venerdì 5 novembre 2021

Un'altra finestra sul (buio?) Medioevo.. (n.25)


Chiesa di San Bernardo d'Aosta (detto Oratorio della Mora), Briona (Novara).

(foto dal web)






È situato a ovest del paese del pese di Briona (Novara), poco prima dell'attraversamento della roggia Mora. In origine il modesto edificio, a pianta rettangolare con volta a botte, era privo di facciata: così fu visto ancora in occasione della visita pastorale del 1671 (vescovo Giacomo Maraviglia), mentre quella del 1761 (vescovo Marco Aurelio Balbis Bertone) registrava il lieve prolungamento e la costruzione della facciata, intervento che diede all'oratorio l'aspetto che vediamo ora.
Un'iscrizione, conservata in parte sulla parete sud, ci dice che gli affreschi furono commissionati da Angelo de Ferrari di Briona, canonico della chiesa e prepositura dei Santi Nicola e Bernardo del Monte Giove, l'1 settembre 1463. Sopra vediamo lo stemma dei Tornielli, famiglia che in quell'epoca stava consolidando le sue prerogative nel territorio di Briona, e che forse aveva affidato l'oratorio al Ferrari.
Il ciclo che qui vediamo è una delle più importanti prove del pittore Giovanni de Campo, anello di congiunzione tra tardogotico e rinascimento, e della sua bottega. Sulla parete di fondo vediamo una Madonna del latte in trono, circondata a destra da san Bernardo d'Aosta che tiene un diavolo alla catena, e a sinistra dai santi Stefano e Sebastiano. In alto una piccola Crocifissione con dolenti, tra riquadri ornati da motivi floreali.

Sulla parete sud, alla nostra sinistra, vediamo i santi Teodulo, Lucia, Nicola, Lorenzo diacono, Michele Arcangelo e Agostino. Sopra, sulla volta a botte, vediamo invece sei Profeti: Sofonia, Gioele, Malachia, Michea, Ezechiele e Daniele. Spostiamo ora lo sguardo sulla parete destra (nord). Ecco i santi Gottardo, Maria Maddalena, Alessandro, Giovanni Battista e Gaudenzio. Sopra, un'altra serie di Profeti: Geremia, Davide, Isaia, Zaccaria, Osea e Amos.

I santi Bernardo, Gottardo, Teodulo e Nicola (protettore personale di San Bernardo d'Aosta) erano particolarmente venerati dai canonici del Monte Giove, e in generale nelle zone alpine. La raffigurazione dei Profeti si ritrova, molto simile, in un'altra opera di De Campo: il ciclo nella chiesa di San Michele a Massino Visconti, nel quale ogni profeta - come a Briona - è sotto un'arcata trilobata e porta un cartiglio con un versetto del libro del Vecchio Testamento che da lui prende il nome. I Profeti non si trovano frequentemente negli affreschi delle campagne novaresi del Quattrocento: il Ferrari, quindi, doveva essere un committente particolarmente colto.
Nella produzione di De Campo e della sua bottega l'ancoramento alla tradizione tardogotica si rintraccia nei ricchi mantelli dai colori smaglianti, nei volti lievemente affusolati e negli sguardi quasi straniti dei personaggi. Alcune scelte rimandano alla cultura cortese: si veda l'armatura di San Michele.




Per approfondire: "Briona, San Bernardo d'Aosta, detto oratorio della Mora", in "Affreschi novaresi del Trecento e del Quattrocento: arte, devozione e società", a cura di Fabio Bisogni e Chiara Calciolari, Novara 2006, pp. 175-177.

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