse loro: Di chi è questa immagine e questa iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Ed allora Gesú: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio.

sabato 13 ottobre 2018

Ventunesima domenica dopo Pentecoste a Perugia


Santa Messa cantata alle ore 17:00,
preceduta dalla recita del Santo Rosario alle ore 16:30.
Presso la chiesa del Gesù, piazza Matteotti, a Perugia.
In orario prefestivo il sabato.
Celebrante padre Camillo Corbetta.

(photo by Alessandro Franzoni)


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VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Assimilátum est regnum coelórum hómini regi, qui vóluit ratiónem pónere cum servis suis. Et cum coepísset ratiónem pónere, oblátus est ei unus, qui debébat ei decem mília talénta. Cum autem non habéret, unde rédderet, iussit eum dóminus eius venúmdari et uxórem eius et fílios et ómnia, quæ habébat, et reddi. Prócidens autem servus ille, orábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Misértus autem dóminus servi illíus, dimísit eum et débitum dimísit ei. Egréssus autem servus ille, invénit unum de consérvis suis, qui debébat ei centum denários: et tenens suffocábat eum, dicens: Redde, quod debes. Et prócidens consérvus eius, rogábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Ille autem nóluit: sed ábiit, et misit eum in cárcerem, donec rédderet débitum. Vidéntes autem consérvi eius, quæ fiébant, contristáti sunt valde: et venérunt et narravérunt dómino suo ómnia, quæ facta fúerant. Tunc vocávit illum dóminus suus: et ait illi: Serve nequam, omne débitum dimísi tibi, quóniam rogásti me: nonne ergo opórtuit et te miseréri consérvi tui, sicut et ego tui misértus sum? Et irátus dóminus eius, trádidit eum tortóribus, quoadúsque rédderet univérsum débitum. Sic et Pater meus coeléstis fáciet vobis, si non remiséritis unusquísque fratri suo de córdibus vestris.

(Vangelo di Matteo 18, 23 - 35)

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. E avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Ma non avendo costui modo di pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui, sua moglie, i figli e quanto aveva, e cosí fosse saldato il debito. Il servo, però, gettatosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Mosso a pietà, il padrone lo liberò, condonandogli il debito. Ma il servo, partito da lí, trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento denari: e, presolo per la gola, lo strozzava dicendo: Pagami quello che devi. E il compagno, prostratosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Ma quegli non volle, e lo fece mettere in prigione fino a quanto lo avesse soddisfatto. Ora, avendo gli altri compagni veduto tal fatto, se ne attristarono grandemente e andarono a riferire al padrone tutto quello che era avvenuto. Questi allora lo chiamò a sé e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai pregato: non dovevi dunque anche tu aver pietà di un tuo compagno, come io ho avuto pietà di te? E sdegnato, il padrone lo diede in mano ai carnefici fino a quando non avesse pagato tutto il debito. Lo stesso farà con voi il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello.


sabato 6 ottobre 2018

Ventesima domenica dopo Pentecoste a Perugia


Santa Messa cantata alle ore 17:00, preceduta dalla recita del Santo Rosario alle ore 16:30.
Presso la chiesa del Gesù nei pressi di piazza Matteotti, a Perugia, in orario prefestivo.
Celebrante padre Camillo Corbetta.

(photo by Alessandro Franzoni)



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VANGELO

In illo témpore: Erat quidam régulus, cuius fílius infirmabátur Caphárnaum. Hic cum audísset, quia Iesus adveníret a Iudǽa in Galilǽam, ábiit ad eum, et rogábat eum, ut descénderet et sanáret fílium eius: incipiébat enim mori. Dixit ergo Iesus ad eum: Nisi signa et prodígia vidéritis, non créditis. Dicit ad eum régulus: Dómine, descénde, priúsquam moriátur fílius meus. Dicit ei Iesus: Vade, fílius tuus vivit. Crédidit homo sermóni, quem dixit ei Iesus, et ibat. Iam autem eo descendénte, servi occurrérunt ei et nuntiavérunt, dicéntes, quia fílius eius víveret. Interrogábat ergo horam ab eis, in qua mélius habúerit. Et dixérunt ei: Quia heri hora séptima relíquit eum febris. Cognóvit ergo pater, quia illa hora erat, in qua dixit ei Iesus: Fílius tuus vivit: et crédidit ipse et domus eius tota.

(Vangelo secondo Giovanni 4, 46 - 539

Traduzione:

In quel tempo: Vi era a Cafàrnao un certo regolo, il cui figlio era malato. Avendo udito che Gesú dalla Giudea veniva in Galilea, andò da lui e lo pregò perché andasse a sanare suo figlio, che stava per morire. Gesú gli disse: Se non vedete miracoli e prodigi non credete. Gli rispose il regolo: Vieni, Signore, prima che mio figlio muoia. Gesú gli disse: Va, tuo figlio vive. Quell’uomo prestò fede alle parole di Gesú e partí. E mentre era già per strada, gli corsero incontro i servi e gli annunziarono che suo figlio viveva. Allora domandò loro in che ora avesse incominciato a star meglio, e quelli risposero: Ieri, all’ora settima, lo lasciò la febbre. Il padre allora riconobbe che quella era l’ora stessa in cui Gesú gli aveva detto: Tuo figlio vive. E credette lui e tutta la sua casa.