domenica 31 ottobre 2021

Domenica di Cristo Re a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano in centro a Padova, nelle vicinanze di piazza delle Erbe.
Celebrante mons S.Zorzi.
E' intervenuta la Schola Cantorum "Santa Cecilia" della Rettoria.

(photo and video by Alessandro Franzoni)





VANGELO

In illo témpore: Dixit Pilátus ad Iesum: Tu es Rex Iudæórum? Respóndit Iesus: A temetípso hoc dicis, an álii dixérunt tibi de me? Respóndit Pilátus: Numquid ego Iudǽus sum? Gens tua et pontífices tradidérunt te mihi: quid fecísti? Respóndit Iesus: Regnum meum non est de hoc mundo. Si ex hoc mundo esset regnum meum, minístri mei útique decertárent, ut non tráderer Iudǽis: nunc autem regnum meum non est hinc. Dixit ítaque ei Pilátus: Ergo Rex es tu? Respóndit Iesus: Tu dicis, quia Rex sum ego. Ego in hoc natus sum et ad hoc veni in mundum, ut testimónium perhíbeam veritáti: omnis, qui est ex veritáte, audit vocem meam.

(Vangelo secondo Giovanni 18, 33 - 37)

Traduzione:

In quel tempo: Pilato disse a Gesú: Sei tu il Re dei Giudei? Gesú gli rispose: Lo dici da te, o altri te l’hanno detto di me? Rispose Pilato: Sono forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Che cosa hai fatto? Rispose Gesú: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi dato in potere ai Giudei: dunque il mio regno non è di quaggiú. Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei Re? Rispose Gesú: È come dici, io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce.


Omelia:



Offertorio (da A.Vivaldi):



Communio (da A.Vivaldi):





Exitus (da A.Vivaldi):

giovedì 28 ottobre 2021

28 ottobre: SS Simone e Giuda


Francesco Cabianca, Bassorilievo con il Martirio dei SS Simeone e Giuda, 1730 ca, presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Hæc mando vobis, ut diligátis ínvicem. Si mundus vos odit: scitóte, quia me priórem vobis odio hábuit. Si de mundo fuissétis, mundus quod suum erat dilígeret; quia vero de mundo non estis, sed ego elegi vos de mundo, proptérea odit vos mundus. Mementóte sermónis mei, quem ego dixi vobis: Non est servus maior dómino suo. Si me persecúti sunt, et vos persequántur: si sermónem meum servavérunt, et vestrum servábunt. Sed hæc ómnia fácient vobis propter nomen meum: quia nésciunt eum, qui misit me. Si non veníssent et locútus fuíssem eis, peccátum non háberent: nunc autem excusatiónem non habent de peccáto suo. Qui me odit: et Patrem meum odit. Si ópera non fecíssem in eis, quæ nemo álius fecit, peccátum non háberent: nunc autem et vidérunt et odérunt et me et Patrem meum. Sed ut adimpleátur sermo, qui in lege eórum scriptus est: Quia ódio habuérunt me gratis.

(Vangelo secondo Giovanni 15, 17 - 25)

Traduzione:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo io vi ordino: di amarvi scambievolmente. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se voi foste del mondo, esso amerebbe ciò che è suo; invece, perché non gli appartenete, avendovi io tratti di mezzo al mondo. per questo esso vi odia. Ricordatevi di quella parola che vi dissi: non si dà servo più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, se hanno osservata la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno per causa del mio nome; perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ora poi non hanno scusa del loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto tra loro opere tali che nessun altro mai fece, sarebbero senza colpa; ora però hanno veduto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma deve adempiersi la parola scritta nella loro legge: “Mi odiarono senza motivo"».

mercoledì 27 ottobre 2021

27 Ottobre: sant'Atelstano d'Inghilterra


(foto dal web)




In breve

Sant'Atelstano d'Inghilterra (894/895 circa - 939), nato nella famiglia reale del Wessex, nipote del Re Sant'Alfredo il Grande (feste, 26 e 28 ottobre), divenne Governatore e poi Re dell'intera Inghilterra, di cui fu il primo monarca unitario; si dedicò ad una politica diplomatica e culturale di consolidamento del regno e di legami con le altre corti regie e imperiali europee, cosa che diede alla corte inglese un solido legame con il Continente.
Sotto il suo regno si vide un rafforzamento del potere centrale regio, della monetazione e soprattutto una grande produzione di Carte e Codici, motivo per cui è ricordato nella storia della legislazione britannica; il suo regno vide inoltre una grande diffusione del monachesimo benedettino in Inghilterra, da lui chiamato e prediletto a causa della sua devozione e pietà.
Uno dei più grandi sovrani inglesi del Medioevo, fu venerato e raffigurato a livello locale come santo.

domenica 24 ottobre 2021

Ventiduesima domenica dopo Pentecoste a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano in centro a Padova, nei pressi di piazza delle Erbe.
Celebrante mons S.Zorzi.
E' intervenuta la Schola Cantorum "Santa Cecilia" della Rettoria.

(photo and video by Alessandro Franzoni)


https://www.instagram.com/p/CVaq5Dmj5ok/


Introito (Si iniquitates):



Graduale (Ecce quam bonum):



VANGELO

In illo témpore: Abeúntes pharisǽi consílium iniérunt, ut cáperent Iesum in sermóne. Et mittunt ei discípulos suos cum Herodiánis, dicéntes: Magíster, scimus, quia verax es et viam Dei in veritáte doces, et non est tibi cura de áliquo: non enim réspicis persónam hóminum: dic ergo nobis, quid tibi vidétur, licet censum dare Cǽsari, an non? Cógnita autem Iesus nequítia eórum, ait: Quid me tentátis, hypócritæ? Osténdite mihi numísma census. At illi obtulérunt ei denárium. Et ait illis Iesus: Cuius est imágo hæc et superscríptio? Dicunt ei: Cǽsaris. Tunc ait illis: Réddite ergo, quæ sunt Cǽsaris, Cǽsari; et, quæ sunt Dei, Deo.

Vangelo secondo Matteo 22, 15 - 21)

Traduzione:

In quel tempo: Adunatisi, i Farisei tennero consiglio per sorprendere Gesú nel suo parlare. Gli mandarono i loro discepoli con gli Erodiani a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità, e non hai riguardo per alcuno, poiché non guardi alla persona degli uomini: dicci il tuo parere: è lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesú, conoscendo la loro malizia, rispose: Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. E Gesú disse loro: Di chi è questa immagine e questa iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Ed allora Gesú: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio.


Omelia:



Alle Elevazioni (G.P. da Palestrina, Jesu Rex admirabilis):



Communio (Ego clamavi):





sabato 23 ottobre 2021

23 ottobre: sant'Antonio Maria Claret


(foto dal web)

Dal Martirologio:

Oggi 23 ottobre, si festeggia Sant’Antonio Maria Claret, vescovo. Ordinato sacerdote, per molti anni percorse la regione della Catalogna in Spagna predicando al popolo; istituì la Società dei Missionari Figli del Cuore Immacolato della Beata Maria Vergine e, divenuto vescovo di Santiago nell’isola di Cuba, si adoperò con grande merito per la salvezza delle anime. Tornato in Spagna, sostenne ancora molte fatiche per la Chiesa, morendo infine esule tra i monaci cistercensi di Fontfroide vicino a Narbonne nella Francia meridionale.
Nato in una famiglia profondamente cristiana di tessitori catalani con dieci figli. Viene ordinato nel 1835, a 28 anni. Va a Roma nel 1839 e si rivolge a Propaganda Fide per essere inviato come missionario in qualsiasi parte del mondo. Non potendo raggiungere questo obiettivo, entra come novizio tra i Gesuiti, ma dopo pochi mesi deve tornare in patria perché malato. Per sette anni predica numerosissime missioni popolari in tutta la Catalogna e le isole Canarie conquistando un'immensa popolarità, anche come taumaturgo. Sa mettere insieme la gente dando vita ad associazioni e gruppi. Nel 1849 fonda una Congregazione apostolica: i Figli dell’Immacolato Cuore di Maria Oggi anche conosciuti come Missionari Clarettiani. All'inizio del terzo millennio, essi lavorano in 65 paesi dei cinque continenti. Nel 1936/ 39, durante la guerra civile spagnola, 271vengono uccisi per causa della fede. Tra questi spiccano i 51 Martiri di Barbastro, beatificati da Giovanni Paolo II il 1992. (Vedi in questa web: Martiri Spagnoli Clarettiani di Barbastro).
Nominato nel 1849 arcivescovo di Santiago di Cuba (all'epoca appartenente alla corona di Spagna), arriva in diocesi nel febbraio di 1851. Nel suo strenuo lavoro apostolico affronta i gravi problemi morali, religiosi e sociali dell'Isola: concubinato, povertà, schiavitù, ignoranza, ecc., ai quali si aggiungono due calamità che colpiscono la popolazione: epidemie e terremoti.
Ripercorre la sua vasta diocesi per ben quattro volte missionando instancabilmente con un gruppo di santi missionari. Le sue preoccupazioni pastorali si riversano anche in gran parte nel potenziamento del seminario e nella riformazione del clero. Nell'ambito sociale, promuove l'agricoltura, anche con diverse pubblicazioni e creando una fattoria-modello a Camagüey. Oltre a questo istituisce in ogni parrocchia una cassa di risparmio, opera pioniera in America Latina. Promuove l'educazione cercando Istituti religiosi e fondando egli stesso insieme alla Venerabile Maria Antonia Paris la congregazione delle Religiose di Maria Immacolata (Missionarie Clarettiane). La sua strenua fortezza nel difendere i diritti della Chiesa e i diritti umani li crea numerosi nemici tra i politici e i corrotti. E così subisce minacce e attentati, tra i quali uno ad Holguin, dove viene gravemente ferito al volto. Nel 1857 la regina lo richiama a Madrid come suo confessore. In questa tappa continua ad annunziare il Vangelo nella capitale e in tutta la penisola.
Esiliato in Francia nel 1868 arriva con la regina a Parigi e, anche qui, prosegue le sue predicazioni. Poi partecipa in Roma al concilio Vaticano I dove difende con ardore l'infallibilità del Romano Pontefice.
Perseguitato ancora dalla rivoluzione, si rifugia nel monastero di Fontfroide presso Narbona, dove spira santamente il 24 ottobre del 1870.
Sulla tomba vengono scolpite le parole di papa Gregorio VII: "Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio". Il suo corpo si venera nella Casa Madre dei Clarettiani a Vic (Barcellona).

E l’8 maggio 1950, Pio XII lo proclama santo, e dice del Claret: "spirito grande, sorto come per appianare i contrasti: poté essere umile di nascita e glorioso agli occhi del mondo; piccolo nella persona però di anima gigante; modesto nell'apparenza, ma capacissimo d'imporre rispetto anche ai grandi della terra; forte di carattere però con la soave dolcezza di chi sa dell'austerità e della penitenza; sempre alla presenza di Dio, anche in mezzo ad una prodigiosa attività esteriore; calunniato e ammirato, festeggiato e perseguitato. E tra tante meraviglie, quale luce soave che tutto illumina, la sua devozione alla Madre di Dio".


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venerdì 22 ottobre 2021

Domenico Zipoli, Storia di un missionario musicale in America Latina



Di Matteo Rossi

Chi non conosce Domenico Zipoli, compositore annoverato trai “minori” nella schiera di musicisti cresciuti nelle navate di tante chiese, che mirabilmente hanno saputo riempire con le loro angeliche musiche. Certamente tutti gli organisti della Penisola conosceranno le celebri Sonate di Intavolatura per organo e cimbalo del 1715 e saranno soliti suonare la sua meravigliosa pastorale avanti l’introito della messa della Mezzanotte, il giorno del Santo Natale. Pertanto non vogliamo qui riferirci che velocemente alla sua produzione, che purtroppo giuntaci pesantemente mutila. Ciò che vorremmo ricordare è la sua vicenda biografica: nato a Prato il 17 ottobre 1688 lo vediamo spirare all’inizio nel 1726 a Córdoba, città dell’attuale Argentina, allora appartenente alla provincia del Paraguay dell’impero spagnolo. Fattosi gesuita nel 1716 era infatti partito come missionario per queste lontane lande, dove la Fede cattolica, dopo due secoli dall’arrivo nel Nuovo Mondo, ancora faticava ad imporsi sulle pagane credenze tuttora ivi diffuse. Negli anni precedenti, tra il 1709 (o 1710) lo troviamo attivo a Roma, dopo aver studiato con i migliori maestri italiani del suo tempo: Bernardo Pasquini e Domenico Scarlatti. La preparazione e il precoce talento gli fruttarono un crescente numero di incarichi di prestigio tra cui, nel 1715, il posto di organista nella chiesa dei Gesuiti, nello stesso anno in cui pubblicò la già ricordata raccolta di lavori per tastiera. Sorprendiamo dunque il maestro Zipoli preparare armi e bagagli e lasciare il cuore della cristianità per la sua periferia più remota, nel pieno della gloria mondana, quando il suo nome legavasi alla pagina grazie alla nera alchimia della stampa.

Partitosi da Roma verso Genova nell’aprile del 1716, lo ritroviamo far vela da Cadice verso Buenos Aires il 5 aprile 1717, accompagnato da Giovanni Battista Primoli, eminente architetto che grande e concreta traccia lascerà di sé nella missione sud americana. Dopo molte peripezie, comuni a tanti altri viaggiatori nel corso dei secoli, lo Zipoli raggiunge Córdoba nel pieno dell’estate, dove ben presto si iscrive al collegio gesuitico, completando nel 1724 gli studi necessari all’ordinazione sacerdotale. Per via della mancanza di un vescovo nella città, non riceverà mai il sacro crisma, colto anzitempo dalla falce sanguinolenta della tubercolosi, che lo condurrà prematuramente a morte il 2 gennaio 1726.

Solo nel 1724 Zipoli concluse con merito il corso di studi teologici, di normale durata triennale, perché nel periodo tra l’arrivo in terra spagnola e la morte si situa la sua intensa attività missionaria, non fatta di splendenti costruzioni come quella del Primoli, né di attività che oggi potremmo definire di soccorso materiale, ma radicata nel suo talento musicale e diretta alla crescita spirituale e religiosa degli assistiti. Tra i primi fra gli organisti romani, Zipoli si fece missionario sospinto dalla potenza del linguaggio musicale occidentale, di cui egli si rende campione in terra ancora semi-pagana, riconoscendone l’utilità per l’evangelizzazione dei popoli latino americani. Si impegnò dunque attivamente tra le remote genti come maestro di cappella, direttore di cori più o meno improvvisati, organista e naturalmente compositore per quelle voci che anelavano il cantare Cristo secondo il detto della Chiesa cattolica, apostolica e romana.

Araldo del Vangelo attraverso la sua musica, Zipoli seppe lasciare memoria di sé nei confini dell’orbe cattolico, dove una sua messa a tre voci e orchestra venne eseguita per molti anni dopo il suo trapasso, dimostrando le capacità del linguaggio artistico di cui era vero maestro. Seppe dunque imprimere nei cuori amerindi l’amore per la vera Liturgia e quindi per Cristo, la Madonna e i Santi, ai quali si levò anche dalle più discoste regioni del globo l’inno di Lode. Le melodie cristalline e i fluenti passaggi armonici che caratterizzano il suo stile chiaro e così fortemente italiano, come non poteva che essere, risuonarono per qualche tempo nell’uno e nell’altro emisfero. Ma cosa rese possibile tale mirabile prodigio dei tempi? La pretesa universalità della Musica? L’eccellenza del maestro e la mansuetudine degli autoctoni allievi?

Ciò che sostanziò e diede forma all’esperienza missionaria di Domenico Zipoli fu la sua ferma certezza nell’universalità veramente cattolica della Fede e del Rito di Santa Madre Chiesa, certezza che inevitabilmente accese in lui lo spirito missionario, quella necessità spirituale di portare a tutti i popoli il lieto annuncio, conservandolo nella sua purezza ed integrità, nell’unica forma cioè in cui esso può conquistare a Gesù le anime del mondo. Alla lieta novella e al fine della Salvezza delle anime piegò la nobile Arte, consapevole di quella gerarchia che deve dominare il Sacro ed il suo esprimersi secondo le salutari forme prescritte dalla Chiesa, non date solamente ad una parte della Terra, ma consegnate alla Chiesa da Nostro Signore perché potesse nell’unità di Fede, Rito e Disciplina trarre i popoli dalle tenebre del paganesimo alla luce di Cristo. Così la Musica si fece strumento e segno mirabile del legame che tutti sostiene nel vincolo del Suo Corpo mistico.


mercoledì 20 ottobre 2021

20 ottobre: san Giovanni Canzio


F.S.Cynk, San Giovanni Canzio educa san Casimiro, 1890, Museo Nazionale di Cracovia (Polonia).

(foto dal web)




In breve

Nato a Kety cittadina polacca a sud ovest di Cracovia nel 1390, Giovanni intraprese gli studi con risultati subito brillanti. Docente di filosofia a 27 anni, a 34 fu ordinato sacerdote, continuando a insegnare per alcuni anni. Ricevuto l'incarico di parroco a Olkusz, si fece ammirare come modello di pietà e carità verso il prossimo. Nel 1440 riprese la docenza a Cracovia contribuendo all'educazione del principe Casimiro. Morì durante la Messa della vigilia di Natale del 1473. Docente e amico degli ultimi, la gente prese subito a considerarlo santo ricordando le sue lezioni di amore tra i malnutriti e i malati. È stato canonizzato da Clemente XIII nel 1767.


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domenica 17 ottobre 2021

Ventunesima domenica dopo Pentecoste a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano in centro a Padova, nelle vicinanze di piazza delle Erbe.
Celebrante don Juan Tomas FSSP.
E' intervenuta la Schola Cantorum "Santa Cecilia" della Rettoria.

(photo and video by Alessandro Franzoni)




Introduzione musicale (da J.S.Bach, BWV 683):



VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Assimilátum est regnum cœlórum hómini regi, qui vóluit ratiónem pónere cum servis suis. Et cum cœpísset ratiónem pónere, oblátus est ei unus, qui debébat ei decem mília talénta. Cum autem non habéret, unde rédderet, iussit eum dóminus eius venúmdari et uxórem eius et fílios et ómnia, quæ habébat, et reddi. Prócidens autem servus ille, orábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Misértus autem dóminus servi illíus, dimísit eum et débitum dimísit ei. Egréssus autem servus ille, invénit unum de consérvis suis, qui debébat ei centum denários: et tenens suffocábat eum, dicens: Redde, quod debes. Et prócidens consérvus eius, rogábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Ille autem nóluit: sed ábiit, et misit eum in cárcerem, donec rédderet débitum. Vidéntes autem consérvi eius, quæ fiébant, contristáti sunt valde: et venérunt et narravérunt dómino suo ómnia, quæ facta fúerant. Tunc vocávit illum dóminus suus: et ait illi: Serve nequam, omne débitum dimísi tibi, quóniam rogásti me: nonne ergo opórtuit et te miseréri consérvi tui, sicut et ego tui misértus sum? Et irátus dóminus eius, trádidit eum tortóribus, quoadúsque rédderet univérsum débitum. Sic et Pater meus cœléstis fáciet vobis, si non remiséritis unusquísque fratri suo de córdibus vestris.

Vangelo secondo Matteo 18, 23 - 3

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. E avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Ma non avendo costui modo di pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui, sua moglie, i figli e quanto aveva, e cosí fosse saldato il debito. Il servo, però, gettatosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Mosso a pietà, il padrone lo liberò, condonandogli il debito. Ma il servo, partito da lí, trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento denari: e, presolo per la gola, lo strozzava dicendo: Pagami quello che devi. E il compagno, prostratosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Ma quegli non volle, e lo fece mettere in prigione fino a quanto lo avesse soddisfatto. Ora, avendo gli altri compagni veduto tal fatto, se ne attristarono grandemente e andarono a riferire al padrone tutto quello che era avvenuto. Questi allora lo chiamò a sé e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai pregato: non dovevi dunque anche tu aver pietà di un tuo compagno, come io ho avuto pietà di te? E sdegnato, il padrone lo diede in mano ai carnefici fino a quando non avesse pagato tutto il debito. Lo stesso farà con voi il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello.


Dopo le Elevazioni (Ave verum):



Durante la Comunione (Hai dato un cibo):



sabato 16 ottobre 2021

16 ottobre: sant'Edvige



Papa Clemente canonizza la Santa al cospetto di cardinali, vescovi e chierici. Dalla "Vita della Beata Edvige", Polonia, XIV secolo.

(foto dal web)




In breve:

Nata nel 1174 nell’Alta Baviera, fu duchessa della Slesia, sposa di Enrico I detto il Barbuto. La sua condizione nobile non le vietò di vivere a fondo la propria fede, dando prova di profonda devozione ed esprimendo in diversi modi la carità verso gli ultimi e l’intenzione totale di porre tutta la sua persona a servizio degli altri. Provata da diverse sventure familiari e addolorata dalla rivalità tra i due figli, seppe mostrare sempre la mitezza e la saggezza di chi vive un profondo desiderio di pace. Stile che applicò nella vita di corte e nella politica estera. Quando il marito fu fatto prigioniero di guerra ne ottenne la liberazione. Si adoperò per migliorare le condizioni di vita dei carcerati e usò gran parte delle sue rendite per i poveri. Praticò un’austerità personale volta a una mortificazione offerta come segno concreto per chi viveva chiuso nel peccato e nell’egoismo. Principessa e penitente, sposa fedele e madre dolorosa, sovrana giusta e benefica, Edvige morì nel 1243 e subito venerata come santa, sia dai fedeli germanici che da quelli slavi.

venerdì 15 ottobre 2021

15 ottobre: santa Teresa d'Avila


Gregorio Fernandez, Santa Teresa d'Avila, 1625 ca, Museo Nacional de Escultura, Villadolid

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Simile erit regnum cœlórum decem virgínibus: quæ, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsæ. Quinque autem ex eis erant fátuæ, et quinque prudéntes: sed quinque fátuæ, accéptis lampádibus, non sumpsérunt óleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illæ, et ornavérunt lámpades suas. Fátuæ autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostræ exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quæ parátæ erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est iánua. Novíssime vero véniunt et réliquæ vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia néscitis diem neque horam.

Vangelo di Matteo 25, 1 - 13

Traduzione:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: “Ecco viene lo sposo: uscitegli incontro”. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi”. Risposero le prudenti dicendo: “Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene”. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini e dicevano: O Signore, Signore, aprici!". Ma egli rispose: “In verità vi dico: non vi conosco”. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora».


Litanie a Santa Teresa d'Avila

Kyrie, eléison.
Christe, eléison.
Kyrie, eléison.

Christe, áudi nos.
Christe, exáudi nos.

Pater de cœlis Deus, miserére nobis.
Fili Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus Sancte Deus, miserére nobis.
Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta María, sine labe concépta, ora pro nobis.
 
Sancta Terésia, ora pro nobis.
Sancta Terésia, amóre Christi férvida, ora pro nobis.
Sancta Terésia, Beátæ Maríæ ancílla devóta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, cultus sancti Joseph propagándi devóta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, Dei contemplátrix altíssima, ora pro nobis.
Sancta Terésia, exul Pátriæ cœlésti ávida, ora pro nobis.
Sancta Terésia, fidélis Spíritus Sancti discípula, ora pro nobis.
Sancta Terésia, gloriósa oratiónis magístra, ora pro nobis.
Sancta Terésia, humilitátis dono conspícua, ora pro nobis.
Sancta Terésia, ingénua matris Ecclésiæ fília, ora pro nobis.
Sancta Terésia, juvándi próximum ardóre succénsa, ora pro nobis.
Sancta Terésia, láchrymis et précibus apóstola, ora pro nobis.
Sancta Terésia, magnanimitáte in árduis præclára, ora pro nobis.
Sancta Terésia, nóbili paupertátis stúdio animáta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, obœdiéntiæ spíritu plena, ora pro nobis.
Sancta Terésia, puritáte Ángelis assimilitáta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, quotídie pati aut mori cúpida, ora pro nobis.
Sancta Terésia, Redemptóris crucifíxi comes assídua, ora pro nobis.
Sancta Terésia, Sponsi cœléstis sponsa transverberáta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, timóre et spe fírmiter inníxa, ora pro nobis.
Sancta Terésia, usque ad mortem anhélans ad majóra, ora pro nobis.
Sancta Terésia, víctima charitátis igne consúmpta, ora pro nobis.
Sancta Terésia, zelo glória Christi cœlis inflammáta, ora pro nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi. Parce nobis, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi. Exáudi nos, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi. Miserére nobis.
Christe, áudi nos.
Christe, exáudi nos.
Antiph. Sancta Mater Terésia, réspice de Cœlo, et vide, et visíta víneam istam, et pérfice eam, quam plantávit déxtera tua.

V. Ora pro nobis, sancta mater Terésia.
R. Ut digni efficiámur promissiónibus Christi.

Orémus:

Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, sicut de beátæ Terésiæ Vírginis tuæ et Matris Nostræ festivitáte gaudémus; ita cœléstis ejus doctrínæ pábulo nutriámur, et piæ devotiónis erudiámur affectu.
Deus, qui illibáta præcórdia beátæ Vírginis Terésiæ sponsa tuæ, ac Matris Nostræ, ígnito jáculo transfixísti, et charitátis víctima consecrásti: ipsa interveniénte concéde, ut corda nostra ardóre Sancti Spíritu férveant, et te in ómnibus super ómnia dilígant. Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte ejúsdem Spíritus Sancte, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


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giovedì 14 ottobre 2021

14 ottobre: san Callisto Papa e compagni Martiri


(foto dal web)




In breve:

Callisto, di Roma, governò la Chiesa sotto l'imperatore Antonino Eliogabalo. Egli stabilì le quattro tempora, ordinando che in esse tutti osservassero il digiuno, tramandatoci dalla tradizione apostolica. Edificò la basilica di santa Maria in Trastevere e ingrandì l'antico cimitero sulla via Appia, in cui furono sepolti molti santi sacerdoti e martiri e che poi da lui fu chiamato cimitero di Callisto. Governò la Chiesa per cinque anni, un mese e dodici giorni. Fu fatto precipitare in un pozzo, dopo essere stato tenuto per molto tempo a digiuno ed aver ricevuto numerose battiture, ricevendo la corona del martirio sotto l'imperatore Alessandro. Fu deposto nel cimitero di Calepodio, sulla via Aurelia, a tre miglia da Roma, il 14 ottobre. Più tardi il suo corpo venne trasportato nella basilica di santa Maria in Trastevere, sotto l'altare maggiore, dove è oggetto di grandissima venerazione.

mercoledì 13 ottobre 2021

13 ottobre: sant'Edoardo Re


(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Sint lumbi vestri præcíncti, et lucernæ ardéntes in mánibus vestris, et vos símiles homínibus exspectántibus dóminum suum, quando revertátur a núptiis: ut, cum vénerit et pulsáverit, conféstim apériant ei. Beáti servi illi, quos, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántes: amen, dico vobis, quod præcínget se, et fáciet illos discúmbere, et tránsiens ministrábit illis. Et si vénerit in secúnda vigília, et si in tértia vigília vénerit, et ita invénerit, beáti sunt servi illi. Hoc autem scitóte, quóniam, si sciret paterfamílias, qua hora fur veníret, vigiláret útique, et non síneret pérfodi domum suam. Et vos estóte paráti, quia, qua hora non putátis, Fílius hóminis véniet.

(Vangelo secondo Luca 12, 35 - 40)

Traduzione:

In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: «I vostri fianchi sian cinti ed accese nelle vostre mani le lucerne, come coloro che aspettano il loro padrone quando torni da nozze, per aprirgli appena giunge e picchia. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà desti. In verità vi dico, che, cintosi, li farà sedere a tavola e si metterà a servirli. E se giungerà alla seconda vigilia e se giungerà alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate pero che se il padrone conoscesse in qual ora viene il ladro, veglierebbe senza dubbio, e non si lascerebbe sfondare la casa. E anche voi tenetevi pronti, perché, nell'ora che non pensate, verrà il Figlio dell'uomo.

domenica 10 ottobre 2021

Ventesima domenica dopo Pentecoste a Padova


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Canziano in centro a Padova, nelle vicinanze di piazza delle Erbe.
Celebrante don Juan Tomas FSSP.
E' intervenuta la Schola Cantorum "Santa Cecilia" della Rettoria.

(photo and video by Alessandro Franzoni)






Introito (Omnia quae fecisti):



Alleluja Paratum cor meum:



VANGELO

In illo témpore: Erat quidam régulus, cuius fílius infirmabátur Caphárnaum. Hic cum audísset, quia Iesus adveníret a Iudǽa in Galilǽam, ábiit ad eum, et rogábat eum, ut descénderet et sanáret fílium eius: incipiébat enim mori. Dixit ergo Iesus ad eum: Nisi signa et prodígia vidéritis, non créditis. Dicit ad eum régulus: Dómine, descénde, priúsquam moriátur fílius meus. Dicit ei Iesus: Vade, fílius tuus vivit. Crédidit homo sermóni, quem dixit ei Iesus, et ibat. Iam autem eo descendénte, servi occurrérunt ei et nuntiavérunt, dicéntes, quia fílius eius víveret. Interrogábat ergo horam ab eis, in qua mélius habúerit. Et dixérunt ei: Quia heri hora séptima relíquit eum febris. Cognóvit ergo pater, quia illa hora erat, in qua dixit ei Iesus: Fílius tuus vivit: et crédidit ipse et domus eius tota.

(Vangelo secondo Giovanni 4, 46 - 53)

Traduzione:

In quel tempo: Vi era a Cafàrnao un certo regolo, il cui figlio era malato. Avendo udito che Gesú dalla Giudea veniva in Galilea, andò da lui e lo pregò perché andasse a sanare suo figlio, che stava per morire. Gesú gli disse: Se non vedete miracoli e prodigi non credete. Gli rispose il regolo: Vieni, Signore, prima che mio figlio muoia. Gesú gli disse: Va, tuo figlio vive. Quell’uomo prestò fede alle parole di Gesú e partí. E mentre era già per strada, gli corsero incontro i servi e gli annunziarono che suo figlio viveva. Allora domandò loro in che ora avesse incominciato a star meglio, e quelli risposero: Ieri, all’ora settima, lo lasciò la febbre. Il padre allora riconobbe che quella era l’ora stessa in cui Gesú gli aveva detto: Tuo figlio vive. E credette lui e tutta la sua casa.


Offertorio (Super flumina Babylonis):



Dopo le Elevazioni (G.P. da Palestrina, Jesu Rex admirabilis):

sabato 9 ottobre 2021

9 ottobre: san Giovanni Leonardi


Cappella del Santo alla Basilica di Santa Maria in Portico in Campitelli a Roma.

(photo by Alessandro Franzoni)






Dal martirologio:

San Giovanni Leonardi, sacerdote, che a Lucca abbandonò la professione di farmacista da lui esercitata, per diventare sacerdote. Fondò, quindi, l’Ordine dei Chierici regolari, poi detto della Madre di Dio, per l’insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli, il rinnovamento della vita apostolica del clero e la diffusione della fede cristiana in tutto il mondo, e per esso dovette affrontare molte tribolazioni. Pose a Roma le fondamenta del Collegio di Propaganda Fide e morì in pace in questa città, sfinito dal peso delle sue fatiche.


venerdì 8 ottobre 2021

8 ottobre: santa Brigida di Svezia


(foto dal web)




In breve

Compatrona d'Europa, venerata dai fedeli per le sue «Rivelazioni», nacque nel 1303 nel castello di Finsta, nell'Upplandi (Svezia), dove visse con i genitori fino all'età di 12 anni. Sposò Ulf Gudmarson, governatore dell'Östergötland, dal quale ebbe otto figli. Secondo la tradizione devozionale, nel corso delle prime rivelazioni, Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico. Nel 1349 Brigida lasciò la Svezia per recarsi a Roma, per ottenere un anno giubilare e l'approvazione per il suo ordine, che avrebbe avuto come prima sede il castello reale di Vastena, donatole dal re Magnus Erikson. Salvo alcuni pellegrinaggi, rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta il 23 luglio 1373. La sua canonizzazione avvenne nel 1391 ad opera di Papa Bonifacio IX.

giovedì 7 ottobre 2021