domenica 30 novembre 2025

Prima domenica di Avvento a Lviv (Ucraina)


Santa Messa cantata (nel Rito Proprio dominicano Antico) alle ore 13:00 presso la Kaplytsya Rozena (a lato della chiesa detta dei Carmelitani) a Lviv, Ucraina.
Celebrante p. Igor Gnius OP.

(photo by Andrii Tolstoi)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Erunt signa in sole et luna et stellis, et in terris pressúra géntium præ confusióne sónitus maris et flúctuum: arescéntibus homínibus præ timóre et exspectatióne, quæ supervénient univérso orbi: nam virtútes cœlórum movebúntur. Et tunc vidébunt Fílium hóminis veniéntem in nube cum potestáte magna et maiestáte. His autem fíeri incipiéntibus, respícite et leváte cápita vestra: quóniam appropínquat redémptio vestra. Et dixit illis similitúdinem: Vidéte ficúlneam et omnes árbores: cum prodúcunt iam ex se fructum, scitis, quóniam prope est æstas. Ita et vos, cum vidéritis hæc fíeri, scitóte, quóniam prope est regnum Dei. Amen, dico vobis, quia non præteríbit generátio hæc, donec ómnia fiant. Cœlum et terra transíbunt: verba autem mea non transíbunt.

Vangelo di Luca 21, 25 - 33

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Ci saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e nella terra costernazioni di genti sbigottite dal rimbombo delle onde e dall'agitazione del mare, mentre gli uomini tramortiranno dalla paura e dall'attesa di quello che starà per accadere alla terra: perché anche le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nubi in gran potenza e maestà. Quando ciò incomincerà ad accadere, sorgete ed alzate il capo, perché s'avvicina la vostra redenzione. E disse loro una similitudine: Osservate il fico e tutti gli alberi: quando germogliano, sapete che l'estate è vicina. Cosí quando vedrete accadere tali cose, sappiate che il regno di Dio è prossimo. In verità vi dico non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.




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mercoledì 26 novembre 2025

26 novembre: san Silvestro Guzzolini OSB


(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Petrus ad Iesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Iesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede maiestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, iudicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidébit.

(Vangelo secondo Matteo 19, 27 - 29)

Traduzione:

In quel tempo Pietro disse a Gesù: «Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, fratelli o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna».


In breve

Nato ad Osimo, nelle Marche, da nobile famiglia, da giovane fu mandato a studiare Giurisprudenza a Bologna e Teologia a Padova, e, una volta tornato a Osimo, decise di entrare tra i Canonici Regolari del Duomo; toccato però con mano il lassismo della Chiesa della sua epoca, si scontrò con il suo Vescovo e decise di ritirarsi in eremitaggio.
Ritiratosi nei pressi di Grottafucile, fu raggiunto ben presto da numerosi seguaci, e, su successiva disposizione papale, entrò nell'ordine benedettino.
Raggiunta Monte Fano a causa del numero di seguaci ce cresceva sempre di più, San Silvestro fondò così l'Ordine di San Benedetto di Monte Fano, che divenne poi il nucleo della futura Congregazione Silvestrina, e si dedicò quindi alla predicazione e alla diffusione del nuovo Ordine in tutta Italia (principalmente nelle Marche, in Toscana e in Umbria). A Cingoli fondò il Monastero di San Bonfilio.


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martedì 25 novembre 2025

25 novembre: santa Caterina d'Alessandria


Bernardino Luini, Santa Caterina d'Alessandria tra due angioletti, Museo dell'Hermitage a San Pietroburgo, Moscovia.

(photo by Francesco Bianco)




In breve

I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d'Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l'occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305.  


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lunedì 24 novembre 2025

24 novembre: san Giovanni della Croce


Pietro Papaleo, Gruppo scultoreo di san Giovanni della Croce ai piedi del Crocifisso con putti (1726), presso la chiesa di Santa Maria della Scala, Roma.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in cœlis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat cœlum et terra, iota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno cœlórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno cœlórum.

Vangelo di Matteo 5, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


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domenica 23 novembre 2025

Ventiquattresima (ed ultima) domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa letta alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Cum vidéritis abominatiónem desolatiónis, quæ dicta est a Daniéle Prophéta, stantem in loco sancto: qui legit, intélligat: tunc qui in Iudǽa sunt, fúgiant ad montes: et qui in tecto, non descéndat tóllere áliquid de domo sua: et qui in agro, non revertátur tóllere túnicam suam. Væ autem prægnántibus et nutriéntibus in illis diébus. Oráte autem, ut non fiat fuga vestra in híeme vel sábbato. Erit enim tunc tribulátio magna, qualis non fuit ab inítio mundi usque modo, neque fiet. Et nisi breviáti fuíssent dies illi, non fíeret salva omnis caro: sed propter eléctos breviabúntur dies illi. Tunc si quis vobis díxerit: Ecce, hic est Christus, aut illic: nolíte crédere. Surgent enim pseudochrísti et pseudoprophétæ, et dabunt signa magna et prodígia, ita ut in errórem inducántur - si fíeri potest - étiam elécti. Ecce, prædíxi vobis. Si ergo díxerint vobis: Ecce, in desérto est, nolíte exíre: ecce, in penetrálibus, nolíte crédere. Sicut enim fulgur exit ab Oriénte et paret usque in Occidéntem: ita erit et advéntus Fílii hóminis. Ubicúmque fúerit corpus, illic congregabúntur et áquilæ. Statim autem post tribulatiónem diérum illórum sol obscurábitur, et luna non dabit lumen suum, et stellæ cadent de cælo, et virtútes cœlórum commovebúntur: et tunc parébit signum Fílii hóminis in cœlo: et tunc plangent omnes tribus terræ: et vidébunt Fílium hóminis veniéntem in núbibus cæli cum virtúte multa et maiestáte. Et mittet Angelos suos cum tuba et voce magna: et congregábunt eléctos eius a quátuor ventis, a summis cœlórum usque ad términos eórum. Ab árbore autem fici díscite parábolam: Cum iam ramus eius tener fúerit et fólia nata, scitis, quia prope est æstas: ita et vos cum vidéritis hæc ómnia, scitóte, quia prope est in iánuis. Amen, dico vobis, quia non præteríbit generátio hæc, donec ómnia hæc fiant. Cœlum et terra transíbunt, verba autem mea non præteríbunt.

Vangelo di Matteo 24, 15 - 35

Traduzione:

In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Quando vedrete l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo: chi legge comprenda, allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, e chi si trova sulla terrazza non scenda per prendere qualcosa in casa sua, e chi sta al campo non torni a pigliare la sua veste. Guai poi alle donne gravide e a quelle che in quei giorni allattano. Pregate che non abbiate a fuggire d’inverno, o in giorno di sabato, poiché allora sarà grande la tribolazione, quale non fu dal principio del mondo sino ad oggi, né sarà mai. E se quei giorni non fossero accorciati, nessun uomo si salverebbe, ma quei giorni saranno accorciati in grazia degli eletti. Allora, se alcuno vi dirà: Ecco qui o ecco là il Cristo: non credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti: e faranno grandi miracoli e prodigi, da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se quindi vi diranno: Ecco è nel deserto, non uscite; ecco è nella parte piú riposta della casa, non credete. Infatti, come il lampo parte da Oriente e brilla fino ad Occidente: cosí sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il corpo, lí si aduneranno gli avvoltoi. Ma subito dopo quei giorni di tribolazione si oscurerà il sole, e la luna non darà piú la sua luce, e le stelle cadranno dal cielo, e le potestà dei cieli saranno sconvolte. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo: piangeranno tutte le tribú della terra e vedranno il Figlio dell’uomo scendere sulle nubi del cielo con grande potestà e maestà. Egli manderà i suoi Ángeli con la tromba e con voce magna a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli. Imparate questa similitudine dall’albero del fico: quando il suo ramo intenerisce e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina: cosí, quando vedrete tutte queste cose sappiate che Egli è alle porte. In verità vi dico, non passerà questa generazione che non siano adempiute tutte queste cose. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole no.


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sabato 22 novembre 2025

22 novembre: santa Cecilia


La celebre statua di S.Maderno e Gloria della Santa, dalla basilica di Santa Cecilia in Trastevere, Roma.

(photo and video by Alessandro Franzoni)






VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem virgínibus: quæ. accipiéntes lámpades suas. exiérunt óbviam sponso et sponsæ. Quinque autem ex eis erant fátuæ, et quinque prudéntes: sed quinque fátuæ, accéptis lampádibus, non sumpsérunt óleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illæ, et ornavérunt lámpades suas. Fátuæ autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostræ exstinguúntur. Responderunt prudentes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quæ parátæ erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est iánua. Novíssime vero véniunt et reliquæ vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, áperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia néscitis diem neque horam.

Vangelo di Matteo 23, 1 - 13

Traduzione:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: “Ecco viene lo sposo: uscitegli incontro”. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi”. Risposero le prudenti dicendo: “Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene”. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini e dicevano: O Signore, Signore, aprici!". Ma egli rispose: “In verità vi dico: non vi conosco”. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora».


Inno ai Vespri (Jesu corona virginum):



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venerdì 21 novembre 2025

21 novembre: Madonna della Salute (Venezia)



Preghiera di affidamento della Città di Venezia alla Madonna della Salute

Carissima Madonna della Salute,
che da sempre vegli sui veneziani e sulla Città,
guardaci col tuo sguardo materno in questi momenti
in cui sentiamo tutta la nostra fragilità ed impotenza.
Poniamo nelle tue mani di Madre
le nostre chiese, le nostre case, le nostre attività,
le persone a noi care e noi stessi.
Ti chiediamo di mostrarti a noi Madre di speranza.
In modo particolare Ti domandiamo di vigilare
sui bambini, sugli anziani, sui malati e sui poveri
e su chi, in queste ore, è chiamato a guidare la nostra comunità
con scelte e decisioni non sempre facili e scontate.
La Tua preghiera sostenga le nostre preghiere
e quelle di tutta la Città che ti riconosce Sua protettrice;
presentale a Tuo Figlio che qui a Venezia invochiamo
col titolo, a noi tanto caro, di Santissimo Redentore.

+ Francesco Moraglia, patriarca
(14 novembre 2019)


Litanie alla Beata Vergine Maria secondo il tono patriarchino:



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giovedì 20 novembre 2025

20 novembre: san Felice di Valois





VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nolíte timére, pusíllus grex, quia complácuit Patri vestro dare vobis regnum. Véndite quæ possidétis, et date eleemósynam. Fácite vobis sácculos, qui non veteráscunt, thesáurum non deficiéntem in cœlis: quo fur non apprópiat, neque tínea corrúmpit. Ubi enim thesáurus vester est, ibi et cor vestrum erit.

Vangelo di Luca 12, 32 - 43

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di dare a voi il regno. Vendete i vostri beni e dateli in elemosina. Fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che mai vien meno nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignuola non consuma; dove è il vostro tesoro ci sarà pure il vostro cuore».


In breve

Nato in una nobile famiglia francese, imparentata con quella reale, venne educato presso Chiaravalle, dove poi si fermò come monaco cistercense; desideroso di una maggiore perfezione, si ritirò in eremitaggio.
Incontratosi con San Giovanni de Matha (feste, 8 febbraio e 17 dicembre), fondò con lui e fondato con lui quello che poi sarebbe diventato l'Ordine Trinitario; è, assieme a lui, Patrono dei prigionieri e degli schiavi.


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mercoledì 19 novembre 2025

19 novembre: sant'Elisabetta d'Ungheria


Pietro Nelli, Sant'Elisabetta d'Ungheria (particolare), tavola ora al Bonnefantenmuseum (Paesi Bassi).

(foto da Wikipedia)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum cœlórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et præ gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quæ habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum cœlórum homini negotiatóri, quærénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quæ hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum cœlórum sagénæ, missæ in mare et ex omni génere píscium cóngreganti. Quam, cum impléta esset educéntes, et secus litus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne sǽculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio iustórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis hæc ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno cœlórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.

Vangelo di Matteo 13, 44 - 52

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «È simile il regno dei cieli ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo trovatolo, tiene celato, e, tutto giulivo dell'accaduto, va a vendere quel che ha e compra quel campo. Ancora: Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle; trovatane una di gran pregio, va a vendere quanto ha e la compra. Il regno dei cieli inoltre è simile ad una rete gettata in mare, che ha preso ogni sorta di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, e sedutisi, ripongono in ceste i buoni, e buttan via i cattivi. Così avverrà alla fine del mondo: Verranno gli Angeli e toglieranno i cattivi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace ardente: ivi sarà pianto e stridor di denti. Avete intese tutte queste cose?». Gli dicono: «Sì ». Ed Egli a loro: «Per questo ogni scriba istruito nel regno dei cieli, è simile ad un padre di famiglia che trae fuori dalla sua dispensa cose nuove e cose vecchie».


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martedì 18 novembre 2025

18 novembre: Dedicazione delle Basiliche dei SS Pietro e Paolo


Giovanni Paolo Pannini, Interno della Basilica di San Pietro (dopo il 1754), The Metropolitan Museum of Art, New York (Stati Uniti).

(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Ingréssus Iesus perambulábat Iéricho. Et ecce, vir nómine Zachǽus: et hic princeps erat publicanórum, et ipse dives: et quærébat vidére Iesum, quis esset: et non póterat præ turba, quia statúra pusíllus erat. Et præcúrrens ascéndit in árborem sycómorum, ut vidéret eum; quia inde erat transitúrus. Et cum venísset ad locum, suspíciens Iesus vidit illum, et dixit ad eum: Zachǽe, festínans descénde; quia hódie in domo tua opórtet me manére. Et festínans descéndit, et excépit illum gaudens. Et cum vidérent omnes, murmurábant, dicéntes, quod ad hóminem peccatórem divertísset. Stans autem Zachǽus, dixit ad Dóminum: Ecce, dimídium bonórum meórum, Dómine, do paupéribus: et si quid áliquem defraudávi, reddo quádruplum. Ait Iesus ad eum: Quia hódie salus dómui huic facta est: eo quod et ipse fílius sit Abrahæ. Venit enim Fílius hóminis quǽrere et salvum fácere, quod períerat.

Vangelo di Luca 19, 1 - 10

Traduzione:

Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".



Giovanni Paolo Pannini, Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura, 1750c. Museo Puškin, Mosca (Moscovia).


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lunedì 17 novembre 2025

17 novembre: san Gregorio Taumaturgo


(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Respóndens Iesus discípulis suis, ait illis: Habéte fidem Dei. Amen, dico vobis, quia, quicúmque díxerit huic monti: Tóllere et míttere in mare, et non hæsitáverit in corde suo, sed credíderit, quia, quodcúmque díxerit, fiat, fiet ei. Proptérea dico vobis: Omnia quæcúmque orántes pétitis, crédite quia accipiétis, et evénient vobis.

Vangelo di Marco 11, 22 - 24

Traduzione:

In quel tempo, Gesù prese a dire ai suoi discepoli: «Abbiate fede in Dio. In verità vi dico, se uno dirà a questo monte: “Levati e gettati in mare", e non esiterà in cuor suo, ma crederà che quanto ha detto si compirà, gli verrà fatto. Per questo vi dico: Qualunque cosa domandate nell'orazione, abbiate fede di attenerla, e la otterrete».



Paolo de Matteis (1662-1728), San Gregorio Taumaturgo, presso la cappella del Seminario di Lecce, in Puglia.


Agiografia:

San Gregorio, soprannominato Taumaturgo, nacque al principio del secolo III in Neocesarea del Ponto. I suoi genitori, illustri per nobiltà e ricchezze, ma idolatri, lo allevarono, assieme al fratello Atenodoro, nelle pagane superstizioni. Ma la Provvidenza Divina che aveva prestabilito di farne due grandi luminari della Chiesa, dispose che ancora fanciulli trovassero la verità e la vera religione.
Dotato di grande penetrativa e di una sete inestinguibile di sapere, Gregorio fu messo a frequentare la scuola di filosofia del celebre Origene.
Alla luce di quelle lezioni tanto eloquenti, la sua mente logica fu rischiarata e ben presto volle essere battezzato. Approfonditosi in modo particolare nello studio della Sacra Scrittura, deliberò di consacrarsi interamente al divino servizio e di rinunziare a ogni vantaggio terreno. Infatti, mentre era ancora a Cesarea, la morte gli rapì i genitori, ed egli trovandosi padrone di molte ricchezze, ne fece parte alle vedove e agli orfani e si ritirò in una solitudine.
La penitenza, la preghiera e la studio della Sacra Bibbia furono i suoi grandi mezzi per salire alla contemplazione e alla perfezione. Non potè tuttavia rimanere ignoto, poichè la fama dei suoi consigli e delle sue virtù giunse agli orecchi del santo vescovo Fotino, che per speciale rivelazione dello Spirito Santo, lo volle far risplendere sul candelabro della Chiesa, creandolo vescovo di Neocesarea.
Invano tentò ripetutamente di sottrarsi al grave peso; ma conosciuta essere quella la volontà di Dio, dopo una conveniente preparazione, fece l’ingresso nella sua popolatissima città, che non contava però più di 17 cristiani.
Nondimeno la sua fama di uomo straordinario aveva incoscientemente preparato quel popolo idolatra al culto del vero Dio; e da parte sua il Santo non risparmiò sforzi, preghiere e specialmente miracoli per affrettarne la conversione.
Ne riportiamo qualcuno. Si trattava di costruire il primo tempio cristiano; ma il fiume da un lato e la montagna dall’altro rendevano angusto il luogo. Il Santo comanda al monte di scostarsi, e il monte docilmente si sposta quanto è necessario.
Il popolo si lagnava che una palude, già causa di discordie tra fratelli, rendeva insalubre il clima. Gregorio con il segno di croce la fa divenire fertile campagna.
In una piena, il torrente di Casalmacco ruppe gli argini e minacciava l’abitato: vi accorre il Santo, pianta in terra il suo bastone, le acque si ritirano nel loro alveo e il bastone diviene robustissima pianta.
I tanti prodigi del taumaturgo vescovo non valsero a salvarlo dalla persecuzione di Decio, nè dall’esilio. Di là vigilava e pregava per la perseveranza del suo gregge nella fede.
Conosciuta poi, per divina rivelazione, l’ora della sua morte, comandó di fare diligente ricerca di quanti pagani rimanessero ancora nella sua diocesi, e saputo ch’erano 17 esclamò: “Deo gratias, alla mia venuta trovai appunto 17 cristiani!”.
Dopo 25 anni di episcopato chiuse placidamente gli occhi nel Signore. Era l’anno 270.


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domenica 16 novembre 2025

Ventitreesima domenica dopo Pentecoste a Venezia


Santa Messa cantata alle ore 11:00 presso la chiesa di San Simon Piccolo a Venezia (fronte stazione ferroviaria).
Celebrante don Joseph Kramer FSSP.

(photo by Alessandro Franzoni)




VANGELO

In illo témpore: Loquénte Iesu ad turbas, ecce, princeps unus accéssit et adorábat eum, dicens: Dómine, fília mea modo defúncta est: sed veni, impóne manum tuam super eam, et vivet. Et surgens Iesus sequebátur eum et discípuli eius. Et ecce múlier, quæ sánguinis fluxum patiebátur duódecim annis, accéssit retro et tétigit fímbriam vestiménti eius. Dicébat enim intra se: Si tetígero tantum vestiméntum eius, salva ero. At Iesus convérsus et videns eam, dixit: Confíde, fília, fides tua te salvam fecit. Et salva facta est múlier ex illa hora. Et cum venísset Iesus in domum príncipis, et vidísset tibícines et turbam tumultuántem, dicebat: Recédite: non est enim mórtua puélla, sed dormit. Et deridébant eum. Et cum eiécta esset turba, intrávit et ténuit manum eius. Et surréxit puélla. Et éxiit fama hæc in univérsam terram illam.

Vangelo di Matteo 9, 18 - 26

Traduzione:

In quel tempo: Mentre Gesú parlava alle turbe, ecco che uno dei capi gli si accostò e lo adorò, dicendo: Signore, or ora mia figlia è morta: ma vieni, imponi la tua mano su di essa, e vivrà. Gesú, alzatosi, gli andò dietro con i suoi discepoli. Quand’ecco una donna, che da dodici anni pativa una perdita di sangue, gli si accostò da dietro, e toccò il lembo della sua veste. Diceva infatti tra sé: Solo che io tocchi la sua veste e sarò guarita. E Gesú, rivoltosi e miràtala, le disse: Abbi fiducia, o figlia, la tua fede ti ha salvata. E da quel momento la donna fu salva. Giunto che fu alla casa del capo, vedendo dei suonatori e una turba di gente rumoreggiante, disse: Ritiratevi, poiché la fanciulla non è morta, ma dorme. E lo deridevano. Ma dopo che la gente venne fatta sgombrare, Egli entrò, prese la giovane per mano ed ella si alzò. E la fama di ciò si diffuse per tutto quel paese.


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sabato 15 novembre 2025

15 novembre: sant'Alberto Magno


(foto dal web)




VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in cœlis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat cœlum et terra, iota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvet unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno cœlórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno cœlórum.

Vangelo di Matteo 5, 13 - 19

Traduzione:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


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venerdì 14 novembre 2025

14 novembre: san Giosafat



(foto dal web)


VANGELO

In illo témpore: Dixit Iesus pharisaeis: Ego sum pastor bonus. Bonus pastor ánimam suam dat pro óvibus suis. Mercennárius autem, et qui non est pastor, cuius non sunt oves própriæ, videt lupum veniéntem, et dimíttit oves et fugit: et lupus rapit et dispérgit oves; mercennárius autem fugit, quia mercennárius est et non pértinet ad eum de óvibus. Ego sum pastor bonus: et cognósco meas et cognóscunt me meæ. Sicut novit me Pater, et ego agnósco Patrem, et ánimam meam pono pro óvibus meis. Et alias oves hábeo, quæ non sunt ex hoc ovíli: et illas opórtet me addúcere, et vocem meam áudient, et fiet unum ovíle et unus pastor.

Vangelo di Giovanni 10, 11 - 16

Traduzione:

In quel tempo, disse Gesù ai Farisei: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le sue pecore. Il mercenario, invece, che non è pastore, al quale non appartengono le pecore, se vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge; allora il lupo rapisce e disperde le pecore. II mercenario fugge, perché è mercenario, e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me, e io conosco il Padre; e io dò la mia vita per le mie pecore. Ed ho altre pecore, che non sono di quest'ovile: anche quelle devo condurre: e ascolteranno la mia voce, e si farà un solo gregge ed un solo pastore ».


In breve:

San Giosafat Kuncewycz, Vescovo e martire. Nasce a Wolodymyr in Volynia (Ucraina) nel 1580 e viene ricordato come il simbolo di una Russia ferita dalle lotte tra ortodossi e uniati. La diocesi di Polock si trovava in Rutenia, regione che dalla Russia era passata in parte sotto il dominio del Re di Polonia, Sigismondo III. La fede dei Polacchi era quella cattolica romana; in Rutenia invece, come nel resto della Russia, i fedeli aderivano alla Chiesa greco-ortodossa. Si tentò allora un'unione della Chiesa greca con quella latina. Si mantennero cioè i riti e i sacerdoti ortodossi, ma si ristabilì la comunione con Roma. Questa Chiesa, detta «uniate», incontrò l'approvazione del Re di Polonia e del Papa Clemente VIII. Gli ortodossi, però, accusavano di tradimento gli uniati, che non erano ben accetti nemmeno dai cattolici di rito latino. Giovanni Kuncevitz, che prese il nome di Giosafat, fu il grande difensore della Chiesa uniate. A vent'anni era entrato tra i monaci basiliani.

Monaco, priore, abate e finalmente arcivescovo di Polock, intraprese una riforma dei costumi monastici della regione rutena, migliorando così la Chiesa uniate. Ma a causa del suo operato nel 1623 un gruppo di ortodossi lo assalì e lo uccise a colpi di spada e di moschetto.



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