sabato 30 novembre 2024

30 novembre: sant'Andrea


El Greco, Sant'Andrea, Museo del Greco, a Toledo (Spagna).

(foto dal Web)




VANGELO

In illo témpore: Ambulans Iesus iuxta mare Galilææ, vidit duos fratres, Simónem, qui vocátur Petrus, et Andréam fratrem eius, mitténtes rete in mare - erant enim piscatóres - et ait illis: Veníte post me, et fáciam vos fíeri piscatóres hóminum. At illi contínuo, relíctis rétibus, secúti sunt eum. Et procédens inde, vidit álios duos fratres, Iacóbum Zebedæi et Ioánnem, fratrem eius, in navi cum Zebedæo patre eórum reficiéntes rétia sua: et vocávit eos. Illi autem statim, relíctis rétibus et patre, secúti sunt eum.

Vangelo di Matteo 4, 18 - 22

Traduzione:

In quel tempo camminando lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli: Simone detto Pietro e Andrea, suo fratello, che gettavano le reti in mare, essendo essi pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. E di lì andando innanzi, vide due altri fratelli: Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che in una barca, con Zebedeo loro padre, erano intenti a rassettar le reti, e li chiamò. Ed essi, lasciata subito la barca ed il padre, lo seguirono.


In breve

Andrea Apostolo, nato a Betsaida, borgo della Galilea, era fratello di Pietro e discepolo di san Giovanni. Avendo sentito quest'ultimo dire di Cristo: "Ecco l'Agnello di Dio!", seguì Gesù, e gli condusse il fratello. Più tardi, mentre egli pescava insieme con il fratello nel mare della Galilea, furono entrambi chiamati, prima di tutti gli altri Apostoli, dal Signore che, passando vicino, disse loro: "Seguitemi: vi farò pescatori di uomini". Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d'Europa; quindi percorse l'Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell'Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini.
Egeo adirato gli dice: Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s'era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: Per me, c'è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia immolato sull'altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l'Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest'ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio.
Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. I Sacerdoti e i Diaconi dell'Acaia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose così come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate dapprima a Costantinopoli, sotto l'imperatore Costanzo, e quindi ad Amalfi. Il suo capo, recato a Roma sotto il papa Pio II, fu posto nella basilica di S. Pietro.

(da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 252-255 )


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