Nato in una nobile famiglia senatoria
in Gallia, ad Auxerre, san Germano (378 circa - 448 circa) studiò
le arti liberali e, giunto a Roma, il diritto, addottorandosi in esso
e divenendo poi avvocato; divenuto in seguito funzionario imperiale e
poi governatore della sua regione, fu scelto dal clero e dal popolo,
per la sua sapienza e la sua probità, come Vescovo di
Auxerre.
Accettata la nomina, visse castamente con la moglie,
rinunciò alle sue cariche e distribuì tutti i suoi beni ai poveri:
attuò una vasta opera di riforma e moralizzazione del clero,
accrebbe il culto dei martiri e impiantò il monachesimo in Gallia;
uno dei Santi più popolari della Cristianità, soprattutto
occidentale, lottò strenuamente contro l'eresia pelagiana e il
paganesimo e fu impegnato anche in missioni diplomatiche presso la
corte imperiale e le corti romano-barbariche.
In illo témpore: Intrávit Iesus in quoddam castéllum: et múlier quædam, Martha nómine, excépit illum in domum suam: et huic erat soror nómine María, quæ étiam sedens secus pedes Dómini, audiébat verbum illíus. Martha autem satagébat circa frequens ministérium: quæ stetit et ait: Dómine, non est tibi curæ, quod soror mea réliquit me solam ministráre? dic ergo illi, ut me ádiuvet. Et respóndens, dixit illi Dóminus: Martha, Martha, sollícita es et turbáris erga plúrima: porro unum est necessárium. María óptimam partem elégit, quæ non auferétur ab ea.
Vangelo di Luca 10, 38 - 42
Traduzione:
In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, chiamata Marta, lo ricevette in casa sua. E questa aveva una sorella di nome Maria, la quale, postasi a sedere ai piedi del Signore, ne ascoltava la parola. Marta intanto si affannava tra le molte faccende di casa. Fermatasi poi disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi lasci sola a preparare? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, ti affanni ed inquieti per troppe cose. Eppure una sola è necessaria! Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum cœlórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et præ gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quæ habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum cœlórum homini negotiatóri, quærénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quæ hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum cœlórum sagénæ, missæ in mare et ex omni génere píscium cóngreganti. Quam, cum impléta esset educéntes, et secus litus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne sǽculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio iustórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis hæc ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno cœlórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.
Vangelo di Matteo 13, 44 - 52
Traduzione:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «È simile il regno dei cieli ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo trovatolo, tiene celato, e, tutto giulivo dell'accaduto, va a vendere quel che ha e compra quel campo. Ancora: Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle; trovatane una di gran pregio, va a vendere quanto ha e la compra. Il regno dei cieli inoltre è simile ad una rete gettata in mare, che ha preso ogni sorta di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, e sedutisi, ripongono in ceste i buoni, e buttan via i cattivi. Così avverrà alla fine del mondo: Verranno gli Angeli e toglieranno i cattivi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace ardente: ivi sarà pianto e stridor di denti. Avete intese tutte queste cose?». Gli dicono: «Sì ». Ed Egli a loro: «Per questo ogni scriba istruito nel regno dei cieli, è simile ad un padre di famiglia che trae fuori dalla sua dispensa cose nuove e cose vecchie.
In illo témpore: Accessit ad Iesum mater filiórum Zebedæi cum fíliis suis, adórans et petens áliquid ab eo. Qui dixit ei: Quid vis? Ait illi: Dic, ut sédeant hi duo fílii mei, unus ad déxteram tuam et unus ad sinístram in regno tuo. Respóndens autem Iesus, dixit: Néscitis, quid petátis. Potéstis bíbere cálicem, quem ego bibitúrus sum? Dicunt ei: Póssumus. Ait illis: Cálicem quidem meum bibétis: sedére autem ad déxteram meam vel sinístram, non est meum dare vobis, sed quibus parátum est a Patre meo.
Vangelo di Matteo 20, 20 - 23
Traduzione:
In quel tempo si accostò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i propri figliuoli, adorando e in atto di chiedere qualche cosa. «Che vuoi?» le disse. Quella rispose: «Di' che seggano questi due miei figliuoli, uno alla destra e l'altro alla tua sinistra nel tuo regno». E Gesù rispose: «Non sapete quello che domandate. Potete voi bere il calice, che io berrò?». Gli rispondono: «Lo possiamo». Dice loro: «Il calice mio voi certo lo berrete: sedere però alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concedervelo, ma è per quelli cui è stato preparato dal Padre mio».
In illo témpore: Rogábat Iesum quidam de pharisæis, ut manducáret cum illo. Et ingréssus domum pharisæi, discúbuit. Et ecce múlier, quæ erat in civitáte peccátrix, ut cognóvit, quod accubuísset in domo pharisæi, áttulit alabástrum unguénti: et stans retro secus pedes eius, lácrimis coepit rigáre pedes eius, et capillis cápitis sui tergébat, et osculabátur pedes eius, et unguénto ungébat. Videns autem pharisæus, qui vocáverat eum, ait intra se, dicens: Hic si esset Propheta, sciret útique, quæ et qualis est múlier, quæ tangit eum: quia peccátrix est. Et respóndens Iesus, dixit ad illum: Simon, hábeo tibi áliquid dícere. At ille ait: Magíster, dic. Duo debitóres erant cuidam foeneratóri: unus debébat denários Quingéntos, et alius quinquagínta. Non habéntibus illis, unde rédderent, donávit utrísque. Quis ergo eum plus díligit? Respóndens Simon, dixit: Æstimo, quia is, cui plus donávit. At ille dixit ei: Recte iudicásti. Et convérsus ad mulíerem, dixit Simóni: Vides hanc mulíerem? Intrávi in domum tuam, aquam pédibus meis non dedísti: hæc autem lácrimis rigávit pedes meos et capíllis suis tersit. Osculum mihi non dedísti: hæc autem, ex quo intrávit, non cessávit osculári pedes meos. Oleo caput meum non unxísti: hæc autem unguénto unxit pedes meos. Propter quod dico tibi: Remittúntur ei peccáta multa, quóniam diléxit multum. Cui autem minus dimíttitur, minus díligit. Dixit autem ad illam: Remittúntur tibi peccáta. Et coepérunt, qui simul accumbébant, dícere intra se: Quis est hic, qui étiam peccáta dimíttit? Dixit autem ad mulíerem: Fides tua te salvam fecit: vade in pace.
Vangelo di Luca 7, 36 - 50
Traduzione:
In quel tempo uno dei Farisei lo pregò di andare a desinare da lui. Ed entrato in casa del Fariseo, si mise a tavola. Ed ecco una donna, che era peccatrice in quella città, appena seppe che egli era a mangiare in casa del Fariseo, portò un alabastro pieno di profumo; e stando ai piedi di lui, con le lacrime incominciò a bagnarne i piedi, e coi capelli del suo capo li asciugava, li baciava e li ungeva d'unguento. Vedendo ciò il Fariseo che l'aveva invitato, prese a dire dentro di sé: «Costui, se fosse un profeta, certo saprebbe che donna è costei che lo tocca, e com'è peccatrice». E Gesù, rivolgendosi a lui, disse: «Simone, ho da dirti una cosa». Ed egli: «Maestro, di' pure!». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento danari, e l'altro cinquanta. Or non avendo quelli da poter restituire, condonò il debito a tutti e due: chi dunque di loro amerà di più?». Simone rispose: «Secondo me, colui al quale ha condonato di più». Gesù replicò: «Hai giudicato rettamente». Poi, rivolto alla donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua, tu non mi hai dato acqua ai piedi,. ma essa li ha bagnati colle lacrime e asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato il bacio; ma lei da che è venuta non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non hai unto di olio il mio capo, ma essa con l'unguento ha unto i miei piedi. Per questo ti dico: "le sono perdonati molti peccati, perché molto ha amato". Invece quello a cui poco si perdona, poco ama . E disse a lei: «Ti son perdonati i peccati». E i convitati cominciarono a dire dentro di sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace».
Sebastiano Conca, Comunione della Maddalena, olio su tela, 1738, dal Monastero di Santa Maria Maddalena a Perugia, ora in Galleria Nazionale dell'Umbria.
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Per approfondire
Conferenza in lingua francese in due parti di mons P.Ravotti:
Prassede era figlia del senatore
Pudente, vissuto nel I secolo d. C., si convertì al cristianesimo
dall’apostolo Paolo e morì per difendere la sua fede con tutta la
famiglia.
Prassede era solita nascondere nella loro casa i
cristiani perseguitati, ne raccoglieva il sangue versato durante il
martirio e gli trovava sepoltura nel terreno di sua proprietà. Un
giorno vennero scovati, arrestati e condannati a morte
dall'imperatore Antonino Pio.
Fu Papa Pasquale I, nell'817, a
voler costruire una basilica degna di accogliere le reliquie dei
Santi martiri, la cui presenza generò una profonda devozione nei
confronti di questo luogo.
Girolamo, nato a Venezia dalla nobile famiglia Emiliani, datosi alla milizia fin dalla prima adolescenza, fu, in tempi difficilissimi per la repubblica, preposto alla difesa di Castelnuovo presso Quero, sui monti di Treviso. I nemici impadronitisi della fortezza, lo gettarono in una orribilissima prigione, legato mani e piedi; dove, privo d'ogni umano soccorso, egli si rivolse alla beatissima Vergine, che esaudì le sue preghiere, gli apparve, ne spezzò le catene, e per mezzo ai suoi nemici, che occupavano tutte le strade, lo condusse incolume in vista di Treviso. Entrato in città, a testimonianza del benefìcio ricevuto, sospese all'altare della Madre di Dio, cui si era votato, le manette, i ceppi, le catene che aveva portato con sé. Tornato a Venezia, cominciò a darsi interamente alle opere di pietà, spendendosi meravigliosamente a pro dei poveri , ma soprattutto compassionevole verso i fanciulli, che, privi di genitori, erravano per la città miserabili e sordidi, raccogliendoli in case, da lui affittate, nutrendoli a sue spese, e formandoli ai cristiani costumi. (dal Breviario Romano)
In illo témpore: Designávit Dóminus et alios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et dicebat illis: Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam. Ite: ecce, ego mitto vos sicut agnos inter lupos. Nolíte portáre sacculum neque peram neque calceaménta; et néminem per viam salutavéritis. In quamcúmque domum intravéritis, primum dícite: Pax huic dómui: et si ibi fúerit fílius pacis, requiéscet super illum pax vestra: sin autem, ad vos revertétur. In eádem autem domo manéte, edéntes et bibéntes quæ apud illos sunt: dignus est enim operárius mercéde sua. Nolíte transíre de domo in domum. Et in quamcúmque civitátem intravéritis, et suscéperint vos, manducáte quæ apponúntur vobis: et curáte infírmos, qui in illa sunt, et dícite illis: Appropinquávit in vos regnum Dei.
Vangelo di Luca 10, 1 - 9
Traduzione:
In quel tempo: Il Signore scelse anche altri settantadue discepoli e li mandò a due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove egli era per andare. E diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai per la sua mietitura. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate né borsa, né sacca, né sandali; e per la strada non salutate nessuno. In qualunque casa entrerete, dite prima di tutto: “Pace a questa casa”. E se ci sarà un figlio di pace riposerà su di lui la pace vostra, altrimenti ritornerà a voi. E nella stessa casa restate, mangiando e bevendo di quel che vi dànno; perché l'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa. E in qualunque città entrerete, se vi accolgono, mangiate di quel che vi sarà messo davanti e guarite gli infermi che ci sono, e dite loro: “Sta per venire a voi il Regno di Dio”».
Lo Spirito Santo, che si è manifestato in ogni modo nell'anima dei Santi dei Ciclo Santorale a partire dalla Festa della Pentecoste, ci fa ammira oggi la figura di san Camillo de Lellis, che manifestò la carità soprattutto nella cura del prossimo. Nato nel 1550, nel Regno di Napoli, da una famiglia nobile, entrò nei Cappuccini, ma un male, che ebbe in una gamba, l'obbligò per due volte a uscirne. Dio, infatti, lo destinava a fondare una Congregazione di chierici regolari, consacrati al servizio degli infermi e dei malati. Ottenne il riconoscimento dalla Santa Sede. Si ispirò all'esempio di Gesù cristo, che è morto per noi (Epistola) e che ha annunciato che non vi è maggiore prova d'amore che dare la propria vita per gli altri (Introito e Vangelo). I suoi religiosi si impegnano nell'assistenza dei malati, persino affetti dalla peste. San Camillo, ugualmente come il suo Istituto, ricevette da Dio la grazia speciale d'aiutare nel conforto le anime nella lotta ultima dell'agonia (Orazione e Secreta); per questo la Chiesa ha inserito il suo nome nelle Litanie degli Agonizzanti. San Camillo morì a Roma il 14 luglio 1614.
La chiesa di San Martino a Zillis
ospita un soffitto a cassettoni dell'inizio del XIImo secolo.
I suoi
153 pannelli sono ordinati secondo il principio di una mappa del
mondo come era immaginata nel Medioevo. I pannelli interni raccontano
scene della vita di Cristo e le vicende del santo patrono della
chiesa, San Martino di Tours.
I dipinti del soffitto di Zillis,
monumentale opera d'arte medievale, testimoniano influenze culturali
d'oltralpe, attraverso il committente e lo studio dei pittori.
Costituiscono una fonte inesauribile per lo studio dell'arte e della
cultura del Medioevo, ma soprattutto sono una commovente
testimonianza della pietà di quell'epoca lontana. A volte è
chiamata la Cappella Sistina delle Alpi.
Sant’Enrico, che imperatore dei Romani, si adoperò insieme alla moglie santa Cunegonda per rinnovare la vita della Chiesa e propagare la fede di Cristo in tutta l’Europa; mosso da zelo missionario, istituì molte sedi episcopali e fondò monasteri. Morì a Grona vicino a Göttingen in Germania e fu sepolto, secondo i suoi desideri, a Bamberga nel 1024.
Apparizione della Vergine a san Bonaventura, Leandro da Ponte Bassano detto Leandro Bassano, olio su tela, attualmente presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, già nella chiesa di San Bonaventura nella stessa città.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut luceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in cœlis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat cœlum et terra, iota unum aut unus apex non præteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno cœlórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno cœlórum.
Vangelo di Matteo 5, 13 - 19
Traduzione:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini , sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».
In illo témpore: Cum turba multa esset cum Iesu, nec habérent, quod manducárent, convocátis discípulis, ait illis: Miséreor super turbam: quia ecce iam tríduo sústinent me, nec habent quod mandúcent: et si dimísero eos ieiúnos in domum suam, defícient in via: quidam enim ex eis de longe venérunt. Et respondérunt ei discípuli sui: Unde illos quis póterit hic saturáre pánibus in solitúdine? Et interrogávit eos: Quot panes habétis? Qui dixérunt: Septem. Et præcépit turbæ discúmbere super terram. Et accípiens septem panes, grátias agens fregit, et dabat discípulis suis, ut appónerent, et apposuérunt turbæ. Et habébant piscículos paucos: et ipsos benedíxit, et iussit appóni. Et manducavérunt, et saturáti sunt, et sustulérunt quod superáverat de fragméntis, septem sportas. Erant autem qui manducáverant, quasi quátuor mília: et dimísit eos.
Vangelo di Marco 8, 1 - 9
Traduzione:
In quel tempo: Radunatasi molta folla attorno a Gesú, e non avendo da mangiare, egli, chiamati i discepoli, disse loro: Ho compassione di costoro, perché già da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare; e se li rimanderò alle loro case digiuni, cadranno lungo la via, perché alcuni di essi sono venuti da lontano. E gli risposero i suoi discepoli: Come potremo saziarli di pane in questo deserto? E chiese loro: Quanti pani avete? E risposero: Sette. E comandò alla folla di sedersi a terra. E presi i sette pani, rese grazie e li spezzò e li diede ai suoi discepoli per distribuirli, ed essi li distribuirono alla folla. Ed avevano alcuni pesciolini, e benedisse anche quelli e comandò di distribuirli. E mangiarono, e si saziarono, e con i resti riempirono sette ceste. Ora, quelli che avevano mangiato erano circa quattro mila: e li congedò.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum cœlórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et præ gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quæ habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum cœlórum homini negotiatóri, quærénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quæ hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum cœlórum sagénæ, missæ in mare et ex omni génere píscium cóngreganti. Quam, cum impléta esset educéntes, et secus litus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne sǽculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio iustórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis hæc ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno cœlórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.
Vangelo di Matteo 13, 44 - 52
Traduzione:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «È simile il regno dei cieli ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo trovatolo, tiene celato, e, tutto giulivo dell'accaduto, va a vendere quel che ha e compra quel campo. Ancora: Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle; trovatane una di gran pregio, va a vendere quanto ha e la compra. Il regno dei cieli inoltre è simile ad una rete gettata in mare, che ha preso ogni sorta di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, e sedutisi, ripongono in ceste i buoni, e buttan via i cattivi. Così avverrà alla fine del mondo: Verranno gli Angeli e toglieranno i cattivi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace ardente: ivi sarà pianto e stridor di denti. Avete intese tutte queste cose?». Gli dicono: «Sì ». Ed Egli a loro: «Per questo ogni scriba istruito nel regno dei cieli, è simile ad un padre di famiglia che trae fuori dalla sua dispensa cose nuove e cose vecchie».
Sant'Antonio Maria Zaccaria nacque a
Cremona sulla fine dell'anno 1502. Compi i primi studi nella sua
città, poi si recò a Padova per studiare filosofia e medicina. La
sua scienza fu pari alla sua santità. Ritornò in famiglia colla
laurea dottorale dopo aver superato tutti i pericoli comuni agli
studenti e conservata intatta la stola battesimale. Avendo capito che
Dio lo voleva piuttosto medico delle anime che dei corpi, si diede
allo studio della teologia. Frattanto visitava spesso gli ammalati,
insegnava il catechismo ai fanciulli, incitava i giovani e gli adulti
ad una vita più cristiana. Divenuto sacerdote, mentre celebrava la
prima Messa fu veduto dal popolo col capo cinto da una aureola
celeste. La pia contessa Lodovica Torelli, signora di Guastalla,
conosciuto Antonio a Cremona lo volle come suo cappellano e
consigliere. Dopo due mesi trascorsi a Guastalla, accompagnando la
contessa, il Santo venne a Milano dove, impressionato dalla grande
corruzione che regnava nel popolo, pensò a porvi rimedio. A tale
scopo, unitosi con Bartolomeo Ferrari e Giacomo Moriggia, fondò la
congregazione dei Chierici Regolari detti di S. Paolo, per la
speciale devozione che il Santo portava al grande Apostolo. Ora sono
detti Barnahai dalla chiesa di San Barnaba che officiavano in Milano.
La nuova famiglia religiosa fu approvata da Clemente VII e Paolo III;
in breve tempo si estese in molte regioni e diede alla Chiesa
numerosi santi. Fondò pure una congregazione di religiose dette
Angeliche di S. Paolo, delle quali fu prima benefattrice ed insigne
protettrice la contessa Torelli.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numeráti sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in cœlis est. Qui autem negáverit me coram homínibus, negábo et ego eum coram Patre meo, qui in cœlis est.
Vangelo di Matteo 10, 28 - 33
Traduzione:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno. Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà in terra senza il volere del Padre vostro. Orbene, quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque, voi valete di più di molti passeri. Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo negherò davanti al Padre mio, che è nei cieli».
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nisi abundáverit iustítia vestra plus quam scribárum et pharisæórum, non intrábitis in regnum cœlórum. Audístis, quia dictum est antíquis: Non occídes: qui autem occíderit, reus erit iudício. Ego autem dico vobis: quia omnis, qui iráscitur fratri suo, reus erit iudício. Qui autem díxerit fratri suo, raca: reus erit concílio. Qui autem díxerit, fátue: reus erit gehénnæ ignis. Si ergo offers munus tuum ad altáre, et ibi recordátus fúeris, quia frater tuus habet áliquid advérsum te: relínque ibi munus tuum ante altáre et vade prius reconciliári fratri tuo: et tunc véniens ófferes munus tuum.
Vangelo di Matteo 5, 20 - 24
Traduzione:
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Se la vostra giustizia non sarà stata più grande di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli. Avete sentito che è stato detto agli antichi: Non uccidere; chi infatti avrà ucciso sarà condannato in giudizio. Ma io vi dico che chiunque si adira col fratello sarà condannato in giudizio. Chi avrà detto a suo fratello: raca, imbecille, sarà condannato nel Sinedrio. E chi gli avrà detto: pazzo; sarà condannato al fuoco della geenna. Se dunque porti la tua offerta all’altare e allora ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta all’altare e va prima a riconciliarti con tuo fratello, e poi, ritornato, fa la tua offerta.