Dittico con scene della Passione di Cristo, 1350-1375 ca., ambiente parigino, avorio con montature in metallo, The Metropolitan Museum of Art, New York, particolare dell'Orazione al Monte degli Ulivi.
(foto dal web)
Passione di Nostro Signore secondo il Vangelo di San Luca.
In quel tempo: Uscito Gesù di casa, se ne andò, secondo il suo solito, al Monte Oliveto, e lo seguirono pure i suoi discepoli. Giunto colà, disse loro: J. Pregate, perché non abbiate a entrare in tentazione. C. Egli poi si distaccò da loro quanto un tiro di sasso e, messosi in ginocchio, pregava, dicendo: J. Padre, se vuoi, allontana da me questo calice; non si faccia peraltro la mia volontà, ma la tua. C. Gli apparve allora un Angelo dal cielo che lo confortò. Ed, entrato in agonia, più lungamente pregava. E gli venne un sudore come di gocce di sangue che cadeva fino a terra. E quando si fu alzato dall'orazione e si fu avvicinato ai suoi discépoli, li trovò che dalla tristezza dormivano. Disse loro perciò: J. Ma perché dormite? Alzatevi e pregate, se non volete entrare in tentazione. C. Diceva così, quand'ecco arrivò là una turba di gente, e quello che aveva nome Giuda, uno dei dodici, precedeva tutti; e si accostò a Gesù per dargli un bacio. Gesù però gli disse: J. Giuda, con un bacio tu tradisci il Figliò dell'uomo? C. Vedendo, coloro che gli stavano vicini, dove sarebbe andata a finire la cosa, gli dissero: S. Signore, e se noi adoperassimo la spada? C. Infatti uno di essi percosse un servo del capo dei sacerdoti e gli recise l'orecchio destro. Ma Gesù, riallacciando il discorso, disse: J. Basta così! C. E toccatogli l'orecchio, glielo risanò. Rivolto quindi ai capi dei sacerdoti e ai magistrati del tempio, ed agli anziani del popolo che erano andati là, soggiunse: J. Siete venuti con spade e con bastoni quasi che io fossi stato un ladrone; mentre tutti i giorni ero nel tempio, e voi non moveste una mano contro di me. Ma questa è l'ora vostra ed è la potestà delle tenebre. C. Arrestato che l'ebbero, lo condussero a casa del sommo sacerdote; mentre Pietro lo seguiva alla lontana. Dopo avere acceso un fuoco in mezzo al cortile, quella gente ci si era messa attorno, e Pietro con loro. Avendolo veduto una serva, mentr'egli si scaldava, e avendolo sbirciato ben bene per assicurarsene, esclamò: S. Anche quest'uomo era con lui. C. Ma egli lo negò, dicendo: S. Donna, io non lo conosco. C. E dopo un po' un altro, vedendolo, disse: S. Anche tu sei di costoro. C. Ma Pietro rispose: S. Buon uomo, non sono io. C. E dopo un intervallo quasi di un'ora, un altro affermava con dire: S. Senza dubbio egli era con lui, dal momento che egli è Galileo. C. E Pietro: S. Uomo, io non so quello che dici. C. Ma mentr'egli parlava, ecco che un gallo cantò. E il Signore si voltò e guardò Pietro. Egli allora si rammentò di quel che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte». E levatosi di là, pianse amaramente. Coloro intanto che tenevano legato Gesù, Io schernivano e lo percuotevano, e lo bendavano e gli davano schiaffi, e poi lo interrogavano, dicendogli: S. Indovina chi t'ha percosso? E tant'altre cose, bestemmiando, dicevano contro di lui. C. E come si fu fatto giorno, si radunarono gli anziani del popolo e i capi dei sacerdoti e gli scribi, e portarono Gesù nel sinedrio, e gli domandarono: S. Dicci se sei il Cristo. C. Rispose: J. Se vi dico di sì, voi non mi credete; se poi interrogo voi, non mi risponderete, ne mi metterete in libertà. Ma d'ora in avanti il Figlio dell'uomo starà seduto alla destra della potenza di Dio. C. E allora gli dissero tutti: S. Tu dunque sei Figlio di Dio? C. Rispose: J. Voi stessi lo dite che sono. C. Ma quelli conclusero: S. Che c'è più bisogno di aver testimoni? Noi stessi l'abbiamo appreso dalle stesse sue labbra. C. Levatasi su tutta quella moltitudine, lo condussero a Pilato. E lì cominciarono ad accusarlo, dicendo: S. L'abbiamo sorpreso, mentre sobillava il nostro popolo e lo sconsigliava a pagare a Cesare il tributo, e mentre affermava di essere il Cristo re. C. Pilato però lo interrogò con dirgli: S. Tu sei il re dei giudei? C. Egli rispose: J. Tu lo dici! C. Disse perciò Pilato ai capi dei sacerdoti: S. Io non trovo nulla di colpevole in quest'uomo. C. Ma quelli insistevano e dicevano: S. Mette sottosopra il popolo, insegnando per tutta la Giudea dopo aver principiato dalla Galilea fin qua. C. Sentendo ricordare la Galilea, Pilato domandò se egli fosse Galileo. Saputo, quindi, che egli era della giurisdizione d'Erode, lo mandò a lui, trovandosi egli pure in Gerusalemme in quei giorni. Al veder pertanto Gesù, Erode provò gran piacere. Egli era bramoso da gran tempo di vederlo, perché aveva sentito dir molte cose di lui, e perché sperava di vedergli fare qualche miracolo. Gli rivolse quindi molte domande; ma lui non gli rispose. E i capi dei sacerdoti e gli scribi insistevano ed accusarlo con più accanimento; mentre Erode con i suoi soldati lo derideva. E, dopo averlo vestito, per scherno, d'una veste bianca, lo rimandò a Pilato. Così Erode e Pilato diventarono amici in quel medesimo giorno, mentre prima erano nemici tra loro. Pilato, allora, adunati i capi dei sacerdoti e i magistrati del popolo, disse loro: S. Mi presentaste quest'uomo come sollevatore del popolo; ed ecco che, interrogatolo alla vostra presenza, non ho trovato in lui colpa alcuna delle tante accuse portate contro di lui. Ma nemmeno Erode! Infatti vi mandai da lui, ed ecco qua che nulla gli è stato fatto che sia degno di morte. Gli darò pertanto un castigo, e poi lo rimetterò in libertà. C. Ora egli era obbligato, in occasione della festa, a liberare in grazia loro uno dal carcere. Ma tutto il popolo ad una voce gridò: S. Levaci di mezzo lui, e lasciaci libero. Barabba! C. Il quale Barabba era stato messo in prigione a causa d'una rivolta e d'un omicidio commesso. Perciò Pilato parlò loro di nuovo, con l’intendimento di liberare Gesù. Ma essi, rispondendogli, gridavano: S. Crocifiggilo! Crocifiggilo! C. E per la terza volta disse loro: S. Ma che male ha egli fatto? Io non trovo in lui nessuna ragione di morte. Gli darò dunque una punizione e poi lo libererò. C. Ma essi incalzavano con voci sempre più grosse e chiedevano che fosse crocifisso. E così con sempre maggiore insistenza! Pilato allora sentenziò che fosse soddisfatta la loro richiesta. Liberò, cioè, quello che per omicidio e per ribellione era stato messo in prigione, e rilasciò Gesù al loro arbitrio. E mentre lo portavano via, fermarono un certo Simone di Cirene che tornava dalla campagna, e lo costrinsero a portare la croce, andando dietro Gesù. Lo seguiva molta turba di popolo e di donne, le quali piangevano ed emettevano lamenti per lui. E Gesù, volto verso di loro, disse: J. Figliuole di Gerusalemme, non piangete su di me; piangete piuttosto sopra voi stesse e sopra i vostri figliuoli; perché verranno giorni, nei quali sarà detto: Beate le sterili, e beati quei seni che non hanno generato e le mammelle che non hanno dato mai latte! Cominceranno allora a dire ai monti: Cadete sopra di noi!, e alle colline: Ricopriteci! Perché, se queste cose avvengono a un legno verde, che ne sarà di quello secco? C. Ed erano condotti insieme a lui due altri malfattori, perché dovevano esser giustiziati. Giunti che furono in un luogo chiamato Calvario, vi crocifissero Gesù e i due ladroni: uno alla sua destra e uno alla sua .sinistra. E Gesù diceva: J. Padre, perdona loro, perché non san quello che fanno. C. E, per dividersene le vesti, le tirarono a sorte. Il popolo poi se ne stava lì a vedere, e i caporioni cogli altri lo deridevano, dicendo: S. Salvò gli altri; ora salvi se stesso, se davvero è il Cristo, l'eletto di Dio. C. Lo insultavano ancora i soldati, mentre gli si avvicinavano e gli porgevano l'aceto. Dicevano: S. Se tu sei il re dei giudei, salvati. C. Era poi stata posta un'iscrizione sopra il capo di lui, scritta in greco, in latino e in ebraico: - Questo è il Re dei Giudei-. Uno di quei due ladroni, ivi giustiziati, lo bestemmiava, dicendogli: S. Se sei il Cristo, salva te stesso e noi. C. Ma l'altro [ladrone] per risposta lo sgridava, dicendogli: S. Nemmeno tu temi Dio, dal momento che ti trovi nello stesso supplizio? E, purtroppo, giustamente noi ci troviamo qui subendo un trattamento degno delle nostre azioni; ma lui non ha fatto nulla di male. C. E disse a Gesù: S. Signore, ricordati di me, arrivato che sarai nel tuo regno. C. E Gesù gli rispose: J. In verità ti dico: Oggi sarai con me in paradiso. C. Era quasi l'ora sesta, e si fece un gran buio per tutta la terra fino all'ora nona. E il sole si oscurò, e il velo del tempio si squarciò per il mezzo. Ed esclamando [Gesù] con gran voce, disse: J. Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito. C. E così dicendo, spirò. Considerando pertanto il centurione quello che era avvenuto, glorificò Iddio dicendo: S. Veramente quest'uomo era un giusto! C. E tutta la folla di coloro che erano stati presenti a quello spettacolo ed erano testimoni di quello che avveniva, se ne tornarono indietro battendosi il petto. Tutti i conoscenti di lui poi, come pure le donne che l'avevano seguito dalla Galilea, se ne tenevano lontani, osservando tali cose. Ma ecco arrivare un tale, chiamato Giuseppe, che era decurione, uomo buono e giusto. Egli non aveva preso mai parte alle decisioni, né all'operato degli altri; cittadino d'Arimatea, città della Giudea, egli pure aspettava il Regno di Dio. Si presentò perciò a Pilato e gli domandò il corpo di Gesù. Dopo averlo deposto, Io avvolse in un lenzuolo e lo compose in un sepolcro scavato nel sasso, dove fino allora non era stato mai sepolto nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.